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La scoperta del sesso - Capitolo Quattro


di Membro VIP di Annunci69.it Educata_Mente
02.09.2023    |    13.195    |    1 9.9
"Io perdo completamente il controllo e le dico: “Bea posso venirti sul culo?” e così dicendo punto il mio cazzo verso il mio oggetto del desiderio..."
Capitolo Quattro
Questo racconto lo dedico a L&L. Grazie per tutto. L’ispirazione, la gentilezza e la sincerità. Grazie davvero.

Ancora stordito dalle emozioni provate con Bea mi sdraio sul letto con l'intento di sfogarmi sulle mutandine di mia sorella.
Le raccolgo dal letto e le porto subito al naso per respirare il profumo degli umori di Bea.
Li sento anche sulle labbra e mi eccito ancora di più al pensiero di quando ho leccato per la prima volta il suo sesso caldo e umido.
Chiudo gli occhi e mi viene in mente la vista della sua figa leggermente dischiusa e gli umori che facevano luccicare le sue piccole labbra.
Mi sdraio sul letto con il ricordo della sensazione di calore sulle mie labbra quando le ho baciato le sue grandi labbra, quando ho sentito il suo clitoride sulla punta della mia lingua.
Inizio a toccarmi. Vorrei farlo lentamente ma la voglia che ho mi porta ad accelerare subito il ritmo. Vado su e giù velocemente e annuso con voracità il profumo di sesso di Bea.
Sento che sto per arrivare ma non faccio niente per ritardare l'inevitabile. Voglio godere con ancora il sapore di Bea in bocca.
Apro gli occhi per vedere il mio cazzo duro. Lo sento caldo e duro come non mai. La cappella è di un color rosso fuoco ed è ricoperta dal liquido pre-seminale che mi rende ancora più sensibile.
Decido di concludere e chiudo nuovamente gli occhi e con la lingua cerco di leccare gli umori sulla stoffa della mutandina.
In pochi istanti sento arrivare l'orgasmo. Mi tolgo la mutandina dal viso e la metto proprio sotto la cappella. Riesco soltanto ad emettere un gemito e a dire sommessamente “OH SI BEA”.
Poco dopo apro gli occhi e vedo che le mutandine di Bea sono sporche anche del mio sperma, proprio sulla parte di stoffa che copre il pube. Quasi mi dispiace non aver mischiato il mio liquido con gli umori di Bea.

Mi alzo ed evitando di lasciare gocce del mio sperma sul pavimento mi dirigo in bagno, dove lascio sul lavandino le mutandine di Bea. Mi lavo per bene sul bidet e dopo aver rimosso tutto lo sperma torno in camera per indossare un paio di pantaloncini.
Li indosso volutamente senza slip e vado in cucina. Bea mi accoglie con un sorriso e mi dice subito: “Hai fatto in fretta. Mi hai pensata?”. “Si” le dico. “E hai usato le mie mutandine?” mi chiede mordendosi per un attimo le labbra. “Si” le rispondo quasi vergognandomi. “Dove le hai lasciate?” mi chiede lei.
“Le ho lasciate in bagno sul lavandino” le rispondo io emozionato.
“Vai a prenderle, non lasciarle lì” mi ordina Bea.
Vado subito in bagno e le prendo facendo attenzione a non far colare per terra il mio liquido.
Una volta tornato in cucina le chiedo “Dove le devo mettere? In lavatrice?”
“No, aspetta un attimo. Fammele vedere” mi dice lei un po’ imbarazzata.
Sento che mi sto eccitando e il pensiero che i pantaloncini non riescano a nascondere il mio stato mi fa eccitare ancora di più.
Le porgo le mutandine e lei le guarda. Poi sposta alcuni lembi di stoffa per vedere bene il mio liquido seminale.
“Le hai riempite per bene Teo” mi dice senza distogliere lo sguardo dalle mie mani e china la testa verso quell’appoggio per le sue mutandine.
Sento che annusa il mio sperma e questa scena mi fa eccitare definitivamente.

