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Maremma, sogno di un incontro....


di zvi
21.11.2017    |    2.741    |    0 9.3
"Ci si aggrappa con le due mani, mi accarezza la borsa dei testicoli da sotto e contemporaneamente mi “mangia” il pene dritto e grosso…..."
In Maremma, dalle mie parti, nella campagna c’è una collina. Anzi, ce ne sono molte, ma una è come te: un po’ speciale.
Ora è tutta ricoperta da profumatissima erba medica che quando soffia la brezza proveniente dalla vicina costa trema alle raffiche come in un fremito di piacere e s’inclina tutta donando allo sguardo di chi l’osserva l’apparenza di acqua in movimento.
Su un fianco della collina un piccolo e ben curato vigneto porta gioia agli occhi. Sul versante opposto, ulivi nodosi svettano verso il cielo i loro rami contorti, quasi come stessero pregando e ringraziando Dio per averli fatti crescere in un posto così bello. Appena sopra al vigneto un piccolo vecchio roccolo, da tempo in disuso. Nei pressi una casa contadina in solida pietra, ristrutturata da poco. Sfoggia il suo nuovo lustro senza aver abbandonato quell'aspetto discreto e signorile, aristocratico, di casa padronale d’altri tempi. L’aria è satura dei profumi di questa stagione. L’autunno si incammina verso la sua fine, ma ancora non è l’inizio dell’inverno, e gli odori dei nuovi fiori della stagione (saluto colorato ad una estate ormai passata), dell’ultimo taglio d’erba e della salsedine marina si accavallano rendendo l’ambiente unicamente caratteristico. Un’esplosione di colori caldi e meravigliosi, i colori pastello intensi dal marrone della terra pronta alla semina fino al verde dei campi dove sta crescendo il grano fanno comprendere la grandezza della natura. Colori che neppure il più bravo dei pittori riuscirebbe a riprodurre fedelmente sulle sue tele.
Sul retro della casa un orto rigoglioso permette di raccogliere i frutti che generosamente ha prodotto per chi lo ha curato con amore e passione. Sul davanti della casa, a una cinquantina di metri di distanza, una quercia centenaria offre rifugio fra le sue fronde ai passeri, e in estate alle cicale. Neanche i merli la disdegnano trovando il grande albero molto gradevole e il suo riparo sicuro dalle insidie dei rapaci.
La sua ombra è gradevole sempre ma particolarmente in estate per chi, sul tavolo imbandito lì sotto, consuma una colazione con la calma e la serenità che solo chi ha l’animo in pace porta dentro di sé. Entrando nella casa ci si trova in un bel salotto, dove un camino di grosse dimensioni è acceso per stiepidire l’ambiente e togliere l’umidità dall'aria di questi tempi ancora incerti. Non è freddo ma tuttavia in collina, verso il mare ed all'avvicinarsi della sera l’aria si fa frizzante ed è piena di fastidiosa umidità. Il fuoco che sta danzando sulla brace allegro e monello è una delle più piacevoli compagnie per chi lo gode.
Due vecchie e usatissime poltrone fronteggiano il camino ed hanno quell'aspetto di comodità così invitante che incoraggia a sprofondarcisi sopra. Anche il vecchio tappeto, dal disegno nomade e dai colori ancora così vivi nonostante il passare del tempo infonde serenità e concorre a creare un’accogliente atmosfera in quel salotto. Grande, spesso, morbido, caldo giace invitante sul pavimento aspettando di ricevere chi lo apprezzi più delle poltrone. È stato sapientemente collocato fra le poltrone e il camino.
Lei è lì, in piedi su quello stesso tappeto e sta fissando le fiamme quasi come se ne fosse ipnotizzata. Tiene fra le mani un bicchiere panciuto con del liquido ambrato che va pian piano scaldandosi col calore delle mani. Dolcemente si siede a terra, sul tappeto, appoggiando la schiena alla seduta di una delle poltrone. La chioma castana, folta, ribelle si muove, quasi danza, appoggiandosi lievemente ai cuscini della poltrona.
Il suo aspetto è quello di una donna sicura, in pace col mondo. Tiene gli occhi chiusi e, ogni tanto, porta alle labbra il suo bicchiere. Il liquido scende piano nella gola, assaporato con piacere.
