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Lui & Lei

Viaggio di ritorno


di Membro VIP di Annunci69.it Gandalf93
07.01.2024    |    2.762    |    1 8.6
"Lei nel frattempo non appena il controllore le dette le spalle, riprese a toccarsi..."
Quello che andrò a scrivere sarà un racconto in equilibrio tra finzione e realtà, tra il concreto e l'onirico. Spetta a voi soltanto discernere la differenza e a farvi un idea. Se poi otterrà la vostra attenzione potrebbe essere il primo di una lunga serie.

Era una sera d'estate come tante il cielo era sereno e la temperatura era perfetta. Ormai ero abituato a fare tardi all'università e spesso mi ritrovavo a dover aspettare la coincidenza delle 20.00, l'ultima e solitamente quella più tranquilla.
Il treno arrivò al binario con netto anticipo così avevo il tempo di trovare un buon posto e rilassarmi per qualche minuto. Quando le porte del treno si aprirono attesi che i passeggeri uscissero e poi mi diressi verso quella che sarebbe diventata la coda e occupai i 4 posti sulla sinistra, sedendomi di spalle vicino al finestrino.
Qualche minuto dopo il mio arrivo un altro passeggero si diresse verso i posti in coda occupando quelli opposti ai miei.
Mi giro incuriosito constatando che era una ragazza gothic molto figa, così mi girai verso il finestrino e complice il riflesso cominciai ad osservarla di nascosto mentre si sistemava sul sedile. Indossava un paio di anfibi alti a zeppa, calze nere a rete, a maglia stretta con teschietti, minigonna nera a coste, tipo quelle da studentessa, una t-shirt nera cortissima e un coprispalle nero che sopperiva alle mancanze della maglietta.
Aveva i capelli corvini lunghi che le ricadevano sulle spalle, un trucco pesante tipico dello stile e delle stupende unghie nere. Cercai di fingere disinvoltura tirando fuori il blocco da disegno, ma non avevo minimamente voglia di disegnare e continuai a guardarla.
Aveva un bel corpo, gambe lunghe, un seno abbondante stretto nella t-shirt aderente, una bella ragazza sotto tutti i punti di vista.
Mentre la guardavo rapito mi ritrovai a guardare com'era seduta, era stravaccata sul sedile a gambe aperte e dal mio punto di vista non si vedevano le mutandine ma le mostrava probabilmente a chiunque sarebbe entrato.
In quel momento sentii che mi chiamava per chiedermi indicazioni sul tragitto del treno e voltandomi mi accorsi che si era girata verso di me con tutto il corpo, e quindi avevo una visione preferenziale per le sue mutandine, che però non portava. Trattenni a stento lo stupore e cercai di rispondere con tutta la naturalezza che potevo e al suo grazie tante mi rigirai immerso nei miei pensieri.
Che cosa stava succedendo? Me lo sono immaginato? Non può essere vera la cosa, nessuna ragazza se ne andrebbe tranquilla in giro con la minigonna e senza mutandine, no?
Troppi pensieri per la testa e il cuore batteva all'impazzata, ma la curiosità e la voglia mia indussero a cercare nuovamente il suo riflesso.
Oddio! Il riflesso era fin troppo esplicito, trattenni a stento un esclamazione di stupore! La visione nel finestrino era a dir poco esaustiva! Lei stava con la gamba destra sul sedile con il piede sul bracciolo, con la gamba sinistra distesa verso il pavimento e la schiena appoggiata al finestrino. Quindi non esisteva più nulla a impedirmi di guardarle in mezzo alle gambe. Non le aveva! Ora ne avevo la certezza matematica. Aveva una bellissima vulva rosea! Alzai lo sguardo e vidi che aveva lo sguardo fisso su di me, i nostri occhi entrarono in contatto dal riflesso e sorrise sorniona.
Ormai l'erezione era evidente e quindi cercavo di nasconderla con il blocco da disegno e lo zaino che avevo a fianco.
Penso che lei lo avesse notato e quindi senza dire nulla si alzò e si mise a sedere sul posto di fronte al mio a gambe spalancate, toccandosi vistosamente.
Non capivo più nulla, la situazione era diventata assurda.
Alzai lo sguardo per guardarla negli occhi e mi sentii dire solamente: - "Fai silenzio e goditi il momento, sono troppo eccitata! Se fai il bravo ti darò un premio!" - concluse la frase contorcendo la bocca.
E chi aveva voglia di parlare, tornai a guardare la sotto che ormai era diventato un lago.
Sentimmo dei passi avvicinarsi e lei quindi si ricompose giusto in tempo.
- "Buonasera, i biglietti prego!"-
Il solito controllore che dopo il consueto controllo si avviò verso la testa del treno controllando di tanto in tanto i vari passeggeri. In tutto questo mi accorsi che il treno era ancora fermo e guardai l'ora, constatando che mancavano pochi minuti alla partenza.
Lei nel frattempo non appena il controllore le dette le spalle, riprese a toccarsi.
- "Ti prego dai dammi mano, toccami il clitoride, aiutami a godere!" - non ci credevo, me lo stava chiedendo davvero?
- "Dai toccami! Fammi godere!" -
Senza pensarci troppo e voglioso di approfittare della ghiotta occasione, le avvicinai la mano alla vulva e la toccai con l'indice. Di risposta lei gemette piano, così cominciai a far scorrere il dito in alto. Avevo i suoi umori sul mio dito. Non era calda, era bollente e bagnata. Che sensazione unica! Il mio dito terminò la sua corsa sul punto in alto che era gonfio e pulsante. Cominciai a toccarlo, a muovere il dito in tutte le direzioni. Prima piano, poi veloce, poi mediamente, alternavo le velocità, e più giocavo, più lei godeva. Buttai di lato il blocco, cercai di avvicinarmi per aver maggior controllo e mi inebriai del suo profumo di donna. Continuai a toccarla, lei nel frattempo si è sollevata la t-shirt e il reggiseno nero di pizzo, si toccava i capezzoli freneticamente.
Che visione paradisiaca, aveva un seno perfetto, capezzoli turgidi che opponevano la giusta forza alle sue dita.
La guardo e senza pensarci le chiedo - "Posso succhiarti i capezzoli mentre ti tocco?" - le parole uscirono come un sussurro dalle mie labbra, tanto che pensai non sentisse tanto era presa dal momento.
- " Si succhiami tutta!" - mi sentii dire in risposta.
Mi fiondai sui suoi capezzoli e cominciai a succhiare avidamente come un neonato affamato.
Più succhiavo più godeva. Sentivo il suo capezzolo duro tra le mie labbra e cercai di stuzzicarlo con la lingua e mordicchiandolo ottenendo dei gemiti soffocati fantastici.
Ad un certo punto nel medesimo istante in cui partiva l'annuncio di trenitalia lei soffoca un urlo nella manica del corpispalle.
- "ODDIO STO VENENDO!"- e come conseguenza sento fiotti caldi fuoriuscire dal suo sesso bagnare prima la mia mano e poi il sedile.

