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La mia ragazza e io: il giovane Jorge


di 85bisexcouple
03.12.2014    |    6.217    |    2 9.8
"» Jorge ride divertito: «Oh si guapa! Non vedevo l'ora!» Poi mi guarda, come se cercasse il mio consenso..."
Era la fine dell'estate di qualche anno fa quando Marika e io ci siamo messi insieme. Ci conoscevamo da pochi mesi e, dopo qualche settimana di uscite fra amici, avevamo iniziato ad "annusarci". Lei, più giovane di me di nove anni, splendida, solare, era single da un bel pezzo. Attraversava quel periodo nel quale non si ha voglia di sentirsi impegnati con qualcuno. Io stavo vivendo gli ultimi rantoli di una relazione ormai giunta al capolinea.
Quando, alla fine di agosto, ricominciammo a uscire in gruppo, la simpatia fra Marika e me divenne attrazione e, subito dopo, la chimica fece il resto. Iniziammo da subito con del torrido sesso. Io, poco più che trentenne, ero appagato e orgoglioso di aver conquistato una preda così giovane e così ambita. Lei dal canto suo, sembrava divertirsi parecchio con un "vecchietto" così diverso dai suoi coetanei con i quali era stata fino a quel momento.
Presto mi resi conto che, malgrado fosse più giovane, Marika non aveva nulla da imparare da me in materia di sesso. Disinibita, fantasiosa, sempre pronta a sperimentare, non impiegai molto tempo per rendermi conto di che razza di porcellina fosse Marika. In pochi mesi mi introdusse e mi fece diventare schiavo di una pratica che conoscevo solo per "sentito dire" e che alcune volte avevo visto in qualche spezzone di film hard in rete: la pratica di cui parlo è il pegging. In questo gioco, la donna indossa un fallo artificiale e sodomizza l'uomo. I ruoli si invertono, con qualche significativa differenza. E la differenza sta nelle dimensioni del pene artificiale e nella durata. Lei dura quanto vuole, e i suoi cazzi di silicone possono variare da molto piccoli a enormi. Marika mi abituò in pochi mesi a essere sodomizzato almeno tre o quattro volte a settimana e a dildo di misure rispettabilissime, superiori ai 20 centimetri di lunghezza e ai 16 - 18 centimetri di circonferenza.
La relazione con Marika si stava consolidando sempre di più, e giunti alle vacanze di Natale decidemmo di trascorre una settimana al caldo. La meta, scelta quasi per caso, fu l'isola di Fuerteventura, nell'arcipelago delle Canarie. Ci innamorammo del posto e negli anni seguenti ci ritornammo ogni estate.
Fu di ritorno da Fuerte che, durante uno scambio di battute e frasi mentre Marika mi peggava, lei mi chiese se mi era mai passato per la mente di provare a farmi scopare da un ragazzo. Risposi di si e Marika, non facendosi scappare l'occasione, mi propose di cercarne uno. Io risposi affermativamente, aggrappandomi alle lenzuola mentre il ritmo dei lombi di Marika stava accelerando oltre ogni immaginazione. Capii che l'idea di vedermi con un altro maschio la eccitava oltre misura.
Finimmo l'amplesso e poco dopo lei riprese la conversazione interrotta poco prima. Il problema era dove trovare un ragazzo. Non ci volle molto a capire che avremmo potuto trovarlo in rete, su qualche sito di annunci. Ci registrammo, pubblicammo un annuncio con la descrizione di quali situazioni e persone ci interessavano, qualche nostra foto... Centinaia di richieste arrivarono in pochi giorni. Ora bisognava far "selezione".
Impiegammo circa due mesi a trovare un ragazzo che soddisfacesse i nostri canoni. Lo trovammo e fummo fortunati, e tutto andò per il meglio già dal primo incontro.
Dopo aver, per così dire, "perso la verginità" come coppia (e io come uomo sodomizzato da un altro uomo), il nostro approccio ad incontrare nuovi ragazzi divenne più sicuro. Incontrammo altri maschietti contattati sul sito, finché non trovammo in maniera fortuita e del tutto inaspettata il nostro terzo "ideale" in Davide, il mio migliore amico.
Qualcosa, però, era rapidamente cambiato nella nostra mente. Ora, quando ci succede di vedere per strada o in un locale un ragazzo che appaga i nostri gusti, ci capita di scambiarci battute sul desiderio di "farcelo" e su cosa gli faremmo... È Marika la più attiva in questo gioco, e mi stuzzica spessissimo facendomi notare questo o quel ragazzo, e descrivendomi nel dettaglio come dovrei succhiarglielo e dove dovrei prenderlo... È diventato un gioco innocente, ma fine a se stesso. Ad eccezione dell'approccio con Davide, del quale abbiamo già raccontato in un altro brano, non avevamo mai concretizzato nessun altro approccio finché non abbiamo incontrato Jorge.
Estate 2014. Il tempo in Italia è pessimo e l'estate assomiglia più a un brutto autunno che a una bella primavera. La nostra meta è Corralejo, isola di Fuerteventura. Trascorriamo qui tre settimane ad agosto da alcuni anni. È il terzo anno nella stessa struttura e ormai sappiamo muoverci molto bene in tutta l'isola. Come sempre abbiamo prenotato una berlinetta ma, per un disguido con l'agenzia di noleggio, ci verrà consegnata solo alla fine della prima settimana. Per farsi perdonare, quelli dell'autonoleggio ci faranno pagare solo 8 giorni anziché le due settimane nelle quali avremo a disposizione la macchina. Questo sconto gli risparmierà una nostra pessima recensione su TripAdvisor!
Le spiagge di Fuerte sono tutte spettacolari. Una, in particolare, è diventata la nostra meta abituale. È la spiaggia attigua ad un piccolo villaggio di pescatori chiamato El Cotillo. Dista circa mezz'ora di auto da Corralejo, e un ora di autobus.
La prima settimana ci dobbiamo arrangiare con i seppur efficienti mezzi pubblici.
