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La mia ragazza e io: bisogno di normalità


di 85bisexcouple
25.09.2015    |    6.179    |    2 9.9
"Ma sempre e solo nella mia fantasia..."
Dopo mesi durante i quali ho dovuto subire abusi e soprusi da parte di Marika e Davide, la mia mente è ormai sconvolta e il mio morale ha il sapore della sconfitta. Inizio ad essere provato da questa situazione e sento sempre più il bisogno di normalità, di qualcosa che assomigli all'affetto che ricevevo un tempo. Ne sento sempre più il bisogno, come l'aria che respiro, e sto cercando di capire in che modo ottenerlo e, sopratutto, da chi. A causa della mia complicata vita di coppia, sto attraversando uno di quei periodi di facile infatuazione pansessuale. Provo attrazione fisica ed affettiva per una moltitudine di persone, sulle quali poi mi perdo a fantasticare... La ragazza della panetteria; l'ultima stagista entrata al lavoro; il ragazzo dell'autolavaggio; la cassiera del supermercato; un ragazzo della palestra... Femmine, maschi, accomunati solo dalla loro giovinezza e dall'energia che mi trasmettono. Ma tutto si ferma alla mia fantasia... Non saprei come approcciarli... Non riesco più a fare distinzione di genere. Non mi ritengo più un eterosessuale. E forse neppure bisessuale, visto che la mia attrazione per i ragazzi giovani e belli non è soltanto fisica. È emersa la mia inclinazione pansessuale, e l'accetto assecondandola. Ma sempre e solo nella mia fantasia.
Questo è valso fino a venerdì, quando sono riuscito a raccogliere il coraggio e farmi avanti...
Esco dal lavoro verso fine pomeriggio. Uscendo dalla zona industriale e entrando in paese, mi fermo dal panettiere a ritirare il mio sacchetto di pane fresco. È consuetudine ormai da anni che la ragazza mi tiene da parte il pane, che ritiro appena uscito dal lavoro. Lei è buona come il pane che mi vende... Giovane, pulita, un fisico burroso, uno sguardo angelico e due tette fantastiche. Sempre sorridente e gentile. Le pago il pane e, sorridendole e augurandole un buon fine settimana, esco dalla bottega con il mio sacchetto e mi rimetto in marcia. Ho l'auto aziendale. Guido la mia berlina tedesca, uno dei benefit per il ruolo che ricopro in azienda, verso l'autolavaggio a metà strada fra lavoro e casa. Ho un lavaggio pagato dall'azienda ogni due settimane, e ho preso l'abitudine di fermarmi all'autolavaggio di venerdì pomeriggio. Sono quasi le 19 quando arrivo sul piazzale del distributore attiguo all'autolavaggio. Mi immetto nella corsia che mi porta sulla postazione per il lavaggio. Non la lavo mai con i rulli. Vengo qui perché la lavano a mano. Lancia, spugna e olio di gomito. Poi asciugatura con pelle di daino e una accurata pulizia degli interni. Il ragazzo dell'autolavaggio è un romeno poco più che ventenne. È tre anni che lava macchine. Lo ricordo quando aveva cominciato a lavorare qui: un ragazzino sbarbato forse appena maggiorenne. Capelli castano chiaro portati un po a cresta come fanno i ragazzi più giovani, occhi nocciola, uno sguardo furbetto e simpatico. Ha il pizzetto, appena accennato, quasi a voler dimostrare di avere la barba. Non è molto alto, forse 1 e 70, nella sua tuta da dipendente della stazione di servizio. Col caldo lavora senza la parte superiore della tuta, indossando magliette sbiadite e logore. Ha il tipo di fisico che più mi attrae. Longilineo, non palestrato ma in forma, ventre piatto, agile ed energico. So che è tardi. Qui staccano alle 19 e per lavare l'auto fuori e dentro gli serve una mezz'ora. Mi saluta con un cenno della mano e si avvicina al finestrino: "Ciao! È un po tardi..." mi dice, guardando l'orologio.
