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Selma, la nostra prima avventura.


di Easytolove
10.03.2023    |    889    |    5 8.2
"Come ormai sembrava scontato, successe la sera della cena a casa sua..."
RACCONTO SCRITTO A QUATTRO MANI.

Eravamo molto giovani,avevamo entrambi da poco terminato gli studi universitari, Davide grazie ai suoi voti molto brillanti aveva subito trovato lavoro, in una multinazionale, che oltre all’impiego, offriva ai dipendenti che provenivano da altre città, anche una casa in cui soggiornare.
Anna si mise a cercare anche lei un impiego, avevamo deciso di iniziare questa convivenza provando a restare comunque autonomi dal punto di vista finanziario, e grazia ad uno dei nuovi colleghi di Davide, lo trovò in un laboratorio di analisi chimiche e biologiche.
Insomma eravamo partiti alla grande, la casa ci piaceva, era un appartamento all’ultimo piano di un caseggiato residenziale, luminosa e con un grande terrazzo che faceva tutto il giro dell’abitazione.
Non avendo amici, gli unici conoscenti erano i colleghi, ma ancora non si erano creati rapporti così profondi da condividere uscite o serate, vista anche la giovane età e la naturale propensione che ci ha sempre caratterizzati, trascorrevamo gran parte del tempo libero in casa a scopare.
Anna è sempre stata da quel punto di vista molto calda, tanto che Davide per prenderla in giro ogni tanto la chiama “la fornace”,in ogni caso anche lui è un tipo che non si è mai tirato indietro, anzi lei spesso lo prende in giro, lo stuzzica, lo schernisce, “hai uno dei più bei cazzi mai visti in circolazione”.
Avevamo comprato un grosso letto prendisole, posizionato nella parte esposta a sud del grande terrazzo, Anna il pomeriggio si rosolava beata, ma la sera lo facevamo lì fuori, all’aperto, la cosa la eccitava oltremodo, probabilmente come scoprimmo dopo, qualche volta ci siamo lasciati troppo andare, l’eco delle nostre scopate deve essersi propagato, per finire di suscitare le voglie e la curiosità di qualche vicino.
Era un sabato pomeriggio, avevamo spostato il lettone sul terrazzo all’ombra, dopo esserci per qualche minuto appisolati, la fornace di Anna ha iniziato ad andare in ebollizione.
Aveva iniziato a trafficare nel costume di Davide, il cazzo era già bello duro, era da prima di pranzo che aveva voglia di fargli un pompino come si deve, con non pochi sforzi di applicazione era riuscita nell’intento di ingoiarlo quasi tutto, lo sentiva sprofondare nella gola, aveva imparato a controllare i conati di vomito,”oggi amore ti ingoio anche le palle, sto per impazzire dalla voglia di essere la tua troia”.
Eravamo a buon punto, quel cazzo duro entrava ormai quasi tutto nella gola, Davide aveva deciso di lasciarsi andare, non appena lo avesse visto sparire tutto, sentiva i rantoli di Anna, quando cercava di resistere alla sensazione di soffocamento, si cimentava in apnee sempre più lunghe e difficili, con quell’arnese infilato, quando il suono acuto e prolungato del campanello ci fece trasalire.
“ti prego manca poco, fammi venire, se interrompi ora mi resta duro fino a domani”.
L’idea di Davide con quell’arnese in tiro, che si aggirava per la casa, nascondendosi dall’eventuale disturbatore, per qualche istante fece capolino nella mente perfida di Anna, ma poi la voglia di sentire quello schizzo caldo che la soffocava prese il sopravvento, e chiudendo gli occhi per combattere con il bisogno di rantolare, affondò qualche colpo più deciso, per la prima volta la sua lingua riuscì ad afferrare le grosse palle di Davide, risucchiò anche quelle nella bocca, fino a quando le pulsazioni e gli spasmi non le comunicarono che finalmente aveva iniziato a sborrare.
Selma la nostra dirimpettaia era il disturbatore.
Una bella donna, rossiccia di capelli, due tette quasi esplosive, viveva sola.
La pettegola portinaia aveva confidato ad Anna che era separata, proprietaria di una piccola catena di centri di benessere che si espandevano per quasi tutta la regione.
“è una strana, ha un giro di amiche che la vengono a trovare, spesso si fermano a dormire, apposta si è separata”.
Come al solito non davamo molto peso a questo tipo di pettegolezzi, una sera ci aveva invitati a prendere un caffè a casa sua, per fare conoscenza, mantenere dei rapporti di buon vicinato.
