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Gay & Bisex

I pantaloncini grigi


di The_southparker
08.06.2021    |    21.076    |    21 6.9
"Con la vanità dei miei 38 anni credetti di aver perso solo un po' di peso: non mi accorsi che la banda elastica del pantaloncino era stata manomessa, forse..."
Ho sempre saputo di essere gay, ma prima di accettare il mio orientamento sessuale ho avuto diverse storie con delle ragazze. Ho anche una figlia, Beatrice, che ogni 15 giorni veniva a stare da me per il weekend, questo prima che si iscrivesse all’università. Con lei ho sempre vissuto apertamente sia la mia omosessualità, sia la nudità. Non ho mai avuto alcun problema al riguardo, né con lei, né con i suoi amici e fidanzatini, tutti al corrente del mio orientamento sessuale.

Uno di loro, Tommaso, si era messo con mia figlia quando entrambi avevano 13 anni, e sebbene fosse solo un amore adolescenziale, spesso Tommaso trascorreva del tempo a casa mia. Ha iniziato a venire a casa anche nei giorni in cui Beatrice non c’era. Lui viveva con sua mamma, una tossicodipendente, e quindi immagino che vedesse in me una specie di figura paterna. Mi chiamava anche “Pop”, e col tempo era diventato ormai di famiglia.

Ciò che ignoravo e che, a causa di Alessandro, il mio ex storico, Tommaso era anche a conoscenza delle mie tendenze esibizioniste. Crescendo, Tommy faceva per gioco cose che mi imbarazzavano ed eccitavano allo stesso tempo. Ho sempre pensato che fosse solo un divertimento innocente. Ovviamente non ho mai avuto contatti sessuali con Tommaso, né ho mai fatto sesso di fronte a lui (o almeno non di proposito).

La prima volta che è successo qualcosa di più serio è stato un sabato mattina, quando lui aveva circa 19 anni. Quel giorno avremmo fatto insieme dei lavoretti per la sua prima casa e saremmo andati in un negozio di fai-da-te per comprare del materiale. Ero sotto la doccia e gli ho chiesto di prendermi dei vestiti. Mi ha portato una vecchia maglietta corta fino ai fianchi e un paio di pantaloncini di jeans elasticizzati, indumenti che usavo per i lavoretti domestici. Ho pensato avesse frainteso: stavamo per uscire, perché portarmi degli abiti da lavoro, per giunta dimenticandosi di portarmi le mutande?

Tommaso mi metteva fretta, suonando il clacson ed incitandomi ad uscire. “Poco male”, dissi tra me e me. Indossai ciò che mi aveva portato, senza mutande, misi le scarpe e salii in macchina. Ricordo di aver pensato che i pantaloncini mi stessero un po' larghi. Con la vanità dei miei 38 anni credetti di aver perso solo un po' di peso: non mi accorsi che la banda elastica del pantaloncino era stata manomessa, forse addirittura tagliuzzata per indebolirne l’elastico.

Durante il viaggio fino al negozio, per circa mezz'ora, Tommaso non ha fatto altro che parlare di sesso, erezioni imbarazzanti o di essere scoperti a masturbarsi da qualcuno. Gli ho chiesto il perché avesse questa fissa, e lui ha risposto che ci stava semplicemente pensando, chiedendomi se a me fossero mai successe queste cose. È inutile dire quanto la conversazione mi avesse eccitato: avevo il cazzo a mezz’asta per tutto il viaggio.

Non appena arrivati, ho cercato di parlare di altro per far scemare l’eccitazione, ma Tommy ha subito aperto lo sportello ed è scattato fuori. Quando anch’io sono sceso dall’auto, mi ha chiesto cosa avessi in tasca. “Niente”, gli ho risposto, e lui, afferrando la tasca all’altezza del mio cazzo, a voce alta ha detto: "Questo non mi sembra niente, Pop!". Ok, non aveva toccato direttamente il mio uccello, però in quel momento avvertii come una scossa. Un paio di operai, intenti a caricare il furgone, si erano voltati a guardarmi. Uno mi fissava anche il pacco.

Pensai che forse il fatto di essere stato notato a cazzo semi eretto mi avesse scatenato gli ormoni. Non potevo certo immaginare che Tommaso, nel toccare la tasca, avesse tirato la fascia elastica dei miei pantaloncini da lavoro, indebolendola ancora di più. Poi ha fatto qualche commento su “Pop il pervertito senza mutande” ed è entrato nel negozio.

