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La scoperta del sesso - Capitolo Cinque


di Membro VIP di Annunci69.it Educata_Mente
11.09.2023    |    23.264    |    6 9.7
"“Sei bagnata Bea?” le chiedo all’improvviso..."
Quinto capitolo della serie. Anche in questo caso dedico questo racconto a L&L a cui va il mio grazie per l'ispirazione.❤️

Dopo qualche ora mi sveglio e vedo al mio fianco Bea, supina, completamente nuda.
I suoi seni gonfi sono perfetti, si muovono seguendo il suo respiro. I capezzoli rosa non sono turgidi come qualche ora prima ma sono sempre una tentazione. Avvicino un dito e ne accarezzo uno. Lei mi scaccia la mano come se fosse una mosca ad infastidirla. Sfioro nuovamente il capezzolo ed è una sensazione bellissima sentire quel piccolo bottoncino sui polpastrelli delle mie dita.
Apre gli occhi e mi guarda sorridendomi e mi dice “La smetti di toccarmi le tette?”.
Io non resisto e le rispondo “Non riesco, sono troppo belle”.
E’ la verità le toccherei le tette in continuazione. La loro forma tonda piena, i capezzoli che puntano verso l’alto mi fanno proprio impazzire. “Posso baciartele?” le chiedo quasi supplicante.
“Dovrei dirti di no, Teo. Ma la verità è che mi piace essere baciata lì. Però quando ti dirò basta dovrai smettere” e così facendo si afferra un seno come per offrirmelo.
Io mi chino e inizio a baciarle tutto il seno destro. Giro intorno all’areola e poi bacio il capezzolo che vedo subito incresparsi e diventare più eretto e duro.
“Dio come mi piace” mi dice sospirando e accarezzandomi i capelli. “Anche a me Bea. Sono bellissime” le replico emozionato.
Le lecco il capezzolo e poi lo ciuccio. “Oddio, si. Sei bravissimo Teo” mi dice con molta passione. Riprendo a baciarle i seno e lei mi blocca con la mano allontanandomi dall’oggetto del mio desiderio.
“E’ il caso di fermarci qua. Mi sto eccitando di nuovo e adesso devo prepararmi per uscire”. Io, ormai sfacciato e senza più freni, le chiedo “Posso sentire quanto sei eccitata?”
“Teo non starai diventando un po’ troppo sfacciato?” mi chiede con un tono tra il rimprovero e il divertito.
Abbasso lo sguardo per l’imbarazzo e lei mi afferra una mano e se la porta proprio sopra il sesso. Non perdo tempo e le accarezzo le grandi labbra e dopo averle sfiorato il sesso caldo e nuovamente bagnato le infilo un dito.
Lei ha un sussulto e geme sommessamente per la penetrazione.
“Ora che hai sentito è meglio chiuderla qui. Altrimenti non so come potrebbe finire” e aggiunge subito “Inoltre sto pomeriggio rientrano mamma e papà e non vorrei farmi trovare in questo stato da loro”.
Così dicendo si alza di scatto dal letto e la vedo andare verso il bagno.
Dopo qualche minuto la vedo rientrare in camera avvolta nel telo di spugna. Io sono nuovamente eccitato e non nascondo la mia erezione. Lei mi guarda e sorride.

“Teo, io devo uscire. Stanotte ho il turno di notte in ospedale. Avrò dei turni belli pesanti nei prossimi giorni, quindi devo approfittarne per fare alcune commissioni” e aggiunge “quindi alzati e vai nella tua camera perché io devo vestirmi”.
Le replico con supplicante: “Posso guardarti mentre ti vesti?”
Mi sorride e di rimando mi risponde: “Hai intenzione di toccarti mentre mi vesto? Perché ti vedo già bello pronto”
“Ti piacerebbe vedermi mentre mi tocco?”
“Conosci già la risposta e non mi sembra il caso di farlo”.
“Quindi direi che è meglio che vada in camera tua e quando sono pronta passo a salutarti”.
Mio malgrado mi alzo dal letto e guardo un’ultima volta Bea e mi immagino il suo fisico nudo.
I giorni successivi trascorsero con difficoltà. Le occasioni per poter vedere Bea erano pochissime e lei stessa sembrava ignorarmi. Mi consolavo durante le mie sessioni onanistiche con le sue mutandine che evitavo però di riempire del mio sperma per evitare di farmi beccare da mia madre.
Non vedevo Bea nuda da quell’ultima mattina e iniziai a pensare che si fosse offesa per qualcosa che potevo aver fatto o detto.
Il solo pensiero di questa eventualità mi faceva star male. Avrei voluto parlarle e chiederglielo ma l’imbarazzo prevaleva sempre. Inoltre i miei genitori stavano spesso a casa e questo inibiva ogni possibile momento di libertà.
Qualche settimana dopo mia madre mi chiede: “Teo, io e papà pensavamo di andare al mare per un weekend lungo a casa dello zio Fabio. Vuoi venire o preferisci rimanere qua con tua sorella?”.
Mi sembra subito un segno del destino però decido di stare un po’ al gioco per non risultare troppo entusiasta. “Ci saranno anche gli altri cugini?”
Lei mi dice che non sa bene e che si sarebbe informata. Io le dico che avrei deciso nei prossimi giorni anche se in realtà ho già deciso.
Inizio a pensare a come parlare a Bea, ma riesco a pensare solo al suo corpo nudo, al suo sesso e ai suoi seni. Mi eccito e penso di andare in bagno e cercare una mutandina di Bea.
Il giovedì mattina mia mamma mi comunica che la sera sarebbero partiti per andare a casa di zio Fabio e io le confermo la mia scelta di rimanere in casa con Bea. La sera, dopo le raccomandazioni di rito, i miei partono alla volta della Versilia.