L'autobus che porta da Corralejo a El Cotillo passa ogni ora, dalle 8 del mattino fino alle 21. Cerchiamo di arrivare in tempo alla fermata per prendere quello delle nove. La fermata non è distante dal nostro appartamento ed è la seconda sosta di Corralejo. Pagati i biglietti all'autista, ci sediamo una accanto all'altro più o meno a metà del mezzo. A quest'ora sono molti i turisti che dalla cittadina si spostano verso le spiagge più belle dell'isola e, benché sia solo alla seconda fermata, il bus è già abbastanza pieno. Nelle successive fermate di Corralejo salgono altre persone, evidentemente quasi tutti bagnanti, fino alla piccola frazione di La Capellania. Qui diversi scendono; non sono bagnanti, ma abitanti del posto che tornano a casa dopo una notte di lavoro. Qui la maggior fonte di occupazione è il turismo, e questa è la fine della giornata lavorativa per gli operatori della ristorazione che fino a tarda sera lavorano nei locali e, dopo la chiusura, provvedono alle pulizie.
La strada per El Cotillo dura circa un ora...
Passiamo per Villaverde, dove salgono altri vacanzieri... A questo punto il bus è quasi al completo e rimangono liberi solo una manciata di posti a sedere e i posti in piedi.
La strada prosegue fino a La Oliva. Un unica fermata in quello che, almeno sulla carta, è il centro urbano più importante della zona. Anche qui salgono parecchie persone con zainetti e sacche, occhiali da sole e ombrellini nelle loro custodie, bermuda e costumi da bagno, magliette e copricostume.
Fra gli ultimi a salire e pagare la corsa c'è un bel ragazzotto. La mia attenzione ricade subito su di lui. A prima vista penso abbia meno di 20anni, sembra addirittura imberbe, anche se osservandolo meglio posso notare un po di peluria sotto il mento e lungo la mascella... Bermuda da bagno un po logore, una canotta grigio scuro tagliata lungo i fianchi. Indossa un cappellino da baseball che gli contiene una testa di capelli ricci, che esplodono la dove finisce la tela del berretto. I capelli sono castani e verso le punte i suoi riccioli sono schiariti dal sole. La sua pelle è abbronzata. Ha una faccia simpatica, furba e divertente. Sorride mentre allunga il collo per vedere con degli occhi nocciola vispi e intelligenti se verso il fondo ci sono posti liberi. Ha un sorriso bianchissimo, che risalta ancora di più grazie all'abbronzatura. Il mio sguardo scende. Si intravede l'addome dai tagli sui fianchi della canotta... Un fisico tonico, allenato e abbronzato... Le gambe, ben tornite, sono segnate sotto le ginocchia da alcune piccole ferite che stanno guarendo. Ed è scalzo.
Non è una novità. Qui a Fuerte si incontrano molti ragazzi e qualche ragazza che, ostentando uno stile alternativo, camminano a piedi nudi. Qui vi è una numerosa comunità di surfisti, e questo ragazzino sembra arrivare direttamente da li.
Il bus è pieno, e il ragazzo rimane in piedi nel corridoio un sedile avanti ai nostri. Ha una sacca a tracolla... Tira fuori il telefonino e le cuffiette e inizia ad ascoltare musica.
Io continuo a osservarlo... Dai piedi nudi, su, fino a quella testa di capelli ribelli. Lo trovo incredibilmente sexy. Marika si accorge delle mie attenzioni e mi da un leggero colpo con il gomito, ammiccando maliziosa. Le rispondo con un sorriso e, senza dire una parola, torno a osservare il panorama fuori dal finestrino mentre il bus riprende la sua corsa.
Un quarto d'ora dopo arriviamo a destinazione. La maggior parte degli occupanti scende, come noi, alla prima fermata di El Cotillo e si incammina verso le spiagge. Noto che è sceso anche il ragazzotto, ma lo perdiamo presto di vista.
Le spiagge a El Cotillo sono libere, non attrezzate. Come molti bagnanti anche noi siamo attrezzati con due tendine monoposto, di quelle che si aprono in due secondi e si richiudo altrettanto facilmente nella loro custodia rotonda. Sono comode e leggere, più dei classici ombrellini da spiaggia. L'isola è particolarmente ventosa e non di rado si vedono ombrellini volare per decine e decine di metri, trascinati dal vento che li sradica dalla sabbia. Le tendine, invece, offrono maggior riparo nelle ore in cui il sole africano picchia più forte. Basta assicurarle con qualche grosso sasso e il vento continuerà a strapazzarle, ma non le farà volare via. Ci piazziamo nella stessa zona nella quale prendiamo posto ogni anno. A volte capita che il nostro angolo preferito è già occupato da altri bagnanti, ma oggi è andata bene e non c'è ancora molta gente. Sono da poco passate le 10... La maggior parte delle persone arriverà alla spiaggia di Las Petras nel primo pomeriggio. Il mare è fantastico... Le onde si infrangono a una decina di metri da noi sulla sabbia bianchissima. Marika e io provvediamo subito a proteggerci la pelle con la crema solare Lancaster protezione 30, e io già scalpito per tuffarmi in mare per una nuotata fra le onde...
La nostra prima giornata al mare trascorre serena, fra bagni nell'oceano, bagni di sole e tante tenere coccole... E alle cinque della sera riprendiamo il bus che ci riporta a Corralejo. Arriveremo alle sei in appartamento, in tempo per fare la doccia e prepararci per la serata. Alla fermata incontriamo di nuovo il ragazzotto scalzo, anche lui in attesa del bus che lo lascerà a La Oliva...

Dopo una serata al ristorante e un giro per i locali, ritorniamo in appartamento dove Marika, un po brilla per i mojito, mi sottomette divertita inculandomi col suo strapon preferito per una buona mezz'oretta... Ho un orgasmo intenso e appagante mentre lei mi sodomizza. Che godimento! Dopo è il mio turno di soddisfarla leccandola avidamente, iniziando dai suoi piedi sensualissimi e salendo sempre più su, fino ad arrivare alla sua fica bollente, bagnata e odorosa. La lecco, la succhio e la sditalino, finché lei non mi afferra la testa fra le mani spingendomi il viso contro il suo sesso. Marika inarca la schiena e freme, squirtandomi in bocca il suo piacere.
Tutto questo fa risvegliare il mio cazzo, a riposo per qualche minuto dopo l'orgasmo di poco prima. Afferro la mia donna per i fianchi facendola girare a pecora, la penetro deciso e inizio a scoparla. Adoro prenderla in questa posizione, godendo e sentendola godere...
Alla fine dell'amplesso, appagati e sorridenti, lei si abbandona fra le mie braccia e ci addormentiamo abbracciati uno all'altra.

