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The dark side of the moon.


di Easytolove
11.03.2022    |    1.140    |    6 9.3
"Ho una lunga gonna a fiori, e una maglietta di cotone, quella con la foto stampigliata del Che..."
La spianata degrada lentamente verso il fondo valle, mentre di fronte appare il contorno netto delle colline, in controluce dietro al sole che tramonta.
Le sagome dei tetti e dei campanili che le sovrastano , come dei cespugli,sono i segni vitali del mondo che le ha colonizzate.
L’erba è alta e profumata, la coperta colorata a grossi quadri che abbiamo steso ha formato una conca,
dentro alla quale l’unica cosa che appare è il blu del cielo, che nel tramonto tende a colorarsi di arancione.
La due cavalli è parcheggiata qui a fianco, con gli sportelli aperti, le ruote sepolte nell’erba, dal mangianastri fuoriesce la musica un po’ distorta e gracchiata di una raccolta dei Beatles, Luisa l’ha registrata a casa, da un disco che le ho regalato per il suo compleanno.
Domani sarà ferragosto, il mondo intorno a noi si è fermato, tutte le altre ragazze del collettivo sono sparite, alcune al mare, altre con i fidanzati, anche quest’anno l’idea di festeggiare solo tra di noi, è naufragata, le uniche due che hanno davvero avuto la determinazione di farlo siamo noi.
Ormai abbiamo la nomea delle lesbiche, ma la cosa non ci disturba, anzi la consideriamo un ulteriore motivo che rafforza la nostra appartenenza al movimento femminista, a cui apparteniamo.
Abbiamo iniziato per gioco, quando alle riunioni dei vari comitati politici, per cercare di organizzare strategie comuni con le altre organizzazioni, noi, rappresentanti del collettivo femminista, facevamo la parte delle dure e pure, “con un maschio mai”, era la parola d’ordine, ogni occasione era buona per lanciare agli altri accuse di maschilismo e prevaricazione, assumevamo atteggiamenti da lesbiche, ci palpavamo e baciavamo, anche in bocca, con la lingua, alle manifestazioni mostravamo le tette, anche se lo sapevamo, a quasi tutte il cazzo piaceva, piaceva eccome, ma non lo dovevamo far vedere.
“Sei passata dalla cascina a prendere il fumo”?
La cascina è un posto in mezzo ai campi un po’ in periferia, dove un gruppetto di figli dei fiori fuori tempo massimo, cercano di sopravvivere, rifornendo gli alternativi di fumo e erba.
“Si ci sono passata, abbiamo avuto culo, Oscar è appena tornato dal Marocco, e mi ha detto di aver portato del kif sconvolgente”.
Siamo le uniche due nel collettivo a farci le canne, le altre lo sapessero, ci sbatterebbero fuori.
Il capo, è un invasata dura e pura, fissata con le virtù morali, è una Stalinista, non transige, l’hanno mandata via da Lotta Comunista, per le sue idee troppo estreme, Luisa dice sempre che finirà per entrare nelle Brigate Rosse.
“hai fame”?
“forse si, che ti ha preparato tua nonna di buono”?
Luisa vive con la nonna, a cui la madre l’ha affidata, per fuggire dietro ad un poco di buono, che l’ha costretta a battere il marciapiede.
Ogni tanto con fare rabbioso commenta,
“spero sempre che quello non sia mio padre, in ogni caso, quando faremo la rivoluzione, la prima cosa che farò sarà andarlo a prendere, e ammazzarlo in mezzo alla strada come un cane”.
“ti piace la pasta al forno”?
“scherzi, ne potrei mangiare cinque chili”.
“allora dammi il fumo che rollo una canna, poi apri il bagagliaio, c’è un cestino ,portalo qui”.
“stanotte lo sai che ci sarà la luna piena”?
“tu come lo sai”?
“ieri sera ho incontrato Sergio, mi ha detto che loro sarebbero andati a festeggiare, tutti i mesi lo fanno, lo chiamano “fool moon”.
“festeggiano la luna piena”?
“si, ma praticamente non fanno altro che sconvolgersi , tutti portano erba fumo e acidi, finisce sempre allo stesso modo”.
“ci sei mai andata”?
“una volta si”
“non me lo avevi mai detto come mai”?
“un po’ mi vergognavo, sai, alla fine ero talmente sconvolta che ho scopato con uno che non avevo mai visto prima”.
“e me lo dici ora? Non hai paura che sia gelosa”?
“dai lo so che anche tu ogni tanto ti fai scopare, da uno di quelli di Lotta Continua, quello bello, che fa sempre il servizio d’ordine alle manifestazioni”.
Luisa rolla il cannone, è una specie di professionista in questa operazione, lo fa enorme, basterebbe per almeno cinque o sei persone, se questa roba è come me l’ha descritta Oscar, tra mezz’ora saremo fuori come due balconi.
La canna è terminata, gli ultimi tiri sembravano non finire mai, mi sembra di essere sprofondata in un atmosfera sospesa, tutto mi sembra amplificato, sento Luisa che mi respira qui di fianco, siamo immobili, il tempo si è fermato.
Il sole ormai è tramontato, ma il cielo è rimasto chiaro, dalla parte opposta alle nostre spalle è comparsa un enorme luna, che inizia a fare capolino oltre il muro di erba che ci nasconde nella nostra tana improvvisata.
La cassetta è finita, siamo nel silenzio, qualche grillo, un abbaiare, un motorino smarmittato che nello stradone in fondo alla vallata transita lento, lanciando il suo grido inutile e fastidioso.
Ora siamo davvero strafatte, questa roba è tremenda, Luisa inizia a ridacchiare, lo fa sempre quando lo sconvolgimento supera un certo stadio, quando perde il controllo, e in questa situazione, lo so già come andrà a finire.
Ho una lunga gonna a fiori, e una maglietta di cotone, quella con la foto stampigliata del Che.
Come da copione non ho né mutande né reggiseno,”sono sovrastrutture della società maschilista”.
Mi giro lentamente verso di lei, mi sembra di impiegarci un ora, si è messa su di un fianco, si è sfilata il lungo vestito a fiori e ora è nuda.
E’ molto bella Luisa, forse la più bella di tutte.
Osservo le sue forme perfette, il ciuffo nero e arricciato che le spunta tra le cosce, ha legato i capelli riccioluti dietro alla testa, con un lungo filo di erba che ha strappato, mi sta accarezzando una guancia,
mi fissa per un altro poco.
“questa roba è pazzesca, domani, prima che la finisca dobbiamo tornare da Oscar a prenderne ancora”.
“Luisa non riesco a muovermi, ti prego fai qualcosa”.
“la solita scusa per fartela leccare, ormai lo so”.
Con un salto mi si piazza tra le cosce, che con entrambe le mani mi spalanca, la leggera gonna si alza fino alle tette lasciando tutto scoperto, e poi la sua bocca mi si incolla laggiù, il naso tra i folti peli che spinge il clitoride, tutto il resto risucchiato, scompaio tra i suoi denti, le mie viscere che fuoriescono, con le mani mi afferro le tette, da sotto alla maglietta, strizzo i capezzoli con violenza, cerco di strapparli, una scossa elettrica, mi paralizza, grido con tutta la forza che ho in corpo.
“ora se non mangio impazzisco”
Nel cestino ci sono due enormi porzioni di lasagne, con le forchette, acqua e vino, e un pezzo di crostata alle albicocche.
“questa è fame chimica”
Lo dice mentre divora la lasagna, seduta con le gambe incrociate, lo sguardo fisso nella teglia , ogni tanto alza gli occhi, controlla quanto mi stiano piacendo.
“sono buone eh, come le fa mia nonna nessuno”.
“sono buone si, senti, ma li hai presi i sacchi a pelo”?
“Certo che si, ora quando abbiamo finito li apriamo e poi ci facciamo un'altra cannetta, ma questa volta leggera”.
“insomma sei convinta di dormire qui”?
“Hai cambiato idea”?
“No lo dicevo per te”.
La luna ora è alta nel cielo e illumina la notte a giorno.
Riporto le vettovaglie nel bagagliaio, Luisa intanto ha rollato una piccola cannetta,
“giusto un richiamo, non voglio essere troppo sconvolta”
Prendo i sacchi a pelo, e li collego con le cerniere, facendoli diventare uno grande, finiamo di fumare e ci spogliamo, ci infiliamo dentro, il calore dei nostri corpi ci rilassa, abbiamo placato la fame, siamo abbracciate, iniziamo a parlottare, discorsi senza senso, ti ricordi quel tipo quella sera, secondo me la donna di Giulio si fa scopare dal suo amico, a settembre dobbiamo subito iniziare a preparare gli scioperi in facoltà, ma ci riusciremo prima o poi a fare la rivoluzione.
“aspetta che mi stavo dimenticando una cosa”.
Luisa schizza fuori dal sacco a pelo, torna con il mangianastri, infila dentro una cassetta, lo posiziona in mezzo a noi due, e lo fa partire.
“Che roba è”?
“Cazzo che scema, me l’ha prestata Oreste, quello di Lotta Continua, è l’ultimo disco dei Pink Floyd, si intitola, The dark side of the moon”.
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