All'esterno è già buio e l’intera stanza è in penombra. Solo il riverbero del fuoco offre un poco di luce…luce calda e riposante…morbida e carezzevole. Una musica, un pezzo di musica suonato da mani speciali, a volume bassissimo accompagna i suoi pensieri, accarezzati dalla voce suadente del cantante: profonda, calda, sinuosa e avvolgente. Il profumo di fiori colti da poche ore si mescola a quello della legna che arde saturando l’ambiente di piacevolezza d’insieme.
La guardo: è così rilassata che la si potrebbe pensare “addormentata”. Dopo averla ammirata a lungo (so che mi aspetta) mi muovo lentamente… arrivo piano, silenziosamente, in punta di piedi, tuttavia lei mi percepisce…. Socchiude gli occhi e mi sorride. Un sorriso che è un capolavoro di gioia e che diffonde un piacere intenso, che viene da dentro. Gli occhi, neri come il carbone, riflettono la danza rossa del fuoco, rosso e nero. Le sorrido.
Poi vado in fronte a lei, mi siedo a terra… fra le sue gambe… appoggiando la mia schiena sul suo petto. Sento il suo seno muoversi, come contrarsi. Contrazioni di piacere.
Ho in mano un libro di poesie e inizio a leggergliene una. La luce è veramente poca… ma a me non serve. Quella poesia la so a memoria. Il tono di lettura è basso, forse un po’ roco, ed è accompagnato dal melodioso canto. Poi la poesia finisce, la musica anche….
Lei gentilmente e con decisione poggia il suo calice a terra. Mi toglie il libro dalle mani appoggiandolo accanto al suo bicchiere. Quindi mi cinge strettamente e con passione facendomi aderire ancor più al suo seno che, improvvisamente, è divenuto come un grande porto accogliente. Con una mano mi costringe a reclinare il capo all'indietro, iniziando a baciarmi. Mi sento dolcemente vinto da una forza superiore che non intendo combattere. So già come andrà a finire questa battaglia…. Ho deciso che mi arrenderò, totalmente…
Chiudo gli occhi e lascio che la mia Madonna sia la vincitrice!
Mi bacia con passione, la fronte, le guance, il collo e poi finalmente le sue labbra trovano la mia bocca, che l’attende ansiosa. Iniziamo a baciarci. Il suo seno preme sulla mia nuca e lo sento muoversi, caldo, sulla mia testa incassata nel mezzo. Sento la sua pelle vibrare di piacere nell’attesa. Le chiedo di spogliarsi. Lei si alza e inizia a farlo. Al ritmo di quella musica che fino a quel momento aveva riempito in modo soffice ma intenso la stanza. Una continuazione della melodia con il corpo. Vedo la sua passione.
Capisco che il pensiero dell’incontro le procura un intenso tuffo al cuore, una sensazione di languore che le si irradia dentro, dalla pancia e risale lungo la spina dorsale sino ad esplodere sotto forma di migliaia di stelline dorate nella sua mente. Mi sembra quasi di sentire i suoi pensieri, espressi così compiutamente dal suo corpo in modo quasi fisico: “Ce l’ho fatta, alla fine sono riuscita ad avere la meglio sulla tua razionalità mantenendo un atteggiamento incalzante e stimolante, attingendo a piene mani al pozzo senza fine dell’esperienza accumulata nel tempo. Non lo confesserà mai ma, secondo me, ha dei trascorsi nel mondo della psicologia ed ha imparato a confrontarsi con i soggetti come me, sfruttando a suo vantaggio debolezze e zone d’ombra, costruendo invisibili cavalli di Troia, scovando crepe quasi invisibili e tramutandole in voragini strapiombanti direttamente nella mia mente”.
Il vestito, un tubino nero che la fascia in modo mirabile esaltando le sue curve e la sua sinuosità, si alza al ritmo dei suoi movimenti e flessuosamente scopre la sua pelle dorata centimetro dopo centimetro. Non porta il perizoma, dimenticato? Certamente no. Lo sa che a me piace saperla nuda sotto il vestito e sta accontentando i miei desideri. O forse sono anche i suoi?
Rimane in autoreggenti, nere con dei disegni a fiori, messe con cura in modo che la riga segua esattamente la curva posteriore della coscia, piena e tornita. E fuori delle autoreggenti lei, nuda, bellissima, immensa, dolcissima…
Sento che la sua figura si riempie al movimento colmo di piacere che hanno i miei occhi nel seguire il suo corpo statuario, pieno, maturo, consapevole della sensualità che prorompe inarrestabile….
