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Lui & Lei

BEATA ABBONDANZA


di escobar77
01.06.2021    |    746    |    2 9.9
"” In bagno, mentre mi liberavo di quel bisogno impellente, notai, poggiati sulla mensola sopra il lavandino, due falli di gomma di notevole dimensioni..."
Quando Salvo mi chiamò per trascorrere la vigilia e il seguente giorno di Ferragosto nella sua villa al mare, accettai senza tanto entusiasmo.
Erano passati sei mesi da quando mi ero lasciato con la mia ragazza. Da quando un giorno, all'improvviso, mi comunicò che si sarebbe trasferita da li ad una settimana in Canada per lavoro. Fu una botta difficile da superare, mi sentivo come anestetizzato dalla vita, e così, in quei mesi, le mie uscite, i miei incontri con gli altri si erano ridotte a lumicino. In pratica mi ero solo gettato a capofitto su lavoro.
Quel giorno arrivai a casa di Salvo a metà pomeriggio, da sborone e sfacciato borghese, aveva messo su una festa curata nei dettagli. C'era un sacco di gente dai suoi colleghi di ufficio, imbucati, amici di amici, residenti vicini di casa di quel villaggio privato. Chiaramente c'erano anche gli altri componenti della nostra comitiva tra le quali Rossana, la mascotte del nostro gruppo. Goliardicamente chiamata “beata abbondanza”. Perchè se pur gradevole in viso, con la folta chioma castana e gli occhi nocciola, Rossana era tanta. I suo chiletti in più la fanno entrare di diritto tra le curvy, un culone abbondante ma sopratutto una smisurata taglia di seno. Una settima credo. Due tette comunque che sono un qualcosa di immenso. Rossana è dotata anche di un'intelligenza e un'autoironia sopraffina. Dei clichè, dei luoghi comuni se ne cura poco e anche nulla. Consapevole di se va fiera delle sue forme a tal punto da apparire vistosa non solo fisicamente ma anche nel look o nei modi di fare.
La serata trascorse in modo piacevole. La musica, la grigliata, il bagno di mezzanotte e il successivo falò. Qualcuno vomitò l'impossibile, qualcuno si appartò, io e i miei amici passammo tutta la notte in spiaggia a ridere è scherzare fin quando il sonno ci colse. Era da tanto che non stavamo tutti insieme ma alle prime luci dell'alba decisi di fare rientro a casa. Salutai, mentre Rossana che aveva avuto la mia stessa idea mi chiese un passaggio dato che era venuta accompagnata da altri due nostri amici.
Il lato passeggero dell'abitacolo della mia Mini fu interamente occupato dalle sue grazie. Il vestito che già era corto di suo, sedendosi si era alzato al punto da mostrare gli slip del costume che teneva sotto, talmente aderente da rendere visibile il solco della fica. La mia mano, poggiata sul cambio, inevitabilmente, col dorso, finiva ad accarezzare la sua coscia abbronzata. Quel contatto, quella visone, unita alla vescica che reclamava il bisogno mattutino mi procurò un erezione che i pantaloncini del mio costume fecero fatica a contenere. Rossana se ne accorse ma non disse nulla, come io feci finta di nulla quando volontariamente lasciai la mano in modo da poterle strusciare ancora la pelle. Mi piaceva quel contatto e mi resi conti di quanto tempo non assaporavo un corpo di donna. Di quanto tempo non avevo più rapporti.
Nel tragitto parlammo poco, qualche battuta sulla festa, qualche commento su quello o quell'altro. Arrivati sotto casa Rossana volle offrimi un caffè che, data l'ora e la notte trascorsa accettai volentieri. Una volta dentro un'ondata di calore c'investì. Era stata un estate dalle temperature afose e anche quelle prime ore di quel ferragosto non facevano eccezione. Poggiò la borsa all'ingresso togliendosi le infradito. Poi aprì le finestre scusati dell'aria condizionata guasta e si tolse anche il vestito rimanendo così con quel costume a bikini troppo audace per le sue forme. Rimasi a fissarla qualche secondo prima di chiederle se potevo andare in bagno. Lei sorridendo con le mani sui fianchi mi disse con tono malizioso:
-“Ti faccio questo effetto?” ripensando sicuramente all'erezione di prima che comunque non era del tutto scemata.
-”Scema...”
In bagno, mentre mi liberavo di quel bisogno impellente, notai, poggiati sulla mensola sopra il lavandino, due falli di gomma di notevole dimensioni. Ritornato nell'altra stanza, mi accomodai sul divano mentre Rossana era intenta a trafficare con la moca, mi dava le spalle, e fissando quel suo grande culone burrosso, mi solleticò l'immagine di lei che si trastullava con quei cosi.