L’idea di rimanere 4 giorni solo con Bea mi rinvigorisce e mi eccita. Decido di togliermi le mutande e di rimanere con solo dei pantaloncini un po’ aderenti.
Verso l’ora di cena rientra Bea. E’ una visione, ogni volta che la vedo rimango incantato dalla bellezza.
“Teo, mi faccio una doccia e poi mangiamo. Tu inizia ad apparecchiare la tavola e a scaldare la cena che tra poco arrivo”.
“Ok, Bea” le rispondo dolcemente.
Mi attivo subito per scaldare la cena che ci ha lasciato pronta mamma e nel frattempo apparecchio la tavola per me e Bea.
Dopo un quarto d’ora arriva Bea con un asciugamano avvolto sulla testa e una canotta bianca lunga e intravedo una mutanda rossa sotto. Non indossa il reggiseno e noto subito i capezzoli sotto la stoffa della canotta.
Mi viene in mente l’ultima volta che li ho potuti ammirare e succhiare e leccare. Mi viene quasi un brivido.
Mangiamo quasi in silenzio. Bea mi chiede come mai non sono andato con mamma e papà e io le rispondo che non mi andava di stare da solo con loro e gli zii visto che non ci sarebbero stati i cugini.
Dopo cena sparecchiamo e sistemiamo assieme la cucina. Finite le faccende ci sistemiamo in salone sul divano e guardiamo un po’ la tv.
Lei è seduta con una gamba rannicchiata sul petto e una piegata sotto l’altra. Posso intravedere un po’ le sue mutandine e il primo pensiero è quello di poter stare tra le sue gambe. Noto che mentre è impegnata a guardare la tv si accarezza la vagina sopra la mutandina. Sono movimenti veloci rapidi ma immagino quanto sarebbe bello poterlo fare con le mie dita.
Decido di prendere il coraggio a due mani e le chiedo: “Bea, posso parlarti?” con molto imbarazzo.
Lei mi guarda e mi dice “Certo Teo. Aspetta che spengo la tv”.
Spegne la tv e si volta verso di me. Inizio ad avvertire paura. Ho quasi voglia di dirle che mi sono sbagliato ma realizzo subito che sarebbe stato peggio.
“Allora cosa volevi chiedermi?” mi chiede subito. “Hai qualche problema? Non ti senti bene?” incalza subito.

