Racconti Erotici > Lui & Lei > Intime rivelazioni
Lui & Lei

Intime rivelazioni


di Blacknoble
14.01.2022    |    6.694    |    1 9.0
"Baciai il collo di Mamadou, lui baciò il mio, baciai il suo petto, lui baciò i miei seni..."
Era un venerdì sera. Il giorno. cui ambisce chi come lavora in un ufficio dove la normalità porta ad una tremenda noia. Parete grigi, cartelle blu, stampanti bianche, e gente che si confonde in quel tutto divenendo parte del meccanismo. Cosi come prendo la metro, faccio la spesa, vado al lavoro.
Il venerdì invece è diverso. Più di promesse, é zeppo di alcol, di leggerezza, di un domani senza impegni che lo trasforma quasi in un momento magico. Il venerdì é l'arrivo, ma anche partenza, é il momento di concretizzare, di finalizzare, di godere. È l'inizio della settimana, ma anche dei piaceri.
Il venerdì comincia la mattina. Dopo, quando alle diciassette si sono sistemate le ultime pratiche, quando il dovuto in sangue e sudore é stato versato, si va in fuga, nel nulla e nel tutto, in negozi o aperitivi, in incontri o giri, davanti al mare o sui monti, ma si va senza perdere tempo. Per ciò il venerdì comincia la mattina. Le vesti arrivano a sera.
Non ho mani raffinate ma curate. Non sono lunghe, nemmeno tozze, forse normali. Ma eleganti. Lo smalto scelto con cura, rosso scuro con tinte impercettibili di oro, fa risaltare i miei anelli. Ho indosso un tailleur. Non é ovvio per una donna in ufficio, é quasi di rigore. I miei seni, tra la quarta e la quinta, farebbero una strage se lasciati in libertà in quella gabbia di uomini dipressi ed in cerca di una mozione fuori dalla propria routine. Ma come sanno le donne, il tailleur non toglie alla sensualità, non preclude alla femminilità. Gli sguardi insistenti dei miei colleghi sulla camicia di lino nera sotto il mio tailleur bianco erano testimoni della mia sensualità.
Gli uomini sono una razza a parte. Spesso, non sanno distinguere bellezza da sensualità. Le donne lo sanno. Il mio culo abbondante, chiuso nel pantalone stretto era preso di mira da molti uomini che incrociavo. Non per la sensualità della camminata, non per il mio sguardo che riservavo solo a pochi, buoni, ma per la consapevolezza che ho di essere donna e di volerlo essere. Non é facile accettare chi si é, io l'ho fatto.
Arrivarono le cinque. Sorrisi di circostanza, tutti si salutano, un paio di colleghi piu giovani, come sempre ci provano con una battuta, li ignoro e vado in bagno. Mai uscire senza essere a posto.
Saluto la guardia. "Siete sempre la piu bella dottoressa" mi dice ammiccando. Lo ringrazio ma non do corda. Gli uomini sono stupidi. Scambiano spesso la gentilezza con l'accondiscenda. La macchina parte, mi dirigo al bar, ho appuntamento con le mie amiche.
"Sei uno schianto!" disse Rosa appena mi vide. Michela e Sarah ribadirono.
Dopo i saluti di convenienza, ci sedemmo ed ordinammo da bere. Il pub si chiamava l'incontro, e non era a casa se a noi piaceva. Era abbastanza ben frequentato, giovani professionisti di tutti i generi, uomini sposati in cera di uno svago, ragazzini appena sverginati in cerca di sensazioni diverse, ma tutti educati ed al loro posto. Cosi com'era giusto che sia, si muovevano solo su segnale della donna. E che donne c'erano! Dalla nonna alla ragazzina, tutte li per ragioni diverse, ma ragioni tutte che finivano nello stesso posto: al letto.
Mentre con le mie amiche chiacchieravamo, entrò un uomo alto, nero, atletico. Ero un habitué del posto, ed ero certa di non averlo mai visto. Le mie amiche si resero conto del mio distacco e guardarono nella mia stessa direzione notando l'uomo. "Cazzo!" disse Rosa.
Mentre cercavamo una strategia per farlo venire da noi, una signora di una certa età e di un certo peso si fiondò su di lui abbracciandolo. I due si salutarono ma dall'espressione dell'uomo lui non la conosceva. Difatti, con la musica sottofondo gli arrivarono poco parole in cui la donna si presentava all'uomo riluttante. Fu allora che mi venne l'idea. Mi alzai senza dire niente e andai diritto verso di lui esclamando" Amore ti stavamo aspettando!".