"Dai, porta pazienza... Fai uno strappo..." gli rispondo sorridendo.
Mi fa cenno di avanzare, mentre chiude dietro di me la sbarra di accesso al piazzale. Poi si allontana un attimo e va a parlare col suo capo. Non è la prima volta che arrivo un po' troppo tardi, ma il ragazzo sa che con me non ci rimette. Le altre volte che sono arrivato troppo tardi gli ho sempre lasciato 20€ di mancia, oltre al prezzo del lavaggio. Qui non è consuetudine lasciare mance, e non credo che lui ne riceva molto spesso. Fermo l'auto nella postazione di lavaggio, mi assicuro che i finestrini siano ben chiusi e scendo. Faccio sempre due chiacchiere col ragazzo mentre mi lava la macchina. Parliamo per lo più di cazzate, le solite cose di cui parlano persone estranee di sesso maschile: calcio, ultima partita, campagna acquisti sbagliata. Mentre lavora non posso fare a meno di guardarlo affamato, fantasticando su di lui e cercando di intuire ogni forma del suo corpo attraverso la tuta e la maglietta. È proprio un bel tipo. Finiti gli esterni, apre le quattro portiere ed incomincia ad aspirare gli interni. Si piega a 90, appoggiando un ginocchio sul sedile ed offrendomi la vista del suo posteriore. Il sedere è sodo e incredibilmente eccitante. Non gli stacco gli occhi di dosso per un solo istante... La mia mente corre, accarezzando con la fantasia il suo corpo, il suo viso, i suoi capelli. Penso a quanto sarebbe bello poterlo avere, potermi dare, ma realizzo subito che è impossibile. O forse no?
Quando finisce il lavoro, mi si avvicina sorridente. Tiro fuori il portafogli per pagarlo. Ho diversi pezzi di taglio più piccolo, ma scatta qualcosa nella mia mente e tiro fuori un pezzo da 100, scusandomi per non avere tagli più piccoli. Mi risponde spiegandomi di non avere resto da darmi, siccome il capo piazzale è andato via alle 19, poco dopo il mio arrivo, chiudendo la cassa e portando con se l'incasso della giornata.
Di fronte alla stazione di servizio, sull'altro lato della statale, c'è un pub abbastanza noto in zona sia per la qualità della cucina che per la scelta di birre. Senza pensarci due volte, gli dico sorridendo:
"Se ti va, andiamo là a farci una birra. Così cambio e ti posso pagare... Se non hai fretta di tornare a casa!".
"D'accordo! Una birra non la rifiuto mai! Eheheh!" mi risponde.
Attraversiamo la strada e entriamo nel locale. Gli indico un tavolino, anziché il bancone, e uno dei camerieri ci porta le liste. Lui lo saluta chiamandolo per nome: è evidente che lavorando qui di fronte è un cliente, e forse il cameriere lo è alla stazione di servizio.
Ordiniamo due birre in bottiglia e continuiamo il discorso sulla campagna acquisti dell'Inter interrotto poco prima. Il locale è già abbastanza pieno per essere solo le 19 e 30, ma veniamo comunque serviti velocemente.
In breve il discorso si sposta sulle nostre vite private. Lui mi ha già visto diverse volte rifornire la macchina mentre Marika è con me, quindi mi chiede se sono sposato e mi fa i complimenti per la bellezza di lei. Gli spiego anche dove lavoro e che cosa faccio. Quindi lui mi racconta della sua vita, di quando è arrivato in Italia appena quindicenne e della ragazza a Bucarest, che vede di rado. Mi parla un po' della sua relazione a distanza, e io immagino quanto sia dura una simile situazione quando si hanno 21 anni e gli ormoni a mille, mentre lui mi dice che proprio domattina partirà per la Romania, dove rimarrà fino a metà della prossima settimana con la sua ragazza. Lo stuzzico scherzosamente, insinuando che uno come lui avrà un sacco di "amichette" che lo soddisfano qua in zona. Lui mi garantisce invece che non è così, ma lo dice con un tono e un atteggiamento poco convincente. In breve finiamo le nostre birre. Gli propongo un secondo giro, e lui accetta di buon grado. Continuiamo a chiacchierare, finendo anche il nostro secondo giro di birra, quindi mi alzo e vado a pagare.