È il nuovo giorno... Doccia e colazione, il bus non aspetta, per cui siamo un po di fretta. Riusciamo a predere quello delle 9 per un soffio, e troviamo posto a sedere verso il fondo. Sembra esserci un po meno gente di ieri... Tiro fuori dallo zainetto le cuffiette e ascolto un po di musica mentre mi godo il panorama... Sono seduto dalla parte del finestrino e Marika, accanto a me, gioca a Candy Crash sul suo telefonino. Sui sedili accanto, separati dallo stretto corridoio, una signora di colore di mezza età, con una divisa da lavoro, legge una rivista di gossip in lingua spagnola...
Il bus prosegue il suo percorso. A La Oliva la signora di mezz'età scende dalla porta posteriore poco dietro di noi, e insieme a lei altre quattro o cinque persone. Dalla porta davanti invece iniziano a salire altri passeggeri. L'autista ritira i soldi della corsa. Fra loro anche il ragazzotto di ieri. Oggi è senza berretto, e la sua capigliatura riccia e un po scompigliata lo fa apparire ancora più simpatico. Percorre il corridoio sorridente, guardando prima a destra poi a sinistra tutti i passeggeri, quasi cercasse qualcuno che conosce. Quando arriva accanto a noi noto che Marika gli sorride. Lui ricambia e la saluta:
«Hola»
«Hola...» replica lei.
Il ragazzotto ha preso posto accanto a noi. Si è seduto con la schiena al finestrino e una gamba piegata sul sedile. Noto che, come ieri, è scalzo... Armeggia nella sua sacca e tira fuori il cellulare. Credo mandi un messaggio... Non so... Non me ne curo e torno a guardare fuori dal finestrino le rocce vulcaniche corrermi davanti. Vorrei schiacciare un pisolino, ma la guida sportiva degna d'un pilota di rally degli autisti di autobus di Fuerteventura non concilia affatto il sonno...
Marika ha preso il suo zainetto... Mette via il cellulare e prende dalla tasca davanti il sacchetto del tabacco. Non è una grande fumatrice... Fuma qualche volta quando usciamo con gli amici. In vacanza, però, le piace fumare qualche sigaretta in più. Se le fa da sola perché, dice, sono più leggere. E io non posso che fidarmi. Non fumo e non ho mai fumato. Fra i tanti vizi che ho, questo me lo sono risparmiato.
Marika prende una cartina dalla piccola confezione azzurra con la scritta Rizla, la stende, posiziona il piccolo filtro e il tabacco e la gira. Ne finisce una e si appresta a fare la seconda, quando una voce dall'altra parte del corridoio richiama la nostra attenzione.
È il ragazzotto, che sorridendo a Marika e parlandole in spagnolo, le chiede se per favore gli può dare una cartina. Marika sorride gentile e gli porge la confezione Rizla. Lui prende una cartina e la restitusce:
«Muchas gracias» ringrazia.
«Prego. Vuoi anche un po di tabacco?» risponde Marika, in italiano.
«No gracias...» risponde lui.
Il ragazzotto ci guarda...
«Siete italiani?» domanda.
Marika risponde affermativamente.
«Anche io sono metà italiano. Mia mamma è di Roma. Mio papà di Barcelona».
Il suo accento e tipico di uno spagnolo che parla italiano: la R marcata, le doppie consonanti messe un pò "a modo loro". Ma il suo italiano comunque è ottimo.
Ci dice che lui abita a La Oliva fin da piccolissimo, e che i genitori lavorano a Puerto del Rosario. Chiede da quanto siamo sull'isola, quando ripartiremo, se è la prima volta che veniamo qui... Marika risponde alle sue domande. Lui si è seduto nel posto lato corridoio e i due iniziano a chiacchierare. Le racconta di quando va a Roma a trovare i nonni materni e di quanto le piace l'Italia. Chiede noi di che zona siamo...
Li lascio chiacchierare e torno con lo sguardo al mio finestrino.
Giunti a El Cotillo scendiamo dal bus. Il ragazzino ci domanda se andiamo alla spiaggia di Los Lagos. Marika risponde di no, spiegando al giovane che andiamo a Lsa Petras. Lui chiede in che tratto di spiaggia scendiamo e Marika gli fa capire il posto. Il ragazzo ci dice che poco più avanti c'è un altra caletta, molto più bella e meno frequentata. Lui sta andando lì, e ci chiede se vogliamo andare con lui.
Accettiamo volentieri, desiderosi di provare un posto nuovo. Solo a questo punto lui si presenta:
«Mi chiamo Jorge! Molto piacere»
«Piacere mio, Marika»
«Io mi chiamo Michele, piacere».
Ci scambiamo una stretta di mano, mentre ci incamminiamo per le vie di El Cotillo.
Lui ci fa strada, dicendoci che, rispetto a dove andiamo noi di solito, ci sono circa 10 minuti di camminata per raggiungere la spiaggia dove ci sta conducendo. Ci spiega che è più tranquilla, con pochissimi turisti. I giovani del posto vanno li, perché la Guardia Civil e gli incaricati del comune non passano mai, preoccupandosi invece delle zone frequentate dai turisti. Quindi ai ragazzi piace il posto perché sono liberi di fumare erba, di bere vino e birra e di fare un po di baldoria, senza paura di essere ripresi dalle autorità. Ci spiega che, come d'altronde in tutte le spiagge, è consentito fare il bagno e prendere il sole completamente nudi, ma che in quella particolare caletta la cosa è molto frequente, sopratutto fra ragazzi e ragazze giovanissimi. Marika sorride, dicendo a Jorge che questa cosa è molto interessante. Poi si volta verso di me e ammicca divertita...
Una decina di minuti dopo arriviamo alla spiaggia. Scendiamo la scogliera e cerchiamo un posto un po riparato dal vento. L'oceano, la sabbia bianca a tratti venata dalla sabbia quasi nera creata dall'erosione delle rocce vulcaniche, dietro di noi la scogliera, alta una decina di metri. Il posto è stupendo e merita la camminata che abbiamo fatto in compagnia di Jorge. Come ci aveva detto, ci sono pochissime persone in confronto alla nostra solita spiaggia. A qualche decina di metri da noi, un gruppetto di sei ragazzi, direi fra i 12 e i 15 anni, giocano a torello sulla sabbia. Sono tutti completamente nudi, in libertà, senza imbarazzo. Poco distante, alcune ragazzine della stessa comitiva sono sedute sui loro teli da mare, chiacchierano e ridono, anch'esse nude. Direi che sono in una spiaggia naturista... Jorge mi osserva guardare la scena, poi mi sorride ed esclama alzando le spalle:
«Qua è così!»