Lui rimase sorpreso ma solo per una frazione di secondo e sorrise svelando una fila di denti bianchi che contrastavano sul suo viso scuro. Si girò verso di me e disse " Amore scusa il ritardo!".
La signora grande ci rimase male, si girò e se ne andò senza nemmeno salutare. Presi per mano l'uomo che era piu alto ora che mi ero avvicinata e lo portai al tavolo sotto lo sguardo allibito delle mie amiche. Si presentarono mentre sogghignavo. Due minuti dopo, Mamadou ed io stavamo parlando, e ci sorridevamo.
Il sorriso é importante, essenziale, viene dopo l'odore, il sentore, l'ascolto, non é solo di circostanza, spesso, é di presenza. Quando succede tra un uomo ed una donna, é premessa di piacere.
Fu un bel sorridersi a vicenda che durò per un paio di ore. Poi, l'aperitivo diventatava cena, e noi, io e Mamadou decidemmo di cenare da me. Dovevo tornare a casa per il gatto. Già, ho un gatto. A quarantatré anni, orfana e senza fratelli ne sorelle, un gatto, un cane, o anche un uomo sono essenziali. Non si tratta di fare i duri ne i puri, si tratta di vivere, ed in essa, c'è anche goduria.
Mamadou mi segui con la macchina e parcheggio per strada mentre entrava in garage. Non c'era posto per due. Poi mi raggiunse mentre il cancello si chiudeva ed entrammo assieme nel palazzo. Non parlavamo, eravamo mano nella mano. C'era promessa di felicità, voglia di piaceri, sentore di goduria. Sembrava ci conoscessimo da sempre, e non era una sensazione comune. Aveva un odore selvaggio, di terra cielo e mare, sapeva di quercia ma anche di velluto, esprimeva potenza e dava sicurezza. Dal canto mio, non valevo di meno. Conosce la preda, é mia. Gli uomini credono di essere gli unici cacciatori, non hanno percezione della realtà perché chiusi in stereotipi, sono focalizzati su successo e fallimento, e perdono la dimensione della realtà. A scegliere, sempre, é la donna. Poi, ci sono donne come me, che scelgono senza accontentarsi. Di Mamadou, non ci si racconta, nemmeno di me lo si fa.
Entrammo nel mio piccolo appartamento ridendo. Mamadou si tolse la giacca e chiese il permesso di andare a lavarsi le mani. Gli feci vedere la porta ed andai a cambiarmi. Mentre mi mettevo comoda, e comoda per me in quel omento era un vestito corto nero senza niente sotto, senti Mamadou che trafficava col telecomando della TV. Ero eccitata. Un altro incontro, sensazioni diverse, piaceri differenti. Sentivo di colare tra le gambe, e mi piaceva. Speravo di collare oltre il vestito, affinché vedesse anche Mamadou.
Tornai nel soggiorno. Era seduto sul divano. Senza giacca. Con una maglietta grigia che lasciava indovinare il suo fisico atletico. "Vieni vicino" mi disse sorridendo col telecomando in mano. Mi sedetti. Cercava un canale di musica che trovò dopo un pò. Poi, la sua mano, con tanta nonchalance si poggiò sul mio ginocchio. Senza velleità, in modo naturale, come se cambiasse canale. Un gesto che mi accese e mi incuriosi non di poco. Ero abituata a tenere a bada l'irruenza degli uomini, il loro desiderio di arrivare subito in fondo. Era una battaglia continua, bisogna educare gli uomini al piacere, non alla figa, e questo era parte del piacere; una mano sul ginocchio. Una mano da cui partiva un battito, battito che si estendeva su tutto il mio corpo e tornava indietro facendo pulsare Mamadou allo stesso ritmo mio.
Mamadou chiuse gli occhi e feci lo stesso. La musica ci isolava oltre alla bolla di sensazioni che ci avvolgeva. Non mi resi conto di quando cominciò a muovere la mano sul mio ginocchio. Le sue dita lo avvolsero ed arrivarono dietro ad accarezzare delicatamente le pieghe dietro. Fu anche naturale che poggiai la mano sulla sua coscia. Mi sorpresi della tonicità dei suoi muscoli. Sotto le mie dita, ogni muscolo si sentivo, e fremeva in base alla mia carezza. Senza fretta, con la stessa sicurezza di un fiore che sboccia, lentamente, una carezza che sapeva di mare e di monti, un Unione di sensi senza impegno. Ci girammo, e ci baciammo.
