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Lui & Lei

Il meeting di Varsavia


di italicker
09.02.2018    |    7.690    |    2 9.3
"Quattro giorni a Varsavia: come riempire le (poche) ore libere dai meeting? Beh, teoricamente lo sai, c'è quel sito che conosci bene, che hai già provato..."
Quattro giorni a Varsavia: come riempire le (poche) ore libere dai meeting? Beh, teoricamente lo sai, c'è quel sito che conosci bene, che hai già provato qualche anno fa, quando in Polonia ci sei stato due settimane. Ma gli incontri non ti hanno mai soddisfatto appieno, tu cerchi qualcos'altro. Potrà anche essere l'avventura di una notte, ma per entrambi deve durare quanto una vita, e per lei deve essere da ricordare.
Il primo giorno di meeting passa veloce, in fondo è divertente ed interessante, e di tutta l'audience ci sono un paio di donne veramente interessanti: si tratta solo di approcciarle, arte nella quale non hai mai fatto le tue migliori performance, ricordi? Vabbè, vediamo, magari qualcuna di queste è nel tuo albergo.
E difatti, la mattina dopo a colazione ne vedi una: occhi di ghiaccio, capelli corvini, lineamenti russi. Alta quasi quanto te e con il fisico che ti piace tanto: magra, ma con le curve giuste (forse le tette sono un po’ piccole: dopo l’avventura con quella che non ne aveva – ma scopava da matti – almeno una seconda ci sarebbe stata bene). Le sorridi, anche se è seduta al tavolo con un pennellone a cui non sembra dare molta importanza. Lei accenna qualcosa ma niente di più. E andiamo! Bruciata anche lei prima ancora di accendere il fuoco!
Comincia il meeting, e un po’ sconsolato ti accingi a lasciarti coinvolgere dall’argomento, lasciando a terra gli altri pensieri. O quantomeno, cercando di non pensarci. Ma ecco il primo colpo di scena: lei si avvicina durante il primo coffee break! Ma come, stamattina mi aveva quasi snobbato, e allora?
Chiacchierate del più e del meno, il pennellone è un’ombra insistente, ma è evidente che lei non lo fila più di tanto mentre come un elastico torna sempre a parlare con te. Sarai pure imbranato, ma questo lo capirebbe pure un nerd. Il meeting procede veloce, e alla fine ci si mette d’accordo con un gruppo (tutti maschi, naturalmente) per andare a cena, ma visto che lei sta ronzando intorno, le viene chiesto di unirsi e… accetta, cancellando un altro invito!
Inutile dire che alla cena si siede vicino a te, che ti chiama per andare a fumare una sigaretta, che per camminare e tornare indietro la più parte del tempo la passa con te. E arrivati in albergo, mentre gli altri si ritirano a dormire, la tua proposta di bere un ultimo bicchierino al bar interno è accolta con entusiasmo…
Gli sguardi si cercando, i racconti si intrecciano e piano piano ci si scopre un po’. Le idee volano, vuoi capire se già stasera si concluderà qualcosa, ma i bicchieri di vodka si susseguono e lei non accenna minimamente a volersi allontanare. Anzi, sembra voler dichiarare che se ne andrà a letto, dopo un altro bicchiere (l’ennesimo, alla fine se ne conteranno sei a testa!). Ma la situazione è strana, con tutto quel che vi siete detti e con quel desiderio che ormai si toccava con mano da entrambe le parti, impossibile che voglia veramente far finta di niente. Forse le lettoni fanno così: ti portano a credere che te la daranno e poi ti lasciano con un palmo di naso (e il cazzo duro da passare sotto l’acqua fredda).
Alla fine si convince che è il momento di salire, è quasi mezzanotte e domani la sveglia è alle sette. Nonostante tutto quel che hai bevuto è incredibile che tu non sia ubriaco, ma forse il testosterone in circolo ha disintegrato l’alcool ingerito riducendolo ad acqua fresca, boh? Lei lo sembra un po’ di più (“le donne non hanno il testosterone?” ti domandi “domani controllo su Wiki..”) ma nemmeno tanto. In ascensore giochi il tutto per tutto, ti avvicini e le dai un bacio, la abbracci e lei non si tira indietro, anche se arrivati al tuo piano vorrebbe continuare e andare al suo. “Ma dai, vieni a vedere la mia stanza.. ti ho detto che a me hanno fatto l’upgrade gratuito, e poi te ne vai..”.
