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Prologo... continua.


di carmentv63
27.05.2015    |    1.639    |    1 9.5
"Dopo una notte quasi insonne, passata a rimuginare ed una mattina agitatissima in cui dovetti nascondere a mia madre tutta la tensione, finalmente arrivò il..."
Ancora adesso con capisco come lo abbia permesso ma prese la mia mano e se la poggiò sul membro. Me la fece stringere intorno alla sua asta. Mi sembrava di non essere lì. Sentivo il calore del suo membro, lo sentivo caldo e scivoloso. Non era grandissimo, su per giù come il mio, sui 14 cm. Scuro con una cappella rosa chiaro. Accompagnava il movimento della mia mano con la sua. Non diceva nulla, ansima e guardava la rivista. Io ero inebetito ed ho continuato il movimento per un tempo che mi è sembrato lunghissimo ma che nella realtà sarà stato poco più di un minuto. L’ho visto irrigidirsi sulla sedia e chinarsi in avanti. Non avevo più la sua mano sulla mia, avevo continuato a farlo automaticamente. Sentivo la mano bagnata, scivolosa e abbassando lo sguardo vedevo il suo sperma tra le dita.
Fu un attimo. Mi guardò imbarazzatissimo. Iniziò a chiedermi scusa, scusa, scusa… Sembrava non volesse più smettere.
Io sono rimasto così a guardarlo, non osavo abbassare di nuovo lo sguardo, vedere cosa era successo.
Mi sono alzato e sono andato in bagno. Con la carta mi sono ripulito un poco e poi mi sono lavata la mano. Sembrava che quella cosa così scivolosa non volesse più andar via. Ne sentivo l’odore.
Lui era ancora nella sua camera. Si era ripulito e tirato su la tuta. Ha detto che era stato un momento, che doveva essere un nostro segreto.
Finalmente sono riuscito a spiccicare nuovamente parola e gli ho detto che quella cosa non doveva uscire da quella stanza e che comunque si era comportato da vero stronzo e non da amico. Che non si usano gli amici, che non ero gay, che mi piacevano le ragazze…
Lui mi interrompeva chiedendo ancora scusa, che anche lui non era gay, che visti gli anni da cui ci conoscevamo sapevo che aveva avuto delle ragazze…
Mi sentivo comunque tradito. Sono andato via con mille pensieri nella testa. Avrei dovuto rivederlo l’indomani a scuola, avrei dovuto parlargli, far finta che non fosse accaduto nulla… E se si fa sfuggire qualcosa? Se magari va a vantarsi? No, lo conosco. Non è così. Siamo amici, da tanto. Non può farmi questo.
Dopo una notte quasi insonne, passata a rimuginare ed una mattina agitatissima in cui dovetti nascondere a mia madre tutta la tensione, finalmente arrivò il momento e… Ed era tutto normale. Mi salutò come sempre, scherzando con i nostri amici. Salimmo tutti insieme verso l’aula e la giornata trascorse tranquilla, come tutte le nostre altre giornate di scuola. Sembrava tutto dimenticato, una cosa mai accaduta.

Scusate se mi sono dilungato in questa lunga premessa, ma per me era importante inquadrare bene quei primi momenti da cui poi tutto è scaturito. Accadde comunque anche altro in quei due anni che ci separavano dal diploma e se vorrete potrò descriverlo.
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