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Lui & Lei

Racconto inverso


di Hensen
28.07.2019    |    2.356    |    2 8.7
"Lo portai sul divano uscendo dalla mia zona buia, ormai non ne avevo più bisogno, ero io a guidare il gioco, e mi distesi a fianco a lui accarezzando il suo petto..."
Ricordo la sera in cui lo incontrai la prima volta, aveva un bel sorriso.
Dopo aver salutato gli amici si è presentato in maniera cortese: "piacere Hen" e seduto di fronte a me; serata carina, si è chiacchierato e scherzato un pò di tutto in modo amichevole ma senza volerlo durante la cena ho dato il via al gioco tra di noi.
Si parlava dei nostri interessi e quando venne il mio turno raccontai di amare dipingere, Carlos mi disse di mostrargli il quadro che aveva appeso a casa sua, un nudo di donna di spalle, ed io presi il cellulare e mostrai la foto. Hen commentò il disegno ed io colori e poi con una faccia da schiaffi mi disse "la prossima volta posso posare per te!" prima di scoppiare in una risata.
Non l'avevo mai fatto ma l'idea mi stuzzicava e quindi, durante il resto della serata, continuai a scherzare su questa idea con battutine a cui lui rispondeva con risate a altrettante battute.
La serata si concluse, si saluratono gli amici e ognuno tornò a casa propria. Io portavo con me quell'idea e mi chiedevo quanto fosse uno scherzo e quanto invece fosse un invito.

Lo scoprii qualche tempo dopo, iniziammo a scambiare qualche messaggio. Fu lui a riprendere a scherzare sull'argomento. Capii che lo voleva veramente e, in privato, mi disse chiaramente che voleva posare nudo per me e che si sarebbe messo a disposizione della mia creatività!
Nonostante tutto ancora avevo i miei dubbi, l'idea era estremamente eccitante ma lui era amico di amici, non era libero e l'avevo visto solo una volta; Per questi motivi passo ancora qualche mese durante i quali però ci si scambiava qualche messaggio e qualche richiamo all'argomento: si capiva che lui era veramente deciso a farlo.

Fu così che una sera che la mia amica Janette era ospite a casa mia mi convinse ad invitarlo e bere qualcosa da me e, quasi per gioco lo chiamai pensando che non sarebbe venuto vista l'ora ma gli eventi presero una piega inaspettata e lui mi disse che sarebbe venuto verso mezzanotte e così fù. Le battutine ricominciarono ed è così che, dopo un paio di drink, Janette con la scusa di andare a dormire ci lasciò soli e si spostò nella sua camera; Hen non perse tempoe mi disse: "allora mi dipingi?" togliendosi la maglia e stendendosi sul divano guardandomi con un aria canzonatoria.

Non potevo tirarmi indietro e, sopratutto, non ne avevo alcuna intenzione. Presi la mia attrezzatura da disegno e mi posizionai dall'altro lato del tavolino. Spensi la luce e lasciai solo il pportatile acceso che illuminava con il suo schermo sia il mio foglio che lui di una luce azzurrognola.

Hen aveva un corpo atletico e sembrava a suo agio sul divano; Iniziai a disegnare con la mia matita degli schizzi preparatori sul mio blocco da disegno, protetta dalla luce dello schermo che creava una sorta di barriera tra me e lui tra la luce e il buio nel cui mi nascondevo.
Non passo molto tempo quando prese coraggio e alzandosi in piedi mi disse: "non avevamo detto che mi avresti dipinto nudo?" e così inizio a sfilarsi i pantaloni restando completamente nudo di fronte a me. Sembrava ancora completamente a proprio agio, rilassato, e si distese nuovamente sul divano. Sorrisi e continuai a disegnare.
La sensazione di avere quell'uomo nudo per me da guardare e disegnare da dietro la mia "barriera" mi dava una idea di potere, avevo io il timone. Non parlai, mi concentrai sul mio foglio e sulla sua immagina lasciandolo li nella sua gabbia di luce.

Quando dopo diverso tempo mi chiese di dare un occhiata a quel che stavo facendo mi avvicinai a lui oltrepassando per la prima volta quella barriera psicologica e sentii un brivido lungo la schiena. Lui si comportava in maniera molto "professionale", amichevole ma non ci stava provando con me ma la mia eccitazione stava salendo.
Prima di tornare al mio lato del tavolino non resistei alla tentazione e gli dissi che adesso sarebbe stato bello se avessi potuto raffigurarlo con un erezione; appoggio la sua mano sul mio braccio e scostò la tavoletta da disegno che tenevo in mano mostrandomi una favolosa erezione, come se mi avesse letto nel pensiero! Un cazzo grosso e liscio era li per me... a mia disposizione!