Accetta, non sembra convinta, ma l’alcool spiana la sua arrendevolezza. Entrate in camera, fai la scena di fargliela vedere e appena vicini la abbracci di nuovo, e lei a questo punto ti ricambia entrambi: abbraccio e bacio, profondo, pieno, voglioso come il tuo. Rimanete così un po’, ma poi le mani non resistono e si infilano sotto la maglia: vuoi sentire la sua pelle, vuoi sentire la sua dolcezza. Le accarezzi le spalle, ha una pelle di velluto, i suoi trentasei anni non tradiscono le aspettative. Continui a baciarla, ma a questo punto vuoi scoprirla, vuoi scoprire il suo corpo che ormai, pressato contro il tuo, ti sta trasmettendo tutta la sua voglia di essere preso. Le sfili la maglia, rimane in reggiseno, e le tue previsioni sulla taglia si sono avverate, ma sai benissimo che non è un problema: sono lontani i tempi delle tette grandi, ormai ti sei convertito ai seni piccoli. Non ti importa più che siano grossi, l’importante è che siano portati bene (e portare bene un seno piccolo è ben più difficile che portare un seno grande!), che rispondano ai tuoi stimoli…e questi lo sono. Li accarezzi, mentre la baci, li sfiori alla base per poi salire piano piano verso il capezzolo, ma senza arrivarci anche se lo vorresti. Vuoi farglielo desiderare, e i suoi gemiti e i capezzoli sempre più duri ti confermano che sta succedendo.
Il tuo cazzo ormai si sta lamentando, ha cominciato a gocciolare di preparazione e preme per uscire, reclama la sua parte. Speri che la tua pancetta (ormai ce l’hai, non te la toglie nessuno!) non faccia effetto bromuro, ma non sembra proprio, visto che è lei a stringerti contro il suo corpo seminudo, per sentire il contatto della tua pelle. Quella cosa che tu ami così tanto, quasi ti stesse leggendo nella Mente, area Sesso, sezione Coinvolgimento preventivo.
Sfilarle i pantaloni è ormai questione di abilità (ma che diamine di cerniere usano in Lettonia? Di castità? Se non fossi pacato la strapperei!) e non più di desiderio, perché è evidente che entrambi avete abbondantemente oltrepassato il punto di non ritorno. Rimanete in slip, tu con il tuo cazzo che gonfia la stoffa e lei con il pizzo a mal celare una curatissima peluria. Il contatto della tua mano aperta con il suo monte di venere è fonte di ulteriori gemiti, di morsetti alle labbra, di una mano che scende nervosa e bramosa dentro i tuoi slip, per afferrare trionfante l’oggetto del suo desiderio. La spingi contro il muro (siete ancora in piedi, incredibile!) e completi il denudamento di entrambi. A questo punto non c’è più niente a separarvi, a tenere distanti i vostri piaceri, perché con l’ultimo baluardo di stoffa è cominciata la danza che vi porterà all’estasi.
Con le braccia bloccate in alto contro il muro, fa finta di divincolarsi, mentre invece vuole solo essere toccata di più, e tu non ti fai pregare per passarle ancora la mano aperta sulla fica; ma adesso un dito comincia ad insinuarsi fra le sue grandi labbra, che si stanno gonfiando sempre più (e che dopo ti regaleranno una grande soddisfazione, ma ancora non lo sai…). Anche il clitoride sta prendendo la sua razione di eccitazione, ed infatti lo senti crescere ad ogni passaggio, mentre la sua mano ha ormai afferrato il tuo cazzo e lo sta impugnando con piacere, cosa che ti fa eccitare ancora di più.
