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Lui & Lei

A un passo da Lei


di Turquoise
18.05.2023    |    3.173    |    37 8.8
"Avevano una sintonia innata che li rendeva complici e il desiderio tra loro era reciprocamente alto..."
Eva aprì gli occhi al nuovo giorno in largo anticipo sulla sveglia. Aveva dormito come un bimbo e fremeva dall’eccitazione. Si alzò dal letto, accese la moka già pronta sul gas e andò alla toilette. Mentre urinava amava trattenere e poi rilasciare la pipì. Era un facile esercizio per mantenersi tonica anche lì sotto.
Come sempre faceva tutte le mattine, si perse pochi minuti nei suoi pensieri fin quando l’odore del caffè le punse le narici. Corse a spegnere la moka dopo un rapido check nello specchio di fronte al lavabo.
Con la vescica vuota e il sorriso sulle labbra il caffè aveva un sapore più dolce, anche se lei lo prendeva sempre amaro e con una punta di cannella in polvere che le solleticava anche l’olfatto. Generalmente la colazione era il suo pasto più abbondante, ma quella mattina si tenne leggera per lui.
Insieme al caffè si concesse un succo di mirtillo e due biscotti integrali.

Lo specchio le aveva rimandato una pelle fresca e luminosa, ma con le occhiaie troppo evidenti per i suoi gusti. Accese lo stereo, buttò l’occhio all’orologio e decise che aveva sufficiente tempo per iniziare il suo rituale di bellezza: doccia tiepida, shampoo delicato e infine olio satinante alla vitamina E su tutto il corpo e, sul viso, una maschera al fieno e melissa molto rilassante.

Dopo la maschera il viso era radioso e finalmente si piaceva. Niente trucco, per lui preferiva essere nature.
Doveva ancora scegliere con quale mise accoglierlo: scelse un semplice completino intimo a rete bianco, in tinta con le autoreggenti, e la vestaglia verde salvia con stampa a fiori jap, in raso di seta. Per completare l’outfit selezionò delle scarpe rosso fuoco con tacco alto che slanciavano le sue cosce troppo tornite ed esaltavano la caviglia. Una goccia della sua essenza preferita, che riservava ai momenti migliori, e l’ultima spazzolata ai capelli. Era pronta per lui.
Eva si sentiva bene nella sua pelle: in equilibrio perfetto tra la zoccola selvaggia e un po’ geisha che la abitava e la donna colta e raffinata, dall’apparenza algida, che dava a vedere ai più.
Lui però l’aveva vista nella sua essenza sin dal primo incontro, in pausa pranzo davanti a un ottimo calice di rosso e con musica jazz di sottofondo. La scintilla tra loro scoccò subito, ma non la consumarono quel giorno stesso. Lui aveva l’agenda più piena che lei avesse mai visto e i suoi appuntamenti erano un vero e proprio gioco di equilibrismo.
Si distolse dai suoi racconti, si ravvivò ancora i capelli e decretò di essere pronta e in perfetto orario. Giusto il tempo di sistemare luci e tendaggi che il citofono suonò. “Ciao Miss!” Aprì. Lui era snello, ma non asciutto. Fisico slanciato, sorriso da bambino e occhi vivaci che in brevi istanti registravano mille dettagli. Look retrò, casual con stile, che accordava tra loro capi e accessori di marca. Ricercato, ma non ostentato. E un profumo resinoso e legnoso che sapeva di maschio. Si accomodò, concentrò lo sguardo su di lei e il pacco iniziò a gonfiarsi vistosamente. Era molto ben dotato, non solo di testa e buongusto, proprio come piaceva a lei.
Eva si accomodò sullo sgabello dell’isola in cucina, lo guardò divertita e gli disse:” è tutto qui, a portata di mano. Scegli tu.” Lui osservò gli utensili della cucina, aprì i cassetti e iniziò a selezionare oggetti”. Un coltello da arrosto, un mestolo in legno, la bilancia pesa alimenti, la bottiglia dell’olio, un cucchiaio con un grosso manico di plastica. Lui osservava la scelta senza fiatare. Aveva fiducia in lui.
Nel vedere l’accuratezza del suo scegliere, Eva sentì un brivido di piacere corrergli lungo tutta la schiena, ma anche una vaga apprensione. Stava davvero per fare quello che mai avrebbe immaginato di fare?