Rispondo con un sorriso mentre inizio a sistemare le nostre cose...
«È davvero un posto incantevole! Grazie del consiglio» esclama Marika.
Lui risponde sorridendo, poi ci chiede se può rimanere un po con noi. Ci spiega che i suoi amici arriveranno solo nel primo pomeriggio, per cui ora è da solo. Lo accogliamo molto volentieri e iniziamo a sistemarci. Apro le nostre due tendine sistemandole a ridosso della scogliera, in modo che rimangano più riparate dal vento. Posiamo le nostre cose dentro e io invito Jorge a posare anche la sua sacca. Lui mi ringrazia... Poi si allontana qualche passo da noi, cerca qualcosa fra le rocce e solleva una grossa pietra squadrata, grande poco più di una scatola da scarpe. La sistema in piedi, accanto alle tende. Poi fa lo stesso con altre due. Le pietre devono essere pesanti, lo si intuisce dello sforzo e dalla tensione dei muscoli di Jorge. Posiziona la terza:
«Per sedersi! Eheh... Ufff... Sono pesanti...»
Tutti e tre ci togliamo copricostume e magliette, rimanendo Jorge e io in bermuda e Marika con un bikini bianco che esalta le sue forme e la sua abbronzatura. La aiuto con la crema, mentre Jorge si applica un olio a bassa protezione. Lo osservo qualche istante: è davvero giovane. La pelle abbronzata, i muscoli tonici e luminosi, un fisico asciutto ed energico, l'addome scolpito. Indossa le bermuda come pantaloni a vita bassa. Una sottile striscia di peli neri inizia poco sotto il suo ombelico, allargandosi fino a formare un triangolo verso il basso e scomparendo sotto il bordo del costume, indossato così basso da non coprire completamente i peli pubici. Quando ci da le spalle, possiamo vedere l'inizio del solco delle natiche, anche questo coperto da una fitta peluria nera. Finisce di darsi l'olio e, sorridendoci, si siede su una delle grandi pietre dopo aver preso la sua sacca.
Anche Marika e io abbiamo finito di proteggerci con la crema e ci sediamo a nostra volta. Marika ha preso una delle sigarette preparate sul bus e se l'è accesa... Dopo qualche tiro la offre a Jorge, che rifiuta cordialmente:
«Oh no, grazie comunque. Me ne faccio una, se a voi non spiace».
Dicendo questo prende dalla sacca una busta di plastica, di quelle per mettere gli alimenti in freezer. È evidente che dentro c'è della marijuana, e la cosa non mi stupisce affatto e non mi scompongo. Lui ci guarda e, mostrandoci la busta, domanda:
«Posso?»
«Si si, ok. Nessun problema.» risponde Marika sorridendo.
Jorge si tranquillizza e inizia a rollarsi una canna. Qualche secondo e l'accende. Il profumo mi raggiunge in pochi istanti. Come il fumo delle sigarette, anche questo non mi infastidisce anche se non sono fumatore e non ne faccio uso. Dopo un paio di tiri Jorge ce la offre. Marika sorride allungando una mano e accettando l'offerta. Mi guarda, forse per capire se la cosa mi può in qualche modo disturbare, ma le sorrido e lei inspira profondamente. La rende a Jorge, che la porge verso di me.
«No lui non fuma...» gli spiega Marika.
«Già! Grazie comunque Jorge...» sorrido.
«Ok... Ce la fumiamo io e te... Se ti va!» dice lui divertito a Marika.
«Volentieri...» e nel rispondergli, Marika allunga la mano, riprendendo la canna dalla mano di Jorge.
Perfetto, penso fra me. Abbiamo appena conosciuto questo ragazzino che forse non ha neanche 18 anni e siamo già qui a farci canne con lui... Ahaha.
Il pensiero, di per se, mi diverte. Li lascio al loro relax e recupero il mio zaino dal fondo della tendina per prendere la bottiglia e bere un sorso d'acqua.
Marika e Jorge stanno chiacchierando. Lei gli spiega di quanto è bella l'isola e di quanto le piacerebbe viverci, mentre il suo sguardo si perde verso le onde che si infrangono a qualche metro da noi. Lui la ascolta assorto, ma vedo che gli occhi del giovane Jorge sono più attratti dalle forme di Marika. I suoi occhi, svegli e penetranti, sono fissi sul seno di Marika, e solo quando lei torna con lo sguardo su di lui, Jorge distoglie forse imbarazzato il suo sguardo, tracciando solchi con i piedi sulla sabbia e guardando quelli.
Sono certo che Marika si è resa conto delle attenzioni del ragazzotto, e sono ancor più sicuro che lei sta già giocando al gatto col topo. Solo non so fino a che punto la mia ragazza ha intenzione di spingersi.
La canna è finita. Marika mi chiede l'acqua e io gli passo la bottiglia. Lei beve, poi la offre a Jorge che accetta e beve alcuni sorsi... Nel riprendere la bottiglia e passandomela, Marika esclama:
«Che ne dite? Ci facciamo un bagno?»
«Ok!» rispondo io. Adoro il mare e appena arrivo in spiaggia scalpito per tuffarmi e fare una nuotata.
«Va bene...» dice Jorge alzandosi dalla sua pietra e infilando la sua sacca nella tendina di Marika.
«Uhmmmm... Vedo che qui di ragazzi che fanno il bagno col costume non ce n'è. Quindi...» nel dire questo Marika si libera in pochi istanti del pezzo sopra del bikini, poi, senza pensarci, si sfila gli slip e rimane completamente nuda. Ora inizio a capire fin dove vuol spingersi quella deliziosa puttanella della mia ragazza.
Osservo Jorge, mentre Marika lancia il costume nella sua tendina: lui rimane qualche secondo spiazzato. Non riesce a staccare gli occhi dal corpo di Marika che, col chiaro intento di provocarlo, si stiracchia tenendosi le mani e distendendo le braccia verso l'alto, mostrando il suo seno grosso e sodo in tutta la sua arrapante bellezza. Non contenta, nello stiracchiarsi divarica leggermente i piedi e si alza sulle punte, e vedo gli occhi di Jorge scendere verso il pube completamente depilato di lei.
Voglio stare al gioco di Marika e anche io mi sfilo il costume. Il mio uccello, liberato dal tessuto, pende fra le mie cosce mentre mi avvicino a Marika che è rimasta in attesa di me e di Jorge.
«Vieni?» si rivolge lei al bel ragazzotto.
