Perfect sissy

Sentiva il piede del suo padrone sul viso, ne poteva gustare il sapore pieno e quell’odore, così maschile, che la rendeva teneramente succube.
Avvertì immediatamente che l’uomo al quale si stava dando completamente, le avrebbe donato ciò che corrispondeva esattamente ai suoi bisogni di sub.
L’altro piede si stava insinuando tra le sue cosce e lo sentì spingere verso le sue natiche. Il buchetto era già tutto bagnato e quando l’alluce lo sfiorò, si lasciò andare completamente e in un attimo gli si strinse attorno palpitando dal desiderio. Il suo cervello di femmina sottomessa agganciò immediatamente l’impulso della penetrazione che stava avvenendo, l’afflusso di sangue aumentò vorticosamente, l’adrenalina tracimò dai limiti, e stava vibrando in ogni piccolo muscolo e articolazione del corpo, tanto che in un gemito le sfuggi: “….picchiami ! “.
Sentì immediatamente la pianta del piede percuoterle il viso e contemporaneamente la mano la sculacciò con 2 colpi, uno per ogni natica. L’alluce spinto al massimo nella figa anale, fu improvvisamente ritratto e si trovò, presa per i capelli, rigirata sul divano con la testa penzoloni sul bracciolo e solo dopo qualche frazione di secondo realizzò che le aveva infilato il cazzo tutto giù per la gola. Ne sentiva il pulsare della cappella nella trachea, le palle che le spingevano sul viso, il naso affondato tra lo scroto e l’ano a inebriarsi dell’odore sacro del maschio.
Si perché era quello il punto in cui sapeva di poter trovare l’essenza olfattiva reale del maschio che la dominava.
Si sentì tanto felice da non poter frenare le lacrime.
Intanto veniva afferrata per le gambe divaricate che scoprirono la fregna anale umida e già dilatatissima. La mano aprì abilmente lo spacco delle natiche e due dita le entrarono dentro e cominciarono a scuoterla violentemente. La maestria con la quale il suo padrone coniugava quel movimento di mano nel buchetto, con il pistonare inesorabile del cazzo in gola le svelò che aveva probabilmente trovato il suo possessore ideale.
E proprio mentre stava per abbandonarsi a quei due ritmi inesorabili, ci fu un nuovo cambiamento. Liberata la gola dal cazzo turgido che intravide penzolare filante di saliva, capì che le due dita, quasi fossero un uncino, l’avevano ribaltata e spinta sul pavimento dove si ritrovo prona. Il piede che arrivò repentinamente a premerle sul viso la obbligò ad inarcarsi tutta spingendo sulle ginocchia e in quello stesso momento si sentì riempita di cazzo. La cappella gonfia si era fatta strada e stava scivolando senza ostacoli fin nel pancino. Ebbe la cognizione precisa di quella sbarra di carne, di tutta la sua consistenza pulsante, le aveva occupato tutto lo spazio possibile nel condotto anale.
Si abbandono ai singhiozzi emessi al ritmo dei colpi di cazzo che arrivavano imperdonabili.
Ne riconosceva rabbia, violenza, desiderio di farle male.
Seppe allora con certezza che era esattamente li dove voleva essere e che quello era senza ombra di dubbio il Suo Padrone.