E’ giunto il momento di metterla sul letto, un maledettissimo letto doppio che si divide subito (e sarà una spina nel fianco tutta la notte!): la fai sdraiare sulla schiena, la baci in bocca, le scendi sul collo, sulle tette, sulla pancia, diretto verso il tuo piacere estremo, che spesso coincide con quello femminile, ovvero leccarla, leccarla e ancora leccarla! Ma lei non ci sta, non capisci perché ma ti fa salire quasi come se volesse essere già scopata, ed invece ti fa salire fino ad arrivare davanti alla sua bocca: vuole succhiartelo, assaporarlo, e tu non ti fai certo pregare. Le prendi la testa e gliela avvicini sempre di più, fin quando dischiude le labbra per accogliere prima la cappella e poi un’altra bella porzione nella sua bocca calda e morbida. La lasci giocare, vederla così devota nel darti piacere ti riempie di desiderio; e allora allunghi la mano fra le sue cosce, per dilatare le sue labbra e affondare un dito dentro, dato che ormai la lubrificazione del suo buchetto non è più un problema. Giochi, giri intorno, metti dentro una falange e la tiri fuori, e ogni volta senti le sue pompate che aumentano di intensità, in concomitanza con i tuoi giochetti.
Ormai vuole essere presa, e anche tu vuoi affondare il tuo cazzo nel burro della sua vagina irrorata dei suoi umori; e allora ti sdrai su di lei, la guardi negli occhi e pretendi che lei ti guardi: il sesso sono le anime che si fondono, e l’anima passa dagli occhi! Lo appoggi sul suo buchetto, ormai è un’asta dura e invincibile, e lo fai scivolare piano dentro, tirandolo un po’ fuori per abituare entrambi e farglielo desiderare ancora di più, se possibile. I suoi occhi se ne sono andati, abbandonati al piacere del cazzo che le sta pian piano riempiendo sempre più la figa gonfia, e tu le tieni la testa con un braccio per attirarla verso il tuo bacino. Colpisci, a volte con violenza, a volte dolcemente, e lei si trova disorientata e appagata, ma mai sazia, cercandone ancora di più.
Cominciano le acrobazie, perché in una scopata che si rispetti ci devono essere anche quelle, per scoprire quale posizione da più piacere, specialmente quando lo fate per la prima volta. Gambe su, gambe giù, girata sulla pancia, a pecorina, per poi ricominciare. E ogni tanto cedendo il passo a quella piccola perversione che ti fa impazzire: tirarglielo fuori dalla figa e metterglielo in bocca madido dei suoi umori, per poi tornare di nuovo a scoparla, baciandola in bocca per assaporare il suo sapore, ormai di puro sesso.
E’ un animale liberato dalla gabbia, vuole impossessarsi di te e ti fa sdraiare mentre ti sale sopra. Allunga la mano a prendere il tuo cazzo per puntarlo contro la sua fica, ma adesso è lei a condurre la danza, a liberare la cavalcata feroce e veloce verso l’orgasmo. Le tieni le tette, le strizzi i capezzoli, le metti un dito in bocca e poi ricominci da capo, ma lei si sta rapidamente avvicinando al momento in cui dopo gli occhi anche la mente abbandonerà il corpo. E infatti la senti contrarsi, senti il suo corpo vibrare, mentre ti assesta gli ultimi colpi di bacino con il tuo cazzo interamente affondato nella sua pancia, per abbandonarsi infine su di te senza farti uscire da lei perché vuole che la sua fica comunichi al tuo cazzo tutto il suo godimento.
Ti crolla addosso, i fumi dell’alcool sono andati via ed hanno lasciato il posto ad un altro inebriamento, sicuramente più pieno e avvolgente, quello dell’orgasmo appena passato. Il momento che non ti fai sfuggire, quello in cui lei non chiede altro che sapere che sei li per lei, per ricordarle che non è un sogno, non si è fatta un ditalino o ha giocato con un dildo, ma ha appena avuto un vero orgasmo. In effetti, da quel che ti aveva raccontato, i suoi ultimi amanti non erano stati affatto così attenti verso di lei, dopo… e forse questo scatena il tuo senso di protezione, perché lasci cadere esanime anche il tuo cazzo senza venire e continui a coccolarla, incredula che le stia accadendo. Ti si accoccola di spalle, tu la avvolgi e lei si lascia circondare dalla tue braccia. Per adesso è finita, ed il piacere di entrambi è evidente, palpabile, anche se tu non sei venuto non te ne frega niente…
Non sai quanto tempo sia passato da quando siete entrati in camera, non sai quanto sia durata questa scopata, ma che importa, cinque minuti o un’ora.. è durata quanto doveva durare perché lei adesso si è abbandonata al tuo abbraccio… ma a te non basta il piacere che le hai dato, vuoi dargliene di più, anche se adesso non è il momento di insistere. La lasci sonnecchiare un po’, sempre stretta fra le tue braccia, schiena al tuo petto, e i suoi capelli che ti solleticano la faccia, maledetti! Pfffff!
