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Sogni dal passato


di efermi
26.01.2016    |    7.807    |    4 7.5
"Nella mente ancora impressa l'immagine di Manuela che lo incitava a sborrare..."
Marco si girò e rigirò in un groviglio di lenzuola. Mormorò: “ah si…mmm…oohh ssii…”
Lei. Bella come lo era allora. I capelli lunghi e arruffati. Gli occhi marroni, più piccoli senza gli occhiali, la resero ancora più provocante. Aprì la bocca facendo intravedere la dentatura bianco latte, quasi perfetta se non fosse per gli incisivi centrali leggermente sovrapposti. La fronte alta e le orecchie troppo piccole furono difetti che lo scaldarono ancora di più. È proprio delle imperfezioni che si innamorò.
“ohh si Manuela..ssiii…”
Si genuflesse. Nuda. Lo ammirò palpandosi i seni. Con la lingua inumidì le labbra. Perfetta, come l'avrebbe sempre voluta. Lui il suo uomo. In piedi, fiero della sua maschiezza. Menò il cazzo puntando il glande verso la lingua di Manuela ingrossando l’istinto di donare lo sperma a l’estasiata figura femminile piegata sotto di lui. Lei glielo chiese con lo sguardo – sborrami! – lui si masturbò rapidamente, fino a innescare la scintilla dell'orgasmo. Dallo scroto una forza incontrollabile attraversò i suoi dotti. Millimetro dopo millimetro avanzò prorompente dentro di lui il seme che tanto Manuela agognava. Un grido accompagnò l’arrivo alla punta dell'uccello dello sperma di Marco. E da lì, quel siero biancastro e odoroso, fece un balzo, uno scatto improvviso seguito da fiotti su fiotti, finché ricoprì la vogliosa fanciulla. “aahh vengoooo, mmmm sssiiiii aahhh! Godo!”
Non poté godere dell'immagine sublime di Manuela, zuppa di lui, che in preda al batticuore si svegliò ,nel cuore della notte. Quel sogno infame spezzò l'illusione che fosse finalmente sua, almeno per una volta.
Trattenne le lacrime.
Allungò la mano sull'altro cuscino, non la trovò . Non trovò neanche lui. “Paolo?” chiamò tirandosi su col busto. “Marco! Sono in bagno, mi sto preparando. Devo lavorare stanotte, ricordi?” Rispose Paolo “hai avuto un incubo?” domandò. Ci rifletté qualche secondo. Nessuna spiegazione avrebbe potuto giustificare il sogno che lo turbò quasi tutte le notti. Avrebbe capito, il suo compagno? Avrebbe accettato che la sua ex vicina di banco, a notti alterne, prosciugasse il suo pisello? Non ne fu del tutto sicuro “si, un sogno strano, non ricordo bene”.
Con un asciugamano avvolto intorno alla vita Paolo uscì dal bagno. Tutte le volte che si mostrava a torso nudo Marco si agitava. La visione di quel tronco tonico e ben definito normalmente alterava la libido di Marco. Nella mente ancora impressa l'immagine di Manuela che lo incitava a sborrare. Erano anni che Marco non schizzava per davvero in quel modo. Paolo lo vide strano “tesoro c'è qualcosa che non va? Sei diverso” “ mi sono appena svegliato di soprassalto, sono scombussolato, è normale, non credi? “ rispose Marco deciso.
Paolo gli afferrò una mano e la portò sul suo petto peloso invitandolo a massaggiare “adesso ti aiuto io a rilassarti cucciolo”. Pochi attimi dopo l'iniziativa ebbe il suo effetto. I due amanti si coccolarono abbracciati, stesi sul letto, incollati da un lungo bacio bagnato. Il calore dei loro corpi aumentò, e la voglia di Paolo trovò sfogo in una marmorea erezione. Non poté fare a meno di prende Marco, con molta decisione, e farlo inginocchiare sotto di lui, col viso all'altezza del pube.
Sullo schermo della sua immaginazione comparì ancora il viso di Manuela, per poi lasciare spazio all’immagine di Paolo e del suo corpo muscoloso, e poi di nuovo Manuela tutta eccitata. Eppure Marco non smise di succhiargli il membro. Anzi, si impegnò come tutte le volte in cui gli veniva chiesto di ingoiare quella bestia. Ma pensò a Manuela.
“…uuhh ssii…che bocca che hai amore. …mamma mia. ..dai mi devo sbrigare, altrimenti farò tardi, succhia forte!!” e Marco succhiò avidamente quella verga, si impegnò a svuotarla. Impazziti, i suoi pensieri andarono a ben altro. Nella sua bocca l'andirivieni di un cazzone di dimensioni improponibili, e invece di concentrarsi su quel bendidio Marco immaginò Manuela. Che quel cazzo fosse di sua proprietà e la lingua fosse invece quella di lei. Visse un film tutto suo in cui le sue pulsioni per la donna di cui fu innamorato trovarono pace, come mai invece accadde veramente. Un inganno.
Paolo schizzò, sulla faccia, in bocca e in altre parti del corpo ancora non individuabili. “come sei bello tutto imbiancato “ sorrise. Lo aveva sempre eccitato ricevere lo sperma del suo compagno dappertutto. Lo eccitava leggere nei suoi occhi l'appagamento dell'orgasmo provocato dalle sue abilità orali. Quella volta la prima cosa che gli passò per la mente non ebbe niente a che fare con tutto ciò “e se adesso mi vedesse Manuela?”
Si sentì umiliato. Non tanto per le condizioni in cui fu in quel momento, anche se comunque aiutarono, ma per l'incapacità di vent'anni prima a dichiarare il suo amore. Covò dentro i suoi sentimenti per un tempo infinito. Invece di logorarsi e scomparire si cronicizzarono rammentandogli quanto fu coglione.
Si alzò in piedi, ancora pieno di sborra. Il suo compagno lo scrutò, come se con un binocolo avesse osservato nelle profondità del suo cuore e avesse intuito il suo disagio. E lo baciò.
I due si conobbero intimamente, senza limitarsi a sapere a memoria come fossero fatti i corpi l'uno dell'altro. Si conobbero nel profondo. Ed entrambi compresero in quell'istante il potere di un bacio dato con il cuore. Lo scambio di sentimenti avrebbe cancellato tutti i dubbi e le paure. Le insicurezze e i brutti ricordi sarebbero violati via per non tornare più. E sarebbero rimasti solo loro due, vicini, labbra su labbra, occhi negli occhi, cuore nel cuore.
Quel giorno il capo non vide mai arrivare Paolo, ritenne più importante rimanere a casa per continuare a godersi i momenti più belli della sua vita con Marco, aggiungendo a quella giornata nuove esperienze vissute insieme.
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