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Gay & Bisex

Lo spompinatore perfetto


di Difficilissimo
14.10.2019    |    8.023    |    4 8.8
"Iniziai a passare la mia mano sulle sue spalle, sulla sua schiena mentre lui si tuffò nuovamente sul mio cazzo..."
Eccomi di ritorno dopo alcuni mesi di lontananza dalla scrittura dei racconti qui sul sito. E’ stato un periodo difficile ma, come sempre, racconterò ugualmente le mie esperienze, poiché ho sempre preferito parlare di cose realmente accadute che inventare racconti fantasiosi. Tra me e Fabietto, il mio fidanzato, era andata decisamente bene fino a circa il 20 di Luglio. Stavamo facendo del sesso meraviglioso e senza freni, spingendoci a fare porcate incredibili con una passione irrefrenabile. Poi, di colpo, iniziai a notare un suo cambiamento. Era diventato più freddo e spesso metteva scuse per saltare i nostri incontri. Anche quando gli scrivevo, rispondeva con tempi siderali e spesso a monosillabi. Conoscendolo, avevo capito che le opzioni erano due: o era entrato in un altro, ennesimo, periodo di crisi personale e di follia oppure aveva qualcosa in mente. Per mia somma sfortuna, era quest’ultima opzione. Fabietto, infatti, si era messo in testa di voler passare un’estate di trasgressione, senza l’assillo di un rapporto fisso e senza le mie gelosie. In poche parole, voleva essere libero di scopare con chi e quando volesse. Inizialmente la rabbia fu enorme, pur non avendo ancora capito le sue voglie di sesso in giro per il mondo, l’essere lasciato in quel modo mi provocava una furia fuori dal comune. Avevo dato l’anima per lui e per far funzionare questa storia e ora mi ritrovavo single. Tuttavia, dopo un paio di giorni di comprensibile smarrimento, reagii nella maniera corretta. Non valeva la pena stare a disperarmi per uno che, probabilmente, si stava facendo scopare dal primo che aveva rimorchiato. Decisi di fare lo stesso e di tornare a quello che ero qualche anno prima, quando mi facevo molti meno problemi e scopavo molto di più. Non persi tempo e la prima mossa fu quella di guardare gli annunci di incontri di un famoso sito. Tra questi, vi era quello di un ragazzino di 18 anni che prometteva pompini da favola proprio nella mia zona e si diceva disponibile a succhiarlo anche a comitive intere di ragazzi. Gli scrissi e la sua risposta fu abbastanza rapida. Parlammo per un po' e sembrava interessato, gli passai le foto del cazzo e sembrò gradire. Poi, improvvisamente, cambiò idea e mi disse di voler incontrare solo coetanei e che ero troppo grande per lui. Feci spallucce e continuai la mia caccia, inizialmente, però, alquanto infruttuosa. Dopo 3-4 giorni tornai a casa dal lavoro. Ero stanco morto, mangiai qualcosa, mi feci una doccia e mi adagiai un po' sul letto. Presto, mi arrivò una mail, la aprii ed era del ragazzino di 18 anni. Mi chiese se mi andasse di incontrarmi con lui, che aveva tanta voglia di succhiare un pisello ma che chiedeva solo discrezione e che non gli facessi del male. Lo tranquillizzai e ci incontrammo un’oretta dopo nell’ampio e buio parcheggio dietro ad un supermercato. Non si vedeva quasi nulla e, inizialmente, mi sembrò di essere da solo, per cui spensi la macchina e mi misi ad aspettare. Poco dopo, vidi arrivare un ragazzino in bicicletta ma pensai subito che non potesse essere lui, visto che dimostrava 14 anni. Tuttavia, notai che continuava a girare lentamente per il parcheggio e guardava la macchina. Pensai quasi di andare via, ma improvvisamente si avvicinò alla mia auto e si fermò davanti al finestrino, che era ovviamente abbassato per via della temperatura estiva.
“Ciao, sei tu?” mi chiese sorridendo. Lo guardai bene e dimostrava effettivamente molto meno dei 18 anni dichiarato. Inoltre non è che fosse proprio bellissimo: aveva i denti un po' sporgenti, era molto basso e davvero magrissimo. Indossava una maglietta, un paio di pantaloncini molto corti che gli arrivavano a metà coscia e un paio di infradito, dal quale si vedevano dei bei piedini, forse la cosa che più mi era piaciuta fino a quel momento. Per non correre rischi, gli chiesi subito conferma dell’età e lui, senza pensarci molto, mi tirò fuori un documento di identità che, effettivamente, confermava i suoi 18 anni. A quel punto non avevo più molte scuse e inoltre avevo una grande voglia di sborrare, per cui gli dissi di legare la bici e di salire in auto. Il ragazzino, che era albanese peraltro, non perse tempo e in pochi secondi era seduto accanto a me. Senza indugiare minimamente, mi poggiò la mano sul pacco e iniziò a strusciare, guardandomi con occhi da vero porco. Gli dissi di aspettare e di andare in un posto più sicuro, perché era si un parcheggio ampio e buio ma comunque era adiacente ad una strada di passaggio e non volevo correre rischi. Durante il tragitto avviamo un po' di conversazione anche se lui non era tipo da molte chiacchiere e spesso di limitava a risposte basilari alle mie domande. Mi spiegò di essere per l’appunto albanese, anche se era sempre vissuto in Italia, di avere 18 anni da poco compiuti, di essere gay passivo ma non dichiarato e di aver avuto, qualche sera prima, una brutta