Gli sorrisi con un esclamazione di sorpresa e tornai alla mia postazione, nuovamente protetta.
Le mie mani si muovevano da sole sopra il foglio... continuavo a disegnare ma il soggetto adesso era diventato quel membro che desideravo sempre di più... volevo giocarci, domarlo. Giusto sbagliato non era importante in quel momento era la sola cosa che desiderassi, durante il periodo del ciclo sono sempre così desiderosa.

Lui continuava a guardarmi senza vedermi e finalmente mi decisi. "Peccato che... peccato non poter assaporarlo", gli dissi e la sua risposta non si fece attendere. Alzandosi si avvicino al tavolino e, restando in piedi, dal lato opposto me lo porse proprio all'altezza della bocca. Nonostante si mostrasse perfettamente calmo e a suo agio doveva essere eccitatissimo per avere un erezione così imponente e una gocciolina bagnava la sua punta.
Mi avvicinai e con la punta della lingua assaporai quella goccia della sua eccitazione, volevo farlo impazzire, ed era in mio potere. Il mio gioco.
Iniziai a gustarmi il suo cazzo con calma, assaggiandolo con la lingua e con le mia labbra mentre lui stava li fermo davanti a me e mi lasciava fare. Lo succhiavo guardandolo in faccia per godermi la sua eccitazione e le emozioni che lasciava trapelare, il suo sapore mi invadeva e il la mia sensazione di potere aumentava.
Lo portai sul divano uscendo dalla mia zona buia, ormai non ne avevo più bisogno, ero io a guidare il gioco, e mi distesi a fianco a lui accarezzando il suo petto. Lasciando le mie dita scivolare fino alla sua bocca e facendogliele leccare, accarezzando il suo collo e sfiorando il suo addome mentre scendevo lentamente verso il suo sesso turgido.
Ormai il suo artificioso controllo era smascherato, non poteva più nascondere la sua eccitazione ed afferrai le sua palle pensando "SEI MIO". Gemette e senti il suo cazzo pulsare, lo afferrai ed iniziai a masturbarlo, dovevo sentirlo mio. E non lo avrei lasciato venire facilmente!
Montai a cavalcioni su di lui tenendo il suo membro durissimo dietro il mio culo ed iniziai a baciarlo. Ha delle belle labbra e sa come usarle, scopro i miei seni che sento gonfi e lui li afferra con decisione ed inizia a succhiarli con passione. La sua lingua gira sui miei capezzoli turgidi e sento che la mia figa si sta bagnando da impazzire. Accidenti al mio ciclo, adesso lo vorrei solo sentire scivolare dentro di me e riempirmi ma non posso. In compenso posso continuare a giocare con il suo corpo e la sua mente e continuare a portarlo vicino all'orgasmo per poi farlo aspettare ancora.

Lo torturo in questo modo per non so quanto tempo il suo cazzo è sempre di marmo e non accenna a stancarsi, adora stare nelle mie mani!

Hen mi dice di volermi far godere ma io gli rispondo che non posso, mi sorride malizioso e in un attimo mi ribalta con la schiena sul divano. Mi ritrovo con le gambe spalancate e lui che mi schiaccia con il suo peso premendo il suo membro sulla mia figa attraverso i leggings. Mi fissa da vicino con uno sguardo malizioso e comincia a strusciarlo sopra di me con vigore.
Mi guarda dritto negli occhi mentre il suo sesso martella il mio facendomi gemere di piacere e mi dice "Adesso è il mio turno di vederti godere, GODI !!!".
Si muove come un fiume tra le mie gambe, impetuoso e sento il piacere avvicinarsi sempre di più anche lui ormai ansima su di me, più mi fa godere e più lui è eccitato. Mi ripete "Godi !", non resisto più, lo guardo e gli dico "TU non godere! Fai godere solo me". Mi sorride e mi sbatte facendomi sentire tutto quel cazzo tra le mie gambe e le palle sul culo. Non resisto più, mi aggrappo a lui e godo in modo violento mentre Hen continua a fissarmi soddisfatto.

Il suo sesso ancora duro, non è venuto... e quella sera non verrà.
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