La mia lingua sulla sua, la sua sulla mia, la mia lingua in vesti sua, la sua in vesti mia, un turbinio senza fine, una battaglia, una carezza, un bacio stesso nel bacio, un emozione senza fine, un cadere dentro la felicità, un senso che sconfina su tutti gli altri sensi. Ci baciavamo, e lui era in me, ed io ero in lui, un cavalcare di piaceri che il mio piccolo soggiorno aveva difficoltà a contenere. E nemmeno io riesco piu a contenermi. Mi alzai e sali addosso a lui tutto vestito. Lui alzò le braccia e gli sfilai la maglietta. "Curioso, non ha peli" pensai per un attimo. Fugace fu il pensiero poiché le nostre lingue si ritrovarono ed i nostri corpi cominciarono a ballare. Un ballo che sposava i contorni dei nostri desideri, legava i nostri piaceri, scandiva le nostre sensazioni. La mia schiena era pervasa da scosse, il suo corpo da fulmini, era gia tempesta, temporale emotivo. Le mie unghie andavano e venivano sul suo corpo mentre le sue mani esploravano la mia pelle in ogni suo centimetro. I nostri respiri erano coordinati, non ansimanti, erano certi.
Mamadou mi fece scivolare il vestito verso il basso mentre mi guardava. Poi, per un minuto, rimase a guardarmi seduta su di lui, uno sguardo che era la continuità del bacio, una poesia che partiva dagli occhi e negli occhi finora. Persino la musica in ammirazione si era fermata. Almeno cosi sembrò. Baciai il collo di Mamadou, lui baciò il mio, baciai il suo petto, lui baciò i miei seni. Non c'era fretta, ci eravamo presi, anche senza esserci presi.
Ci alzammo per spogliarci. Era finito il tempo delle vesti. Tornai subito nella stessa posizione. Lo volevo, mi voleva, ci prendemmo. Lentamente, gli occhi l'uno nell'altro, presi il suo membro in mano. Non ero mai stato con un uomo nero. Aveva un cazzo enorme, la mia mano non riusciva a farne il giro, e per la lunghezza, era oltre tutto ciò che aveva mia visto o toccato in vita mia. Sorrisi tra me e me, e sorrisi anche visibilmente. Appoggiai delicatamente la cappella del sua cazzo sulla mia figa che era allagata. Mi aspettavo dolore, fu solo colore. Colore di goduria. Affondai in lu lasciandomi andare ad un orgasmo che sembrava non avesse piu fine. Più andavo già, più il piacere mi dilaniava ed urlavo. Mamadou mi mise la mano sulla bocca, l'altra sul sedere, e mi spinse ancora giù. Urlai di nuovo, e con tutte le due mani mi aggrappai alla sua testa tirandolo verso di me ed obbligandolo a lasciare la presa sulla mia bocca.
Poi, ci fermammo. La mia figa pulsava, il suo cazzo pulsava. Sentivamo distintamente i battiti del nostro piacere. Piano, cominciai a muovermi. Era cosi grande che riusciva ad arrivarmi fino in fondo. Ma cosi grande da procurarmi un piacere che andava oltre il piccolo. Triste realtà. Mamadou prese i miei seni tra le sue mani. Erano grandi entrambi, e belli, un contrasto di cui mi accompagnai per arrivare ad un orgasmo cosi sconvolgente da farmi perdere il controllo e graffiare il torace di Mamadou. Mi staccai da lui ansimante mi sedetti affianco a lui sul divano cercando di realizzare dove mi trovassi. La sua mano si protese tra le mie cosce e si posero sul mio clitoride pulsante di piacere massaggiandolo piano. Un altro orgasmo in meno di un minuto mi obbligò a mettermi le età in bocca per non allarmare il vicinato.
Avevo portato da bere. Mamadou beveva alcolici, e quindi feci due spritz. Disse di non avere fame, nemmeno io ne avevo, e quindi rinunciammo a cucinare. Mentre chiacchieravamo di tutto e di niente, guardavo il suo cazzo che era semi turgido. Anche cosi, le dimensioni erano notevoli. La sua pelle era lucente, il suo fisico fenomenale rispetto agli uomini con cui avevo a che fare. Ossia con i bianchi. Non un paragone al ribasso per i bianchi ma semplicemente un evidenza. Un tono radicalmente diverso. Lui mi guardava mentre beveva e si fumava una sigaretta senza fronzoli. Avevo messo una vestaglia nera trasparente e molto corta che in realtà poco copriva. Lui era rimasto nudo. Ad un certo punto, mentre parlava, l'impulso mi venne. Mi misi a carponi, e presi il suo cazzo in bocca.