Poi all’improvviso passa un dito sopra la stoffa delle mutandine e sfiora il mio sperma. Ne raccoglie un po’ tra due dita come per saggiarne la consistenza. Poi avvicina le dita al naso e con gli occhi chiusi le annusa come se stesse valutando un vino. E alla fine si lecca le due dita.
Quella scena mi dà il colpo di grazia e con l’altra mano cerco di coprire la mia evidente erezione.
“Sei molto buono Teo. E sei nuovamente eccitato vedo” facendo un cenno della testa verso il mio basso ventre.
“Dai siediti che ti preparo la colazione. Caffè e spremuta?” mi chiede amorevolmente.
“Le tue mutandine dove le metto?” le chiedo io.
Lei si volta e con uno sguardo di pura lussuria inizia a dirigersi verso me che tengo sulla mano quel pezzo di stoffa imbrattato di sperma, del mio sperma.
Si ferma davanti a me e solleva la canotta dicendomi “visto che adesso non indosso mutande” e lasciando la frase a metà prende le sue mutandine dalla mia mano e le allarga come per indossarle. Presta molta attenzione a non far colare gocce di sperma sul pavimento e infila prima un piede e poi l’altro. Tira su le mutandine tenendole lontane dal suo corpo. Vedo nuovamente il sesso di Bea. Inizio a realizzare che presto il suo corpo sarà a contatto con il mio sperma. Mi stringo un po’ il sesso perché sono talmente eccitato che ho una voglia matta di toccarmi.
Fa aderire la stoffa piena di sperma al suo pube e vedo che ha quasi un sussulto.
Poi apre gli occhi e mi dice “Mi stai facendo impazzire Teo” e mi schiocca un bacio sulla guancia.
Poi mi riporta sulla terra dicendomi che il caffè e la spremuta erano pronti e io mi siedo come un automa.

Si siede di fronte a me come se niente fosse successo. Vedo che si muove un po’, ondeggia con il corpo.
E all’improvviso mi chiede “Mi hai mai spiato Teo?”
“NO!” rispondo categoricamente quasi impaurito.
“Non ti voglio accusare, stai tranquillo” mi dice delicatamente.
“Ti confesso che sono stata tentata di guardarti mentre ti masturbavi” aggiunge mordendosi poi il labbro inferiore.
“E perché non l’hai fatto? A me sarebbe piaciuto” le dico io quasi arrossendo in volto
“Perché avrei perso definitivamente il controllo di me stessa. Non che ne abbia molto adesso visto che ho indossato le mie mutandine arricchite del tuo buonissimo liquido” e continua “Però probabilmente ti sarei saltata addosso. E non mi sembra il caso”
Non so che dire o, meglio, vorrei dire quello che realmente penso ma ho paura.
“Ma ti piace indossare le mutandine piene di sperma? Lo hai fatto altre volte?” le chiedo imbarazzato
“Si e si. L’ho fatto altre volte e mi piace soprattutto quando lo sperma è ancora caldo”
Vedo puro godimento mentre dice quelle parole. Io deglutisco il morso di croissant e non riesco a pensare ad altro che venire nelle sue mutandine.
“Ti ho scioccato Teo?” mi chiede delicatamente.
“No, Bea. O forse sì. Non lo so. Sono stordito”
“Non pensavi che potesse piacermi il sesso Teo? Non pensavi che potesse piacermi lo sperma sul mio corpo, o in bocca?”
Strabuzzo gli occhi e inizio ad immaginare Bea che riceve in bocca il mio sperma.
“No, Bea!” riesco a rispondere soltanto questo.
“Tu finisci di fare colazione. Io vado un attimo in bagno a lavarmi via la tua delizia dalla patata” mi dice ridendo.
E alzandosi mi lancia un bacio per aria e si dirige verso il corridoio. La seguo con gli occhi finchè non scompare dalla mia vista.

Mi rimetto a fare colazione e passati diversi minuti non vedo ritornare Bea e mi accorgo che mi manca proprio la sua presenza. Finisco di bere tutta d’un sorso la spremuta, metto tutto nel lavello e mi dirigo verso il bagno. Ripensando alla sua domanda mi passa per un attimo l’idea di spiarla ma come arrivo vedo che la porta del bagno è completamente aperta e guardando dentro non la vedo.
Mentre sono fermo davanti alla porta del bagno dei sospiri intensi provenire dalla camera in fondo, la camera di Bea.
Mi sporgo e vedo che la porta è semi aperta. Mi rimbalzano nuovamente in testa le parole di Bea: “Mi hai mai spiato?”. E decido di spiarla per la prima volta anche perché mi è chiaro cosa stia facendo.
Mi avvicino alla porta e vedo sullo specchio Bea prona sul letto. Le gambe aperte, i cuscini sotto la pancia che si masturba con un dildo. Lo vedo entrare ed uscire. Lo fa uscire completamente e lo fa scorrere sopra la vagina e sul buchetto. Non resisto alla tentazione e abbasso i pantaloncini per tirar fuori il pene ormai più che duro. Le sento dire: “Oh si, dai, fammi godere, ti prego infilalo dentro” e poco dopo vedo la punta del dildo allargare le sue labbra che fanno sparire dentro prima la finta cappella poi tutto il resto dell’asta. È bagnatissima, sento il suono dei suoi umori quando muove dentro di se il cazzo finto.
“Mi fai impazzire così” dice Bea al suo focoso amante immaginario. “Anche tu mi fai impazzire Bea” dico io sottovoce e con ormai il sesso in mano.