Lui è visibilmente in imbarazzo... Poi, raccolto il coraggio a due mani, si sfila le bermuda e rimane nudo. Noto subito che la sua abbronzatura è integrale, quindi ne deduco che è abituato a stare in spiaggia così come mamma lo ha fatto. Sono convinto che il suo imbarazzo è dovuto alla strabordante sensualità di Marika che, comunque, ha qualche anno più di lui e sicuramente a differenza delle ragazze della sua compagnia lei è già una donna fatta.
Sfilato il costume Jorge allarga le braccia, in un gesto che sembra dire “ecco qua”. Il suo uccello non è completamente flaccido, ma rivela una erezione appena accennata e subito smorzata dall'irruente e provocante mossa di Marika. Ha un bel cazzino, di dimensioni normali e dal pelo nero riccio e folto, lasciato al naturale.
Tutti e tre corriamo verso il mare, tuffandoci fra le onde d'impeto, così da limitare l'impatto dell'acqua fredda dell'oceano sui nostri corpi.
L'acqua è fantastica. Mi dilato alla sensazione di libertà che mi da l'Oceano. Mi immergo e nuoto sul fondo per una decina di metri, prima di riemergere e detergermi l'acqua salata dagli occhi. Poco distante Marika sta schizzando d'acqua il nostro giovane amico, che si ripara senza reagire. Torno verso di loro, ridendo divertito mentre Jorge soccombe alla spietata aggressione acquatica di Marika.
«Ahaha! Difenditi Jorge! Reagisci, sennò questa ti annega! Ahaha!» gli dico, mentre prendo le sue difese e inizio a schizzare Marika.
Jorge prende confidenza e si lascia andare, iniziando a schizzare acqua con entrambe le mani all'indirizzo di Marika. Io mi ritiro da una guerra che sennò sarebbe stata impari e rimango a guardarli, mentre Marika si riprende con un tremendo contrattacco che sorprende Jorge. Lui si gira per proteggersi e lei, rapidamente e senza smettere di schizzargli acqua, gli si avvicina alle spalle ed infine gli salta in groppa. Jorge rimane sorpreso, poi riesce a prenderla sotto le ginocchia mentre lei gli si aggrappa saldamente con le braccia al petto. Jorge minaccia di buttarsi all'indietro e per alcune volte finta la mossa. Marika gli si stringe sempre di più addosso, pregandolo di non farlo e dichiarando la resa. Jorge la lascia, e lei appena libera ricomincia l'attacco, risaltandogli addosso ma questa volta non alle spalle, ma di fronte. Lo cinge con le cosce alla vita e gli si avvinghia con le braccia alle spalle. Ora il seno di Marika è schiacciato sul petto di Jorge, e la sua fica gli preme all'incirca all'ombelico. Jorge è spiazzato. Lo vedo di nuovo in difficoltà, in imbarazzo. I loro volti sono così vicini... Le braccia di Jorge sono larghe, non sa dove appoggiare le mani sul corpo di Marika, è chiaro che non sa che fare... Lei lo fissa per qualche istante negli occhi, sorridendo maliziosa. Poi si slega e lo libera, alzando un braccio al cielo e saltellando reclamando la vittoria.
«Ho vinto io! Ho vinto io!» grida lei giuliva.
Il nostro amico stenta a riprendersi dopo quell'abbraccio così intimo e così fuori programma. Guarda verso il basso un po spaesato.
Prendo fiato e mi immergo, nuotando verso di loro. Poche bracciate e li raggiungo e, mentre riemergo, intravedo il corpo nudo di Jorge in acqua e capisco il disagio del nostro giovane amico. L'abbraccio di Marika gli ha provocato una bella erezione!
Appena riemergo incrocio il mio sguardo con quello di Marika. È un istante, e mi è chiaro che la mia furbetta fidanzata lo ha fatto a bella posta. Il suo sguardo è soddisfatto e capisco che non ha ancora finito di giocare col giovane Jorge...
Rimaniamo ancora diversi minuti in acqua, beandoci del dolce ritmo con cui le onde ci stanno cullando...
Infine, propongo di risalire. Marika aspetta Jorge, e entrambi mi seguono qualche passo indietro mentre mi dirigo verso le nostre tendine.
Prendiamo ognuno il proprio telo da mare e ci diamo una veloce asciugata. Io guardo l'ora e mancano pochi minuti a mezzogiorno... Jorge prende il cellulare dalla sua sacca, digita veloce sullo schermo e poi lo rimette via...
Marika, intanto, sta cercando un posto dove piazzarsi a prendere il sole, che a quest'ora è a picco. Qui bisogna scegliere con attenzione il posto in cui stendersi, perché il vento che sferza di continuo l'isola solleva sempre un po di sabbia, per cui bisogna trovare un posto riparato dal vento per evitare di ritrovarsi ricoperti di granelli. Marika prende posto fra le tendine e la scogliera, dove il vento trova meno sabbia da smuovere. Sistema il suo telino in microfibra e si siede. I miei occhi la ammirano dai piedi fino al viso: è stupenda come sempre. Prende la spazzola dal suo zainetto e si sistema i capelli. Li lega a coda con un elastico, in alto, sopra la nuca. Io mi perdo ad ammirare il suo seno, grande, sodo e perfetto. L'acqua dell'oceano ha inturgidito i suoi capezzoli rendendolo ancora più sexy. È seduta a gambe incrociate, ed il mio sguardo scende fino ad incontrare la sua fica, completamente esposta. Le piccole labbra fanno capolino rendendo la vista del suo sesso invitante.
Anche Jorge la sta divorando con gli occhi, non troppo preoccupato del fatto che lei o io ci possiamo accorgere delle sue attenzioni. Si è è asciugato con vigore i capelli, i cui ricci riprendono volume e poi si è avvolto nel telino, coprendosi le parti basse, ed ora è più occupato a studiare il corpo di Marika che a cercare un posto per sdraiarsi al sole.
Io mi sistemo accanto a Marika mi sdraio a pancia sotto, rimanendo appoggiato sui gomiti e con la testa sollevata, guardandomi intorno. Noto che Marika ha scelto un posto che ci isola dagli sguardi degli altri ragazzi sulla spiaggia: da un lato siamo coperti dalla scogliera e dall'altra dalle due tendine. Inizio a sospettare che la scelta del posto non è stata del tutto casuale, e Marika conferma i miei sospetti in pochi istanti.
Sorride a Jorge, apostrofandolo:
«Dai Jorge, vieni qui vicino a me... Mica ti mangio! Ehehe...» ridacchia lei. E io ho i miei dubbi riguardo al fatto che non lo "divori".