-“Hai dei giocattoli interessanti in bagno...” dissi con lo stesso tono malizioso che lei aveva avuto qualche attimo prima.
Rossana senza scomporsi minimamente rispose:
-“Ho delle esigenze anche io...cosa credi...voi maschietti non usate le mani?”
-“Beh...da quanto mi risulta anche voi femminucce ne fate uso...”
Voltandosi verso di me aggiunse:
-“Diciamo che io ho delle esigenze particolari...” e poi indicandosi il corpo dal basso verso l'alto continuò: “Mi stai vedendo bene?...più che il principe azzurro mi serve un toro da monta!!!”
Sorridemmo entrambi. Beata abbondanza pensai.
E' fatta così Rossana. Schietta quasi senza filtri, in certe circostanze eccessiva. Il suo carattere può piacere come no, ma sicuramente è un'amica sincera. Della sua vita privata so solo di un ragazzo storico con cui è finita da un pezzo,qualche avventura più o meno veritiera, ultimamente si parla di una tresca con un tizio sposato. Nella comitiva, a parte qualche banale battuta, almeno ufficialmente, nessuno ci ha mai provato.
-”Certo che la tua ex è stata una vera stronza...” tuonò all'improvviso interrompendo i miei pensieri.
-”Abbastanza...” risposi senza tanta voglia di intraprendere quel discorso.
-”Hai Preso una bella sbandata si dice...”
-”Diciamo che ho avuto molto da lavorare...”
-”Non voglio essere ne petulante ne farti la morale...ma in giro però non ti si vede più...”
Nel frattempo il caffè era salito su. Lo versò su due tazzine e si avvicinò verso me per porgermene una. Nel farlo si era chinata leggermente e quelle immense tette me le ritrovai a pochi centimetri dalla mia faccia. Le fissai.
-”Sei una donna servizievole...” le dissi ironicamente senza spostare lo sguardo dal suo seno.
-”Sapessi...” fece lei piena di malizia andando a riprendere la sua di tazzina.
Bevuto il caffè si sedette sul divano accanto a me. Un po' di fianco. Le ginocchia che mi puntavano, i piedi sotto il sedere, il braccio destro sopra la spalliera. La mia mano sinistra la poggiai sulla sua gamba e nuovamente, quel contatto con la sua pelle mi procurò un pulsazione sul basso ventre.
-”Quindi si dice questo in giro?” le domandai.
-”in giro si dicono tante cose....certo qualcuna sarà contenta visto la fama che hai...” e rise.
-”ma quale fama....piuttosto mi è venuta fame!”
-”posso darti del latte...” disse.
-”dalle tue tette?...” risposi.
Sorridemmo entrambi nuovamente. Poi una pausa di silenzio che Rossana interruppe dicendo, con tono più sommesso:
-”in giro si dice anche questo...” e mentre pronunciava quelle parole sentì la sua mano toccarmi il pacco, in erezione, tra la stoffa dei pantaloncini. Lo massaggiava mentre ci fissammo.
-”e che si dice...” dissi io sottovoce.
Le nostre lingue vennero fuori. Uno, due, tre colpi prima che le nostre bocche si unissero.
-”che hai un gran cazzo...” balbettò Rossana.
Si era sporta ancora di più verso me. Sentì le sue morbide tette pressare tra il braccio e il petto mentre il bacio divenne più famelico. Le labbra, il viso impastati di saliva. Stringeva il cazzo Rossana mentre io andai a cercarle la mammella. Pulsava il mio pene. I sospiri sempre più intensi. Il bacio che più che un bacio era un mangiarsi.
Fu lei a staccarsi. Scese dal divano per mettersi tra le mie gambe che leggermente divaricai per facilitarla. Con cura si legò i capelli in una cosa. Sfilò il lacci dei miei pantaloncini per abbassarli con calma, fino alle caviglie.
Il mio cazzo svettò dritto, duro, libero. Sopratutto finalmente libero dopo quei lunghi mesi al quale lo avevo costretto quasi in clausura. Lo afferrò Rossana, con entrambe le mani, iniziò a menarlo. Uno, due colpi, il terzo fu uno strattone più violento tanto da farmi male. La pelle tirata all'indietro e lo scappellò del tutto e tutto lo infilò in bocca, in un sol colpo, fino in gola. Lo tirò fuori per sputarci sopra.
-“E' secco” disse.
Poi spalmò la saliva per tutta la lunghezza dell'asta e nuovamente dentro, giù, fino in gola.