Non si incontravano per la prima volta, ma oggi avevano una fantasia da consumare, che li aveva tenuti incollati in chat per qualche giorno. Era sorprendente quanto si capissero: avevano due menti molto simili, fantasiose, eleganti e molto porche.
Doveva ammettere che il coltello la eccitava e al tempo stesso la inquietava non poco. Lui, sicuro di sé, terminata la scelta la fissò negli occhi e le disse: “Sei tesa. Prima di tutto ti sciolgo un po’.” Si avventò su di lei focosamente, baciandola dappertutto e mentre la conduceva nella stanza da letto iniziò a tastare la sua eccitazione sotto lo slip bianco. Eva amava esser presa di sorpresa. Lui era autorevole, delicato e porco in modo perfetto e lei ben sapeva che le avrebbe fatto tutto ciò che avrebbe voluto, ma sempre rispettandola e avendo cura di lei e del suo piacere. La spinse dolcemente sul letto e iniziò a spogliarla. Ciucciò avidamente i suoi capezzoli duri e polposi e si fece largo tra le sue gambe lisce. Aveva la pelle morbida e profumata e le mani di lui le scivolavano addosso come fossero sul velluto. Scostò un filo lo slip e la penetrò delicatamente con due dita, che presto iniziò a ruotare aumentando in modo esponenziale il piacere di Eva. Poi la fissò negli occhi e le sorrise birichino: Eva sorrise di rimando, intuendo ciò che da lì a poco sarebbe successo. La tirò dolcemente sul bordo del letto, si sfilò lo slip e montò a cavalcioni su di lei. Eva afferrò subito quel monumento di cazzo che aveva tra le gambe. Grosso, largo e marmoreo, svettava dritto come un invitante calippo che lei amava succhiare golosamente. Una torre solida e sicura su cui lei amava cavalcare come un’amazzone non addomesticata.
Lui, dal canto suo, amava la sua passera succosa e turgida: la leccava a dovere fino a farle esplodere il clitoride di gioia. E quando lei veniva, lui continuava a spompinarle il clitoride fino a farla godere ancora. Era però solo quando lui la girava col culo all’aria e la prendeva a pecora con forza che Eva ammetteva, gridandolo al mondo, quanto adorasse il suo cazzo che la trafiggeva e le sue palle sode e piene che sbattevano felici sul suo culo, aumentando di molto il piacere di entrambi. Vennero insieme, in un orgasmo lunghissimo e complice, che li sfinì e li fece cadere esausti sul letto.
Dopo qualche minuto di relax lui si alzò con gesto atletico e scattante, si ricompose un minimo ed estrasse la sua fedele reflex. Sistemò le impostazioni e iniziò a scattare mentre lei era ancora persa nell’estasi. Non scattava a raffica, ma sceglieva con cura l’inquadratura e il taglio. Eva si destò nuda e ancora bagnata dopo qualche click. “Dammi un momento per sistemarmi”, disse sorridendo. Ma lui la bloccò e senza proferire parola continuò a fotografarla. Eva capì che la voleva sporca di lui e decise istantaneamente di stare al gioco. Senza fiatare si alzò dal letto e tornò in cucina dove la attendevano gli oggetti selezionati da lui. Afferrò decisa il coltello e subito le venne la pelle d’oca. Allargò le gambe in favore di camera e mimò il gesto di affettarsi il clitoride. Lo sguardo di lui si accese di approvazione, si avvicinò alla sua fica ancora slabbrata e vistosamente bagnata, la assaporò e riprese a scattare. Il loro era un gioco predeterminato, ma sarebbe stato anche una sorpresa per entrambi: lui aveva selezionato gli oggetti e scattava, lei sceglieva come e per quanto tempo giocarci, usando la sua fantasia.