Jorge sorride e si avvicina. Appena è più vicino a Marika, lei ridendo gli prende a forbice le gambe con le proprie, facendolo quasi cadere. A stento Jorge si mantiene in equilibrio, poi si lascia cadere seduto sul telino di Marika, a pochi centimetri da lei. Come volendo continuare la battaglia conclusa poco prima in acqua, Marika lo prende per le spalle, costringendolo schiena a terra, e inizia a fargli il solletico. Jorge lo soffre, ed inizia a ridere ed agitarsi scompostamente, cercando di difendersi dai continui attacchi di lei ma facendo attenzione a non farle male. Io osservo tutto, divertito, ed aspettando la prossima mossa di Marika. Lei continua con il solletico, prima sui fianchi, poi sulla pancia, poi ancora sui fianchi, divincolandosi dalle difese neppure troppo convinte di Jorge. Poi la mano di Marika afferra il telino di Jorge, avvolto attorno alla sua vita, e con un gesto deciso glielo leva via.
In un istante Jorge smette di ridere. È rosso in volto per l'imbarazzo. Il suo cazzo è duro e completamente eretto, e Marika lo ha appena denudato. Percepisco il disagio di lui, che non sa più in quale direzione guardare. E Marika, come sempre, riprende le redini del gioco:
«Wow... Jorge... Mmmm...» cinguetta lei.
La mano di Marika scivola sull'addome di Jorge e in un istante gli afferra il cazzo. La mano di lei si muove su e giù giusto un paio di volte, dopo di che il movimento è più delicato ed intenso... Marika tira la pelle del cazzo di Jorge verso il basso, e la sua cappella è esposta.
Lui è esterrefatto. Incredulo. Senza parole. Mi guarda, fra il sorpreso e lo spaventato, mentre Marika si china col viso sul suo addome e, dischiudendo le labbra, prende in bocca il cazzo di Jorge. Io gli rispondo con un sorriso:
«Va tutto bene Jorge... Ma se non ti va Marika smette...»
«No no...» - si scioglie lui in un sorriso che stempera la sua tensione - «Me gusta mucho! Wow!»
Marika china un po la testa di lato e lo guarda negli occhi, sempre con il suo cazzo in bocca, ed abbozza un sorriso. Poi inizia a fargli un energico e rumoroso pompino.
Il cazzo di Jorge non è grosso. È un cazzo adolescente, di medie dimensioni. Ma il suo aspetto è quello di un cazzo duro e sempre pronto all'uso. Sparisce e riappare nella bocca calda di Marika, scivolando sulla sua lingua vellutata che, ne sono sicuro, sta massaggiando con dolcezza e vigore la sua cappella rossa e gonfia. Le labbra di lei si stringono intorno all'asta del ragazzino, e le sue guance si contraggono ad ogni risucchio. Lo sguardo di lui si perde guardando lontano, verso l'oceano, mentre il suo piacere aumenta sempre di più. Marika usa solo la bocca per spompinarlo, mentre le sua mani gli accarezzano l'addome e il petto. Poi torna ad afferrargli la base del cazzo e lo fa uscire dalla sua bocca, leccandosi le labbra. Lei cerca il suo sguardo, ed alla fine i loro occhi si incontrano.
«Mmmm... Che buon sapore questo uccellino...» gli sussurra lei.
Lui risponde con un largo sorriso carico di piacere e gratitudine, e mentre i loro sguardi rimangono legati a scrutarsi fino in fondo all'anima, lei scende con la bocca fino alle sue palle poi, a lingua aperta, lo lecca lentamente dai testicoli fino alla cappella, per poi riprendergli il cazzo in bocca ricominciando a succhiarlo con passione.
Jorge è seduto, le mani protese all'indietro sostengono il peso del suo busto, le gambe sono divaricate, leggermente piegate, ed offrono il suo cazzo duro alla bocca abile e assetata di Marika. Il ragazzo ha le labbra dischiuse e ansima, mentre il suo ventre si contrae facendo risaltare i suoi addominali scolpiti e sensualissimi. Marika lo succhia con una passione crescente. Lei è a gattoni fra le cosce di lui. Una mano appoggiata al pube di Jorge, mentre con l'altra ha iniziato a masturbarsi, alternando massaggi sempre più energici al clitoride con rapide e oscene penetrazioni nella sua fica bagnata.
Jorge trattiene il fiato. Sta per godere. Lei lo percepisce e inizia a segarlo velocemente mentre con la lingua aperta e fuori dalla bocca spalancata gli lecca energicamente il frenulo. La cappella di Jorge è ormai viola, gonfia, pronta a esplodere. Jorge chiude gli occhi e la sua testa riccia va all'indietro, mettendo in mostra il suo mento coperto da qualche pelo di barba da ragazzino, la sua gola ed il pomo d'Adamo. I muscoli tonici del suo corpo asciutto e abbronzato sembrano contrarsi tutti insieme, facendolo apparire potente e sexy. Infine emette un leggero grido, e dal meato della sua cappella schizza un lungo e copioso fiotto di sborra bianca che segna il viso di Marika lungo la fronte e il naso, fino alla bocca. Un secondo schizzo, poi un terzo e un quarto. Marika ha portato le sue labbra davanti alla cappella di Jorge, ed ogni schizzo di sborra gli si perde in bocca. La sborrata del giovane è abbondante, e Marika sembra gradire. Jorge riapre gli occhi e fissa il suo sguardo in quello della mia giovane e porca fidanzata. Lei lo guarda, ancora arrapata, aprendo la bocca permettendogli di vedere tutto il suo sperma nel cavo orale di lei. Poi Marika richiude le labbra e ingoia la sborra del giovane Jorge. Non soddisfatta, usa la cappella di lui per portarsi alla bocca lo schizzo che le segna il viso... Infine spreme con due dita il cazzo di Jorge, bevendo l'ultima goccia di sperma che gli cola dall'uccello.
Marika sorride e Jorge è in estasi.
Lei lo raggiunge e gli da un dolce bacio sulla guancia, poi lo guarda negli occhi e gli dice:
«Ora, però, tocca a me godere!»
Marika si stende a pancia in su, piegando le ginocchia verso le spalle e offrendo la sua fica alla vista di Jorge. Si apre le labbra con gli indici di entrambe le mani e si rivolge al nostro giovane amico:
«Fammi sentire come la lecchi...»
