Racconti Erotici > Gay & Bisex > In treno, col controllore e l'autista
Gay & Bisex

In treno, col controllore e l'autista


di Asseffect
29.05.2016    |    23.034    |    4 9.1
"E’ decisamente grossa, non violacea come me l’aspettavo, ma di un rosa pallido, simile al resto del pisello, con una macchietta più scura..."
Sono sul treno, di ritorno verso casa… Sono stato fuori per andare a visitare una città, e, complice il periodo e l’ora tarda, non c’è alcun passeggero nel mio vagone. E non penso ci siano molti passeggeri in generale, visto che in quasi due ore non ho visto nessuno.

Sono con le cuffie ad ascoltare un po’ di musica e sento qualcuno che mi picchietta sulla spalla. Mi giro per trovarmi di fianco un controllore, che mi chiede di vedere il biglietto. Mentre glielo mostro gli chiedo quanti passeggeri ci siano effettivamente sul treno.

“Siamo in 7 in totale” mi dice, “considerando me e l’autista in cabina. Non è un periodo troppo gettonato questo, e con la crisi la gente preferisce stare a casa”. Si siede poi dall’altro lato del corridoio, e io ricomincio ad ascoltarmi la mia musica. Noto con la coda dell’occhio che mi sta fissando, e che con una mano si sta toccando il pacco. Indossando i pantaloni della divisa noto un bozzolo, e alzando lo sguardo noto che mi ha visto guardare, e, senza parlare alza le mani, aprendole, tenendo gli indici ad una certa distanza fra loro.

Togliendomi le cuffie gli chiedo cosa mi voglia dire:

“Ti sto indicando la lunghezza del mio pisello, per quanto vale, è quello che stai guardando sotto i pantaloni, no?”

“Scusi”, gli rispondo arrossendo “ma mi sembrava di vederla che si toccava, non ho fatto apposta”, e intanto cerco di capire cosa intenda con quel .

“Mi hai fatto venire voglia tutto qui”, mi risponde con un sorriso dolce, “hai un bel fisico e non sono riuscito a controllarmi”.

Avendo capito la situazione, e cominciando ad attizzarmi anch’io metto via le cuffie e blocco il cellulare:

“Beh”, gli dico, “che ne dice di passare un po’ di tempo assieme? Ci dovrebbe volere ancora un po’ per arrivare, tanto vale divertirci finché possiamo”.

Si alza, mi fa cenno di seguirlo e si dirige verso l’uscita del vagone. Prendo lo zaino e lo seguo. Passiamo attraverso i vagoni andando verso la punta del treno, e mi fa strada verso la cabina di guida. Prima di questa c’è una stanzetta con una branda, delle sedie ed una macchinetta per il caffe.

“Dammi un secondo, avviso il mio collega di non preoccuparsi” mi dice, e sparisce in quella che presumo essere la cabina di pilotaggio. Poco dopo torna informandomi che il suo collega non ha problemi e che ci augura di divertirci. Detto ciò inizia a togliersi la giacca e la camicia, appoggiandole su una delle sedie.

Noto che ha un ampio petto villoso, due spalle taurine e un pelo di pancetta. La faccia sorridente è illuminata da due occhi scuri, le sopracciglia folte e grigie, un paio di baffi ed una barba curata attorniano la bocca. I capelli, tagliati corti, hanno sfumature grigio biancastre.

Avvicinandosi a me si avvicina per baciarmi. Dapprima un bacio leggero, poi schiude le labbra e infilo dentro la mia lingua. Limoniamo un attimo, poi, a malincuore, si allontana da me e mi sfila felpa e maglietta, che appoggia ripiegate sull’altra sedia. Si inginocchia, mi slaccia la cintura e mi abbassa i pantaloni.

Ho già un’erezione pazzesca da qualche minuto, e sotto la mutanda bianca si notano già delle gocce di presperma.

“Mmmmm” lo sento dire, “era da tanto che non mi trovavo un cazzo per le mani”, e, abbassandomi le mutande afferra il mio cazzo e lentamente inizia a scappellarlo. Mi accarezza in contemporanea le palle, poi inizia dolcemente a prenderlo in bocca. Mi sento avvolgere da una sensazione stupenda di calore, mentre il mio membro scompare dentro di lui. Se lo riporta fuori, poi lo riprende, poi nuovamente fuori, e poi di nuovo inizia a lapparlemo. Mi sente vibrare e mi dice di non venire. Gli dico di non preoccuparsi, che sarà solo la prima volta della serata, e allora di buon grado ricomincia a succhiarmi.

Non riesco a credere a quanto sia bravo, è probabilmente l’uomo che mi ha succhiato meglio fin’ora. Mi sento vibrare, una scossa elettrica mi attraversa la schiena e spingendomi in avanti esplodo nella sua bocca con un fiume di sperma. Mi trattiene dentro di se, ingoia tutto, poi, quando il mio pisello è ormai flaccido, mi lascia uscire da lui.