La guardo, accarezzo con gli occhi ogni angolo della sua pelle, rimango estasiato davanti alla eleganza naturale che la possiede, alla bellezza del seno eretto e impudente, delle areole scure e gonfie con i capezzoli dritti che già pregustano il seguito della storia, alla curva dei fianchi, alla dolce sinuosità della sua pancia che termina sul monte di Venere, scrigno della femminilità. Si gira e vedo la lunghezza delle sue gambe, alte e affusolate, che escono dalle autoreggenti per aprirsi sulle meravigliose rotondità delle natiche: alte, sode, rotonde….
La nostra frequentazione ha fatto cadere molte barriere, compresa sicuramente quella di un’iniziale diffidenza. Siamo vigili ma la porta è aperta. Immagini flash di corpi indistinti, annodati, madidi di sudore prendono forma nei miei occhi ma sto sognando ad occhi aperti, turbine di emozioni incontrollate che stanno vorticando tra la pancia ed il cervello. Ne abbiamo parlato. È una specie di sperimentazione che stiamo facendo con noi stessi: stiamo assaporando la vita. Ne stiamo succhiando il midollo come diceva quel professore nel film “L’attimo fuggente”. Si, stiamo cogliendo l’attimo, vogliamo vedere quanta adrenalina siamo capaci di produrre, quanto riusciamo a reggere un gioco di sesso totale. È una sfida con noi stessi.
La vedo viva, sento il cuore che batte, padrona del suo corpo e delle sue decisioni. Sento che lo vuole, che desidera donarsi tutta a me, senza bisogno di chiedere, e mi chiederà altrettanto, mi scoperà perfino la mente. Abbiamo voglia di godere una giornata di puro sesso non convenzionale, non adatto ai deboli di cuore. Le prendo la mano e ci guardiamo negli occhi. Sorride leggermente imbarazzata. La sua mano dev’essere fredda. La massaggio con calma e forza, la stringo e la rilascio. Continuiamo a guardarci e ridiamo ancora. Brividi di eccitazione mi percorrono nuovamente la spina dorsale.
“Ma cosa mi stai facendo fare?” trilla lei con uno sguardo fintamente indignato.
“Stai solo tirando fuori ciò che è dentro di te sepolto da un mucchio di convenzioni e convenienze sociali. Da un tuo stato, da una tua decisione repentina. Stai per concederti di verificare cosa si prova ad essere femmina ancorché prima che donna” rispondo anche se so che lei lo conosce bene questo stato, vuole solo giocare alla parte dell’ingenua. Riesco quasi sempre a sdrammatizzare le situazioni, a svestirle di tutto ciò che è superfluo e non funzionale alla situazione. Mi strappa un sorriso: “Sei un gran volpone…ma mi piace questa sensazione…. mi sento una principessa oggi!”. Mi sento davvero tranquillo ora che la conversazione è diventata più sciolta, naturale. Scherziamo come vecchi amici, siamo a nostro agio.
Per un attimo mi dimentico anche del perché mi trovo li. So che la guardo e lei mi guarda. Certo i vecchi amici sono più prudenti con gli sguardi. Lei invece non lesina le sbirciate maliziose, e io le sto fasciando con le mie occhiate tutto il corpo. Ogni tanto sporge avanti il busto per accentuare la curva del seno, gioca un po’ a provocarmi. Ed entrambi ci osserviamo con bramosia. Sono eccitatissimo e credo che lei se ne sia ampiamente accorta. Ma io non voglio sfuggire, voglio salire velocemente ed abbandonarmi finalmente a questo gioco che mi sta consumando dentro in una piacevole spirale di emozioni. La fisso. Il suo sguardo trabocca lussuria allo stato puro; si avvicina muovendosi provocantemente e mi si struscia contro. È un attimo e poi le mie mani si impossessano con autorità dei suoi glutei afferrandoli per stringerla a me, ne saggiano la consistenza. Mi si blocca il respiro per l’emozione. Respiro affannosamente e con trasporto accosto le mie labbra a quelle di lei con il cuore che batte all’impazzata. Mi sembra addirittura di percepire i singoli fiotti di sangue percorrermi le vene, tutti i miei sensi si acuiscono e la mia sensibilità decuplica. Ci scambiamo vorticosamente lingua e saliva, chiudo gli occhi e poi li riapro e vengo rapito dalla sua immagine proiettata come da un gioco di specchi. È come se mi vedessi dall’esterno, una donna che mi bacia profondamente, che si muove strusciandosi sotto la spinta famelica delle mie mani sino a mostrare nitidamente il sedere nudo avidamente palpato, saggiato, titillato dalle dita con lei che inarca la schiena per favorire un contatto più profondo. La mano percorre il solco delle natiche, si addentra più giù e trova la giunzione delle grandi labbra. Le accarezza rapido in tutta la lunghezza, si sofferma ad apprezzare la consistenza tonica del riccioletto più nascosto, sembra una sorta di piccolo anello di totano. Un leggero sobbalzo quando uno scoppiettio più forte di un legno sul fuoco si fa sentire e ci risveglia da quello stato di trance. È il momento di metterci comodi per continuare il bellissimo gioco appena iniziato…….