Non capivo il perché si comportasse così, pensai che forse volesse essere solo divertente e non diedi troppo peso a quanto successo. Il mio cazzo però era ancora a mezz’asta, e questo per tutta la durata degli acquisti. In quel momento sembravo quasi uno zombie, seguivo Tommaso senza pensare a quello che facevo. Provavo un mix di emozioni, ero eccitato, ma spaventato ed imbarazzato. E nel frattempo la banda elastica cedeva sempre di più.

L'ultima tappa nel negozio era uno specchio, enorme e pesante come l'inferno. Per riuscire a prenderlo, l’abbiamo prima coricato sopra alcuni scatoloni. Poi, io davanti e Tommy dietro di me, l’abbiamo sollevato sopra le nostre teste. Mentre lo sollevavamo, per lo sforzo l’elastico ha ceduto e i miei pantaloncini sono scivolati lungo i miei fianchi, toccando il pavimento. In quel momento Tommaso ha "perso l'equilibrio", mettendo un piede sui miei pantaloncini e spingendomi di lato, lasciandomi da solo a reggere lo specchio.

Ero a 3-4 passi dai miei pantaloncini, con addosso solo una t-shirt corta fino ai fianchi, scarpe da tennis, e nient’altro. Il modo in cui lo specchio era inclinato mi esponeva completamente a tutte le persone dietro di me. Vedevo le facce sbalordite dei clienti e sentivo delle risatine dietro di me.

Non c’erano donne nel negozio in quel momento, solo uomini o al massimo dei ragazzi un po’ più piccoli di Tommaso. Sentivo gli occhi di tutti sul mio cazzo, sulle mie palle, sul mio culo. Mi ci sono voluti un paio di minuti per rimettermi in sesto, poggiare lo specchio e recuperare i pantaloncini. Nel frattempo, prima di rimettermi i pantaloncini, la mia erezione era ovviamente al massimo.

Al momento di pagare, il cassiere, che conoscevo solo di nome, mi ha ringraziato per lo spettacolo e mi ha fatto anche un piccolo sconto “intrattenimento”. Siamo usciti dal negozio accompagnati dalle sue risate. Ero rosso in viso per l’imbarazzo, ma il mio cazzo pulsava e avevo i sudori freddi per l’eccitazione. Mentre caricavamo il bagagliaio ho cercato di nascondere il fatto che il mio cazzo fosse ancora completamente eretto.

“Mio dio Pop che imbarazzo! Non ci credo, eri completamente nudo in quel negozio con tutti quei tizi che ti guardavano” disse Tommaso con una smorfia. "Non ero nudo, avevo la maglietta addosso!" gli ho risposto prontamente. Sapevo benissimo che la maglietta mi copriva solo fino ai fianchi, e che dal mio pube in giù ero stato completamente esposto. "Morirei se tutti questi sconosciuti mi vedessero così" ha continuato Tommaso. “L’unico nudo in un negozio in mezzo a tutti quegli uomini vestiti. E con il cazzo duro in bella mostra”.

Ho pensato che il discorso stesse prendendo una piega strana, ma le sue parole mi rendevano sempre più arrapato. Non potevo resistere a lungo. Siamo saliti in macchina e lui ha continuato: “Sai, quando ti sei chinato per poggiare lo specchio i ragazzi dietro di te hanno visto persino il buco del culo! Porca puttana, hai mostrato in pubblico a quei tizi il tuo buco del culo. E non solo un’occhiata, eri piegato e gli mostravi anche le tue palle per tipo cinque minuti. Ma hai visto il rigonfiamento nei loro pantaloni? Sembrava volessi farti scopare lì, nel negozio, davanti a tutti”.

Stava esagerando e romanzando l’accaduto, lo stronzo. Ma nonostante questo, le sue parole hanno gettato benzina sul fuoco e mi hanno fatto esplodere in una sborrata pazzesca, proprio lì, sul sedile accanto a lui. “Cazzo! Alessandro mi aveva detto che questa merda ti fa uscire fuori di testa ma non pensavo fino a questo punto!” disse Tommaso sgranando gli occhi. Ero appena stato incastrato da una testa di cazzo di 19 anni.