E poi, giunge il momento. Lei si gira, tu continui ad abbracciarla, ma le prendi una tetta, la accarezzi, e lei accenna a risvegliarsi del tutto. Cominci ad aumentare il peso delle tue carezze, a farle divenire sempre più intime, e ti accorgi che lei non respinge, anzi, si dispone ad aiutarti e comincia a fare la sua parte. Allunga la mano a prenderti il cazzo, che dopo una mezz’ora di relax ancora non si è risvegliato, e con qualche breve carezza lo fa tornare pian piano duro. E’ il momento di ricominciare davvero, lei è pronta ad accoglierti di nuovo, ormai la sua fica è un lago esondato, dopo il primo orgasmo, e si mette subito a pecorina per essere penetrata alla meglio e sentirlo tutto dentro di se. Non ti fai pregare, la afferri per i fianchi e ti ecciti nel vedere il tuo cazzo che sparisce nella sua fica, la sua fica morbida e bagnata. Di nuovo una sequela di colpi forti e leggeri, con qualche schiaffo sulle chiappe sode (cosa sarebbe una pecorina senza lo schiaffo?), e senti che lei gode, si muove per cercare la migliore penetrazione… ma questa volta provi qualcosa di diverso. Lo sfili, lentamente, facendole sentire ogni vena che struscia sulla parete della sua fica. E una volta tirato fuori, ti sdrai sotto di lei, per avvinghiarla in un 69 che ancora mancava all’appello.
Non si fa pregare. Lo afferra e se lo spinge in bocca, mentre tu avvicini la tua lingua ad una meraviglia che ancora non avevi visto compiutamente: due labbra gonfie, penzolanti, vogliose ed eccitate, che vogliono essere succhiate e leccate. Non sai se stai ricambiando il piacere che ti sta dando, ma da come affonda il cazzo nella sua bocca capisci di si, che evidentemente la leccata della fica è un articolo molto apprezzato. Talmente apprezzato che questa volta si gira di schiena, ti prende la testa e ce la sbatte sopra, un’altra cosa che per te vale un orgasmo: tenerti la testa durante il cunni… E anche questa volta non ti tiri indietro: lecchi, succhi, mordi, lecchi ancora, penetri con un dito e poi lecchi ancora.. i minuti passano, nessuno si stanza, ma lei sta salendo sempre più di giri, è evidente che vuole venire durante la leccata, e questa richiesta non detta è per te una scossa di ulteriore adrenalina: aumenti il ritmo, affondi la lingua nella fica, succhi. Non ti fai mancare niente e non LE fai mancare niente, finché pian piano senti che il suo orgasmo sta arrivando, che l’onda si sta per riappropriare del suo corpo. Sai quanto ti piace, e insistendo arrivi a farla esplodere, perché ti stringe la testa fra le cosce, vibra e stringe le lenzuola per non urlare. Ti rendi conto che questo orgasmo è più potente del precedente, perché le gambe si muovono incontrollate, così come la fica, da cui alla fine ti ha scansato perché non riusciva più ad assorbire le carezze.
Ha gli occhi all’indietro, è esausta, chissà se per i due orgasmi o solo per il secondo. Ma il piacere che le hai donato senza corrispettivo (no, anche questa volta non sei venuto, e presumibilmente non succederà, per stasera. Non succede: vi addormentate, paghi, non si sa chi lo è più dell’altro.. e tuttavia un po’ consci che dopo poche ore vi sareste dovuti alzare e, facendo finta di niente, partecipare di nuovo al meeting!
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