……. Siamo a contatto, sento il suo calore, respiro il suo corpo. Mi piace girarla a pancia sotto. A pancia sotto domina sguardi e eccitazione la visione del suo sedere, la curva deliziosa delle sue natiche. Amo scorrere le dita sulla sua spina dorsale, dal collo alle natiche. Amo seguire lo stesso percorso leccando gli anelli e baciando anche i glutei quando sono in basso. Prendo le sue natiche con le mani e le accarezzo con forza, quasi la sculaccio. Poi le allargo e. alla vista del suo meraviglioso buchino, non posso trattenermi dall’intrufolare il volto tra le cosce e mettermi a leccarlo per bene. Avverto il calore della sua eccitazione che sale, io sono tutto un brivido. Si gira e vedo il meraviglioso spettacolo che offre allo sguardo. La mia mano sale lungo le sue cosce, accarezzandole internamente. Guardo le sue gambe aperte, vedo il suo invito, vedo il suo bacino che inizia a muoversi prima lentamente e poi aumenta il ritmo, si inarca e si offre…. Guardo i suoi occhi che mi fissano intensamente e scagliano dardi perversi. Voglia e offerta sono così palpabili nel suo sguardo che quasi si possono toccare, più che guardare. La mia mano sale, sente il calore che si avvicina, gioco con le sue grandi labbra…. improvvisamente affondo indice e medio dentro di lei e, aiutandomi con il braccio sinistro con cui le cingo il busto, la sollevo dal tappeto e la abbraccio intensamente sempre con le mie dita ben conficcate dentro (sono diventate tre, anche l’anulare è dentro) a sostenerla da sotto. La sento ricettiva e bagnata, piena di voglia. Mi piace aumentare di colpo il livello delle carezze. Inizio a leccarle il clitoride. Lo lecco, lo mordo, lo succhio con avidità. Mi piace sentire l’interno della figa bagnata che chiama a passi ulteriori verso il piacere. Mi sposto dentro di lei e comincio a carezzare la sua figa internamente, subito dietro il clitoride che sto succhiando. La colgo di sorpresa. Una piacevole sorpresa. Viene improvvisamente e una tempesta di piacere e di emozione la trasporta e la manda in estasi mentre, come impazzita, ansimante e roca cerca la mia lingua con la sua in una danza umida di saliva lasciva. La sento ansimare, bellissimo…. È un attimo, mi muovo sul tappeto e, sostenendola con le braccia, la faccio roteare a testa in giù, guidandola all’altezza del mio sesso turgido…. Ci si aggrappa con le due mani, mi accarezza la borsa dei testicoli da sotto e contemporaneamente mi “mangia” il pene dritto e grosso…. ora il suo sesso è all’altezza del mio volto e infilo la faccia tra le sue cosce, cerco con la lingua di gustare il sapore degli umori che emanano dal suo corpo e con la lingua esploro vigorosamente tutte le sue zone più intime e segrete. Ho voglia di esplorarla tutta, di scoprire ogni suo più celato recesso, ogni sua più nascosta e proibita parte. Sento che anche lei lo vuole, lo chiede in modo quasi imperioso. Leccandola, assaporando il monte di venere, il sapore delle sue grandi labbra, il clitoride gonfio e sensibile. Afferro i suoi glutei e li palpo con gran desiderio. Sento lei che reagisce assecondandomi, aiutandomi, e sento che li allarga, e poi li richiude cercando di imprigionarmi la mano nella sua stretta. Li schiaffeggio facendoli arrossare. Come trasformando in un invito la pelle serica che poi percorro con la mano aperta e leggera sentendola liscia e calda. Le curve che ammiro sono deliziose e le natiche belle, sode, rotonde…. In attesa. Con un dito ne percorro il solco, dapprima in modo leggero e con mossa gentile mi soffermo sullo sfintere contratto. Lo accarezzo e lo bagno. Lo accarezzo ancora e sento che si rilassa e mi invita. Allora torno a premere con il dito sul suo buchino, su questo grazioso orifizio pieno di misteri e desideri, poi sono sempre più insistente e inizio a penetrarlo accarezzandolo, sino a ritrovarmi immerso in esso sino alla radice. Sento lo sfintere che comincia a rilassarsi ed il dito che lo sta penetrando vi scorre dentro senza più attrito, mi sento eccitato, voglio fare quello che lei mi chiede, che io desidero …. Voglio che facciamo di tutto, che io mi senta uomo e lei si senta donna sino al midollo.