Jorge ride divertito:
«Oh si guapa! Non vedevo l'ora!»
Poi mi guarda, come se cercasse il mio consenso. Io annuisco e lui si stende con la testa fra le cosce di Marika. Il volto di Jorge scompare, nascosto dalla sua folta chioma riccia, mentre Marika inizia ad ansimare godendo della lingua di lui.
«Il ragazzo ci sa fare...» mi dice lei, mentre le sue mani afferrano ed accarezzano la testa di Jorge.
«Lecca bene?» le chiedo io, non per avere una conferma di quello che mi ha appena detto, ma perché mi diverte e mi eccita farla parlare mentre gode.
«Si... Oh siii... mmmm... Vieni qui anche tu...» mi invita lei.
Mi avvicino e, rimanendo in ginocchio, avvicino il mio cazzo duro al suo volto, offrendolo alla sua bocca. Marika si piega un po di lato con il collo e mi prende l'uccello in bocca. Anziché farmi spompinare, sono io che inizio a scoparle la bocca, con movimenti lenti e profondi. Lei me lo succhia, mentre il suo corpo freme per il lavoro di lingua di Jorge.
Lui è in ginocchio fra le gambe di Marika, un po come poco prima lei era stata in ginocchio fra le sue. Marika ha le gambe piegate e ben aperte, e le sue mani continuano a tener serrato il viso di Jorge sulla sua fica. Continua a succhiarmi il cazzo, ma non ci sta mettendo molto impegno. Capisco che sta per godere ed è più concentrata sulle sensazioni che il suo corpo le sta trasmettendo.
Sento Jorge succhiare, e vedo la sua testa muoversi ritmicamente fra le cosce di Marika. Qualche istante, poi lei lascia uscire il mio cazzo dalla sua bocca, il suo viso assume un'espressione contratta, inarca la schiena e le sue mani aumentano la pressione sulla nuca di Jorge. Marika non ti chiede se può goderti in bocca; lei ti blocca la testa sul suo sesso e ti travolge col suo orgasmo. Marika squirta, e le sue squirtate sono incredibilmente abbondanti, calde e agrodolci. Ha alcuni violenti spasmi, poi l'orgasmo, e il viso e la bocca di Jorge sono investiti dal getto caldo della fica sazia di Marika.
Adoro vederla godere... il suo corpo ha ancora piccoli fremiti. i suoi capezzoli sono turgidi e violacei e la pelle fra il suo seno ed il collo è rossa per il godimento. Ansima e sorride...
Jorge riemerge dalle cosce di lei. Il viso bagnato di broda e un sorriso beato stampato sulla faccia. Il cazzo del ragazzo è di nuovo in tiro. I due si guardano...
«Ti è piaciuta?» domanda lei a lui.
«Mmm... Buona buona!» sorride Jorge.
«Ti va di leccarmi il culo?» gli chiede Marika, e nel rivolgergli la domanda ripiega le gambe verso le spalle e solleva un po i lombi, offrendo al giovanotto il buchetto di dietro. Lui ci pensa un istante, poi sorride e si rituffa fra le cosce di Marika, affondando la sua lingua nel solco delle natiche della mia donna e iniziando a leccarle il buco del culo. Lei gli riprende la testa fra le mani, premendogli questa volta il viso sul suo ano. Marika adora il rimming, e so che si farà leccare il buco del culo da Jorge finché non si sarà saziata della sua lingua.
Marika mi guarda con un espressione divertita e annuisce. Mi fa intendere che Jorge ci sa fare e si sta impegnando, massaggiando a fondo con la propria bocca e la propria lingua il buco del culo di Marika. Io le rimetto il mio cazzo fra le labbra, chiavandole di nuovo la bocca.
Marika mi spompina finché non decide che il lavoro di bocca di Jorge l'ha soddisfatta, quindi mi lascia di nuovo il cazzo e solleva il viso di Jorge ancora sprofondato a leccarle l'ano. Lo guarda e lo invita verso di lei. Gli prende il viso fra le mani e gli affonda la lingua in bocca. Lui le rende il bacio, mentre lei con una mano gli afferra il cazzo duro e lo guida verso la sua fica. In un istante Marika si fa penetrare da Jorge, che inizia a scoparla. Marika si fa scopare per qualche istante, poi ferma Jorge, si libera dal suo abbraccio e si mette a pecora. Ora Jorge è alle sue spalle, si appoggia ai suoi fianchi e la penetra ancora, ricominciando a scoparla. Io mi piazzo seduto e a gambe larghe davanti a Marika, che riprende a spompinarmi. Marika mi tiene stretto il cazzo alla base e con il gomito sostiene il peso del suo corpo, mentre con l'altra mano inizia a sgrillettarsi. Io osservo Jorge, che si sta chiavando la mia donna con un buon ritmo, costante e potente. Dimostra di saper usare l'uccello altrettanto bene quanto la sua bocca. Marika gode!
Jorge si sta comportando bene. Dopo essersi vuotato le palle nella gola di Marika, riesce a chiavarla senza correre il rischio di venire troppo presto. È stupendo vederlo fottere. Un ragazzo così giovane, bello, selvaggio e acerbo al tempo stesso che scopa una donna bella e sensuale sulla spiaggia, in pieno giorno e a pochi passi dall'oceano. Siamo tutti e tre arrapati oltre ogni modo. Le mani di Jorge stringono i fianchi di lei e Marika ha giá avuto almeno un paio di orgasmi grazie alle pompate di lui e al massaggio clitorideo che lei continua a praticarsi.
Io mi godo la bocca vellutata di Marika, controllandomi per non sborrarle in bocca troppo presto.
Marika ha un altro orgasmo. I movimenti spasmodici dei suoi lombi ne sottolineano l'intensità. Marika smette di masturbarsi il clitoride e sposta la mano fra le sue natiche. La mano è completamente bagnata dalla broda della sua fica. Inizia a masturbarsi l'ano, prima solo esternamente, poi con un movimento deciso si penetra con il dito medio, subito seguito dall'indice. Si masturba violentemente e oscenamente il buco del culo per diversi secondi poi, smettendo di spompinarmi, si volta verso Jorge. Non gli dice una sola parola... Fissandolo negli occhi gli afferra l'uccello appena uscito dalla sua fica, porta la cappella viola e gonfia del ragazzo sul suo sfintere e in un istante fa entrare il cazzo di Jorge nel suo buco del culo.