Appena usciti, do al ragazzo i soldi per il lavaggio della mia macchina e i 20 € di mancia che si merita per avermi servito fuori il suo orario di lavoro.
Attraversiamo la strada e ci ritroviamo nell'area di servizio. Lo saluto, augurandogli una buona vacanza e dandogli appuntamento fra due settimane. Poi, sicuramente un po su di giri per le due birre a stomaco vuoto, gli rivolgo una battuta un po spinta, ma che già nella mia mente ha un secondo fine:
"Hey, mi raccomando, prima di partire vedi di svuotarti bene le palle, sennò appena vedi la tua ragazza rischi di venirti nei pantaloni! Ahahaha!"
Lo dico ridendo, ma guardandolo fisso negli occhi, per osservare ogni sua reazione. D'altronde non siamo due coetanei. Lui è molto giovane, e io ho 15 anni più di lui, quindi capisco quanto la mia battuta sia inappropriata e possa metterlo in imbarazzo.
Ma lui si mette a ridere divertito.
"Ahahaha! Eh si! Mi sa che hai proprio ragione. Ho un sacco di arretrati da smaltire, sennò rischio di fare una figuraccia! Ahahaha".
È qui che, complici le birre e l'euforia del momento, dico quello che in condizioni diverse non avrei mai detto:
"Bhe, senti, se ti serve una mano te la do volentieri...".
Appena queste parole mi escono dalla bocca, ho un nodo allo stomaco. Che sto facendo? Sono impazzito? Cerco di rimediare, e mi metto a ridere, come se la mia fosse stata solo una battutaccia.
Ma lui mi guarda serio. Non capisco se si è incazzato, e credo che forse ho esagerato davvero. Ma poi mi spiazza:
"Una mano? Umpf... Magari non basta!"
Le sue parole mi sorprendono. Sta scherzando, stando al mio gioco? Ora sono confuso. Non so se andarmene o rimanere... Poi lui mi sorprende:
"Okay! Se vuoi darmi una mano, l'accetto volentieri! Ehehe!"
Sono frastornato... Stupito... Ma poi connetto. Era quello che volevo, dopotutto.
"Okay... Adesso? Qui?" gli domando.
"Si... Vieni..." mi dice, facendomi cenno di seguirlo e incamminandosi verso un box adiacente all'area di lavaggio.
Estrae un mazzo di chiavi dalla tasca della tuta e apre la porta. Entriamo, e lui la richiude a chiave alle nostre spalle. Il box è un piccolo magazzino con attrezzature per l area di servizio, scatoloni, uno scaffale carico di raccoglitori della contabilità. Mi fa strada fino in fondo, dove c'è una porta che entra in un ufficietto con una scrivani, una sedia e una sorta di divano/branda. Lui mi indica il divanetto:
"Qui faccio i miei riposini in pausa pranzo... E altro... Ehehe" mi spiega, facendomi intuire che questo è anche il suo "scannatoio".
"Allora?" mi dice con un sorriso molto provocante. "Mi dai una mano?"
"Certo... Volentieri..." gli rispondo, sorridendo altrettanto provocatoriamente.
Si slaccia la cintura dei pantaloni, poi i bottoni e la zip della tuta. Lo sto mangiando con gli occhi. Quanto è buono!
La tuta, appesantita da qualcosa nelle tasche, gli è caduta alle caviglie. Indossa dei boxer grigi da discount, con la scritta UOMO sull'elastico. Osservo il suo pacco, e ho già l'acquolina in bocca. Senza fretta, si abbassa i boxer fino alle ginocchia. Il suo uccello mi si mostra flaccido, penzolando fra le cosce, mentre io mi incanto a guardarlo, consapevole che lui mi sta osservando sorridendo.
Mi avvicino...