“Tocca a me ripagarti ora”, gli dico, e comincio ad inginocchiarmi per togliergli i pantaloni.

Mi ferma: “No, io sono solo passivo. Se vuoi farmi un favore, però, vieni con me di la e dai un pò di piacere a Sergio.” Gli dico che non c’è problema, lui apre la porta e spiega al collega la situazione. Poi mi chiama nell’altra stanza. “A me fa piacere” mi sento dire, “ma guarda che non sei obbligato” mi dice Sergio.

Si presenta davanti a me un vecchietto, non riesco a credere che ancora lavori. Con un bicchiere di caffè a fianco mi fa segno di avvicinarmi a lui. In cabina non c’è molto spazio, il suo collega, ancora a torso nudo mi comunica che mi aspetterà nella stanzetta.

“Grazie per la sorpresa Mario”, gli dice Sergio, prima che si chiuda la porta alle spalle. Ci sono due poltroncine, Sergio mi fa segno di sedermi sull’altra. Mi racconta brevemente di essere bisessuale, e di come lui e Mario, durante i turni di notte, facciano spesso sesso. Mi dice che Mario soffrendo di disfunzione erettile non riesce ad avere rapporti, e che in genere, quando sono entrambi in pausa, si ritirano in cabina a scopare insieme, per quello che gli permette l’età.

Gli dico che non ero li per farmi scopare, ma che volentieri gli avrei succhiato il cazzo finché non fosse venuto. Sergio allora mi dice di andare ad accucciarmi davanti alla sua poltroncina, dato che non poteva essere ruotata, e così faccio

Gli sbottono il pantalone, tiro giù la lampo e noto un cazzo piuttosto grosso, già turgido e scappellato. Lo prendo un’attimo in mano, per giudicarne le dimensioni, e poi, guardando la faccia di Sergio, lo prendo in bocca. Le mie narici sono invase da un odore di uomo. Il cazzo duro ha un sapore leggermente salato, probabilmente di piscio, ma appena inizio a spompinarlo non lo sento più. Due mani da dietro mi afferrano la nuca, capisco che Sergio vuole dettare la velocità e lo lascio fare. Dolcemente lo sento farmi fare avanti ed indietro. Quel cazzo che mi invade la bocca pulsa, sento il prepuzio che fra lingua e palato scorre a scoprire il glande, grosso e turgido. Quando le mani si allontanano seguo il ritmo indicatomi, e continuo a succhiare. La porta si apre e Mario rientra nella cabina, sedendosi sull’altra sedia. SI gode lo spettacolo.

Sentendo Sergio sul punto di venire mollo il suo pisello, e, pochi secondi dopo, gli prendo in bocca le palle. Sono piene zeppe di sperma, sento i testicoli muoversi, e il pelo mi solletica il naso. Mollatili riprendo in bocca quell’asta divina. Con una mano lo scappello, mi allontano in modo da tenere solo la cappella in bocca, poi mi allontano ancora per guardarla.

E’ decisamente grossa, non violacea come me l’aspettavo, ma di un rosa pallido, simile al resto del pisello, con una macchietta più scura. La superficie in alto è schiacciata, dandogli dall’alto una forma quasi ovale. Lo riprendo in bocca, e poco dopo lo sento fremere. Un mugolio mi conferma che Sergio sta per venire, allora succhio ancora più forte finché un getto forte di sperma erutta dal cazzo di questo vecchietto. Ingoio tutto e mi rialzo:

“Cristo ragazzo” esclama con voce strozzata, “se scopi bene la meta di come spompini Mario sarà incredibilmente felice! Preparati amico”, dice al collega, “il ragazzo farà divertire anche te! Mi spiace solo di non poterti rendere il favore” mi dice con un occhiolino.

Seguo Mario nell’altra stanza, e lo vedo abbassarsi pantaloni e mutande, per poi riporli sulla seda e stendersi sulla branda. Mi guardo intorno:

“Se cerchi il lubrificante non preoccuparti” mi dice sorridendo, “hai sentito il cazzo di Sergio, il mio culo ormai è sfondato. Non avrai problemi ad incularmi, ma per buona misura vieni qua, ti inumidisco io”.

Mi avvicino a lui, mi prende un’attimo il pisello in bocca e lo inumidisce, prestando particolare attenzione alla cappella e al prepuzio. Tenendo il mio membro scappellato mi avvicino al suo culo. Effettivamente è piuttosto largo. Punto la cappella sopra, sputo per buona misura, e sfruttando la saliva inizio a penetrarlo.

