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VACANZA IN SICILIA, SCOPATA COME UNA VACCA DAL ROZZO IDRAULICO MATURO


di LaCavalla
10.07.2021    |    62.157    |    163 9.9
"Aprendo gli occhi ho visto il suo volto volgare, i suoi occhi iniettati di sangue e ho sentilo il suo cazzo duro contro il mio ventre..."
Mi vergogno di me stessa, non avrei mai immaginato che una cosa simile potesse accadermi, credevo che solo le puttane, quelle che non pensano che al sesso, facessero cose simili, eppure, anch'io ho ceduto alla lussuria più perversa. È incredibile, ma vero!
Era l’estate 2012, eravamo in vacanza nel messinese. Mio marito era uscito presto, come ogni mattina, per andare a passeggiare in spiaggia, mentre io ero rimasta in casa ad attendere l’arrivo dell'idraulico che il proprietario dell’immobile ci stava mandando a seguito di un guasto nel bagno.
Ero sola quando ho sentilo suonare alla porta, ho aperto e ho atteso sulla soglia l'uomo incaricato della riparazione della vasca.
Vedendolo, non so cosa mi abbia preso. Ho provato una specie di stordimento. Aveva di sicuro passato dal un po' i cinquant’anni, alto, scuro di carnagione, massiccio, con dei baffi che gli davano un’aria molto brutale. Su un avambraccio aveva un tatuaggio, un serpente che si attorcigliava attorno ad un pugnale e sull’altro aveva disegnato un grosso teschio.
Era lo stesso uomo che mi mangiava spudoratamente con gli occhi e faceva gesti eloquenti di desiderio ogni qual volta la sera passeggiavamo per il paesino e passavamo davanti al bar dove bivaccava con altri vecchi porci come lui e dove a mio marito faceva piacere portarmi per esibirmi a quei maschi in calore per il suo piacere da cuckold, nella speranza che qualcuno di loro più audace, osasse provarci con me per farlo cornuto, cosa che fino a quel momento non era ancora accaduta con suo sommo dispiacere.
Mi ha sorriso e mi sono sentita sciogliere. Ero quasi completamente liquefatta. Spostandomi per farlo entrare, mi ha sfiorata, ho sobbalzato, aveva attorno a sé un odore forte che ha finito col farmi impazzire.
Nel bagno si è accovacciato vicino alla vasca per rendersi conto della perdita. Portava una maglietta che gli è un po' risalita, mostrandomi le sue reni pelose. Quella vista mi ha eccitata come una bestia.
L'ho lasciato lì da solo e sono andata via in cucina, ma non ho potuto farci niente, non ho resistito, lo sentivo fischiettare, allora, non ricordo con quale pretesto, sono tornata nel bagno.
È subito diventato familiare nei modi, mi guardava dal basso e, in quella posizione, pensavo che poteva vedermi il perizoma sotto la minigonna, questa consapevolezza mi ha dato il colpo di grazia. Non so cosa mi sia preso ma mi sono messa ai suoi piedi e ho atteso la sua reazione che non è tardata ad arrivare.
Si è voltato ed è scivolato tra le mie gambe, non mi sono mossa, volevo che mi prendesse, che mi scopasse li, subito! È stato più intelligente. Ha preferito avanzare lentamente, prima, vedendomi chiudere gli occhi, ha carezzato le mie caviglie, poi è risalito molto lentamente. Le mie gambe hanno conosciuto le sue carezze, la sua lingua ha leccato l’interno delle mie cosce. Le sue dita grosse dalla pelle callosa mi facevano fremere, mi bagnavo, non smettevo di pensare al suo cazzo che immaginavo grosso e duro. Risalì lentamente verso la mia fica, era ancora accovacciato e le sue mani salivano col suo volto, mi odorò come un animale. Non parlava ma sentivo il suo respiro rapido sulla mia pelle, più saliva, più impazzivo e colavo tutta.