Con la voce quasi tremante le domando: “Bea, ho fatto qualcosa di male, ho detto qualcosa di sbagliato?”
“Perché me lo chiedi?” replica lei un po’ sorpresa.
“Ho la sensazione che mi voglia evitare” le dico visibilmente emozionato.
“Evitarti? Perché pensi questo?” e aggiunge “Teo, quello che è successo tra noi non è normale”. “Non riesco a pentirmi, perché mi è piaciuto, ma è profondamente sbagliato”.
“Quindi non succederà più nulla?” le chiedo sfacciatamente.
“Oddio Teo. Credo che sia giusto che non succeda più nulla”.
“Ma io vorrei che capitasse di nuovo” le dico deluso.
“Cosa vorresti che capitasse?” mi chiede lei in maniera secca.
Non riesco a capire se sia davvero curiosa o alterata per la mia sfacciataggine.
“Non ti fai nemmeno più vedere nuda in giro per casa”.
“Ma sai benissimo che capiterà altre mille mila volte” mi dice lei un po’ divertita.
“Ma non è solo questo Bea”.
“E allora dimmi cos’altro vorresti che succedesse”
“Vorrei baciarti di nuovo. E toccarti” le dico a voce bassa.
“Dove vorresti toccarmi?” mi chiede dolcemente
“Dappertutto Bea”.
“Dove? Dimmelo” con tono perentorio.
“Le tette” le dico senza pensarci troppo “E anche lì sotto” aggiungo con un po’ di imbarazzo.
“Ti è piaciuto toccarmi e baciarmi lì sotto?” mi chiede.
“Tantissimo Bea”.
“A me è piaciuto tantissimo ricevere i tuoi baci. E’ una cosa che mi fa impazzire tanto”.
“Fammelo fare di nuovo” le dico io e aggiungo subito “Per favore”.
Lei mi guarda. Mi sento osservato, scrutato. Io ricambio lo sguardo e le fisso prima i seni e poi in mezzo alle cosce.
“Mi eccita molto sapere che mio fratello è eccitato grazie a me. Ma sono profondamente combattuta.”
“Ti prego Bea” le chiedo supplicante.
“Ma in questi giorni ti sei toccato pensando a me? Hai più usato le mie mutandine?”
“Tutti i giorni Bea. Ma le annuso e basta. Non le sporco perché ho paura che mamma possa accorgersene”.
“E bravo il mio porcello. Se vuoi sporcarle, fallo pure, poi però le dai a me e ci penso io a pulirle”.
Decido di osare e provo ad alzare un po’ l’asticella.
“Bea posso toccarmi qui davanti a te?” le chiedo con un forte imbarazzo e la paura di aver superato il limite.
“Uh cavoli. Mi piacerebbe molto vederti. Però non so se sia la cosa giusta da fare” mi risponde anche lei visibilmente combattuta.

Decido di osare definitivamente e le dico: “Ti ricordi quando mi hai visitato. Avevi detto che volevi controllare più avanti quelle cose che avevi notato” e aggiungo con aria di sfida “Magari potrebbe essere l’occasione giusta”.
Lei mi guarda e inizia a ridere. Non riesco a capire il suo stato d’animo.
“Beh se la metti così allora accendi la lampada e vieni qui di fronte a me e fatti visitare” e aggiunge immediatamente con aria molto severa “Ma questo non significa che debba succedere qualcosa”
“Mi hai chiesto di visitarti e io ti visiterò”.
Rimango colpito dalla sua rigidità. Forse ho giocato male le mie carte e ho perso l’occasione.
“Allora che fai? Sei rimasto deluso?” mi guarda sfidandomi.
Non mi rimane che avvicinarmi e mi sfilo davanti a lei i pantaloncini che non nascondevano più la mia erezione.
“Sempre bello in tiro vedo” commenta lei.
Lei si siede sul bordo del divano e mi dice di avvicinarmi.
Io eseguo e lei osserva il mio sesso.
“Ora scopri completamente il glande” mi ordina.
Io abbasso il prepuzio completamente e scopro la cappella proprio davanti alla faccia di Bea. Lei si sposta e si muove per vedere meglio da tutte le angolazioni.
“Hai sentito dolore o fastidio mentre lo facevi?” mi chiede con un tono impeccabilmente professionale.
“No, nessun fastidio” le rispondo io.
“Puoi provare ad abbassare il prepuzio ulteriormente? Però tira verso di te il pene così che possa vedere bene il frenulo”.
Io tiro verso di me il pisello e provo ad abbassare ulteriormente la pelle del prepuzio.
Sento il frenulo tirare e mi fermo.
“Ecco adesso ho sentito fastidio, quasi una fitta di dolore” le dico timidamente.
Lei afferra con due dita la cappella e la muove un po’ per valutare.
“Il frenulo è ok. Quelle papule perlacee che avevo notato, come ti avevo detto, sono innocue e non sono contagiose. Ti consiglio di non lavarti il pene con il bagnoschiuma ma lavalo con un sapone intimo a pH neutro” e aggiunge “lavalo almeno due volte al giorno”.