Ad un certo punto Bea lascia il dildo infilato nella sua vagina e con le due mani si allarga le chiappe come se volesse offrirmi il suo buchetto. Si massaggia il buchetto e lo bagna con gli umori della sua figa ormai ridotta ad un lago. E all’improvviso allargando ancora di più le chiappe fino ad aprire l’ano: “Teo ti prego mettimelo dentro e fammi godere”.
La guardo bene. Ha gli occhi chiusi non può avermi visto. Sta immaginando di fare sesso con me? Sta immaginando di farsi inculare da me? Mi eccito quasi al punto di venire ma mi blocco perché voglio aspettare il momento in cui verrà anche Bea.
Io mi massaggio delicatamente tutta l’asta e sfioro appena la cappella. Lei riprende a scoparsi il dildo e a toccarsi con l’altra mano. “Sto impazzendo. Sto godendo Teo” sembra quasi invitarmi ad entrare.
E senza pensarci troppo rispondo a voce alta: “Anche io Bea”. Mi accorgo subito di aver parlato a voce alta inconsciamente. Rimango in silenzio per qualche istante. E poco dopo Bea mi chiede “Non entri?”.
Apro la porta completamente e mi mostro a Bea, che però continua a toccarsi. Ha il dildo appoggiato sulle labbra tra le cosce.

Mi guarda languida e mi dice “Non ho saputo resistere”.
Vedo la lussuria più sfrenata sul suo volto. È imperlato di sudore. Il suo corpo nudo sul letto mi attrae come una calamita. Continuo a massaggiarmi il sesso. “Che cazzo stupendo che hai Teo”.
“Io sto per venire” mi dice quasi sofferente, ma da puro piacere.
Sento chiaramente il suono della sua eccitazione, lo sciaquettio dei suoi umori provocato dalle dita che frugano l’interno del suo sesso bagnato.
Mi avvicino al suo viso e lei tira fuori la lingua con la bocca spalancata come se volesse leccarmi e poi inghiottirmi. Io le guardo il culo, la guardo in mezzo alle gambe. Le avvicino la cappella alla lingua e dopo due leccate la fa sparire dentro la sua bocca.
Io sento una pulsione fortissima e penso che stia per venire in bocca a Bea. Ma voglio venire sopra il suo culo, tra le sue chiappe. Lei lascia la mia cappella e mi annuncia l’arrivo del suo orgasmo.
“Teo sto venendo. Cazzo, sto godendo.”

La vedo prima irrigidirsi e poi inizia a contrarre le gambe in maniera sincopata. Muove tutto il suo corpo. Io perdo completamente il controllo e le dico: “Bea posso venirti sul culo?” e così dicendo punto il mio cazzo verso il mio oggetto del desiderio. Lei mi dice soltanto “SIIIII” e si allarga le chiappe per mostrarmi meglio il buco, come se volesse aiutarmi a fare centro.
A quel punto non resisto più e poggio la cappella tra le sue natiche in prossimità del suo ano e inizio a schizzare come mai mi era successo nella mia breve attività onanistica.
Ad ogni mio schizzo Bea sussultava dal piacere come se quegli schizzi le facessero avere dei micro orgasmi. Cercava di guardarmi venire sul suo culo ma non era una posizione comoda. Io Struscio la cappella su una chiappa e lei mi dice subito: “Non pulirti sul mio culo. Passa la cappella sul mio buchetto e poi fammela pulire a me”.
Io eseguo senza fiatare ma l’idea di vederla leccare il mio sperma dal mio cazzo davanti ai miei occhi mi fa eccitare nuovamente.
Le porgo nuovamente la cappella e lei la afferra con cupidigia e la ripulisce per bene. Mi fa impazzire di piacere quando la lecca tutta intorno con la lingua e quando mi bacia proprio sulla punta.

Dopo qualche istante si gira supina sul letto e mi mostra il suo seno e il suo sesso luccicante per quanto è bagnato. I suoi capezzoli sono grossi e belli eretti. Senza pensarci due volte mi chino e li bacio. E inizio a succhiarli.
“No, Teo. Ti prego fermati!” mi chiede supplicante.
Sollevo la testa e la guardo “E’ stato bellissimo. Tu sei bellissima” le dico quasi tremante per l’emozione che provo in quel momento.
“Anche per me, Teo. È stato bellissimo” e porgendomi la mano mi invita a stendersi di fianco a lei sul suo letto.
Mi sdraio di fianco a lei e lei abbracciandomi si poggia sul mio fianco e mettendo una gamba sopra la mia mi dice: “E’ stato magico. Una magia incredibile” e rimaniamo abbracciati fino a perdere i sensi e ad addormentarci.
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