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Il giornaletto scolastico a luci rosse


curiosità 28.02.2005 0   |   Canali: curiosità news fotografia

Il giornaletto scolastico a luci rosse
Sfida a luci rosse tra le due più prestigiose università di Boston: la Harvard University e la Boston University. Ecco nascere 2 riviste con tanto nudo, scatti a luci rosse e racconti erotici di studenti e studentesse, che due giornaliste hanno realizzato e che stanno facendo tendenza nei due atenei americani.
 
A lanciare la sfida ci ha pensato Katharina Cieplak-von Baldegg della Harvard University che ha creato il magazine semestrale "H Bomb" dove la h sta per Harvard e bomb sta per bomba. Il taglio è quello del pornosoft con nudi in ombra e dove il vedo non vedo la fa da padrone. La rivista è presto diventata un must tra gli studenti: viene distribuita gratuitamente. Il successo è stato tale che la giovane e rampante giornalista è riuscita ad ottenere una sovvenzione di 2 mila dollari da parte dell'ateneo.

Alla Boston University non potevano prenderla bene e così un pò spirito goliardico un pò per rispondere alla sfida hanno deciso di scendere in campo. Alecia Oleyourryk ha tirato su "Boink" il magazine che si appresta ad arrivare in edicola a febbraio con immagini fotografiche a colori che non lasciano nulla all'immaginazione dei lettori. L'attacco è partito in maniera decisa tanto è vero che la sua direttrice punta sulla versione esplicitamente hard. E per attirare lettori si è fatta immortalare nei primi scatti di "Boink", mentre si bacia appassionatamente con un'altra ragazza.

Le due riviste e le loro direttrici sono diventato un caso editoriale negli Stati Uniti tanto da finire sulle pagine del New York Times che le ha intervistate. La sfida è appena agli inizi.
   
Tranne la comune scommessa sul nudo le due donne manager sono divise da tutto. Katharina è una giovane rampante che ha confezionato in «H Bomb» un prodotto che ha l'ambizione di fare tendenza fra gli alunni dell'Università di Harvard: è fiera di aver ricevuto una sovvenzione di 2 mila dollari da parte dell'ateneo ed è convinta di continuare la distribuzione gratuita al fine di evitare ogni legame con il libero mercato ed ogni apparentamento con il commercio del sesso.
   
Alecia, invece, viene dalla campagne di Oswego, in un angolo rurale dello Stato di New York, dove il padre gestisce capi di bestiame e la mamma fa opera di volontariato, è attirata dal porno puro al punto da essersi fatta immortalare nei primi scatti di «Boink», mentre si bacia appassionatamente con un'altra ragazza e punta soprattutto a creare profitto, chiedendo 7,95 dollari in cambio di ogni copia.
   
Nelle pagine firmate da Katharina si leggono i racconti di lettrici che si definiscono «donne selvagge» sui preservativi nel campus, ma preoccupate per la «qualità del sesso» fra coetanei, mentre in quelle di Alicia ci sono confessioni autobiografiche dei protagonisti di rapporti completi nei bagni dello stadio di Fenway Park durante una partita di baseball della squadra dei Red Sox.
   
Per Katharina le fotografie di studenti in posizioni erotiche in ambienti universitari servono a raccontare un'anima finora nascosta del mondo degli studi, mentre per Alecia i porno-party con ammucchiate di corpi nudi in ogni possibile combinazione costituiscono «una forma di intrattenimento» destinato a schiuderle le porte del mondo di Hollywood.
   
Lo staff di Katharina assomiglia a quello di un giornale vero, vi sono vicedirettori, manager delle vendite e della pubblicità, designer e responsabili di Internet - in gran parte donne - mentre, quando Alecia ha convocato la prima riunione di redazione, ha chiamato una ventina fra amici ed amiche dell’università di Boston, con in comune lo stesso interesse per il porno, ai quali ha mostrato su un grande schermo immagini e scatti fotografici a volontà.
   
E a chi le domandava del perché avesse deciso di farsi riprendere senza veli lei ha risposto spiegando che per poter chiedere ad altri di fare foto porno bisogna prima essere disposti ad essere ripresi in pose da kamasutra. Quando si chiede alle duellanti di Boston di definire ciò che mettono nelle rispettive edizioni, non si potrebbero avere risposte più opposte. 

«Chi si aspettava scandali è rimasto deluso, facciamo più arte e letteratura», dice Katharina, che in uno degli ultimi numeri ha messo in copertina due corpi nudi visti dal didietro con la mano di uno sulla natica dell'altro. «Pubblicheremo donne tatuate vestite solo di serpenti, giocattoli erotici alla moda e primi piani di genitali maschili», ribatte Alicia.
 
Come recita ogni buon copione di guerra editoriale, anche Alecia è scesa in campo, sfidando Katharina con un colpo basso: le ha rubato Christopher Anderson, ex titolare di un'azienza di software con la passione per la fotografia che, dopo aver scattato per mesi immagini per «H Bomb», si è reso conto che «si poteva fare di molto meglio». Anderson in realtà è una via di mezzo fra le due rivali: ammette che gli piace fotografare corpi nudi, perché è qualcosa che ha a che vedere con «il bello», ma sulle pose da immortalare preferisce l'esplicito all'equivoco, come dimostra il fatto che convive lui stesso con una diciannovenne modella che si fa riprendere senza veli.
   
Ciò che unisce Alecia e Christopher è la convinzione, confessata sulle pagine del «New York Times», che agli studenti americani - di Boston e non - il porno piaccia non tanto in «versione artistica», ma «all'europea», ovvero senza veli, esitazioni o ambiguità frutto di ciò che resta dell'eredità puritana. Se è vero che durante e dopo il Sessantotto alcuni magazine con racconti ed immagini di sesso fecero la loro comparsa in college come Vassar, Oberlin, Bard e Yale, questa è la prima volta che una piazza universitaria diventa palcoscenico di uno scontro editoriale fra idee opposte di porno e dal comportamento degli studenti sarà possibile comprendere se è Katharina o Alecia a conoscere meglio i loro gusti.


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