Chiusi gli occhi, anche se non era il miglior pompino della mia vita, volevo gustarmelo tutto. Pompava Rossana, pompava forte. Le mani sul ventre con i pollici stringeva i coglioni. Sentivo la saliva, il calore della bocca sulla mia pelle, le vene del pisello stridere nei suoi denti. Pompava Rossana, pompava forte. Affamata. Ingorda. Sentivo il risucchio, con la cappella quasi le tonsille...talmente lo spingeva giù.
I miei coglioni si irrigidirono. Sentivo che stavo per partire. Ansimavo, e non feci la minima resistenza e le esplosi con un getto di sborra copiosa, nell'attimo esatto che lei lo teneva infondo alla gola. Dovette ingoiare per non soffocare ma non si ritrasse del tutto, anzi, aspettò che mi svuotassi del tutto. Aprì gli occhi e le vidi un filo di bava misto a sborra colarle dall'angolo della bocca. Si ripulì con la mano e poi succhiarsi le dita dai residui rimasti appiccicati.
-”Mai avrei pensato che mi sarebbe capitata di farti un pompino e....mai avrei immaginato che durasse così poco”. Disse Rossana con tono e sguardo deluso prima di alzarsi da terra per andare in bagno.
Non pensai neanche minimamente di giustificarmi per la mia performance deludente. Mi lasciò li, seduto sul divano con quelle parole che mi avevano preso sull'orgoglio che nello stesso tempo mi avevano risvegliato una repressa voglia di scopare. Il cazzo non aveva perso consistenza nonostante si fosse svuotato. Sfilai del tutto i pantaloncini. Mi tolsi la maglietta e raggiunsi Rossana. La trovai seduta sulla tazza del cesso con in mano un pezzo di carta igienica che le sarebbe servito per pulirsi della pipì che stava facendo. Mi avvicina a lei senza dir nulla. Il cazzo in mano puntato sulla sua bocca. Il suo sguardo riprese vigore. Poggiò le labbra sulla mia cappella infuocata e disse:
-”finalmente ti sei svegliato..”
Le misi le mani dietro la nuca spingendola a me.
-”zitta e succhia” le ordinai in modo perentorio.
E Rossana non se lo fece ripetere due volte. Lo lasciò entrare nuovamente nella sua bocca mente io cominciai a muovere il bacino spingendo la sua testa con le mani. Lei gettò quel pezzo di carta dentro il water e senti le sue di mani avvinghiarsi alle mie chiappe, con le dita le allargava cercando il mio sfintere. Ero nuovamente in piena erezione mentre le chiavavo la bocca con foga quasi lacrimava lei. Toglievo il cazzo quando sopraggiungeva un coniato di vomito giusto il tempo di darle respiro. Rossana non provava il minimo cenno a resistere anzi, sembrava le piacesse, anzi, le piaceva quella foga. Io però non avevo intenzione di venirle di nuovo in bocca.
-”mettimelo tra le tette” le dissi sempre con tono perentorio.
Rossana lasciò le mie chiappe e si slacciò il reggiseno e quelle due montagne di tette vennero fuori. Morbide, con due aureole grandi quanto una moneta da due euro. I capezzoli puntavano eretti come chiodi. Riprese per un attimo in bocca il mio cazzone per poi posizionarlo tra quelle montagne di carne. Ero eccitato come un porco e quasi non mi pareva vero che mi stavo facendo fare una spagnola da Rossana. Mi stupì il fatto di vedere quelle tettone completamente abbronzate come se avesse preso il sole in topples. Mi stupiva scoprire Rossana in questa veste così dannatamente porca. Dal suo sguardo sembrava assatanata.
Stringeva il cazzo immerso in quelle immense mammelle. Ridacchiava e con foga, continuava a segarlo su è giù, e il mio pisello, che pure è di tutto rispetto in fatto di dimensione, sembrava scomparire in mezzo quel ben di Dio. La spagnola diventò velocissima, le tettone erano imperlate dal sudore di lei e dai liquidi che uscivamo dal mio membro. Eravamo presi entrambi da una foga eccessiva. Rossana continuava a far scivolare le tette attorno al mio cazzone, ormai non le fregava più di nulla, voleva la sua sborra, voleva berla, voleva farmi godere. Mi sfilai per non venire. Non volevo. La invitai ad alzarsi e poggiarsi sul lavabo. Le mutande del costume le scivolarono fino alle caviglie mentre si inarcava preparandosi ad essere penetrata. Ma la sorpresi. Vedendo il suo culone mi ci fiondai con la faccia. Le allargai leggermente le chiappe e con la lingua leccai il buco del suo ano. Posi scesi verso la figa.
-”...sono sporca, ho appena pisciato...” disse con voce rotta dagli spasmi.