Lasciato il coltello, Eva scelse di proseguire con la bilancia pesa alimenti. La posizionò sul bancone della cucina e si appollaiò sullo sgabello. Poi accese la bilancia e vi posò dentro una mammella per pesarla. Lui si leccò le labbra e scattò. Ma lei non era soddisfatta e quindi si fece passare il rouge a levres che aveva abbandonato la sera prima sul tavolino della sala attigua e con quello iniziò a impiastricciarsi i seni mentre li pesava. Continuò il gioco per qualche minuto, senza mai perdere il contatto visivo con gli occhi di lui, intento a fotografarla. Poi decise di prendere la bottiglia dell’olio e di versarne un po’ sulle mani. Sporse allora il suo grosso culo all’indietro, aprì per bene le natiche e iniziò a far sgocciolare l’olio sul suo buchetto, lubrificandolo. Il cazzo di lui, a quel punto, esplose prepotente sotto ai calzoni. Lei gradì la sua reazione e si leccò le dita compiaciuta. Ovviamente lui si adoperò per inumidire ancor di più il suo buchetto con la sua meravigliosa lingua e in preda all’eccitazione più totalizzante della sua vita, sfilò lo step da sotto la libreria, lo posizionò sul tappeto persiano che riquadrava l’area conversazione e vi posò sopra la bottiglia dell’olio.
Eva si mise a gambe larghe sulla bottiglia e delicatamente iniziò la lenta discesa fino a penetrarsi con essa. Fece dentro e fuori ripetutamente, sempre molto lentamente, godendo ogni volta di più nel sentire il suo ano deflorato dalla bottiglia. Lui era in visibilio, il suo cazzo svettava incontenibile fuori dal pantalone a cui lui aveva ora abbassato la cerniera. Era a un passo da lei, con la reflex tra le mani e il cazzo duro a mezzo centimetro dal suo viso. Eva non perse ovviamente l’occasione di succhiarlo avidamente e poi, senza staccare gli occhi da lui, si scopò la bottiglia di olio anche in figa. In ultimo prese il cucchiaio di metallo col manico grosso in plastica. Lo portò alla bocca, succhiandolo vogliosamente dal lato del manico e poi tornò a sdraiarsi sul letto e iniziò a infilarsi il manico in fica e a smanettarsi rapidamente. Lui non smise di scattare, sempre a un passo da lei. Il suo cazzo era rosso e turgido, con le palle nuovamente piene di succo e vogliose. Lei, decisamente compiaciuta dall’eccitazione evidente di lui, gli regalò uno spettacolino infilando e sfilando rapidamente il cucchiaio dalla sua vagina, fino ad avere nuovamente il clitoride turgido. Lui intanto, scattava con più enfasi e prese a masturbarsi. Ma lei, eccitatissima dal vederlo così fuori controllo, gli rubò il cazzo dalle mani e si dedicò con passione alla sua asta scultorea, leccandolo delicatamente sul prepuzio. Era lì lì per esplodere, poteva leggerglielo negli occhi. Allora lui posò la reflex e prese a penetrarla col cucchiaio che aveva ancora in figa, mentre lei non smetteva di spompinarlo, masturbandosi nel frattempo il clitoride già gonfio. Lui attese che lei venne e poi controllò il suo orgasmo sborrando copiosamente nel cucchiaio che Eva aveva ancora nella passera bollente. Lo estrasse e glielo offrì con un sorriso. Eva bevve con gusto il succo di lui e si leccò pure le labbra, estasiata.

Il tempo di ricomporsi e lui uscì da casa di Eva con notevole ritardo sulla sua tabella di marcia. La mattina dopo le inviò gli scatti che aveva selezionato in nottata. Erano bellissimi, pieni di tatto e mai volgari, per quanto molto erotici. Eva era felice di vedersi così bella e autentica. Lui era stato capace di cogliere l’essenza di lei, senza sporcarla di bramosia.
Ma restava sempre a un passo di distanza da lei. Si sentirono di tanto in tanto nelle settimane a venire. Avevano una sintonia innata che li rendeva complici e il desiderio tra loro era reciprocamente alto. Ma non si videro più, nonostante mantennero la piacevole abitudine di stuzzicare le rispettive fantasie tramite brevi messaggi in chat.
Lui aveva scelto di restare sempre a un passo da lei.

Racconto romanzato di un incontro reale e molto nutriente.
Dedicato a Mr. Holmes, il cui panciotto e la cui tuba mi eccitano quanto ciò che nasconde al di sotto.
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