"Posso?" gli domando, senza staccare gli occhi dal suo sesso.
"Certo... Ehehe...".
Glielo prendo in mano, delicatamente, massaggiandolo con movimenti lenti.
Dopo pochi secondi sento che inizia a irrigidirsi. Una mano del ragazzo mi si è appoggiata su un braccio, accarezzandomi fino alla spalla per finire dietro la mia nuca. Senza che io mi renda esattamente conto di cosa sta succedendo, lui avvicina la sua bocca alla mia, baciandomi sulle labbra e infilando la sua lingua nella mia bocca, cercando la mia. Mi bacia con passione, mentre il suo cazzo è diventato duro nella mia mano, e il mio ha fatto altrettanto nei miei pantaloni.
Il nostro bacio è lungo e incredibilmente appassionato. Poi lui si stacca, fissandomi negli occhi. Poi mi chiede, sorridendo:
"Tua moglie lo sa?".
Mi scappa da ridere. Non gli rispondo, ma gli stampo un bacio sulle labbra. Intuisce che, forse, è meglio non fare simili domande.
Abbasso il mio sguardo sul suo cazzo. Ora e duro, e delicatamente lo scappello. È nella media, credo una quindicina di centimetri. Completamente e perfettamente depilato, già pronto per soddisfare la ragazza di Bucarest. Ma non prima che io lo abbia vuotato! Ne ho appena svelato la cappella, ritraendo il prepuzio, e subito le mie narici sono raggiunte dal suo odore di maschio. Dopo una lunga giornata di lavoro, i suoi odori sono intensi ed eccitanti, e non mi disturbano affatto. Lo sego qualche istante, poi cedo ai miei istinti e mi accovaccio. Lo guardo fisso negli occhi, e lui ricambia il mio sguardo con un sorriso compiaciuto. Lo tengo con tre dita spostandolo verso l'alto e a lingua aperta, senza staccare i miei occhi dai suoi, assaggio i suoi testicoli percorrendo la sua asta dura fino al frenulo. Lui ha un fremito, mentre sulla mia lingua il sapore salato del suo uccello mi provoca un ondata di caldo ed eccitazione. Lo prendo in bocca, e inizio a succhiarlo profondamente e molto lentamente. Subito le mie ghiandole produco un mare di saliva, mentre la sua cappella morbida e gustosa mi massaggia il palato. Do il meglio di me, succhiandolo con passione e trasporto. Entrambe le mie mani sono corse ad aggrapparsi alle sue natiche sode, lasciando solo alla mia bocca e alle mie labbra il lavoro sul suo uccello duro.
Sta ansimando, mentre sento nelle mie mani le sue natiche contrarsi e i suoi lombi spingere il suo cazzo nella mia bocca. Ora do il meglio, ingoiando il suo uccello e iniziando a fargli un succoso pompino di gola. Lascio la mia salda presa dal suo culo fantastico, prendendogli entrambe le mani nelle mie... Continuo a succhiarlo fino in gola, e accompagno le sue mani sulla mia nuca: lui la afferra. È il mio silenzioso invito a scoparmi la bocca e la gola, e lui lo accetta. Mi spinge il suo bel cazzo fino in gola, e mi ritrovo col naso schiacciato sul suo pube depilato. Qualche secondo, poi inizia ha scoparmi la bocca con un movimento lento e profondo. Con le mani inizio a tastarmi il cazzo nei pantaloni e poi, senza ritegno, mi infilo una mano nei boxer, da dietro, cercando il mio buco del culo. Lo trovo e inizio a massaggiarlo energicamente e poi a sditalinarlo come un indemoniato. Il suo cazzo continua a scoparmi la bocca, con un movimento sempre più convinto. Lo lascio fare ancora un po', poi con una mano glielo afferro alla base e mi libero delicatamente dalla sua presa... Cerco di nuovo il suo sguardo, accarezzando con gli occhi il suo ventre piatto e i suoi bei pettorali pieni.
"Ti va di scopare?" gli domando, con un filo di voce.
