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ALLA FESTA DELLA DONNA CON UN MASCHIONE MATURO DI COLORE


di LaCavalla
06.01.2016    |    68.088    |    71 9.7
"Finito il primo ballo, stavamo aspettando che DJ facesse partire la musica per tango che aveva appena annunciato quando avvertii una mano sulla spalla che, ..."
Come tutti gli anni, per la festa della donna, la mia amica Teresa organizza un’uscita tra amiche. Quest’anno per varie vicissitudini, ci siamo ritrovate solo io e lei, ma non per questo abbiamo rinunciato alle nostre sane abitudini.
Per l’occasione mi sono abbigliata con un vestitino elasticizzato corto merlettato sul petto e le maniche, perizoma dello stesso colore, autoreggenti color fumo e scarpe nere con tacco da dodici, mentre Teresa indossava un abitino rosso molto intrigante e scarpe anche lei rigorosamente con tacco alto. Insomma non eravamo certo due che passavano inosservate.
Al locale, ovviamente, tinto di rosa per la prevalente utenza femminile, il cameriere ci accompagna al tavolo che avevamo prenotato.
Dopo un po’ che ci eravamo sedute e sorseggiavamo l’aperitivo, Teresa mi fa notare che poco distante da noi c’è un tavolo con tre maschi di cui uno di colore molto bono e mi confida anche che se lo farebbe prima di subito se non fosse che, da quando siamo entrate, non mi ha mai tolto gli occhi di dosso. Con molta discrezione mi giro e guardo verso il tavolo che mi ha indicato la mia amica ed effettivamente vedo quest’omone di colore di mezza età con un pizzetto appena accennato, alto e molto muscoloso da quello che si intravedeva dalla giacca ed effettivamente era un gran bel maschione. Accortosi che lo stavo fissando, mi fece un sorriso e mentre mi strizzava l’occhio, accenno ad un saluto con la mano. Sentii raggelare il sangue, avvertii dei crampi al basso ventre mentre Teresa mi incitava a rispondere al saluto, ma io in maniera decisa, le dissi di smetterla. Per placare quel momento di imbarazzo, la presi per mano e la portai in pista a ballare.
In quel momento il DJ aveva messo un valzer e cominciammo a ballare, le coppie erano formate da quasi tutte donne, eravamo la maggioranza. Finito il primo ballo, stavamo aspettando che DJ facesse partire la musica per tango che aveva appena annunciato quando avvertii una mano sulla spalla che, accompagnata da una voce con chiaro accento straniero che mi chiedeva: “perché non balli con me questo tango?”; per la seconda volta mi sentii raggelare il sangue e come inebetita mi girai verso quest’uomo alto, almeno un metro e novanta e che senza aspettare la mia risposta mi strinse a se e cominciò a farmi volteggiare in un tango che non nascondo mi provocò una forte eccitazione, dettata soprattutto dalle sue mani che mi cingevano con decisione e che scendevano in maniera molto audace un po’ più giù dei fianchi. Mi lasciai palpare da quello sconosciuto incapace di opporre ogni forma di resistenza, di difesa. Quel maschione era molto consapevole del suo fascino e molto autorevole.
Teresa nel frattempo aveva ballato con uno degli amici di Robert, questo era il suo nome, ora rideva e scherzava seduta al tavolo di questi.
Dopo quel momento di sbandamento, mi ero riavuta e stavo per fare ritorno al mio tavolo quando Robert mi prende per mano e con fare galante mi invita ad andare al suo di tavolo.
Fatte le presentazioni, cominciano a farci bere e a portarci a ballare.
Teresa, ormai brilla, aveva perso ogni freno inibitore e ora si lasciava baciare, palpare da quel porco di Aaron. Io, invece, seduta tra Robert e Vincent ridevo per ogni sciocchezza che dicevano.
Ad un certo punto della serata ero cosi allegra che vedevo la sala in maniera astratta e fu in quel momento che avvertii la mano di Robert che si insinuava tra le mie cosce e che cominciava a risalire in maniera decisa verso il mio sesso, ero tutta bagnata dall’eccitazione, mi stavo lasciando completamente andare quando avvertii un’altra mano che risaliva lungo le cosce, era quella di quel vecchio porco di Vincent, protestai flebilmente a causa delle poche energie che mi restavano, visto lo stato in cui mi trovato per i tanti Martini che mi avevano fatto bere.
Robert mi cinse con un braccio le spalle e mi origliò di stare buona e, nel contempo, aveva tolto la sua mano per lasciare campo aperto al suo amico, continuai a lamentarmi che non volevo, ma ormai Vincent aveva preso il posto di Robert e mi masturbava con decisione mentre Robert mi baciava in bocca con la lingua e aveva portato la mia mano sul suo gioiello di famiglia duro come il marmo. Ero fuori di me, completamente in balia di quei due porci quando ad un certo punto Robert mi fece alzare e mi portò fuori nel parcheggio del locale dove, in un posto appartato, mi costrinse a prenderglielo in bocca, era enorme, facevo fatica ma lui continuava a spingermi dietro la nuca per farmelo prendere tutto, sembrava che non arrivasse mai e invece, appena si avvertirono i passi di persone che si avvicinavano a noi, mi venne in bocca con una copiosa sborrata, densa e molto dolce che volle mandassi tutta giù.
Dopo quel succulento pompino, la serata proseguì a casa di Robert dove mi prese con tutto il suo vigore da vero maschio fino a soddisfarsi completamente di me, per poi cedermi al suo amico perché anche lui potesse godere del mio corpo.
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