La faccio ruotare di nuovo e sempre tenendola tra le braccia la faccio accomodare a cavalcioni sopra di me. Lei guardandomi, con quello sguardo da porca che mi fa impazzire, mi guida sino ad infilarmi completamente il cazzo nella figa; abbranco il suo bacino e la sostengo mentre lei si muove voluttuosamente serrando bene le cosce intorno alla mia vita. Mentre comincio a muovermi dentro di lei sento il calore della sua figa che mi riscalda completamente, sento l’adrenalina percorrermi tutta la colonna vertebrale sino ad esplodermi nella testa in mille luccichii dorati mentre le mie guance avvampano per il calore. Lei gira la testa verso di me e tira fuori la lingua, si abbassa a leccarmi mentre io continuo a pompare forte come se le squassassi la vagina ormai liquefatta dal piacere come un coltello nel burro. I miei colpi si stanno facendo sempre più secchi e violenti e fanno sobbalzare il suo seno che pare rimbalzare, come impazzito, sul mio busto. Lo afferro e lo stringo, i capezzoli tra le dita. Sento tanto calore sulla pelle, anche lei suda copiosamente ed il mio sudore si mischia inevitabilmente a quello suo fondendosi in un unico liquido scivoloso come il sapone. Dopo una serie di affondi davvero forsennati, mi lascio andare lentamente all’indietro sempre tenendo il mio scettro ben dentro la sua figa e mi sdraio allungandomi verso il centro del tappeto. A questo punto è lei che prende il comando, inizia a cavalcarmi come un’amazzone infuriata; mi offre i suoi seni da leccare ma ogni tanto, da buona monella, si allontano quasi strappandomi i capezzoli dalla bocca per poi abbassarsi nuovamente quasi a soffocarmi con la sua carne.
A un passo dall’inevitabile esco di colpo dalla figa: non voglio venire, voglio continuare lo scambio di coccole e sesso…... Attimi di riposo per poi riprendere…… Lei ne approfitta per stendersi supina e rilassare un pochino la schiena; chiude gli occhi e dalla sua espressione capisco che le sembra di essere all’interno di una favola. Dopo attimi di carezze, di coccole sulle gambe, le cosce, il ventre, il seno, mi avvicino in ginocchio e le divarico le gambe, schiudendo completamente la porta di accesso alle profondità del suo corpo. Rivendico questa nuova posizione e dopo aver appoggiato le sue caviglie sulle spalle, affondo il mio pene dentro di lei iniziando a pompare con possente violenza. Spingo forte, fino alla fine, fino a quando la fisica mi impedisce di affondare ancora di più. Sussurra che la sto riempiendo tutta. Mi guarda e mi offre la lingua, ci baciamo come impazziti con le lingue che si azzuffano ben al di fuori delle labbra. Le mie mani stringono i suoi seni, li rilasciano e poi li stringono ancora; le labbra mordicchiano i capezzoli, li tirano e poi mollano la presa all’improvviso facendoli rimbalzare per la forza di gravità; saliva, sudore, umori si mischiano omogeneamente seppur con percentuali diverse a seconda della porzione di pelle interessata ma tutte le tre componenti sono presenti ovunque sui corpi nudi, favorendone un effetto scivolamento assolutamente intrigante e sensuale. L’odore di sesso, degli umori è ovunque nell’aria ed avvolge ogni cosa. Dopo un’ulteriore serie di colpi che fanno vibrare il suo corpo come un’incudine sotto i colpi di un fabbro erculeo, mi fermo e mi lascio rotolare sul fianco in posizione supina, lei accanto. Mi godo lo spettacolo di una donna distesa e contenta, rilassata con la pancia che si muove nel respiro tranquillo, il seno bello e rilassato ma con i capezzoli ancora grossi e sporgenti dalle areole, le cosce aperte come se volesse far prendere aria e rinfrescare la sua meravigliosa figa che esce dal monte di venere, il clitoride turgido che sembra come far capolino dalle grandi labbra distese, tranquille ma non completamente sazie. Vedo il suo sesso che si mostra come un altare consacrato agli dei dell’amore sfrenato di cui in questo momento lei è l’unica vestale ed esige che copiosi getti di liquidi vengano offerti in sacrificio per placarne la bramosia. Ma c’è ancora tempo, il piacere deve crescere ancora sebbene possa sembrare una cosa impossibile poterne innalzare ancora i limiti estremi.
