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Gay & Bisex

galeotta e mail (3)


di pinghe69
19.08.2012    |    2.943    |    3 9.1
"Marcello mi vide dalla finestra, mi chiamò al telefonino dicendomi sali scala..."
La lettura di racconti gay, la scelta di mettersi in contatto con me erano stati tutti segnali della sua volontà di riprendere un sogno svanito il giorno in cui fu trovato a letto con lo zio, mentre, felici si succhiavano reciprocamente il cazzo. Aveva subito la famiglia,Lo avevano coercizzato nella sua volontà, lo avevano spinto a un matrimonio combinato. Lui aveva accettato tutto. Poi si era trasferito in una grande città per lavoro e in quel nuovo ambiente, non c'erano più gli sguardi indagatori dei familiari, non doveva più rispondere ai veri e propri interrogatori a cui era sottoposto dal parroco ogni volta che andava a confessarsi. Lentamente prese sempre più coscienza della violenza subita. Finalmente un giorno riflettendo si disse: Un Dio che deve sovraintendere a un universo fatto di miliardi di stelle e di pianeti, che sulla terra deve assistere a ogni tipo di violenza, è possibile che debba perdere il suo tempo a perseguitare uno per le scelte che fa nel suo letto. Da quel giorno ritrovò una nuova serenità, ritornò a pensare alle sue esperienze che lo avevano reso felice. Per fortuna il rapporto con la moglie era andato meglio del previsto. Lei era stata educata ad obbedire al marito per cui mai avanzò rivendicazioni per la scarsa attività asmatoria che gli concedeva Marcello. I rapporti sessuali non erano solo scarsi nel numero, Marcello mi confessò che aveva difficoltà a penetrarla, poichè, spesso, mentre era intento al dovere la mente ritornava al suo desiderio di essere lui penetrato e di colpo il cazzo perdeva ogni energia. Per nascondere queste difficoltà, aveva imparato a masturbarla, la cosa risultò di gradimento della moglie che nelle penetrazioni non provava alcun piacere. Così trovarono la loro armonia sessuale leccandosi reciprocamente. Anche se erano passati oltre vent'anni dalle sue esperienze giovanili, gli era tornata la voglia di riprovare e internet era stato un valido sussidio. Ormai Marcello si era completamente aperto a me, il suo nuovo amico virtuale, in me era cresciuta la voglia di andare oltre a questo rapporto certamente intrigante, ma monco. Con una nuova e mail gli posi in maniera del tutto esplicita il mio desiderio di raggiungerlo, per vivere realmente le situazioni che lui aveva prospettato nelle sue arrapanti telefonate.
Dopo due giorni arrivò la risposta: " sono spaventato, ma hai ragione, dobbiamo realizzare questo sogno, puoi venire .. mia moglie è al al lavoro fino alle diciassette". Non era certo la prima volta che andavo all'appuntamento con un uomo, ma, non so spiegarmi il perchè, ero teso. Marcello mi vide dalla finestra, mi chiamò al telefonino dicendomi sali scala.. al terzo piano. Mi attendeva sulla porta, era vestito con un paio di calzoni corti e una maglietta, mi tirò dentro preoccupato che qualche vicino potesse vedermi. Io l'abbracciai, volevo baciarlo, lui come un'anguilla si girò appoggiando la sua schiena contro di me, muoveva i fianchi per stimolare la crescita del mio cazzo che ubbidiente rispose subito assumendo la dimensione e la durezza che Marcello cercava. Se gli lasciavo di conduurre il gioco saremmo stati ore in quella posizione, io volevo invece conoscere nudo il suo lettone. Lo spinsi a forza, in un baleno fummo tutti e due nudi, incominciammo a limonare, le nostre lingue guizzavono nelle nosrte bocche voraci, le mani cercavano di impossessarsi di ogni centimetro dei nostri corpi nudi. Marcello si svincolò, come un cane da tartufi strusciava odorando il mio corpo, arrivò al mio cazzo che fece sparire nella sua bocca, lo succhiò, ma aveva l'ansia di sentire il mio cazzo sul suo culo, gli proposi un sessantanove, acconsentì, aveva un cazzo non particolarmente grosso ma una bella cappella e un buon odore. Il mio pollice andò a cercare subito il suo ano e lo penetrò senza problemi. Marcello però aveva un desiderio impellente: voleva sentire il mio cazzo nelle sue viscere. Mi alzai e mi misi seduto su una poltrona che stava ai piedi del letto, stavo stravaccato con le gambe aperte, il mio cazzo svettava, lui come risucchiato da quella visione si avvicinò si sistemò fra le mie gambe, afferrò il mio cazzo incominciò una lenta danza dei fianchi quasi ad abituare il suo culo a questo palo pulsante poi di colpo si impalò. Si stantufava quasi con rabbia facendosi forza con le braccia appoggiate alle mie ginocchia. A me però quella posizione non piaceva, volevo vedere negli occhi la persona che stavo inculando . Lo costrinsi a voltarsi e con mia sorpresa vidi che piangeva, lo guardai intenerito, ma non riuscii a parlare, lui continuava a dare colpi sempre più profondi, sembrava mi volesse sempre più profondo dentro di se. Io resistevo, presi a mordergli il collo gli strizzavo i capezzoli tutto questo per ritardare il mio orgasmo che alla fine esplose accompagnato da un mio urlo feroce e da un fievole lamento di Marcello . Eravamo stretti abbracciati io lo baciavo teneramente, il mio cazzo ancora piantato nelle sue viscere. "Vedi - mi disse- oggi ho realizzato dopo ventanni il mio sogno, questa doveva essere la mia vita, ma così non è stato. Con mia moglie ho trovato una sicurezza, non ho il coraggio e la forza di abbandonare tutto questo. Ti porterò sempre con me perchè mi hai fatto rivivere un sogno". Disse queste parole mentre lacrimoni gli sgorgavano dagli occhi e lui tremante mi stringeva forte a se.
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