bdsm
Rapito e Femminilizzato. La nascita di Danyelle
di Danyelle
07.10.2023 |
6.404 |
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"Infatti, mentre sono nella posizione di attesa, con le gambe genuflesse ed aperte, le mani poggiate sulle gambe con il palmo in alto, la bocca leggermente..."
Il cazzo taurino di Marco mi soffoca al punto che sto quasi per svenire. Ho il viso cosparso di saliva e muco che mi esce dal naso, a causa della violenta intrusione boccale quando l'uomo, finalmente sazio della gola profonda, si decide di assaggiare la mia figa anale.L'uomo e la donna si danno il cambio. Incrocio lo sguardo con la dolcissima Mary che ora è prona accanto al mio viso. Sono quasi irriconoscibile per quanto la mia faccia è intrisa dei liquidi prodotti dal salivoso pompino goduto dall'uomo, che ora si è posizionato dietro il mio culo che ammira essere completamente indifeso e bagnato.
E mentre la lingua di Mary inizia a pulirmi il viso, facendomi girare la testa per i brividi di piacere, la verga di Marco, dura come un palo di ferro, inizia la sua tanto desiderata discesa all'interno del mio bramoso corpo.
E' una intrusione lenta ma costante che, inesorabilmente, allarga le mie pareti interne che, sebbene elastiche, subiscono la pressione di questo stantuffo duro come il marmo.
Vengo ritmicamente sospinta in avanti dal peso dell'uomo che con forza selvaggia, tirandomi per i capelli, prende possesso del mio corpo e della mia mente che, ora come non mai, gode dall'essere sottomessa al potere del cazzo di un uomo.
Le sue possenti mani si spostano sul mio posteriore, afferrando saldamente le due mele del mio culo che viene aperto fino all'estremo, per permettere al suo possente cazzo di affondare sempre più dentro di me, penetrando nelle mie vogliose viscere. Il tipico rumore dell'inculata è l'unico suono che rimbomba nella sala, accompagnato dai miei gemiti che, questa volta, sono di esclusivo e puro piacere.
Intanto Mary, eccitata dalla mia reazione di godimento, si allontana dal mio viso e si adagia di fronte a me, aprendo le gambe per mostrarmi la sua figa, che mi viene offerta completamente depilata e bagnatissima.
Arrapata da questa celestiale vista, che fino a qualche giorno fa era il mio unico pensiero da uomo dal punto di vista sessuale, con le poche forze rimaste a causa del poderoso martellamento subito dal mio culo che mi sta letteralmente sfiancando, mi prodigo a dare piacere alla ragazza, mettendo a disposizione del suo sesso la mia morbida lingua.
Avrei voluto scoparla come un vero uomo ma la mia nuova condizione di sottomessa e, soprattutto, la mia nuova dimensione di donna, da me ogni giorno sempre più accettata, non me lo consente. Per un attimo, la mia mente prova a riportare alla memoria il mio passato; ricordi, che vengono immediatamente rimossi nel momento in cui la penetrazione si fa più intensa e veloce.
Il frenetico su e giù, le gocce di sudore dell'uomo che cadono sulla mia schiena nuda, la forza delle gambe del toro che cingono i miei fianchi, il contatto dei peli del suo petto con il mio corpo sudato, l'odore intenso del sesso, i suoi grugniti di piacere uniti al sordo rumore delle sue palle contro le pareti del mio culo, non fanno altro che convincermi della mia nuova condizione di femmina, puttana e troia.
Ormai sono senza volontà per cui mi abbandono al piacere dell'uomo, come se fossi una bambola gonfiabile. Si! Un oggetto. Una cosa nelle mani di uno sconosciuto che può usare a proprio piacimento.
Vengo sbattuta con violenza come una vera puttana da strada. Mi ritrovo con il viso interamente affondato nelle cosce di Mary, il petto a terra sul freddo pavimento, il fondo schiena tenuto alzato dalle forti mani di Marco che con le sue possenti e pelose cosce poste ai miei lati, mi sta sodomizzando dall'alto verso il basso.
E' come se un randello di legno scavasse all'interno del mio culo, alla ricerca bramosa di qualcosa. Alla ricerca del suo esclusivo piacere, che sento arrivare in maniera impetuosa. Anche se sono trascorsi appena tre giorni, ho imparato il momento in cui un cazzo sta per esplodere. Lo senti ingrossarsi a dismisura nel tuo intestino, al punto che le pareti interne sembrano lacerarsi al passaggio di quella carne dura, carne incandescente, che non aspetta altro che placare la sua voglia di maschio.
“Eccomi, troia, ti riempio tutta” sono state le uniche parole che ho percepito prima che un urlo disumano riempisse la stanza. Nel momento del suo acme di godimento, vengo afferrata su per le spalle ed alzata come un fuscello, in modo che il suo petto aderisse alla mia schiena. Mi afferra la testa che viene girata di lato fino al punto che le nostre bocche si saldano in un bacio appassionato.
Ad ogni spinta del suo pube verso il mio culo, che di sotto accoglie a più riprese la sua calda sborra, corrisponde un affondo di lingua nella mia bocca. Ho perso il conto di quante spruzzate di calda sborra ho ricevuto. So solamente che quando il suo cazzo, ormai quasi molle, si è sfilato dal mio buco, un fiume di liquido biancastro e viscoso si è riversato tra le mie cosce e sul pavimento.
Sono sfinita e riversa a terra, quando entra nella stanza il mio Padrone che, vedendo tutto lo schifo di liquidi sparsi nella stanza, tirandomi uno schiaffo in volto, mi ordina di pulire tutto con la lingua. La ragazza si offre di aiutarmi con degli strofinacci, ma viene bruscamente allontanata dal suo padrone Marco.
Ed io? Sono eccitata come una scrofa ed ho il cazzetto ingabbiato che mi procura un male atroce, perché vorrebbe uscire dalla sua prigione, ma tutto ciò non è possibile. Anche questo senso di frustazione mi rende ulteriormente docile e sempre più arrendevole, al punto che in breve tempo pulisco tutto il pavimento con la lingua e mi posiziono, una volta terminato il mio compito, in ginocchio davanti ai due Padroni.
Ma non è finita. Infatti, mentre sono nella posizione di attesa, con le gambe genuflesse ed aperte, le mani poggiate sulle gambe con il palmo in alto, la bocca leggermente schiusa e lo sguardo fisso a terra in attesa di nuovi ordini, vengo travolta da una pioggia di piscio dai due Padroni.
“Accogli questo piscio come una fonte battesimale”, disse il mio Padrone ridendo di gusto “perché oggi ti battesimo dandoti un nome e il tuo padrino sarà Marco”.
Una calda ed abbondante pioggia dorata mi viene riversata da sopra la testa da entrambi i cazzi dei due Padroni che, nel frattempo, si erano avvicinati al mio corpo e posti di lato. E tra gli scherni di umiliazione e risate di compiacimento, il mio Padrone sancisce definitivamente la mia situazione di femmina sottomessa e schiava, dandomi il nome di Danyelle.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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