Grondava di umori. L'odore acre del suo godere misto alla puzza di piscia appena fatta, mi fece eccitare ancora di più. Mi sentivo il fuoco dentro. Un porco senza nessuna inibizione. Rossana si contraeva. Ansimava. Borbottava cose che non capivo. Si irrigidì, venne, sentivo i suoi umori sul mio inviso ormai totalmente intriso. Stavo per staccarmi dalla sua vagina ma mi poggiò la mano sulla nuca. Era un invito a continuare. E continuai a leccarla tra le cosce ormai totalmente bagnate. In bocca ormai avevo un misto di sapori. Tormentavo il suo clitoride, passavo allo sfintere e poi riscendevo giù. Rossana prese uno di quei grossi falli di gomma e lo infilò per intero all'interno della figa. Si masturbava in modo convulso come convulsamente ripeteva delle cose che non capivo ansimando e godendo. Venne un'altra volta. Fece molto di più. Un ondata liquida sentì abbattersi nel mio viso, nella mia faccia praticamente lavandola. Squirtò in un modo violento. Il collo e le ginocchia in quella posizione mi fecero male e mi sfilai tirandomi su.
Lei si tolse quel cazzo di gomma, una striscia di liquido scorreva lungo la sua coscia. Mi guardò sorrise. Lo sguardo sempre più assatanato. Strinsi i denti mentre con una mano mi trastullavo il mio di cazzo che pulsava come un forsennato e con l'altra mano gli diedi una pacca sulla chiappa lasciandole stampate le cinque dita. Ci dirigemmo in camera da letto. Si sdraio a pancia in su. I pedi poggiavano ancora a terra e divarico le gambe mentre con le mani si allargava la fica.
-”Sono puttana?” mi domandò.
Non risposi. Puntai la mia cappella su di lei. L'appoggia alla sua vagina e millimetro dopo millimetro la penetrai con infinità lentezza, non tanto perchè trovavo resistenza, ma perchè volevo riassaporare dopo tanto tempo l'ebrezza e la goduria di una penetrazione.
Rimasi qualche instante dentro lei mentre con la bocca le mordevo le tette, i capezzoli. Prima uno poi l'altro.
--”Sono puttana?” ancora la stessa domanda.
Cominciai a muovermi dentro lei. Aumentando sempre di più le spinte.
-”si...Rossana sei una gran troia...” le dissi eccitato sempre di più.
La sua reazione fu ancora una volta sorprendente.
-“FORZA PORCO SBATTIMI, SBATTI LA TUA TROIA, DAMMI QUESTO CAZZONE ENORME, PIÙ FORTE, PIÙ FORTE CAZZO”
Le presi le gambe e le portai sopra le mie spalle e cominciai a sbatterla forte con quanta forza avevo in corpo. Lei si contraeva, urlava, mi insultava e mi incitava a fotterla come una vacca. Il mio ventre sbatteva contro di lei. La infilavo il cazzo dentro fino alle palle. Chiamandola con tutti gli insulti che mi passavano per la testa. E godevo come godeva lei. In quella scopata c'era di tutto, la mia frustrazione, la mia ex, ma sopratutto c'era Rossana. Stavo godendo di lei e godevo nel sentire che lei provava la stessa cosa. Godevo di Rossana della sorpresa di trovare quell'amica conosciuta da tempo sotto quella veste di assoluta porca.
-”sbattimi, sbattimi” continuava ad urlare mentre raggiungeva l'orgasmo quasi a ripetizione.
-”si vacca ti sfondo...dai troia, dai che vengo...” stavo esplodendo di piacere. Il il precum fu l'avviso che stavo per arrivare, spinsi fino a limite e poi sfilai il cazzo fuori dalla sua vagina che colava di umori esplodendole nuovamente e copiosamente stavolta sul tutto il corpo. Tra le tette, fino a sotto il mento. Lei raccolse la sborra che le avevo versato mentre io svuotavo l'ultima goccia sul suo ombelico. Si leccò le mani. Si sedette sula sponda del letto. Eravamo esausti. Sudati. Poi si alzò :
-”vado a bere un po' d'acqua...mi hai prosciugato” disse sempre con quell'aria assatanata ma più appagata.
La guardai. Mi toccavo l'uccello che perdeva consistenza. Riprendevo fiato.
-”mai avrei pensato che ti avrei scopato....E MAI AVREI LONTANAMENTE IMMAGINATO CHE ERI COSI' SPUDORATAMENTE PORCA” le dissi con piena soddisfazione.
Rossana era ormai in piedi a pochi centimetri da me. Mi diede una leccata sulle labbra e poi m'infilò la lingua in bocca come a farmi sentire il mio sapore mescolata alla sua saliva, e prima di avviarsi nell'altra stanza mi disse:
-”Tu non hai capito che puoi farmi di tutto...MA PROPRIO TUTTO”. Sottolineò.


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