Marika lo prende facile, senza neppure una smorfia di fastidio, abituata com'è a prendersi in culo il mio cazzo e il cazzo dall'enorme cappella di Davide. Il suo sguardo da troia è carico di lussuria...
«Sfondami il culo!» dice lei a Jorge, poi si gira verso di me e me lo riprende in bocca.
Jorge è al settimo cielo. Sorride, trattenendo a stento il riso, mentre inizia a pompare il culo di Marika. I suoi occhi fissano il suo uccello mentre scompare e riappare inghiottito dal buco del culo di lei.
«È la prima volta che inculi?» gli domando.
Lui annuisce.
«Ti piace? Com'è il culo di Marika?» lo stuzzico io.
Jorge non risponde subito, preso com'è dalla sua prima inculata.
«Caldo...
Stretto...
È bello...» mi dice infine, ansimando soddisfatto.
«Sborrale nel culo, allora! Scopala forte e godile dentro» dico a Jorge con tono deciso.
A queste mie parole percepisco un sorriso soddisfatto di Marika, che aumenta l'intensità del pompino che mi sta facendo.
Jorge è aggrappato ai fianchi di Marika e le pompa il culo sempre più furiosamente, gemendo al ritmo del suono che i suoi lombi producono quando sbattono contro le chiappe sode di lei.
Marika continua a protendere all'indietro il suo culo, per farsi penetrare più a fondo dal cazzo duro del nostro nuovo amico. Si sta facendo scopare da vera troia. Dimena il culo, spinge indietro, segue il ritmo delle pompate di Jorge mentre i suoi gemiti di lussuria sono soffocati dal mio cazzo saldamente conficcato fra le sue labbra. E la sua mano è ritornata sul suo pube, e le sue dita si violentano la fica sazia e grondante broda.
Ho voglia anche io della sua fica, e ho voglia di mangiarmela tutta. In pochi attimi mi infilo agilmente sotto di lei e arrivo con la bocca fra le sue cosce. Lei mi riprende subito l'uccello in bocca, mentre io ammiro da una posizione privilegiata il cazzo di Jorge che le pompa il culo. Sento l'odore del sesso di lei mischiato all'odore del giovane maschietto che la sta possedendo.
Osservo il tronco del cazzo di Jorge stretto nell'abbraccio del buco del culo di Marika... la pelle del buco di lei è tesa e segue i movimenti veloci dell'uccello del ragazzo. La mia eccitazione sale alle stelle.
Affondo la mia bocca nella fica di Marika, non senza qualche difficoltà. In questa posizione mi devo protendere con il collo verso il suo sesso, e mi ritrovo con i coglioni di Jorge che mi sbattono sulla fronte. Succhio avidamente i liquidi dalla fica di Marika, poi inizio a lavorarle il clitoride, succhiandolo fra le labbra. Lo massaggio slinguazzandolo rapidamente, alternando le mie leccate fra il clitoride e l'orifizio vaginale. Jorge le pompa il culo come un ossesso, ormai prossimo all'orgasmo, mentre lei mi sta succhiando il cazzo come una assatanata.
Vedo le palle di Jorge risalire, ormai pronte a esplodere. Marika freme, trema, si irrigidisce ed ha un nuovo violento orgasmo. Mi lava letteralmente la faccia squirtando abbondantemente... La contrazione dei muscoli di lei permette a Jorge di raggiungere l'orgasmo, e lo sento ansimare per il godimento mentre sborra nel culo della mia ragazza. Pochi istanti, ed anche io mi lascio andare raggiungendo l'orgasmo... Gli schizzi del mio sperma riempiono la bocca di lei, che golosamente ingoia tutto...
Rimaniamo qualche istante immobili... Poi Marika, ancora con l'uccello di Jorge nel culo, solleva il busto cercando con le mani il corpo di lui. Io scivolo fuori dalla posizione in cui mi trovo, e ritorno ad ammirare il viso carico di lussuria della mia donna, che dopo aver inarcato la sua schiena contro il petto del ragazzo gli sta accarezzando il viso, mentre lui la bacia sul collo.
Infine lei si stura il culo dal cazzo di Jorge e si abbandona sul telino... La mano di Marika raggiunge le proprie natiche, le dita scompaiono nel solco bagnato di piacere e ne riemergono dopo aver raccolto lo sperma di Jorge che sta colando dal buco del culo aperto di lei. Marika osserva il rivolo di sperma e di umori sulle proprie dita. Fissa soddisfatta Jorge e a lingua aperta si lecca via lo sperma ancora caldo appena colto dal suo culo.
Io penso solo a quanto è porca la mia donna, compiacendomi della cosa.
Jorge sorride, stravolto dalla cavalcata, poi si lascia andare sulla sabbia calda riprendendo fiato. Gli occhi chiusi, un sorriso beato stampato sul volto, il sole fa brillare il suo corpo imperlato di sudore.
Marika mi guarda e mi strizza l'occhio ed io contraccambio il suo gesto di complicità con un sorriso soddisfatto. Bevo un sorso d'acqua e poi le passo la bottiglia, mentre torno a sdraiarmi sul mio telino accanto a lei.
Chiudo gli occhi e mi godo il sole, accarezzato dalla brezza del mare, cullato dal pensiero di quanto è troia la mia ragazza. Infine mi addormento...

Vengo risvegliato dalla suoneria chiassosa di un cellulare. Jorge risponde e parlotta in spagnolo con qualcuno. Stanno arrivando i suoi amici... Un po indeciso, Jorge raccoglie le sue cose. Marika lo rassicura con un sorriso, ringraziandolo per la compagnia e per averci fatto conoscere la spiaggia. Ma ammicca, rivolgendo un occhiata al cazzo di Jorge:
«Ci vedremo ancora, Jorge?»
«Si si... Spero di si... Ehehe...» ridacchia lui rimettendosi il costume.
«Bene... Allora ci rivediamo sull'autobus...» continua lei.
«Si okkey... Grazie... Grazie di tutto...» risponde il ragazzo che intanto sta per incamminarsi per incontrare i suoi amici.
«Jorge... Ma quanti anni hai?» gli chiede Marika. Ed in effetti anche io mi sto chiedendo quanto è giovane il nostro amichetto. Mi stupisco che Marika se ne stia preoccupando dopo essersi concessa in quel modo ad un ragazzino appena conosciuto sull'autobus.
La risposta arriva, da un Jorge sorridente che si sta allontanando sulla spiaggia:
«17... Compiuti l'altro mese...»
Ci saluta con un cenno della mano, poi si volta e se ne va...
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