Scivolo dentro di lui che è un piacere, sento il suo culo avvolgermi il cazzo e inizio a scoparlo. La sua faccia è un misto di espressioni di piacere, e per qualche minuto andiamo avanti così. La porta si apre, e Sergio entra da noi avvicinandosi alla macchinetta del caffè. Ancora senza mutande ci passa dietro, e noto che, nonostante l’età, stà tornando duro.

“Hai tempo?” gli chiedo. “Siamo appena entrati in galleria”, mi risponde “per una decina di minuti non devo occuparmi di nulla. Perché?”. “Perché vedo che hai il cazzo ancora duro, facciamo godere Mario come non mai”, gli dico con un occhiolino. Facendogli segno di venirmi dietro mi appoggio totalmente sul petto di Mario.

“Che ne dici di prendere due mazze in contemporanea?” gli chiedo. Con una faccia goduriosa lo vediamo annuire, e do il via libera a Sergio. “Prima di metterglielo dentro anche tu però” gli dico, “passami la tua cappella tra le chiappe, senza mettermelo dentro. Sono curioso di sentire come sarebbe con un cazzo del genere”.

Subito dopo Sergio mi cinge la schiena tra le braccia, aggrappandosi con le mani a Mario, appoggiando la schiena sulla mia. Siamo tutti e tre uno sotto l’altro, e sento una presenza aprirsi la strada tra le natiche. Da qui la cappella di Sergio sembra ancora più grossa, lo sento passarla su e giù sulla riga del culo. Sale fino a toccare la schiena e scende fino a toccare le palle, poi risale. Mi arriva sulla rosa del culo, siamo entrambi umidi, sento il suo cazzo fare un pulsante su e giù:

“Ti piace?” mi chiede. “Si, è strano” gli rispondo, “fai una cosa: sei troppo grosso per incularmi così, e ho preso un solo cazzo in vita mia, ed era piuttosto piccolo. Spingi dentro il mio culo finché non hai la cappella dentro, ma solo quella per favore”. “Okay, tu spingi come se dovessi andare in bagno, e stai tranquillo”.

Faccio come mi dice, e lo sento spingere. Molto lentamente la rosa del mio culo inizia ad aprirsi, e sento la sua cappellona farsi spazio. Entrata quella spinge un pelo di più, e si ferma.

“Ti piace?” mi chiede. “Si, ma non andare oltre, resta un attimo ed esci, dobbiamo far godere Mario, ma grazie per avermi fatto provare. Se riesci, mi piacerebbe che prima di sborrare mi mettessi la cappella e venissi dentro di me.” “Sarà fatto”, mi risponde. Uscito dal mio culo sento la cappella del suo cazzo alla base del mio, e Sergio inizia a spingere. Si vede che a Mario fa male, ma invita Sergio a spingere finché, pochi attimi dopo, la sua cappella tocca la mia. A quel punto inizia a scopare Mario sotto al mio cazzo, e va avanti così per pochi minuti, finché, velocemente, esce da lui e entra di me con la cappella.

Con precisione millimetrica sento solo quella nell’apertura del culo. Sergio inizia a segarsi, e qualche istante dopo sento uno schizzo invadermi, poi un altro e un altro ancora. Col pisello ormai moscio esce da me, si tira su i pantaloni e, augurandoci buona serata e accarezzandomi il sedere si dirige nuovamente in cabina.

Inizio a scopare Mario con foga, sento un rivolo di sperma uscirmi dal culo. Poi esco, lo giro di schiena e, guardandolo in faccia di nuovo inizio a scoparlo. Pochi minuti dopo mi sento venire. Mario avvolge le ginocchia attorno alla mia schiena, e, capendo che vuole che venga dentro di lui, sborro.

Ci alziamo, entrambi con una faccia soddisfatta e mi chiede dove debba scendere. Gli comunico la fermata e mi dice che ci vorrà ancora qualche ora, e che saremmo arrivati solo nel primo mattino. Mi dice di dormire sulla brandina, che mi sveglierà venti minuti prima.

Mi alzo, e vado da Sergio, lo saluto e lui si alza per baciarmi, un bacio appassionato. Mi ringrazia del pompino e di aver potuto venirmi dentro. “Sei il secondo che mi ha scopato, e probabilmente uno degli ultimi, grazie” gli dico. “L’onore è stato mio”, risponde sedendosi.

Vado a stendermi sulla branda, Mario ancora mi ringrazia, e si siede sulla sedia. Chiudo gli occhi, e poco dopo sento la zip dei pantaloni che si abbassa, una mano che mi prende il cazzo e la voce di Mario:

“Dormi non preoccuparti, ho voglia di tenere il tuo cazzo in bocca e di spompinarti ancora un po’ se non ti spiace”, dice prima di ingurgitare il mio membro. “Divertiti pure”, gli dico, “e grazie”.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per In treno, col controllore e l'autista:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni