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Un domenica come le altre. O forse no.


di laJessika
07.02.2024    |    7.408    |    6 9.4
"Se la ‘mena’ sempre più in velocità..."
Che bella la domenica!
La luce che ci ha destato è stata quella incerta dell’alba. Il bacio che ci dà il buongiorno è al centro di un abbraccio che unisce i nostri corpi in una tenace stretta.
Le lingue scherzano. Le Fighe si riconoscono strusciandosi.
"69?" Faccio io riferendomi alle abitudini?
"Se vogliamo abbiamo a disposizione tutta la giornata… A meno che tu non abbia velleità turistiche."
"Se è per una giornata di coccole tra di noi, lontane da ogni rumore… io ci sto."
"Dai… alziamoci."
"Su… Cominciamo trasgressivamente. Andiamo a pisciare in terrazza"
Chinate, in una macchia del primo sole,pisciamo in allegria.
Niente di più entusiasmante che far lingua in bocca pisciando: provar per credere!
Simona non resiste dall’accarezzare la mia sorgente, mentre questa spilla il getto dorato.
Metto tosto in bocca le sue gocciolanti dita. Poi le passo a lei.
La colazione si impone: tartine imburrate, marmellate fatte da mamma e caffè forte.
Imburrare le fette biscottate ha un impatto sensuale. Come che il burro fosse spalmato sulle nostre grandi labbra. Ad ogni imburrata un fiocco in gola con qualche palpata di tetta. Simona, addirittura si imburra i capezzoli e quell’aggiunta mi porta a leccarglieli.
Ne esce con "Ho una voglia matta di farne una in maniera sconcertante… Tu che fai?"
"Se prometti che non crolli dopo il primo step…"
"Giuro!… Ti aspetto su.".
La seguirò, ma prima voglio corroborarmi con un altro caffè espresso e una sigaretta.
Alla nostra stanza si accede dopo 11 scalini.
Non c’è porta di ingresso. È praticamente un pianerottolo per accedere alla terrazza. Il genio dell’architetto che ne curò l’allestimento, vi collocò un vasto letto, una ampia scrivania ‘800 con moderna, ergonomica sedia snodabile da lavoro. Una imponente poltrona Frau.
Quando emergo dalla scala ho la visione della mia Lei, seduta contro la spalliera del letto, cosce aperte. Dove, con due dita la tiene spalancata e con l’altra mano, muove impaziente l’indice chiamandomi a sé. Emblematiche, accanto, sul cuscino, un paio di manette, modello bondage. Sono perplessa. Detesto tutto quello che è costrizione e violenza, figuriamoci nell’amore. Quell’inatteso strumento sul cuscino, a me indica quel percorso. Potrebbe rovinare una giornata nata così bene. Mi siedo sul letto e le dico la mia.
"Non credevo che tu avessi questo preconcetto rifiuto al BDSM. In fondo è pensiero. Nel mondo ha milioni di seguaci."
Nella discussione Simona è ben più abile di me. Con me la spunta sempre. Ma se riesco a tirarla per le lunghe finisce per lasciar perdere.
A portata di mano ho i suoi piedi. Sottili, lunghi… ben affusolati. Glieli massaggio. Sento che le piace. Allento la pressione delle mani. Il massaggio diventa carezza. Simo si agita. La carezza è visibilmente più gradita. Mi abbasso su uno di questi con le labbra glieli bacio sopra e sotto. La reazione è ancora più marcata.
In tre anni che ci prendiamo non mi ero ancora accorta del godimento che accusa sui piedi. Le prendo in bocca l’alluce. Lo succhio come fosse un cazzo. La vedo trasportata nel piacere. Le sue mani hanno mollato la figa. Stanno convulsamente palpando le proprie ginocchia. La mia bocca salta da un alluce all’altro. La lingua si insinua tra le piccole dita. Lei gode come avesse un cazzo in culo. Avvicino la bocca alla Figa. Da lì parte lo schizzo che mi centra il volto. I suoi profumi m’inebriano! Sto per carpire con la bocca le sue grandi labbra che ho a pochi centimetri.
Una sua mano interrompe i miei propositi e il suo sguardo severo mi spiega il desiderio che la pervade: vuole assolutamente che io l’ammiri mentre lei attraverserà un orgasmo:
"Assolutamente non dovrai ne parlarmi, ne toccarmi. E non dovrai neppure darti piacere. Mi dovrai guardare e basta! Le manette servirebbero per impedire che tu faccia tutto questo. Altro che bondage… la mia cogliona! – Riporta le mani alla propria Figa – Vieni… Baciami e acquattati qui tra le mie cosce per lo spettacolo."
Spettatrice ben educata… posso assicurare che un ditalino, così, a un palmo dal naso è veramente un’emozione. L’eccitazione mi prende appena la Figa di Simona si schiude al leggero sfregamento dei suoi polpastrelli. Una parvenza di schiumetta affiora tra quelle labbra. Un dito affonda in quel delizioso paciugo. La Figa si spalanca. Forse reclamerebbe qualcosa in più di un dito. I muscoli del ventre si contraggono e sussultano. Simo ha aggiunto un altro dito. Se la ‘mena’ sempre più in velocità. Sospiri profondi e vibrati si uniscono al sensuale rumore delle dita che stanno dando piacere alla mia Lei.
La tensione in me è grande e il supplizio di guardare e non toccare, nemmeno la mia, è immane.
Simona sta già venendo. Nella Figa le dita sono dentro allo spasmo. I sospiri hanno lasciato il posto a frasi appassionate che ad incitamenti uniscono il mio nome: "Così… così Jessika!"… "Che bello… Mi fai squirtare!"… "Dio, Jessikaààààà!"… "Ci sono!… ci sono!… Eccoooooooo"
Sobbalza. Si agita. Si lascia andare contro la spalliera del letto. Io stessa sono tutta irrigidita. Anche la mia Figa s’è messa a colare. Più sommessamente sto venendo anche io.
Simo viene verso di me. Sta lacrimando. Si getta tra le mie braccia, Sussurra: "E’ stato bellissimo… Sono lacrime di gioia… di amore…. " Quelle lacrime gliele raccolgo io, baciandole gli occhi.
Mi sento tutta vibrare dal desiderio.
"Simo… dai, scopiamoci! "
Simona non può che essere d’accordo:
"Che ne dici del nostro abituale 69? L’abbiamo solo rinviato di qualche ora."
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