Questi pensieri mi muovono, la prendo e la faccio girare. La guardo, osservo la bellezza del suo culo. Le mie mani seguono il pensiero, sono tutt’uno: percorrono la schiena e poi scendono sui glutei, indugiano sul buchino con entrambi i pollici; è talmente bagnato dagli effluvi fuoriusciti dalla figa che basta una piccolissima pressione per affondare nelle sue viscere; allargo lo sfintere, ci sputo sopra due, tre volte e poi lo penetro in profondità con le dita. Sento che tutti i suoi muscoli, i suoi nervi sono preda del piacere e si tendono come archi, si caricano di sensazioni che tagliano il fiato per l’emozione; le sue mani mi impastano le natiche e la sua lingua si insinua in profondità. Non ci conteniamo più, rantoliamo senza vergogna le cose più oscene e io nemmeno riesco più a comprendere tutto ciò che le sue labbra pronunciano come se fosse un’indemoniata, persa in uno spazio senza dimensione e senza tempo. Mi muovo dietro di lei, appoggio il pene sul piccolo, meraviglioso buchino che freme, che mi attende osceno e voglioso e lo penetro inizialmente piano, a gustare e inebriami di questa meravigliosa sensazione e poi affondo in profondità senza pietà e senza dolore. “Ohh, mmmhh…siii!!! siii!!!, inculami, penetrami tutta ahhh…. Prendimi il culo, prendimi totalmente, fottimi anche l’anima, maiale, fammi impazzire!!!!” mugola e gode, come in trance di sesso. È un piacere assolutamente nuovo, non solo fisico ma anche cerebrale. La prendo per i capelli e le tiro la testa verso di me, cercando la sua bocca per baciarla profondamente, poi le lecco le labbra, lecco il viso, il collo, le orecchie…. Da come sta assecondando i miei movimenti sento che sta, che vuole venire esplodendo in una apoteosi di piacere. È inevitabile, sta per venire ancora e stavolta l’orgasmo parte da lontano, risale lungo l’intestino, la colonna vertebrale, si irradia nei capezzoli, in ogni centimetro di pelle ed esplode come un’atomica nella scatola cranica in un bagliore di stelline luccicanti che annebbiano ancor di più lo stato di coscienza. Mhmm mugola, sembra non capire più nulla ma è abbandono totale al piacere, si contorce, estrae la lingua e la rotea nell’aria. Anche io mi avvicino velocemente all’estasi, la sento montare dentro di me irresistibilmente. Vibro colpi impressionanti afferrandole per i fianchi e la sento muoversi a suo piacimento, Mi irrigidisco e mugolo ansimando come un mantice, scarico il mio sperma caldo dentro di lei. Ci sdraiamo fianco a fianco e la bacio accarezzandola. Il rilassamento si impadronisce del corpo e dei muscoli; un senso di meravigliosa spossatezza ci pervade e ci guardiamo sorridendo contenti
Si è creata una notevole intimità tra di noi, sto bene, mi sento a mio agio, mi sembra di conoscerla da sempre.
“Qui ci vuole dello champagne…” esclamo “dobbiamo festeggiare qualcosa di grande…….”.
Lei sorride, stirandosi, felina come una gatta………
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