Da subito, senti il suo desiderio latente risvegliarsi. La mia lingua seguiva le vene che lo attraversavano tornando alle palle per poi raggiungere l'apice ed inghittirtlo tutto. Ero regina del suo cazzo, capace di farlo sussultare, di indurirlo e prepararlo alla mia figa, ero la regina del scettro, strega con la bacchetta. Mamadou aveva la testa rovesciata e le gambe aperte oltre agli occhi chiusi. Si godeva la mia bocca sul suo membro, ed io mio godevo il suo membro nella mia bocca. Avrei continuato all'infinito, giocando con i brividi a fior di pelle sul suo cazzo, ma lui ad un certo punto mi prese per i cappelli, mi bacò spingendomi ad alzarmi insieme a lui, e mi mise carponi sul divano. Mi entrò dentro come un ferro rovente. Rovente di goduria. Cominciò ad andare e venire dentro di me riempiendo ogni spazio, arrivando a sensazioni che nemmeno io sapevo di avere, andava e veniva portando felicità nel mio corpo. Il suo cazzo mi pulsava in figa cosi come mi pulsava in bocca. Lo sentivo sussultare e lui mi sentiva. Ogni sussulto era una goduria per entrambi. Mentre andava a veniva in me, la mia figa felice sbroccava di piacere lasciando il suo cazzo rimporto di bianco e sul divano una macchia che non smetteva di allargarsi. "Scopami..." gli dissi. Ed allora i spaccò. Mi spinse dentro il suo cazzo arrivandomi quasi in gola e prese a martellarmi tenendomi per i cappelli. Una sensazione stranissima tra dolore, potenza, pienezza, goduria, un mix che mi faceva sentire vera, selvaggia, autentica. Non c'era bisogno di turpiloquio, la realtà parlava da se, non c'era bisogno di compensare.
Mamadou si fermò fisso in me. Allungò la mano e cominciò a stuzzicarmi il clitoride. Sublime. Rimasi ferma, il sedere in alto atto a prendere meglio il cazzo e ricevere le carezze dalle sue lunghe dita. Mamadou in un qualche modo alternò il movimento del suo bacino con le sue dit, e godi di nuovo. Ma avevo ancora voglia, e rimasi offerta. Non tolse le dita dal mio clitoride, le lasciò cosi appoggiate, ma inseri un dito nel mio culo mentre mi scopava piano. E con una sequenza alterata, il cazzo, poi il dito, andò e venne in me aumentando la pressione sul clitoride fino a quando per l'ennesima volta godetti di nuovo.
Ci fermammo poi e lui si accese un altra sigaretta. In quel momento, il silenzio che c'era tra di noi era la comunicazione migliore. Il piacere non ha parole. Mamadou fini la sigaretta, la spense, si alzò, mi si inginocchiò davanti, e cominciò a leccarmi.
Ero imbrattata di fluidi, lui ci mise la testa tutta, si bagnò di me ed incollò la sua lingua alla mia figa cercando di arrivare in cima agli umori. La sua lingua con decisone mi entrava dentro per poi risalire la fessura fino al clitoride che prendeva e roteava mentre con le dita mi penetrava. Mi lasciavo andare sorpreso dalla sua dimestichezza del piacere. Piacevolmente sorpresa. Molto in realtà.
Proposi di andare in camera da letto. Moussa senza rispondere mi prese per mano e mi portò. Mi mise sdraiata e si sdraio su di me. Mi bacio nello stesso mento che mi penetrava. Dolcemente, ma con decisione. Entrambi, muovevamo i nostri corpi al fine di raggiungerci a vicenda. Una specie di ballo infinito fatto di dolcezza e di pienezza. Non ero sazia di godere, non sono mai sazia del piacere, ma forse fino ad allora, non lo sapevo. Ebbi un altro orgasmo e le mie gambe tremarono per lungi minuti mentre rimanevo avvolto attorno a Mamadou.
Era un venerdì sera.
Poi arrivò il sabato mattina. Facevo il caffè, curva sulla cucina, e dietro di me, nella mia vagina, c'era Mamadou. Lo preferivo al nero del caffè.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Intime rivelazioni:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni