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Lui & Lei

L'ottico di fiducia (parte seconda)


di sormejo
07.09.2015    |    3.855    |    6 7.7
"Lui afferrò la mia testa, delicatamente ma con fermezza, ed usò la mia bocca come una figa, pompando sempre più rapidamente finchè lui disse “Vengo!!!” e..."



Continua dalla prima parte:

Nella mezz’ora successiva godetti come non pensavo si potesse godere grazie ad una bocca… lui fu generosissimo, non si risparmiò (la lingua e le ginocchia gli fecero male per tre giorni, mi confessò poi…) ed io… beh fui una vera egoista!!!
Cercai solo il mio piacere, sdraiata su quella poltrona dove i miei umori e la sua saliva si mescolavano.
Venni, venni e venni ancora.
Poi, appagata, mi venne il rimorso.
Pensai a lui con il cazzo gonfio ancora pulsante nei pantaloni e gli dissi: “Ora tocca a te”.
Mi alzai in piedi, malferma sulle gambe, e gli slacciai cintura e calzoni abbassandoli, mi sbarazzai anche dei boxer lasciandolo in camicia e vidi per la prima volta quello che a buon diritto si può definire un gran bel cazzo.
Ne avevo visti più lunghi, ma sicuramente non così grossi.
La mia mano non riusciva a chiudersi stringendolo.
L’asta era turgida e con grosse vene in rilievo e la cappella, rossa e gonfia con gocce di precum che facevano capolino.
Era durissimo…
Lo leccai per bene la punta con la lingua ed allargai bene la bocca per accoglierlo…
Quando lo presi dentro e sentii le sensazioni che la cappella e le turgide vene dell’asta mi trasmettevano, direttamente alla figa, capii che la mia avventura con quel maturo cinquantenne dal cazzo di marmo era appena cominciata.
“Voglio fargli il mio più bel pompino della mia vita, se lo merita!” mi dissi, e cominciai a percorrere longitudinalmente tutta l’asta mentre ,contemporaneamente, muovevo la punta della lingua in su e in giù.
Massimo respirava rumorosamente per l’eccitazione.
Non volevo assolutamente che venisse troppo presto, quindi cercai di alleggerire la pressione.
Arrivai con la lingua alla base di quel grosso palo, dove il diametro era davvero impressionante: una lattina di Red Bull, o forse di più e di sicuro molto più lungo… e mi dedicai alle palle, succhiandole e prendendole in bocca una alla volta.
Nel frattempo il suo cazzo mi premeva sul viso e la cappella mi superava l’attaccatura dei capelli.
Lo annusai: sapeva di maschio e di eccitazione ed il suo odore naturale creava uno stupendo blend con il profumo che aveva messo stamattina.
Il cazzo, mentre gli succhiavo le palle, diventò ancora più rigido e le vene ancora più turgide.
Nel vedere in primissimo piano quello stupendo attrezzo di godimento dimenticai le mie idee di un lunghissimo mega pompino, e non resistetti più: “Ti voglio dentro!”, sussurrai, “spogliati!”.
E guardandomi attorno presi alcuni cuscini che erano sul divanetto attiguo allo studio e li misi sul pavimento creando in due secondi una sorta di futon su cui lo feci sdraiare…
Era un bello spettacolo, il mio ottico di fiducia, sdraiato con il cazzo all’aria, la faccia arrossata e gli occhi felici.
Mi misi sopra di lui in piedi a gambe larghe, nuda con le sole scarpe.
Lui spostava continuamente lo sguardo tra le tette e la figa.
“Sei stupenda”, disse in un fiato.
“Credo di non aver mai avuto una donna bella e calda come te”
“E non hai ancora visto niente!!!” replicai in tono scherzoso, e contemporaneamente, ancheggiando, mi abbassai sulle ginocchia fino a sfiorare con la figa la punta del suo cazzo.
Lo presi con la sinistra e cominciai a strusciarlo su labbra e clitoride bagnandolo contemporaneamente coi miei abbondanti umori ed eccitandomi ulteriormente, qualora ce ne fosse bisogno…
Poi, chinandomi ancora un pelo, lo poggiai sulla figa, lo lasciai e cominciai ad abbassarmi ancora facendolo entrare, lentissimamente, dentro me aiutata dalla perfetta rigidità di quello stupendo membro.
Era un effetto fantastico: sentirmi allargata da un cazzo di quel calibro era una sensazione nuova.
Nonostante fossi eccitatissima e pronta a prenderlo, e fossimo, entrambi, bagnatissimi, lo sentivo forzare dentro con una sorta di dolore/piacere che mi sconvolgeva.
Ne presi circa metà, poi mi fermai venti infiniti secondi godendomi le sue pulsazioni, e massaggiandolo a mia volta con le contrazioni della mia vulva, poi mi impalai d’un colpo poggiandomi al suo addome.
Non riuscii a trattenere un urlo di godimento.
Lui mi guardò spaventato ma quando vide la mia faccia, in totale godimento, si rasserenò.
Cominciai a muovermi appena, trattenendo tutto il suo sesso dentro di me, in modo di strofinare bene il clitoride sull’asta, poi, aumentando il movimento,con un su e giù sempre più ampio, arrivai fino a trattenere la sola cappella dentro di me riscendendo bruscamente e quindi impalandomi nuovamente … ancora e ancora e ancora…
Non so per quanto l’ho scopato.
Ero come in trance, ed ho perso la cognizione del tempo
Ad un certo punto, però, i muscoli delle cosce, nonostante la palestra, mi bruciavano, ma non volevo smettere perché mi sentivo vicina a venire.
Ed infatti l’orgasmo non tardò a prendermi e a sconvolgermi totalmente e completamente.
“Ti vengo sul cazzo” urlai senza voce, e venni, ansimando e tremando fino ad abbandonarmi sul suo petto, sempre con il suo durissimo palo dentro la mia grondante figa, inondando il suo pube con i miei succhi…
Mi rilassai su di lui con dentro me la meravigliosa sensazione regalatami dal quarto, sconvolgente orgasmo di quella serata unica.
Lui mi abbracciò ed io lo ringraziai sussurrandogli nell’orecchio.
Ma poi mi riassalì il rimorso…
Lui era ancora dentro di me, con il cazzo che non dava segni di cedimento, senza essere ancora venuto…
E, da vero maschio, prese l’iniziativa.
Mi fece alzare e si alzò a sua volta, facendomi sdraiare di schiena sulla scrivania con il culo sul bordo del lato corto e con uno dei soliti cuscini sotto la testa.
Sollevò le mie gambe fino a poggiarle sulle sue spalle, mi poggiò la cappella, gonfia fino all’inverosimile, sulla figa e mi impalò di colpo.
Dopo una pausa con il cazzo completamente infilato in me cominciò a scoparmi con il ritmo e la forza di un martello pneumatico dando una serie di colpi forti e profondi e spostando un po’, ad ogni colpo, la scrivania che, ad un certo punto poggiò sulla parete mettendo fine a questo progressivo scivolamento.
I colpi poi si fecero più veloci anche se altrettanto profondi.
Era davvero un toro: forte e resistente.
Mi scopava da un pezzo e ancora sembrava volerci dare a lungo…
Il movimento ora era veloce e ampio: dalla cappella a far toccare pube contro pube.
Io ero un vero lago e le resistenze iniziali della mia figa erano ormai un ricordo…
Il suo cazzo scorreva nella figa come un pistone ben lubrificato nel cilindro… e ad un certo momento scoppiò l’ennesima scintilla!
Venni ancora e lui però, dopo dieci secondi di pausa per farmi godere il mio orgasmo ricominciò con foga e non smise di martellarmi con energia per altri lunghi minuti.
Era esausto, sudato e grondante ma non interrompeva il suo movimento forsennato.
Io, davvero paga di orgasmi, mi ero leggermente rilassata ma lui aggiunse la sua mano bollente a premere sul mio pube mentre mi pompava ed io, a questa nuova sensazione, mi sentii riempire da un ondata di calore e di godimento finche un ennesimo, sconvolgente orgasmo si impadronì del mio corpo facendomi tremare da capo a piedi in una sensazione nuova e stupenda che mi portò quasi alla soglia di uno svenimento.
Lui si fermò, e si sfilò da me, sinceramente spaventato dalla mia reazione, ma lo tranquillizzai sorridendogli e mandandogli un bacio.
“Ora ci penso io a te”, dissi.
“Scopami in bocca”.
Mi sedetti nuovamente sulla poltrona (le gambe non mi reggevano più…) aprii la bocca e gli presi il cazzo, sempre perfettamente eretto.
Lui afferrò la mia testa, delicatamente ma con fermezza, ed usò la mia bocca come una figa, pompando sempre più rapidamente finchè lui disse “Vengo!!!” e fece per sfilarsi.
Ma io lo trattenni dentro me mettendogli le mani sulle chiappe ed insistetti per fargli mantenere lo stesso ritmo: volevo berlo tutto, ma non mi aspettavo un simile tsunami…
Cinque o sei schizzi forti e caldi: avevo quasi difficoltà a tenerli in bocca… e infatti ingoiai.
Tutto.
Era buono… mi piacque anche quello.
Fu la ciliegina sulla torta di una stupenda serata…
Massimo era stanco e sudato, ma il suo cazzo era ancora semieretto.
La mia intuizione era stata giusta… avevo trovato un gran maschio, un vero stallone.
Non avevo goduto così tante volte in un tempo così breve… grazie a lui, alla sua lingua ed il suo gran cazzo…
Ora avevamo bisogno entrambi di una megadoccia… gli dissi: “Massimo, se vuoi sali da me a docciarti… se vuoi ti preparo qual cosina da mangiare ”.
“Va bene, grazie!” disse.
“Mia moglie e mia figlia sono al mare: sono solo a casa” ed aggiunse: “e poi non vedo l’ora di mettermi sotto l’acqua!
A quelle parole la mia figa pulsò… avevo una ideuccia…
La serata non era ancora finita!!!

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