Lui annuisce con la testa, emettendo il suono di gola tipico di chi acconsente.
Mi lascia solo qualche istante, mentre si avvicina ad un piccolo armadietto metallico. Mentre cammina dandomi le spalle non stacco un istante gli occhi dai suoi glutei. In quei pochi secondi mi libero di scarpe, calze, pantaloni, camicia e boxer, rimanendo completamente nudo, e mi siedo sul divano. Torna con un due preservativi, ed anche lui si spoglia nudo. Mentre apre uno dei due condom, io lo guardo ammirando la sua bellezza e l'energia giovane e carica di passione che emana. È un concentrato di erotismo. Piedi piccoli, le gambe tornite e coperte da una riccia peluria castana. Il cazzo, non grande, ma duro, potente e bello, sostenuto da due palle piene di caldo succo. Il pube e l'addome perfettamente depilati. E quei due fantastici pettorali, non grossi da palestra, ma allenati dal lavoro, arricchiti da capezzoli piccoli e bruni. Il suo volto è così angelico. È bello da morire. In pochi istanti calza il preservativo e mi si avvicina, mentre io raccolgo le mie gambe verso le spalle per offrirgli il mio buco.
"Non è la prima volta, vero?" mi sussurra, mentre con una mano guida la sua cappella sul mio buco.
"No no..." rispondo con un filo di voce.
In un attimo la sua cappella mi dilata lo sfintere e penetra nel mio retto. La sua spinta e gentile, graduale, ed il suo cazzo mi entra tutto dentro senza provocarmi dolore, ma solo desiderio e piacere. Era una vita che non venivo scopato con tanta dolcezza e tanto riguardo.
Appena mi è tutto dentro, mi abbraccia teneramente, regalandomi un bacio che mi fa letteralmente sciogliere. La sua lingua cerca la mia, entrandomi in bocca. Sento il suo pizzetto solleticarmi il mento, mentre rispondo al suo bacio accogliendo la sua lingua e accarezzandola con la mia, mentre il sapore della sua saliva mi riempie la bocca.
Mentre mi bacia, inizia a scoparmi con movimenti lenti, ma molto profondi. Sto provando un piacere immenso. Per un tempo che non so quantificare, la sua lingua danza con la mia mentre il suo uccello duro mi scopa il buco del culo.
Si stacca dalla mia bocca, cercando una posizione più agevole per lui. Mi afferra entrambe le caviglie con le mani, allargandomi le gambe e spingendole un po più indietro, mentre i suoi lombi iniziano ad pomparmi con più vigore e maggiore intensità.
"Wow! Che culetto!" mi dice sorridendo, mentre osserva il suo cazzo pomparmi il culo. Io invece continuo a mangiarlo con lo sguardo, godendomi il suo uccello e segando energicamente il mio.
Mi sta scopando con sempre maggiore intensità. Capisco che non durerà ancora molto... Il suo volto è contratto, mentre trattiene il fiato e si morde il labbro inferiore. Mi da ancora qualche colpo energico, poi viene con un lungo sospiro.
Accelero il ritmo della mia mano sul mio uccello, mentre lui mi è ancora dentro, ed anche io sborro pochi secondi dopo di lui, riversando il mio seme sul mio petto...
Lentamente il suo uccello lascia il mio culo, e io non posso non notare il serbatoio del preservativo gonfio di sperma. Il mio lava macchine mi sorride, soddisfatto e felice.
"Bhe, grazie per avermi aiutato... Avevo proprio bisogno di vuotarle...".
"È stato davvero un piacere... Spero solo di poterti ancora aiutare..." gli rispondo, speranzoso che questa non sia stata una botta e via.
"Certo... Va bene anche fra due venerdì..."
Gli rispondo con un sorriso, mentre entrambi ci risistemiamo...
Dopo pochi minuti usciamo dal box. Ci salutiamo e ci avviamo lui al suo motorino, io alla mia macchina.
Mi avvio verso casa, felice come non lo ero da un sacco di tempo. Finalmente qualcosa di "normale"...
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