Aveva mantenuto un atteggiamento distaccato, senza dimostrarsi curiosa, abbiamo conversato come si fa tra vicini, anche se poi Anna, la solita malandrina, quando siamo rientrati, durante la scopata prima di dormire, non si fosse dimenticata di far notare come si fosse accorta che ci osservasse con sguardo un pochino lubrico.
“ti guardava il pacco, che con quell’uccellone che ti ritrovi non si può fare a meno di notare, e siccome non avevo le mutande, un paio di volte ha strabuzzato gli occhi quando mi ha intravisto la fica”.
Inutile dire che ci siamo eccitati all’idea, e la scopata di quella sera fu particolarmente rumorosa.
“scusate se vi disturbo ma ho fatto questo dessert alla crema, avevo pensato che forse vi avrebbe fatto piacere se lo mangiassimo insieme”.
Anna mentre cercava di non apparire come quella che fino a qualche secondo prima stava facendo il pompino della vita al proprio compagno, sorrise, e la fece entrare, mentre Davide sotto alla doccia, con la sola acqua fredda spalancata, provava a far ritornare il suo uccello a delle dimensioni non troppo vistose.
Seguirono un paio di ore trascorse piacevolmente, le chiacchiere si trasformarono in confidenze, sempre un pochino più maliziose. Ci disse di essersi separata dal marito da qualche anno, di avere molte amiche,
lasciando intendere che non fossero proprio soltanto “amiche”.
Comprendemmo che ci provocava,il suo atteggiamento diventava sempre più lascivo, con quei lunghi capelli rossicci ondulati, le due grosse tette che rigonfiavano lo stretto e corto vestito di cotone, le cosce carnose e scure che ogni tanto accavallava, Anna che le stava di fronte poi disse che si vedeva chiaramente come non indossasse le mutandine, stava valutando la nostra reazione.
Quando il dessert fu terminato, si congedò, invitandoci una sera a cena per la settimana a venire.
Scopammo sul tavolo della cucina, Anna era ancora eccitata per il pompino, a Davide la vista di quelle tette e quelle cosce avevano fatto un brutto scherzo, probabilmente Selma non aveva non potuto notare quel gonfiore esagerato sotto ai bermuda che indossava, e la cosa ci aveva tremendamente eccitato.
L’idea che le grida di Anna potessero arrivare alle orecchie di quella donna che ci aveva indubbiamente condizionati, lo facevamo con l’intento nemmeno troppo malcelato di provocarla, tacitamente ormai avevamo deciso che ce la dovevamo portare a letto.
Come ormai sembrava scontato, successe la sera della cena a casa sua.
Prima ancora di giungere al dessert Anna, non ha resistito alle provocazioni di Selma, si era messa un vestito che la copriva a malapena, sotto era evidentemente nuda.
Con la scusa di visionare una cassettiera di cui si erano messe a parlare, si eclissarono.
A Davide dopo qualche minuto giunsero i mugolii di Anna quando iniziava a godere, e con fare circospetto, si inoltrò nell’appartamento, verso il punto da cui giungevano quei lamenti di piacere.
Dalla fessura della porta, lasciata semi aperta, vide lo spettacolo delle due, entrambe nude, sapeva che anche Anna sotto al leggero vestitino estivo non indossava nulla, lei era sdraiata sul letto con le cosce spalancate, Selma era inginocchiata piegata su di lei con il culo in aria, e la fica a disposizione, che la leccava ,mentre con le mani le strizzava i seni.
Davide si tolse i jeans, sbottonò la camicia e la lascò cadere in terra, aveva il suo grosso cazzo duro come mai l’avesse avuto prima nella vita.
Si avvicinò silenzioso furtivo e non visto dietro a Selma, e mentre Anna lo osservava estasiata, con un solo colpo secco e deciso, lo infilò dentro a quella fica, ormai fradicia di umori.
Scopammo con lei per tutta l’estate.
Un paio di sere alla settimana dopo cena, si presentava, lo facevamo sul grosso letto prendisole nel terrazzo, di solito a turno loro si leccavano, mentre Davide da dietro se le scopava.
Più andavamo avanti, e più diventavamo maiali.
Inventavamo giochi sempre più arditi, le due troiette si cimentavano in gare di pompini, Selma comprò uno strap on, e iniziammo a sperimentare la doppia penetrazione.
Come tutti i bei giochi, ebbe termine alla fine della bella stagione, quando a Davide venne offerta una promozione, che però ci obbligava a trasferirci all’estero, ad Amburgo.
Ad Anna quel lavoro che aveva trovato non piaceva in modo particolare, per cui, un poco a malincuore acconsentì al cambiamento, e ci trasferimmo verso una nuova vita, e nuove peripezie, che naturalmente vi racconteremo.
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