***

Dopo questo episodio non è successo nient’altro degno di nota, solo scherzi innocenti. Per esempio, mentre avevo le mani occupate, mi abbassava pantaloni e mutande davanti ai suoi amici o ai miei amici. Gli piaceva farlo soprattutto in pubblico, meglio se in presenza di molte persone. Una volta l’ha fatto mentre cantavo al karaoke e gli occhi erano tutti puntati su di me. Anche in quell’occasione il mio cazzo si è intostato subito, tra le risate e gli applausi della gente. Al termine della canzone, il DJ ha sottolineato la mia erezione chiedendomi di “rimettere a posto il microfono nascosto nei miei pantaloni”.

Al mare mi strappava via di dosso l’asciugamano mentre mi toglievo il costume oppure, a volte, mi tirava via direttamente il costume, e lo stronzo lo faceva quando ero in acqua, costringendomi a tornare in spiaggia nudo. Ovviamente in quel momento attirava l’attenzione su di me fischiando e gridando: “Fate attenzione, il suo fucile è carico!”. Per me era impossibile nascondere totalmente l’erezione con le mani, e il fatto che fossi paonazzo in volto non faceva che confermare che il mio uccello fosse effettivamente duro.

Dopo una birra o due, gli piaceva raccontare a tutti la storia dello specchio. Ometteva la parte finale in macchina ovviamente, ma di volta in volta aggiungeva qualche particolare diverso. A volte raccontava che il mio pantaloncino si fosse strappato nel rimettermelo, e perciò mi avesse lasciato con il culo all’aria. A volte, che un cliente del negozio mi avesse schiaffeggiato il culo mentre tenevo ancora lo specchio in mano.

Una volta raccontò di aver visto un ragazzo registrare con il cellulare l’accaduto, dicendo: “Pop , chissà quante altre persone ti avranno visto grazie a quel video!”. Quella volta, dovetti andare in bagno a segarmi per riprendermi. Non esisteva un suo amico o anche solo un conoscente che non sapesse la storia dello specchio.

Il giorno del suo ventunesimo compleanno però ha esagerato. Dopo essersi ubriacato, in realtà lo eravamo entrambi, mi ha letteralmente strappato i vestiti di dosso lasciandomi completamente nudo nel bar. I miei vestiti erano brandelli, io ero nudo davanti a tutti e senza nulla per potermi coprire. Si divertiva anche a spruzzarmi con la schiuma della birra, incitando i suoi amici a “schizzarmi addosso”. Ecco, quello è stato troppo, infatti il giorno successivo si è scusato ed era mortificato.

Non ricordo molto di quella serata, ma essere l’unico uomo nudo e gay in un bar e il tasso alcolemico mi hanno portato ad avere una notte di sesso molto interessante, di cui pensavo che Tommy non fosse a conoscenza. Pochi mesi dopo, Tommaso ha trovato lavoro fuori e si è trasferito in un’altra città. Il suo “gioco” quindi era finito, almeno fino ad una decina di giorni fa.

***

Tommaso è ritornato con la sua ragazza, sua futura sposa, per mostrarle la sua città natale. E con l’occasione abbiamo trascorso io e lui qualche giorno insieme come ai vecchi tempi. C’era anche la partita della squadra locale: quando lui era un ragazzino spesso la vedevamo insieme (ed era per lui anche l’occasione per rubarmi di nascosto la birra dal frigo).

Il giorno dopo la partita, mentre ci rilassavamo nella piscina che ho in giardino, ha detto che sperava alla mia età di essere ancora in forma come lo sono io. Di anni ne ho 54 e mi ha fatto sentire apprezzato. Ha iniziato a ricordarmi con affetto le cose che facevamo insieme, ringraziandomi di essere stato sempre presente per lui, e si è scusato (per la ventesima volta) per l'incidente del compleanno.

Mi ha proposto quindi di fare una corsetta o una passeggiata nel parco. Si è preparato per primo e, quando sono uscito io dalla doccia, era a petto nudo ed indossava un paio di pantaloncini della squadra, grigi e rossi. “Pop oggi grigio-rossi, festeggiamo la vittoria!”. Era una di quelle tradizioni adolescenziali che faceva con i suoi amici, ma era la prima volta che lo proponeva a me.

Non possiedo pantaloncini della squadra, né pantaloncini rossi. L’unico paio di pantaloncini grigi che ho sono in mesh, a maglia piuttosto larga, indossati spesso in casa per fare esercizi. I pantaloncini erano già sistemati sul letto, visto che “stavo così bene con quelli addosso” a sentire Tommaso. Sapevo che stava tramando qualcosa, ma non riuscivo a capire cosa. Mentre mi avvicinavo ai pantaloncini per indossarli, Tommy ha iniziato a chiudere la serranda della stanza da letto lasciandomi vestire nella penombra.

Anche in questo caso non c’erano gli slip. Iniziò a mettermi fretta, incitandomi a sbrigarmi. Stavolta controllai l’elastico tirando un po’ i pantaloncini e sembrava ben saldo. Così anche stavolta indossai direttamente i pantaloncini senza le mutande, mesi le scarpe e afferrai al volo una maglietta dall’armadio. Mi prese in giro dicendo: “Ma come la maglietta! Il fisico ce l’hai, mostralo!”. “Guarda, è rossa… i colori della squadra”, gli risposi.

La maglietta che avevo preso di fretta era di un paio di anni fa, e nel frattempo avevo messo su qualche chilo. Perciò era di almeno una taglia più piccola e vestiva corta e aderente, ma visto che avremmo fatto una corsetta non sarebbe stato un problema. D’altronde lui era a petto nudo, perché io mi sarei dovuto vergognare? Giusto il tempo di indossarla ed eravamo in macchina, diretti verso il parco.

La zona dove passeggio di solito è vicino ai campi da pallavolo, ed è frequentata da gente di tutti i tipi, anche se solitamente a quell’ora c’erano solo runner. Abbiamo camminato per un po' chiacchierando. Forse era vero quello che aveva detto Tommaso, o forse ero semplicemente influenzato dalle sue parole, ma iniziai a notare come le persone mi guardassero. Forse era la maglia aderente? Addirittura qualcuno mi fissava!

All’improvviso Tommaso ha ricominciato il suo “gioco”. Ha iniziato a sviscerare tutte le mie porcate esibizioniste, cose che pensavo fossero segrete. Di come Alessandro durante i viaggi in macchina mi facesse togliere i vestiti e li buttasse fuori dal finestrino uno alla volta, lasciandomi completamente nudo e a cazzo duro per tutto il viaggio. Si affiancava quindi ai camion, attirava l’attenzione dei camionisti suonando il clacson e mi chiedeva di farmi una sega mentre lui e i camionisti mi guardavano.

Oppure mi portava nei parcheggi, quelli grandi a più piani, mi faceva scendere nudo e con il cazzo completamente eretto, e mi faceva cercare da solo la sua macchina a piedi, mentre mi facevo una sega… Quante volte ritornavo in macchina sporco di sborra e ancora con il cazzo di marmo. O ancora mi portava nei cinema porno, prendeva i miei vestiti e li nascondeva sotto un sedile, non dicendomi quale fosse.

Tutto questo è stato uno shock per me, non avevo idea che Tommaso conoscesse le mie perversioni. Poi mi ha detto che una volta lui e Beatrice si erano nascosti nel mio armadio e avevano visto il mio amico nero Marcus (il cazzo più grosso che io abbia mai visto) scoparmi. Mi ha detto che quando Marcus mi ha ficcato tutto il cazzo nel culo, hanno sentito il mio sfintere aprirsi facendo: “Pop!” e che è per questo che da allora lui ha deciso di chiamarmi così.

Mi ha detto che lui sa che ho partecipato ad un'orgia dietro il bar per il suo 21esimo compleanno. Quando ha iniziato a raccontarmi di come il barista mi ha portato nudo nel vicolo dietro il bar e mi ha ordinato di succhiargli il cazzo, sentivo che stavo iniziando a perdere il controllo. Ha iniziato a raccontare di come a un certo punto c'erano cinque uomini con i cazzi da fuori che mi circondavano mentre ero completamente nudo in pubblico.

“Quando sei tornato al bar avevi la sborra nella barba e nei capelli. Eri così eccitato che non sapevi nemmeno quanto fosse duro il tuo uccello. Pop sei entrato tutto nudo, a cazzo duro, come se fossi completamente vestito e nessuno sapeva che eri appena stato scopato da metà dei tizi al bar. Ricordi almeno come sei tornato a casa quella notte?”, chiese Tommaso.

"Immagino che tu mi abbia portato a casa", ho risposto. “No Pop, eravamo entrambi ubriachi e non avremmo potuto guidare fino a casa”. “Come sono tornato a casa allora?''. “Siamo andati a piedi a casa di Roberto, io vestito e tu nudo e sporco di sborra!”. “Che cazzo dici, me lo ricorderei”. “E invece sì, due ragazzi si sono anche fermati e ci hanno offerto un passaggio. Uno di loro ha aperto la portiera e ha iniziato a farti una pompa sul ciglio della strada”.

”Non è vero, non ho mai fatto niente di così estremo!”. “L'hai fatto quella notte, proprio vicino alla piazza, e quando siamo arrivati da Roberto ce l'avevi ancora duro." Roberto era un amico più giovane di Tommaso, che allora aveva 18 anni e viveva ancora con i genitori. Forse anche suo padre mi aveva visto in quello stato e chissà chi altri. "Roby si è ammazzato dalle risate, non posso credere che non ti abbia mai detto niente". "Come siamo tornati a casa?", gli chiesi in un misto di imbarazzo ed eccitazione. “Ci ha riaccompagnati a casa lui con la jeep”.

La jeep di Roberto era una Jeep Wrangler senza tettuccio e senza sportelli. “No, non esiste che abbiamo fatto 3 km con me nudo in quella Jeep”. “3 km? No no, Roberto ha preso la strada più lunga per portarci a casa, è passato di proposito davanti a tutti i locali aperti, suonando il clacson per attirare l’attenzione delle persone fuori. In tutto questo tempo tu “caricavi il tuo fucile”, il tuo cazzo era sempre più tosto ed eri pronto a sborrare di nuovo. Sai, dei ragazzi hanno anche voluto farsi delle foto con te Pop, nudo, sporco di sborra e arrapato”.

Che fosse vero o no, il mio cazzo stava reagendo al pensiero di essere stato esposto da Tommaso e dal suo amichetto. Ero duro come la roccia e i pantaloncini in mesh non nascondevano per niente la mia erezione. Più di un runner aveva borbottato qualcosa passando vicino a noi. Più parlava e più mi eccitavo, più persone borbottavano e più mi eccitavo. Avevo bisogno di una pausa, altrimenti sarei venuto lì, nel parco dentro ai miei pantaloncini grigi. Tommy sapeva di avermi messo in scacco ed ero sicuro che stesse cercando di provocarmi un altro orgasmo.

***

Per fortuna ho visto i bagni pubblici, e mi ci sono fiondato. Tommaso è rimasto vicino alla porta ed io ho camminato verso il lavandino per nascondere e ridurre al minimo la mia esposizione. Guardandomi alla specchio mi sono reso conto che non c'era modo di nascondere nulla: quella testa di cazzo aveva tagliato la fodera interna dei miei pantaloncini, lasciando che ogni parte di me fosse esposta a tutti.

Sembrava di essere nudo: il mio pube, il mio cazzo e le mie palle erano perfettamente visibili sotto al sottile tessuto di rete di nylon. Mi sono girato e potevo vedere addirittura il buco del culo, mi sono girato di nuovo verso lo specchio e il mio cazzo pulsava. Potevo vederne la cappella attraverso il tessuto.

Tommaso si è avvicinato alle mie spalle e ha continuato a parlare. “Cazzo Pop, scommetto che non sei mai stato nudo senza saperlo, vero? Hai mai camminato per così tanto tempo e davanti a così tante persone in pieno giorno, praticamente nudo? Quanti tizi pensi che abbiano visto il tuo cazzo oggi? 15, 20? Come farai a tornare in macchina? Con il culo al vento e a cazzo duro?”. Sentivo l’orgasmo crescere e salire dalle mie palle verso la cappella. “Stai per schizzare di nuovo, vero Pop?”.

Ho sentito un rumore alla mia sinistra e dallo specchio ho visto un ragazzo biondo e un signore brizzolato sulla cinquantina che mi guardavano: avevano i pantaloni abbassati alle caviglie che si menavano il cazzo. Ho guardato Tommaso. Si era slacciato i pantaloncini, che adesso toccavano terra. Si stava masturbando anche lui mentre ancora mi parlava: "Forse dovremmo togliere anche i pantaloncini e farti tornare alla macchina davvero nudo...".

Prima che avessi la possibilità di reagire, il signore brizzolato si è avvicinato di scatto e ha abbassato di colpo il velo sottile dei miei pantaloncini. Sentivo il suo cazzo duro e bagnato di presperma premere contro il mio culo. Ormai ero nudo, pronto per essere inculato davanti a Tommaso. “Forse dovrei aprire la porta e far vedere a tutti come questo daddy ti fotte il culo. O forse dovremmo semplicemente uscire dal bagno...”.

Non ha nemmeno finito la frase e sono scattato all’istante. Ho schizzato 3 grossi fiotti di sperma nel lavandino, mentre il cazzo del cinquantenne forzava il mio sfintere. Dopo una decina di colpi di cazzo nel mio culo, ho notato che Tommy si era distratto, così sono saltato in avanti, dandogli una spinta e facendolo sbilanciare, giusto il tempo di rubare i suoi pantaloncini dal pavimento. Sono entrato in uno dei bagni, chiudendo la porta dietro di me.

Dopo essermi vestito, sono tornato fuori e Tommaso era lì in piedi, nudo e con il cazzo eretto. Non l'avevo mai visto completamente duro: ha il cazzo più largo del mio! “Dai Pop, basta, ridammi i pantaloncini!”. Cercò di sfilarmeli, ma il nodo al cordoncino era molto stretto. Gli ho colpito le palle, facendolo così indietreggiare. “Mettiti i pantaloncini grigi e andiamo”, gli ho detto passandogli i miei pantaloncini in mesh.

Il brizzolato voleva concludere qualcosa: mentre Tommaso mi supplicava per riavere i suoi, il daddy si era inginocchiato davanti a lui cercando di prendergli il cazzo in bocca. Questa scena convinse Tommy ad indossare i pantaloncini grigi e ad uscire subito dalla toilette. Anche se si eccitava a vedere Pop esposto in pubblico, non era mica gay!

Usciti dal bagno, Tommaso era ovviamente a disagio nei miei pantaloncini. Ero sempre più sorpreso da quanto fosse nudo in quel momento, e da quanto lo ero io fino a poco prima. Ho iniziato a rimproverarlo: “Non posso credere a quanto siano trasparenti questi pantaloncini! Forse è meglio se metti le mani in tasca per nascondere il tuo uccello”.
"Naaah, non c’è bisogno”, mi ha risposto sorridendo. “Ah no?” gli ho detto, abbassando il retro dei pantaloncini e dandogli uno schiaffo rumoroso sul culo, proprio mentre un moretto carino che faceva jogging ci è passato accanto. “Pop!”, ha urlato. “Allora metti le mani nelle tasche”.

Finalmente l’ha fatto, ma mi sono reso conto che nel fare questo ha allargato ancora di più i buchi, rendendo il tessuto ancora più trasparente. “Porca puttana Tommaso, riesco a vedere il tuo cazzo proprio come se non avessi niente addosso”. “Pop, quella merda non funziona su di me, non sono un pervertito come te”. “È vero Tommy!”, gli ho detto. “Guarda questa signora che corre verso di noi, guarda i suoi occhi”.

Effettivamente la donna che correva aveva cambiato espressione all’improvviso, sembrava aver visto un’apparizione divina. Stranamente, si è fermata subito dopo averci sorpassato. "Cristian, sei tu?", mi ha detto. Mi sono voltato e l’ho subito riconosciuta: era una delle insegnanti di mia figlia, e quindi anche di Tommaso. “Sì, sono io, quasi non ti riconoscevo con i capelli raccolti! Tommaso, lei è la tua professoressa delle medie, la prof.ssa Fontana. Ti ricordi di lei?”.

“Uh, come sta professoressa?”, disse Tommy facendo scivolare la mano dalla tasca e allungandola per stringere la sua. È stato un gesto istintivo, ma il movimento della mano non ha fatto altro che catturare ancora di più l’attenzione della prof sull’uccello di Tommaso. Il sorriso di lei lo rendeva evidente: l’erezione era stata notata. Lei era così imbarazzata da stringere e non lasciare la mano di Tommaso.

Deve aver parlato tenendogli la mano per 5 minuti, mentre Tommaso le fissava le tette per tutto il tempo, sgrondando sudore. Le goccioline di sudore gli attraversavano la schiena e il petto nudo, scendendo lungo il pube. Sembrava avesse la pelle d’oca da quanto fosse eccitato.

