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Mia cugina Rosa


di sweetshy82
01.03.2020    |    24.496    |    3 9.4
"La sua mano destra mi accarezzò sapientemente il cazzo, le palle, durissime, solleticandomi in un modo sublime..."
Mi chiamo Federico e avevo 14 anni quando ho scoperto la masturbazione; mi segavo principalmente con le foto delle modelle di intimo su Postalmarket.
Con gli amici ci scambiavamo le prime videocassette porno e non vedevo l'ora che italia uno trasmettesse Baywatch.
Nelle mie fantasie non vi era una donna fissa in particolare, fino a quando non successe una cosa.
Mi trovavo a casa di mia nonna, 80 anni, con i miei genitori per una abituadinaria visita; li con lei abitavano mia zia vedova, 60 anni, e suo figlio Piero, 38 anni, con sua moglie, Rosa, di 35 anni e il loro figlio Riccardo di 6 anni.
Piero e Rosa abitavano li da qualche mese, in quanto avevano acquistato una casa con la nuda proprietà e avevano lasciato la loro abitazione in cui erano in affito per risparmiare.
Rosa era una donna molto bella, mora, alta 1,70, una terza di seno e un bel culo e belle gambe, con curve al posto giusto. Non l'avevo mai considerata nelle mie fantasie.
Quel giorno, appena arrivati, dovevo andare in bagno per un piccolo bisogno, mi scappava di fare pipì e dissi che ci sarei andato; l'unico bagno era nella camera da letto di Piero e Ros.
Salutate velocemente la nonna e la zia, corsi in bagno. La porta della camera da letto era chiusa, non badai a bussare, aprii e trovai Rosa in intimo che si stava vestendo.
Mi scusai subito chiudendo gli occhi e girando testa, ma lei sorridendo disse di non preoccuparmi; corsi in bagno e lei finii di vestirsi.
Ero diventato rosso per la vergogna ma non riuscivo a togliere la sua immagine dalla mente.
Da quel giorno in poi, mi sono sempre tirato delle gran seghe pensando a lei, sognavo di scoparmela in ogni buco e di farmi succhiare il cazzo.
Passarono un paio d'anni e Rosa era sempre l'oggetto dei miei desideri; molto spesso, quando andavo a casa della nonna, mi veniva quasi sempre mal di pancia... Con questa scusa andavo in bagno e cervavo il suo intimo e mi segavo.
Un pomeriggio d'estate, eravamo li a casa di mia nonna, quando i miei genitori ebbero una telefonata che li avvisava che era morto uno zio mia madre che abitava in un'altra città.
Decisero di partire la sera stessa con il treno e sarebbero dovuti mancare per tre, quattro giorni.
Mia zia disse allora che dovevo rimanere li da loro per questi giorni; i miei dissero che non era necessario, in quanto potevo rimanere solo a casa a dormire e andare da lei per mangiare.
La zia e la nonna insistettero e si unirono a loro anche Piero e Rosa; alla fine rimasi a dormire li.
La camera da letto di Riccardo aveva un altro letto e li avrei dormito io; la camera era situata dietro la camera da letto dove dormivano nonna e zia; per andare in bagno, dovevo passare dalla camera da letto di nonna, passare la sala e passare dalla camera di Rosa.
La prima notte passò tranquilla, c'era un leggero venticello che rinfrescava la casa.
La mattina seguente, con Piero, Rosa e Riccardo, andammo a mare, non potete immaginare che spettacolo per gli occhi era in costume da bagno; facevo fatica a nascondere l'erezione, infatti ero quasi sempre in acqua...
Arrivò la notte e fu molto calda, il venticello della notte prima, fu sostituito dal nulla; scese un afa che si scioglieva.
Mi alzai parecchie volte per il caldo e la sete e andai in cucina a bere; ma bere tanto mi portò a riempire la vescica. Erano più o meno le 6 e mezza, quando non resistetti più e mi alzai e andai in bagno.
Facendo attenzione a non far rumore per non svegliare nessuno, andai in bagno e mi liberai.
Finito e uscito dal bagno, vedo solo Rosa sul letto che dormiva; pensai vero Piero aveva il turno di mattina, lavorava come infermiere all'ospedale ed era andato già via.
Appena misi a fuoco meglio gli occhi, rimasi a bocca aperta: Rosa dormiva con una sottoveste in seta di per se corta, ma con il caldo, aveva il suo culo bello in mostra.
Mi avvicinai, sempre senza far rumore, per guardare meglio.
Era bellissima ed ero eccitatissimo.
Senza rendermene conto, la mia mano, come se avesse preso l'iniziativa, iniziò a scorrere sulla sua coscia, per poi arrivare ad accarezzare il sedere.
Quando arrivai al sedere, lei si mosse un pò, facendomi togliere subito la mano e sbiancando come un cadavere.
Ma era solo un movimento, non si era svegliata; lei era rivolta verso di me e il suo seno che per poco non usciva dalla sottoveste.
Ero come in trance, avevo Rosa davanti a me mezza nuda, il mio cazzo in erezione come non mai.
Come prima la mia mano, senza il mio comando, abbassò i boxer e iniziai a segarmi davanti a lei.
La mente razionale mi diceva "che cazzo stai facendo, smettila subito, se si sveglia e ti becca con il cazzo in mano?, o se ti becca zia o nonna?"
Ma ormai ero in trance, volevo godermi Rosa e arrivare.
Ad un certo punto il mio respiro iniziò ad essere più pesante, non me ne accorsi ma lei si.
Rosa si svegliò e spaventadosi alla mia vista, sobbalzò e mi disse: "Fede ma che fai, che ti è preso?"
Io, preso dalla vergogna, mi girai e cercai di sollevare i box, e con voce bassa gli chiesi subito scusa, pregandola di non dire nulla a nessuno, di non sapere cosa mi era preso.
Rosa: "Allora eri stato tu a sporcarmi il reggiseno e le mutandine che avevo trovato qualche tempo fa..."
Io tremavo tutto, non sapevo più cosa dire, volevo sotterrarmi e sparire.
Rosa: "Dai Fede stai tranquillo, non dirò nulla a nessuno; sei un ragazzo con gli ormoni a palla è normale, stai tranquillo".
Si riavvicinò e mi accarezzò le spalle e il viso, per tranquilizzarmi.
Rosa: "Ora però non puoi andare a dormire in queste condizioni..."
Io non capii subito cosa volesse dire, ma lo scoprii subito dopo.
Le sue mani abbassarono i miei box, la sua mano sinistra si avvicinò alla mia bocca e mi fece il gesto di non parlare.
La sua mano destra mi accarezzò sapientemente il cazzo, le palle, durissime, solleticandomi in un modo sublime.
In un istante la sua testa andò giù, lentamente fino a farmi sentire il calore della bocca sulla cappella.
Iniziò così a leccarmi, succhiarmi, con tanta saliva, lentamente, senza strattoni. Non ne potevo più: il cazzo stava esplodendo, io lo accarezzavo piano sulla schiena.
Dopo svariati minuti di dolcissima sofferenza non riuscii a trattenermi: la sborrata fu violenta, come sanno essere quelle che scaturiscono da una lenta ed inesorabile stimolazione.
Nel silenzio della mattina, sentivo il mio sperma gorgogliare nella bocca di Rosa; con altrettanta lentezza assaporò ogni goccia del mio seme, tenendosi il mio uccello in bocca.
Rosa: "Questo sarà il nostro piccolo segreto, ora vai in camera tua..."
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