Quando ha posato una mano bollente sul mio perizoma bagnato, mi sono vergognata, volevo andare via, fuggire da quest'uomo che diventava sempre più ardito, ma era troppo tardi, le punte dei miei seni erano tanto tese da farmi male. Quando ha incollato il volto contro il bordino del perizoma, ho avuto un orgasmo brutale, inatteso. Il piacere mi ha stordita e, quando ha tirato giù l'elastico del minuscolo perizoma che indossavo per toccare il mio sesso con le dita, mi sono sentita piegare le ginocchia. Mi ha obbligata a restare in piedi, ho dovuto appoggiarmi al muro perché le gambe mi tremavano, ha accarezzato tutto della mia fica, ha trovato il clitoride che era diventato grosso, gonfio e molto sensibile, l'ha strofinato a lungo, prima di decidersi a tirarmi via il minuscolo indumento, mi ha denudata brutalmente in cinque secondi. Aprendo gli occhi ho visto il suo volto volgare, i suoi occhi iniettati di sangue e ho sentilo il suo cazzo duro contro il mio ventre. Ho teso timorosa le mani per toccare il suo pacco tra le gambe, era ancora racchiuso nello slip.
Ho carezzato il cazzo, l'ho fatto venir fuori e ho tremato sentendo il glande bruciante nella mia mano. Dopo, tutto è successo rapidamente.
Mi ha trascinata in camera da letto. È stato volgare e ciò mi rendeva ancora più impotente ed eccitata. Ha voluto prendermi a quattro zampe, come una vacca. Sapevo che, in quella posizione, esponevo al suo sguardo tutto: la piega pelosa, il mio culo serrato, l'ingresso della fica grondante come una fontana, sentivo perfettamente i miei succhi che colavano lungo la parte interna delle cosce. Nuovamente l'animale si è messo a leccarmi tutta nella posizione in cui ero. Poi ha accostato il suo grosso e lungo cazzo dicendo: "ti farò urlare piccola e sporca puttana!".
Aveva capito che la volgarità mi stava eccitando maggiormente.
Ha aperto brutalmente le mie grosse labbra e si è infilato con un sol colpo di reni nella mia bagnatissima fica. Ho urlato, l'ho insultato ma se ne infischiava. Ha cominciato a stantuffarmi nella fica, palpando e strizzando, con una mano le mie tette, mentre, con l'altra mi stringeva una natica e cercava il mio buchetto per penetrarlo con le sue grosse dita callose. Ho goduto tre o quattro volte, prima che lui godesse, ma l'ha fatto fuori, un'attenzione che non mi aspettavo da un animale come lui.
Subito dopo essersi svuotato i coglioni imbrattandomi tutta la schiena del suo cremoso sperma, mi ha presa per i capelli e mi ha sbattuto il suo cazzo ancora in erezione e grondante sulla faccia, ordinandomi di prenderlo in bocca, l'ho succhiato come un'assetata ripulendolo dello sperma che colava.
Non ancora soddisfatto e con il cazzo che non aveva perso vigore, mi ha messa gambe all’aria e mi ha inculata con forza facendomi urlare come aveva promesso. Mi ha scopato il culo fino a riempirlo di un’altra copiosa sborrata.
Dopo essersi rivestito, con me ancora sul letto ansimante, dolorante per quel rapporto così brutale e piena del suo sperma, prima di andarsene, puntando il dito indice in mia direzione, ha esclamato: “sei una lurida puttana con un marito che ha più corna di un cervo, prima che te ne vai mi ti fotto ancora io e i miei amici, ti facciamo ritornare a casa slabbrata come una vacca”.
Non l'ho più rivisto, anche perché, due giorni dopo, le ferie sono finite e siamo ritornati a casa, ma ho continuato per qualche tempo a pensare con vergogna ma anche con desiderio a lui, alle sue parole.
Forse sono veramente una puttana, come mi ha detto?
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