esperienza con un uomo maturo, motivo per il quale aveva inizialmente cambiato idea circa il nostro primo incontro. Arrivammo in un posto molto tranquillo in zona collinare dove avevo scopato tante volte e sapevo di non avere problemi. Ci mettemmo sui sedili posteriori e il 18enne non perse tempo, mi slacciò la cintura, mi sbottonò la lampo e mi fece togliere i pantaloni. Poi iniziò a palparmi il cazzo dall’esterno delle mutande, appoggiò il viso sul pacco e fece un mugugno. Dopo un po' mi fece sfilare anche le mutande. Il mio cazzo svettò in aria, più duro che mai. Avevo una voglia matta e, nonostante non fosse proprio un modello, mi stava iniziando ad attizzare molto anche lui. Da lì in poi ragazzi, è stato un vero e proprio sogno. Credo di non aver mai ricevuto un simile pompino in vita mia. Una cosa meravigliosa, quasi indescrivibile. Il ragazzino iniziò a leccarmi l’asta. La sua lingua era calda e sapeva bene come muoverla. Mi spolverò tutto l’uccello, senza perdere un solo centimetro. Lo baciò tutto e poi si fermò sui coglioni. Anche qui prestò un’attenzione maniacale ai dettagli. Li succhiava, li leccava, li baciava, li mordicchiava con un’abilità fuori dal comune. Io iniziai ad accarezzargli i corti capelli neri e il collo. Lui, senza dire niente, si staccò dal mio cazzo e si tolse la maglia, rimanendo a petto nudo. Probabilmente era un invito a farsi accarezzare e infatti non me lo feci ripetere. Iniziai a passare la mia mano sulle sue spalle, sulla sua schiena mentre lui si tuffò nuovamente sul mio cazzo. Stavolta, dopo aver leccato la cappella per circa un minuto, spalancò le sue fauci e lo accolse in bocca. Ero in paradiso, sentivo la sua lingua spazzolarmi il cazzo e le sue labbra stringermi la cappella e fare avanti e indietro. Iniziai ad ansimare. Stavo sudando e nella concitazione tolsi a mia volta la maglia. Ero talmente in piena libidine che iniziai a venire in su col bacino e tenergli la testa. Il mio massaggio delicato di qualche minuto prima si era decisamente trasformato: con una mano lo reggevo sul mio cazzo (anche se non aveva alcuna intenzione di staccarsi) e con l’altra gli palpavo il corpo con foga. Arrivai in basso e poggiai la mano sul suo pacco ma immediatamente si irrigidì e mi spostò via la mano. Tentai nuovamente l’approccio ma fui ancora una volta respinto e capì che non voleva essere toccato. Intanto il pompino andava avanti, lui variava il ritmo della succhiata in modo esemplare, alternando momenti di dolcezza in cui, per lo più, me lo leccava ad altri in cui andava a mille con la testa e me lo riusciva a scappellare fino in fondo, facendolo totalmente sparire nella sua bocca. Verso la fine, notai come portò la sua mano all’altezza dei pantaloncini di cotone e li fece scivolare verso il basso assieme alle mutandine. Spuntò fuori un cazzo minuscolo, una cosa davvero microscopica di neanche 8 centimetri e molto sottile. Senza smettere di succhiare, iniziò a menarselo a tutta birra. Dopo poco più di un minuto, lo vidi agitarsi, si staccò un momento dal mio cazzo, iniziò ad ansimare e schizzò un mare di sborra per aria. Soffriva di eiaculazione precoce, come mi spiegò dopo, e per questo non voleva che lo toccassi. Sarebbe venuto subito e non si sarebbe gustato il pompino. Invece da solo, seppur per appena un minuto, sapeva come toccarsi per godere leggermente più a lungo. Giunto al violento orgasmo, con cui mi aveva anche sporcato il sedile della macchina, riprese il suo lavoro di bocca. Ormai ero anche io agli sgoccioli, anche la stessa scena di lui che sborrava mi aveva eccitato oltre modo per cui ripresi a muovere il bacino all’insù. Provai ad allungare una mano sulle sue chiappe ancora nude e stavolta mi lasciò fare. Con un dito solcai il suo buchino, non si irrigidì e spinsi il dito dentro. Ebbe un piccolo sussulto ma non smise si succhiare. Con l’altra mano iniziai ad accarezzargli il piccolo piede, che aveva poggiato sulla mia coscia. Ero ormai al culmine e poco dopo sentì giungere l’orgasmo. Lo avvisai ma lui non si spostò e una quantità industriale di sborra gli farcì la bocca. Lui mandò giù tutto e si alzò passandosi la lingua tra i denti. Intanto la mia mano era ancora sul suo culetto. Continuai a stimolargli l’ano e lui mi lasciò fare, anzi notai come il suo minuscolo uccellino, che presentava solo un piccolo cespuglietto di peli in ricrescita, era tornato in tiro. Anche stavolta portò la mano sul suo cazzo e ricominciò a segarsi. Io lo guardai e avvicinai le labbra alle sue. Inizialmente non sembrava voler dare seguito al mio gesto e rimase impalato a segarsi. Poi, probabilmente anche per via dell’orgasmo che si avvicinava, mi schiaffò la lingua in bocca. Pochi istanti dopo sentì degli schizzi caldi di sborra colpire la mia coscia. Era nuovamente venuto ed era appagatissimo. Lo presi e lo feci salire sulle mie gambe, iniziammo furiosamente a pomiciare e lui mi mise le mani ovunque, era scatenato. Andammo avanti così per altri 10 minuti, poi gli suonò il cellulare e fummo costretti a fermarci perché la madre gli ordinò di tornare a casa. Il nostro incontro finì lì…
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