E così dicendo si appoggia allo schienale del divano con le gambe leggermente divaricate. Riesco a vedere la sua mutandina rossa che copre il suo magnifico sesso. Mi chiedo se sia bagnata. E questi pensieri, queste visioni non fanno altro che aumentare il mio stato di eccitazione e la voglia di toccarmi.
“Sei soddisfatto della visita ricevuta?” mi chiede Bea con aria di sfida e con un sorriso beffardo.
“Beh sei stata molto rassicurante” le rispondo io tenendo stretto ancora il mio sesso nella mano.
“Allora puoi rinfoderare la sciabola”
“Ho bisogno di sfogarmi Bea” le dico supplicante.
Faccio scorrere la mano lungo tutta l’asta del mio pene eretto. Immagino che sia la sua mano ad accarezzarmi.
“Sei proprio un bel porco Teo” mi dice mia sorella leccandosi le labbra.
Allarga e chiude le gambe e copre e scopre le sue mutandine. Sono come ipnotizzato da quella scena e inizio a masturbarmi più velocemente.
Lei inizia a sfiorare il suo sesso sopra alla stoffa delle sue mutandine con una mano. L’altra accarezza un seno e vedo che con i polpastrelli sfiora ripetutamente il capezzolo.
Con le dita fa un po’ di pressione sulla vagina, che immagino molto bagnata. Ne passa uno lungo tutto lo spacco delle grandi labbra. Ha la bocca aperta e ansima leggermente. Io fisso il suo sesso.

“Sei bagnata Bea?” le chiedo all’improvviso.
Lei senza rispondermi infila la mano sotto l’elastico della mutandina e si sfiora le grandi labbra prima e poi sento un suo sospiro lunghissimo e vedo che penetra con un dito il suo sesso. “Sono molto bagnata Teo, per colpa tua” e aggiunge “Vuoi assaggiare?” porgendomi il dito tutto luccicante dei suoi umori. Io senza pensarci due volte mi avvicino e mi chino per succhiare il suo dito. Succhio e lecco con avidità e lei sposta la mano dal suo seno sinistro e mi afferra il sesso.
Lo massaggia e lo stringe con un ritmo lento. Fa scorrere la mano lungo tutta l’asta e mi accarezza prima il pube e poi mi massaggia i testicoli. Prima uno, poi l’altro poi li tiene con una mano come se li volesse valutare entrambi, soppesarli.
“Posso annusare le tue mutandine Bea?” le chiedo.
Lei senza pensarci due volte se le sfila e me le lancia. Io le afferro e controllo il punto della stoffa a contatto con la sua vagina. E’ bagnato dai suoi umori. Li annuso subito e lecco per riassaporarli. Un brivido di piacere mi percorre tutto il corpo. La sua mano continua a menarmi il sesso. Scopre completamente la cappella e la guarda leccandosi le labbra.

Guardo in mezzo alle sue gambe e la canotta copre il suo sesso. Voglio ammirarlo. Io mi sfilo la maglietta e le dico “Togli anche tu la canotta” con tono sicuro.
Sono nudo con l’uccello nella mano sinistra di Bea che mi masturba lentamente. Si stacca dal mio sesso, sfila la canotta e rimane anche lei completamente nuda.
Le sue tette perfette sembrano più grosse dell’ultima volta e i capezzoli sembrano ancora più lunghi del solito. Se li pizzica e li tira e gira per un po’ e poi con la mano scende tra le sue cosce e inizia a toccarsi davanti a me.
“Teo io non resisto più. Lo voglio sentire in bocca” e con un rapido gesto lo fa sparire per più di metà lunghezza dentro la sua bocca. Io ho un fremito fortissimo. Quella sensazione di calore mi fa quasi venire. Mi avvolge la cappella con la bocca e sento la sua lingua che mi lecca con lussuria e voglia spasmodica. Subito dopo prova nuovamente ad infilarselo tutto in bocca. Arriva ancora più avanti di prima e quando se lo sfila ha gli occhi gonfi e rossi per lo sforzo.

“E’ enorme Teo!” esclama con entusiasmo e godimento mentre osserva con cupidigia il mio sesso ricoperto dalla sua saliva. Riprende a leccarmi velocemente la cappella. Io impazzisco dal piacere. Quando mi stringe la cappella tra le sue labbra sento una pulsione fortissima. Mi viene da spingerle in gola tutto il mio uccello. Ma come se avesse intuito le mie intenzioni mi afferra per i fianchi, allarga la bocca e fa sparire completamente il mio pene dentro la sua bocca. Io sussulto per la sensazione di caldo e di costrizione che sento attorno al glande. “Bea io sto per venire” esclamo con stupore.
Lei riprende a toccarsi in mezzo alle gambe e sento benissimo il suono della sua eccitazione. Si tocca con foga. Alterna movimenti circolari alla penetrazione con due dita.
“Bea voglio leccarti” le dico supplicante
“Zitto e sborra per me” mi dice lei in preda alla lussuria più bollente.
Continua a succhiarmi tutto il cazzo, muove la testa facendo dei movimenti rotatori proprio sopra alla cappella e mentre me la succhia ci passa la lingua sopra.
Io non resisto più ed esclamo “Bea, sto per venire”.

