Nazar

È un pomeriggio di pioggia di inizio giugno, non potendo andare in spiaggia, mi trastullo in casa e intanto guardo chi c’è in linea. Mi contatta un tipo piuttosto interessante, forse già adocchiato prima, risultando subito chiaro che entrambi eravamo propensi a un po’ di sesso.
Dalle foto non è certo male, bel fisico, occhi scuri, folte sopracciglia, rasato.
Vado io a casa sua, che si trova in un paese leggermente in collina, a una mezz’oretta da casa mia.

Eccomi davanti a lui che mi aspetta alla porta. Un po’ più basso di me, sui 35 anni, fisico fra il muscoso e tamugno, rasato, occhioni scuri, dalla t-shirt a maniche corte si capisce che è peloso il giusto.
“Sono Nazar, piacere”
E russo. Parla chiaramente in italiano ma la cadenza è spudoratamente russa. Tutto questo mi fa impazzire non poco.
Entrando nel corridoio, davanti a me vedo tre porte, quella centrale del bagno, a sinistra la cucina e a destra la camera da letto. In quest’ultima però c’è un altra persona, di cui non so niente; ci salutiamo e poi con Nazar entro a bere qualcosa in cucina.
Si chiacchiera del più e del meno, delle vacanze in arrivo, di quello che facciamo, ma poco dopo le mie mani finisco sulla patta. Già vistosa di suo, dato che indossa i pantaloni di una tuta.
Iniziamo a baciarci avidamente e nel giro di poco ci ritroviamo nudi sul divano.
Scendo giù per il petto sodo e villoso, mordicchiandogli i capezzoli, arrivando così al cazzo. Duro, dritto, della lunghezza giusta, glielo succhio avidamente, mentre gli accarezzo le cosce pelose.
Ci mettiamo a 69, io sopra di lui che con la lingua fa da spola tra il mio cazzo e il buchetto, inumidendolo e infilandoci due dita ogni tanto.
Ormai il suo arnese è durissimo e voglio essere scopato. Mi metto a pecora sul bordo e dopo essersi messo il preservativo, da dietro mi prende saldamente per i fianchi e inizia a spingere, fino a entrare del tutto.
A ogni colpo le sue palle sbattono sulle mie chiappe e io godo, gemendo tutto il mio piacere, tenendomi per il bordo del divano che sbatteva contro il muro, non curante della persona nell’altra stanza. Anzi, sapere che qualcun’altro ci può sentire mi fa eccitare ancora di più.
Ogni tanto Nazar toglie del tutto il pisello, per poi risbatterlo completamente dentro. Poi cambia posizione, mettendosi questa volta sulla sedia, così che io mi trovo a seduto sulla sua nerchia pulsante, cavalcandola, stimolando ancora di più la prostata, facendomi impazzire.
Estasiato da tutta la situazione e entrambi sul punto di venire, mi inginocchio davanti a lui, che mi è messo in piedi. Tolto il preservativo, mi passo lentamente il cazzo sulla faccia, le labbra, leccando il frenulo e lentamente fino alle palle gonfie. Riprendo a succhiare, aggrappandomi per le chiappe sode e ingoiandogli completamente il cazzo fino a trovarmi col naso fra i suoi peli scuri.
“Vuoi la mia sborra?”
“Si, fammi sentire il tuo sapore”
Mi prende così per la testa aumentando il ritmo e riempiendomi la bocca del suo seme dolciastro. Ci stiamo guardando negli occhi e contemporaneamente sborro anch’io, segandomi.

Per la cronaca, quello nell’altra stanza ho scoperto essere il suo fidanzato. Ma a lui piacciono grandi quindi, essendo io all’epoca della storia poco più che ventenne, ha deciso di non unirsi.