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Il compagno di banco (fine)


di stellarossa86
15.02.2024    |    7.920    |    6 9.9
"Poi meglio una bella femmina che un ricchione..."
"Adesso apri la bocca". Non me lo feci ripetere due volte. Non feci in tempo ad aprire interamente le labbra che mi ritrovai il suo membro semiduro in bocca.
"Devi stare attenta ai denti!", urlò. "Usa le labbra e la lingua!" e mi diede uno schiaffetto sulla guancia. Feci come mi disse e iniziai a fare su e giù con la testa. Usavo le mie labbra e la mia lingua con grande voluttà mentre tenevo strette le mie mani sui suoi glutei sodi e molto pelosi. La cosa stava evidentemente piacendo anche lui. Riuscivo a percepire con le labbra il sangue che gli pompava lungo il cazzo, indurendolo sempre di più. E cominciavo a percepire il sapore dei suoi liquidi di maschio nella bocca. Era il sapore più buono che avessi mai assaggiato e non volevo staccarmici. E anche lui continuava a spingere la mia testa sempre più forte facendolo arrivare sempre più a fondo, stimolando dei conati di vomito che riuscii a trattenere.
Stavo continuando a gustare quel membro oramai di marmo quando mi staccò con la forza e mi spinse sul divano.
"Mò mettiti a pecora, troia!". Mi misi in ginocchio sul divano con il culo rivolto verso di lui. Alzai la gonnellina per mostrargli il culo che aveva tanto apprezzato dalle foto e che questa volta apprezzò con uno schiaffone sonoro. "Ah sì! Schiaffeggiami più forte". Continuò fino a quando non spostò il filo del perizoma che divideva le mie chiappe, sputò sul buco e infilò il cazzo dentro con prepotenza. Stavo per lanciare un urlo fortissimo di dolore ma lui mi aveva già bloccato la bocca con le sue mani. Chiaramente non era la prima volta che lo faceva e sapeva che avrei urlato! Il dolore tuttavia era fortissimo. Avevo le lacrime agli occhi.
Lui con lenti movimenti di bacino andava avanti e dietro, spingendosi a ogni colpo sempre più in fondo. Il suo ritmo cominciava ad aumentare. E il dolore per me continuava a essere sempre più forte. Eppure non volevo che smettesse. Anzi! Avrei voluto restare in quella posizione, con il suo cazzo dentro di me, per sempre!
"Sei una puttana vera! Mò ti faccio vedere come ti sfondo!". Tolse le mani dalla mia bocca e si aggrappò violentemente ai miei fianchi, cominciando a sbattermi con un ritmo sostenutissimo.
"Ah, mi fai malissimo, ah! Ahia"
"Ti faccio male, eh? Così devi essere trattata, troia!". E continuava a sbattermi, infilando sempre di più le sue mani nella mia carne.
Urlavo dal dolore, quando all'improvviso accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettata. Le mie urla si trasformarono in gemiti di godimento e il dolore lancinante che sentivo fino a un istante prima scomparve del tutto lasciando spazio alla più bella sensazione che avessi mai provato. Ogni volta che il suo bacino sbatteva forte contro il mio culo e il suo cazzo andava in profondità, un piacere indescrivibile si propagava dall'ano fino a ogni altra parte del corpo. Era dunque questo il sesso che tanto piaceva a tutti. Un godimento totale del corpo per nulla paragonabile agli orgasmi che avevo quando mi masturbavo. Ero in estasi totale, ancora più eccitata dall'odore di maschio sudato che si sentiva in tutta la stanza. Cominciai ad assecondare i suoi movimenti, muovendomi anche io avanti e dietro!
"Ti piace il cazzo, eh? Mò non urli più, troia?".
"No, lo voglio tutto"
"Ti sfondo! Te lo sfondo tutto ’sto culo!"
"Fammi tua!"
Mentre mi urlava "puttana" e "troia" e io gemevo con una voce sempre più acuta, il suo cazzo divenne in un istante più duro del marmo e diede un paio di colpi così forti che per poco non mi spinse per terra. Mi era sembrato di sentirmelo arrivare in gola. Questa volta fu lui a urlare. "Aaaaaa....sììììì.....puttana!!aaaaa...ti ho riempita tutta!". Il mio culo era in fiamme. Sentivo il suo sperma colare lungo la mia gamba. Restammo fermi così per qualche istante. Il suo cazzo si stava ammorbidendo e io cercai di stringerlo con l'ano per trattenerlo ancora dentro di me. Gaetano mi diede un ultimo colpo forte e uscì fuori.
Prese i suoi vestiti e andò in bagno. Uscì qualche minuto dopo, già vestito, e se ne andò velocemente senza neanche guardarmi né salutarmi. Io restai ancora a lungo sul divano con il culo scoperto e ricoperto di sperma. Mi sentivo come dopo una sbronza, eccitata, euforica, ma anche triste.

La mattina dopo arrivai un po’ in ritardo a scuola.
"Che fai qui, Giulia? Questo è il posto mio".
"Da oggi si siede Giulia vicino a me", rispose Gaetano sovrastando Giulia.
"Ma la professores..."
"Già lo sa, la professoressa. Ha detto che va bene. Tanto Giulia è brava quanto te e mi può aiutare lei. Poi meglio una bella femmina che un ricchione. Tu mettiti vicino a Fabrizio, tanto già andate in palestra insieme. E secondo me, visto che ti fa le foto al culo, gli fa pure piacere. Ahahahah". E risero tutti in classe.
Mi allontanai e mi sedetti altrove. La cosa tuttavia non mi ferì. Io e Gaetano sapevamo quello che era successo ed era giusto non stare così attaccati tutto il giorno. Lui aveva il bisogno di fingere davanti al mondo, da quel momento io, invece, potevo cominciare a godermi la mia nuova vita.
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