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Il sogno


di britz51
14.07.2017    |    48.449    |    0 8.0
"Marta invece, in compagnia di Giulia, la sorellina più piccola che è venuta a passare una settimana da noi, scende in spiaggia vero le dieci, e se ne sta a..."
Era calda l'estate del 2002, così calda che anche noi, sardi abituati alle alte temperature e al sole che letteralmente "spacca le pietre" cominciavamo a non poterne più.
Era cominciato con temperature oltre i trenta gradi già nella prima settimana del mese di maggio, saltando a piè pari la primavera, ed ora, che eravamo a metà del mese di luglio, di gradi ce n'erano mediamente 35-.36, e con punte anche di 40 nei pomeriggi assolati della Gallura.
Per fortuna comunque, ero arrivato all'agognato periodo delle ferie, e con Marta ci eravamo trasferiti alla casa di Golfo Aranci, una villetta su due piani proprio sulla spiaggia, nella quale, come ogni anno, saremmo rimasti fino alla fine di Agosto.
Una vacanza tranquilla, qualche uscita con gli amici sopratutto alla scoperta dei numerosi e rinomati ristoranti di pesce della zona, poche volte in discoteca, ma sopratutto mare! La spiaggia proprio davanti alla casa, e la barchetta nel piccolo molo per cercare le mille piccole cale di quel meraviglioso tratto di mare, ancora selvaggio, che sta ad est del paese, tra l'isolotto di Figarolo e il promontorio di Capo Figari, passando per cala Moresca e cala Greca. Un piccolo tratto di costa nel quale, ancora oggi, nel tempo del turismo di massa, si può trovare una caletta nella quale starsene in perfetta solitudine, o ancora meglio starsene in due, in totale privacy, come se ci trovassimo in un'isola deserta.
Ho sempre avuto bisogno di una vacanza così, mi serve per ricaricare le pile, non sono un patito della mondanità, e una vacanza di questo genere, dopo un lungo inverno di lavoro, mi rimette in pace col mondo.
In questi giorni, da quando il caldo è diventato davvero forte, scendo in spiaggia la mattina molto presto, alle 8 sono già in acqua, e nuoto per un'ora di seguito, poi un pochino di sole, e alle 11 al massimo mi sistemo nella veranda che guarda il mare, e passo il resto della mattinata a leggere un libro. Marta invece, in compagnia di Giulia, la sorellina più piccola che è venuta a passare una settimana da noi, scende in spiaggia vero le dieci, e se ne sta a crogiolarsi al sole per l'intera mattina. Credo che voglia battere il record mondiale di abbronzatura!
Il pranzo per noi è sempre molto frugale, tanta frutta, una caprese o un piatto di prosciutto e melone, e un buon bicchiere di vermentino ghiacciato.
Da qualche giorno poi, tra i piaceri che mi concedo, ce n'è uno nuovo, il pisolino pomeridiano, mi metto in camera da letto che per mia fortuna è freschissima nonostante il clima, e in men che non si dica mi ritrovo tra le braccia di Morfeo.
Ed è proprio in uno di questi momenti di puro relax che mi è capitato di fare uno strano sogno, mi ero messo a letto con addosso soltanto un paio di boxer, e ho cominciato a sentire dei leggeri sfioramenti intorno al mio arnese, erano inizialmente carezze quasi impercettibili, ma poi ho sentito, ma continuavo a dormire, due mani che facevano scivolare i boxer verso il basso, e contemporaneamente delle labbra che cominciavano a sfiorare il mio pene, era un tocco leggero, quasi impercettibile, ma sentivo chiaramente le labbra semi aperte che mi sfioravano la verga, poi salivano dolcemente fino al glande, insalivandolo, poi lo abbandonavano, ma solo per scendere giù fino allo scroto, e lì una sensazione dolcissima mai provata prima, una lingua che, sempre con la leggerezza di una farfalla, sfiorava ora le palle, ora si spingeva fino al buchetto del culo, sul quale indugiava per qualche istante, per poi riprendere la strada in salita che portava alla cappella, che nel frattempo si era fatta turgida e dura, e a questo punto le labbra si aprivano, e dopo averlo sapientemente insalivato, si impossessavano del cazzo, ormai sovreccitato, e cominciavano a percorrerlo in tutta la sua lunghezza, dando luogo a un pompino superlativo, fatto con una sapienza che mi era sconosciuta, e che mi portava in pochi minuti fino ad un orgasmo esplosivo, al quale però la sconosciuta bocca del mio sogno erotico non si sottraeva, anzi! Al contrario riceveva tutto il dono del mio seme, senza perderne una sola goccia.
Alla fine di questo meraviglioso sogno mi svegliavo, e istintivamente andavo a controllare con le mani il mio cazzo, e mi rendevo conto che le sensazioni provate erano reali, avevo anche eiaculato, ma non vi era stranamente nessuna traccia del seme che era fuoriuscito, come se davvero una bocca e una lingua avide avessero ripulito tutto. A questo punto aprivo gli occhi, a cercare se vi fosse nella stanza una qualche presenza, ma ero solo!
Segue...
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