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Giornata internazionale contro l'Omofobia


cultura 17.05.2022 32   |   Canali: lgbtq lgbt gay lesbo trans omosessualità

Giornata internazionale contro l'Omofobia

Il 17 maggio del 1990 l’omosessualità è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Per questo la data è stata scelta come Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.

Un appuntamento che quest’anno ha ancora più risalto perché cade nel pieno della discussione riguardante il ddl Zan.

Tutti nascono liberi e uguali in termini di dignità e diritti. In occasione della giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia (IDAHOBIT), è necessario ribadire quanto sia importante rispettare, proteggere e promuovere il pieno ed equo esercizio dei diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI).

In tutto il mondo le persone continuano a essere vittime quotidianamente di violenza, esclusione e discriminazione a causa dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, reali o percepiti, o delle loro caratteristiche sessuali.

Desta stupore che in 69 paesi nel mondo le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso si configurano come reato e che in 11 di tali paesi l'omosessualità è ancora passibile di pena capitale.

Come è la situazione in Italia

Il 2021 è l'anno in cui, secondo Ilga Europe (associazione internazionale per i diritti LGBT presente all'Onu), l'Italia scende al 35° posto della classifica dei Paesi Europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell'uguaglianza delle persone LGBT+ . Tale dato è confermato da quanto rilevato dal servizio di Gay Help Line 800 713 713 (gayhelpline.it), contact center contro omofobia e transfobia, che riceve più di 50 contatti al giorno (tra linea e chat) oltre 20.000 l'anno, da parte di persone colpite da discriminazione, odio e violenza in quanto lesbiche, gay bisex e trans.

I dati di Gay Help Line sono allarmanti: rilevano nell'ultimo anno, periodo Covid, forti aumenti come i ricatti e le minacce subiti dalle persone LGBT che sono passati dall'11% al 28%. I casi di mobbing e discriminazioni sul lavoro dal 3 al 15%. Inoltre, nell'anno in cui la pandemia ha limitato la socializzazione al web, il 30% degli studenti LGBT+ che ha contattato la Gay Help Line ha detto di aver subito episodi di cyberbullismo e hate speech online. Ancora, circa il 60% degli utenti rientrano nella fascia di età 13-27. L'incidenza del pregiudizio e della discriminazione ha un peso particolare sui ragazzi: questo perché i problemi iniziano già con il coming out in famiglia.

Il fu Ddl Zan 

Questi numeri mostrano ancora di più quanto sia importante andare nella direzione che era stata tracciata dal discutissimo decreto Zan.

In Italia manca ancora, infatti, una legge che contrasti l’omobitransfobia: il provvedimento promosso dal deputato del Partito democratico Alessandro Zan si muoveva proprio verso questa direzione.

Bocciato in autunno con uno sgambetto in aula difficile da dimenticare (soprattutto per i vergognosi applausi di chi aveva affossato la legge) la legge contro la omotransfobia è stata ripresentata tale e quale allo scadere dei sei mesi di stop previsti in seguito alla bocciatura. Purtroppo, a meno di colpi di scena, non ci sono al momento segnali che si arrivi rapidamente a discutere il testo.

La legge prevede di ampliare il reato di propaganda e istigazione a delinquere (604 bis del codice penale), che non contemplerebbe più esclusivamente i “motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” ma anche quelli “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”.


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