Bea, anziché staccarsi aumenta il ritmo e fa sparire nuovamente tutto il mio cazzo dentro la sua bocca. Sento il suo naso sul pube. Si sfila il mio sesso dalla bocca tossendo come se si fosse strozzata e ha gli occhi lucidi e la bocca piena di saliva che le cola dalle labbra. Riprende subito a ciucciarmi la cappella e a quel punto io le poggio una mano sulla testa ed inizio a schizzare il mio sperma nella sua bocca. Uno, due schizzi e poi lei si punta il cazzo verso il seno e i fiotti restanti le finiscono tra le tette e sul petto.
“Adoro sentirla calda in bocca e sulle tette” e così dicendo si spalma tutto il mio sperma sulle tette.
Lecca le ultime gocce dal buchino della cappella e ho dei fremiti mentre lo fa. Ho il fiatone come se avessi corso i 100 metri alle olimpiadi.
Ingoia tutto e si lecca le labbra e le dita delle mani.
“Sei buonissimo Teo” aggiunge mentre continua a toccarsi in mezzo alle cosce.

Io come guidato da una entità superiore mi inginocchio davanti alle sue gambe, le allargo e inizio a baciarle il pube. Sento la leggera peluria che sta ricrescendo. L’ho sempre vista liscia ma anche con quei peletti cortissimi è bellissima ed eccitante come sempre. “Cosa vuoi fare Teo?” mi chiede quasi sofferente.
“Voglio farti godere Bea” le rispondo con una sicurezza che non mi era mai appartenuta. Le bacio l’interno cosce. Lei stringe le gambe ma io gliele tengo aperte, oscenamente spalancate davanti a me. Lei mi accarezza la testa mentre io le lecco con la punta della lingua prima una coscia e poi l’altra. Fino all’inguine dove bacio delicatamente la sua pelle bianca. Lei sospira forte. Con un dito inizia a massaggiarsi il clitoride ma io le tolgo la mano e la bacio sulle grandi labbra. La lecco proprio in mezzo al suo sesso caldo e ricoperto di umori. Vedo il suo clitoride e dopo averlo baciato, lo lecco e lo stringo tra le mie labbra.
Lei ha come degli spasmi di piacere. Inizia a gemere e a darmi il ritmo delle leccate con i suoi “SI” ritmati. Mi chiede di continuare. Io non accenno a smettere e non ne ho voglia. Infilo la lingua tra le sue piccole labbra e geme ancora più forte. “Mi stai facendo godere tantissimo, non fermarti”. Io sono nuovamente eccitato. Le tengo le gambe aperte e la mia bocca è letteralmente attaccata al suo sesso. Il suo sesso è completamente bagnato. Ci sono umori ovunque. Io li raccolgo con la lingua e ad ogni leccata lei sussulta dal piacere. Guardo verso il suo volto e la vedo con la bocca aperta come se stesse cercando aria. Si sta torturando i capezzoli. Li stringe tra le dita e li gira. Li tira verso l’alto e ripete le azioni. Sembrano davvero enormi. “Teo io sto per esplodere. Temo di schizzarti.” Mi dice con la voce rotta dal piacere. “Zitta e godi per me Bea”.
Non finisco nemmeno di dirlo che inizia a tirarmi i capelli e a gemere forte, quasi urlare. Cerca di contenersi ma ad un certo punto si irrigidisce completamente. Inizia ad uscire un liquido dalle piccole labbra e parte qualche schizzetto. Poi gli spasmi iniziano a sconquassare il suo corpo che sembra in preda alla corrente elettrica. Io con il viso bagnato dai suoi schizzi continuo imperterrito a leccarla. Lei cerca di allontanarmi la testa ma io non riesco a staccarmi da lei. Sembra piangere dall’emozione. Alterna risate a singhiozzi. Mi implora di smettere. “Basta, Teo. Ti prego”.
Io mi stacco da lei e le guardo la vagina. E’ arrossata e completamente bagnata. Vedo del liquido biancastro colarle tra le natiche schiacciate sul divano.
Le bacio nuovamente il pube e lei si copre il sesso con le mani come se volesse proteggersi dalla mia lingua. Chiude le gambe.
Io mi sollevo e mi appoggio sul suo corpo nudo e poi la bacio sulle labbra. Ricambia leccandomi le labbra e il mento e alla fine mi bacia con passione.
“Sei stato incredibile Teo”. “Hai letto ogni mia voglia, mi hai fatto godere tanto” mi dice ancora ansimante per lo sforzo.
“Sono pazzo di te Bea”. E girandomi sul divano rimango disteso e sfatto sul divano. Siamo bagnati reciprocamente dei nostri umori. Cerco la sua mano e lei la afferra e spero che questo momento non finisca mai.
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