Alla fine si è allontanata, ma non era l’unica ad aver notato Tommaso: mentre passavamo vicino un gruppo di studentesse, ho sentito una di loro esclamare: “Oh mio Dio, riesco a vedergli il culo!”. Ed è lì che ho deciso di assaporare la mia vendetta.

***

Mentre ci dirigevamo, mooolto lentamente, verso l’auto, ho detto a Tommaso: “Sai che la Prof.ssa Fontana poteva vedere il tuo cazzo e le tue palle? Non so se l’hai notato, ma il tuo culo è totalmente visibile. Si vedono perfettamente i peli, il buco del culo… e il sudore non fa altro che amplificare il tutto facendo aderire il tessuto alla pelle”.

Tommaso era come in trance, non rispondeva nemmeno. Ho deciso quindi di rincarare la dose: “Senti quelle ragazze che parlano del tuo culo? Hai visto la Prof.ssa Fontana come guardava il tuo cazzo?”.

Tommaso ha iniziato a fare delle espressioni buffe, digrignando i denti. Si stava formando una macchia davanti al suo pisello: dal suo cazzo colava presperma. Ne scorreva un po’ anche dalla gamba sinistra, fuoriuscendo dal pantaloncino. Cazzo, vedere qualcuno in pubblico a petto nudo, con solo un velo a coprire il culo e il cazzo, e che per di più sgrondava presperma mi stava facendo eccitare di nuovo, nonostante fossi già venuto da pochi minuti.

Eravamo quasi arrivati alla macchina, quando gli ho dato il colpo di grazia: “Scommetto che se ti avessi calato i pantaloncini davanti alla Prof.ssa Fontana, lei si sarebbe messa in ginocchio e ti avrebbe fatto un pompino lì, sul sentiero, davanti a tutti. Anzi, adesso te li abbasso e vediamo se qualcuno si mette a succhiartelo qui …”. Non avevo intenzione di farlo davvero, ma non appena ho toccato la fascia dei pantaloncini grigi, Tommaso si è fermato di colpo.

Ha sgranato gli occhi e, cercando di sommettere un gemito, ha iniziato a sborrare, 2, 3, 4 fiotti densi, così, all’entrata del parco, sapendo che la gente poteva vederlo. Lo sperma iniziò a colargli lungo la gamba. Mi ha guardato come se stesse per piangere. "Dai, sali in macchina, ti do i tuoi pantaloncini", gli ho detto. Ho slacciato il cordoncino, mi sono tolto i pantaloncini della squadra e glieli ho dati. “Li rivuoi questi?”, mi ha chiesto, mentre si toglieva i miei pantaloncini grigi pieni di sperma. "No, torno a casa così, preferisco guidare nudo piuttosto che rimanere appiccicato al sedile con la tua sborra”. Tommaso fece una smorfia divertita.

Dopo aver guidato per qualche chilometro in silenzio, Tommaso mi ha detto: "Ma il tuo cazzo è sempre duro?". "No, ma è sempre duro quando sono nudo in pubblico”, gli ho risposto. “Ti è piaciuto indossare quei pantaloncini, testa di cazzo?”. Ridacchiò: “Sì, più di quanto mi aspettassi. È stata la prima volta che sono venuto senza toccarmi!”. "Tale padre, tale figlio”, ho detto istintivamente. "Beh non proprio”, ha risposto Tommaso. Dal suo sguardo ho capito che era fiero, in qualche modo, di quello che gli avevo detto.

"Bene, abbiamo finito con questo gioco del cazzo adesso?" gli ho chiesto. “Non credo… da quel giorno nel negozio, vedendo come reagisci quando vieni esposto in pubblico, è come scattato qualcosa. Mi eccita anche solo preparare questa merda, per non parlare poi delle tue reazioni…”.

Ci è stata una lunga pausa. Il mio cazzo era già duro perché ero nudo in macchina, ma adesso sentivo la mia cappella un po’ bagnata di presperma. Nella mia testa stavo ancora ripensando a tutto quello che era successo, e all’immagine di Tommy praticamente nudo, sudato, con la sborra che gli colava dal pantaloncini all’ingresso di un parco pubblico.
All’improvviso Tommaso ha concluso la conversazione: "Vedremo Pop, vedremo…". Vedremo… ma nel frattempo conservo ancora quei pantaloncini grigi.

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Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi sia piaciuta. È liberamente ispirata a “The Blue Shorts” di phatin8. Se vi va commentate pure :)
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