L'OASI PARADISIACA

Nascosta ai più, fra alberi e rivoli d’acqua cristallina, distesa su un tappeto verde, in mezzo alla natura lussureggiante, ti accoglie tranquilla, fra le sue calde braccia, una splendida radura, un posto dove certi sogni si possono trasformare in realtà.
Sulle rive del fiume Brenta si trova una piccola isola, che qualcuno, a ragione, ha denominato: «Oasi paradisiaca».
Ho riscontrato esserci molto interesse intorno a questa zona e perciò vi voglio raccontare la mia prima esperienza nella scoperta di quella tanto ricercata quanto bella e riparata oasi. Chi ha suscitato in me l’interesse e mi ha indirizzato verso questo luogo da favola, è stata una coppia conosciuta in internet. Una coppia che sicuramente si riconoscerà in questo racconto, e che approfitto per salutare.
Sapevo che il Brenta è frequentato da nudisti e anche da strani esseri, che io chiamo «uomini cespuglio», per via della loro onnipresenza lungo il fiume, mammiferi che si muovono di soppiatto, semi nascosti fra gli arbusti; si riconoscono facilmente per via della coda dritta, rivolta verso avanti, solitamente turgida. In loro presenza si deve prestare una particolare attenzione, perché ci sono diverse specie di «uomini cespuglio»: alcune docili e addomesticabili, altre più difficili da controllare, comunque generalmente innocue. Quello che ancora non avevo scoperto è che in estate, con il caldo, anche diverse coppie, in cerca di un posto tranquillo dove poter stare in intimità, si appartano lungo gli argini di quel fiume e che alcune amano perfino esibirsi e giocare in serenità, anche coinvolgendo altri, se sono di loro gradimento.
Un giorno, mentre stavo osservando sul mio smartphone, la pagina di questa coppia esibizionista, corredata di foto senza veli, con la quale avevo recentemente scambiato l’amicizia, notai che il paesaggio di cornice a quelle immagini mi appariva familiare e ciò non fece che aumentare il mio interesse per loro due.
Puntualmente arrivò la stagione calda e con essa la voglia di uscire e di fare nuove conoscenze, specialmente femminili, così mi feci coraggio e scrissi un messaggio ai due nuovi amici virtuali. Nel presentarmi mi complimentai per la magnifica bellezza della donna e per le loro belle foto. Scrissi di avere notato che erano ambientate al Brenta. Feci anche presente che ero davvero interessato a praticare il nudismo, ma che avevo delle difficoltà nel trovare un luogo adatto, soprattutto uno che non sia frequentato da singoli invadenti e da quel genere di «cespugli». Con mia grande gioia fui invitato ad andare a trovarli direttamente proprio là, nel posto ritratto nelle loro foto che, secondo loro, a confronto di altri, si rivelava essere una vera oasi paradisiaca.
«Oasi paradisiaca?! Io invitato?! Ho capito bene? Oasi paradisiaca aspettami, arrivo!».
In groppa alla mia motoretta Liberty 125 e con un po’ di generi di prima necessità, mi diressi subito verso la zona che mi avevano indicato, nella loro gradita e sorprendente risposta.
«Oasi, oasi, dove sei?». Non riuscivo a trovarla. «È un’oasi super protetta, altro che paradisiaca… e chi la trova in mezzo a questi boschi?». Questo pensavo, mentre la cercavo. Con la coppia non avevo scambiato il numero di cellulare e così, non riuscendo a vederla, me ne tornai a bocca asciutta o come è meglio dire in questi casi, con la coda fra le gambe. Niente oasi, niente coppia. Un altro paio di volte, girai a vuoto senza riuscire trovare nulla e nessuno. Se non altro, cominciavo a conoscere e apprezzare un po’ quei percorsi e a inoltrarmi in luoghi poco frequentati e davvero carichi di fascino.
Comunicai sul sito ai due amici il mio disagio per l’incapacità di trovare l’oasi. In realtà non era proprio così. L’oasi aveva già trovato me, ma io non ancora lo sapevo.
A distanza di mesi dal mio primo tentativo fallito, mi stavo dirigendo in quello che, dopo lunghe e varie esplorazioni, si era rivelato ai miei occhi come il luogo più tranquillo e bello, oltre che riservato e nascosto, ottimo per trascorrere un bel pomeriggio al sole.
Parcheggiai lo scooter e camminai fino a quel mio posticino preferito, e lì trascorsi sereno la giornata, immerso in quel bel luogo naturale, un paesaggio fatto di distese di sassi tondeggianti e acque limpide che corrono verso il mare, salutate dalle foglie degli alberi, dai fusti di piante ondeggianti al vento e dall’erba dei prati che le costeggiano.
Verso sera, pensai di rincasare. Imboccai il sentiero del ritorno, e non appena uscii dal boschetto, sentii una voce pronunciare il mio nome: «Enrico!». «Che?! Chi mi chiama, qui in mezzo al nulla?». Mi giro di scatto e vedo la coppia del sito assieme a un altro uomo e a un’altra donna, tutti quattro nudi, belli come il sole! Sono rimasto basito! Non ho parole per descrivere la sorpresa, la gioia, il piacere che provai allora. È stato bellissimo vederli e conoscerli; essere lì con loro, nel mondo reale, fuori dalle chat e anche parecchio fuori dal normale oserei dire! Così, ho avuto modo di farmi conoscere e, perché no, anche mostrarmi nudo a mia volta. Sebbene quel giorno non sia successo niente di quello che state pensando, è stato un bell’inizio di amicizia non più virtuale, che con il tempo è sfociata in quei giochetti che tutti voi avete in mente, grazie anche alla splendida natura circostante, che aiuta molto a lasciarsi andare. La sabbia, l’erba, i freschi corsi d’acqua, la fitta vegetazione, tutto rende quel posto un vero paradiso, un angolino raccolto che, quasi, quasi, ti coccola come una culla naturale. Non mi sarei mai aspettato che l’esibizione in mezzo alla natura mi piacesse così tanto e che fosse davvero tanto divertente.
Speriamo che questo luogo meraviglioso si preservi intatto negli anni e che si popoli, anziché di «uomini cespuglio», di «donne foreste». Ha, ha, ha!