- " Annuncio ritardo! Il treno regionale 10***2 in partenza da T****** C******* e diretto a V****** partirà con un ritrardo previsto di 10 minuti!" -

Era il mio, ma non avevo tempo di capire perché del ritardo. Volevo solo continuare quel dolce momento tra estranei.

Continuai a toccarla la sotto, finché non mi disse di fermarmi.
- "Sei stato bravo! Anzi meglio del previsto! Meriti un premio adeguato!"- mi disse raggiante con il mascara che le colava dagli occhi - "Prima però voglio vedere se te la cavi con la lingua!"-
Mi misi in ginocchio davanti a lei e attesi che si mettesse comoda. Avevo le sue gambe sopra le spalle perché appoggiava i piedi su quello che prima era il mio sedile.
La visione era ancora meglio, il profumo che emanava era inebriante ed era ancora umida.
Avvicinai la bocca e la lingua per sentire il suo sapore, appoggiai la lingua e sentii.
- "È calda! Avanti leccala tutta! Non farmi aspettare!"-
Non aspettai altro, cominciai a leccarla con una bramosia animalesca. Sentivo il gusto dolciastro della sua preziosa ostrica che giocava con le mie papille gustative. Era il paradiso! Più leccavo e più lei apprezzava, poi decisi di concentrarmi sul clitoride gonfio, e glielo succhiai con foga mentre lei mi stringeva le gambe sulla testa, continuai, alternando qualche affondo di lingua nella sua fighetta. Ero in estasi, inebriato da tutta la magnificenza del momento! Mi ritrovai a leccarle anche il bucchetto più in basso e a penetrarla con la lingua e lei apprezzava. Eccome se apprezzava!
Godette così tanto che stavano quasi per scoprirci se non fosse stato per il secondo annuncio di ritardo del treno!

Sembrava che trenitalia volesse far durare quel momento sempre di più.

- "Alzati! Ora lascia giocare me, te lo sei meritato! Siediti al posto mio così controlli la situazione!"-

Ci scambiammo di posto io seduto e lei in ginocchio davanti a me. Avevo quasi timore che una volta visto il mio pene avrebbe cambiato idea, perché fin troppo nella media. Lei che sembrava un vulcano avrà sicuramente bisogno di qualcosa alla sua altezza.
Ma le mie congetture si infransero contro la realtà dei fatti. Mi slacciò la cintura, mi abbassò i jeans e le mutande, tirando fuori delicatamente con le sue mani calde la mia erezione che ormai era incontrollabile.
- "Vedrai che ora ti porto in paradiso! Cerca solo di resistere, perché considerando il ritardo voglio godermi questo cazzo per bene!" - mentre finì la frase comincio a leccarmi.
Aveva una lingua così calda che mi mandava in estasi, saliva e scendeva, esplorava ogni angolo. Sentivo la punta della lingua esplorarmi la cappella e poi la prese in bocca. Cominciò a succhiare scendendo lentamente, fino ad arrivare alla base dell'asta, sentii la lingua muoversi e poi ricominciò a salire. Continuò così per un tempo indefinito, prendendo sempre più velocità, alternando affondi veloci ad affondi lenti. Alternando la lingua, la bocca e la mano in un gioco continuo. Non capivo più nulla, a stento riuscivo a concentrarmi sugli altri passeggeri e sul ritardo, cosa che mi aiutò a non esplodere. Più volte mi sentii sull'orlo ma lei come se leggesse nel pensiero cambiava modalità e velocità.
Il tempo sembrava essersi fermato, ogni secondo sembrava durare un eternità, fu la sua voce a destarmi.
- Avanti ora ti voglio scopare! Il treno è partito nel frattempo e non voglio che ci separiamo senza averti ricompensato a dovere! Fermo li che dovrei averne qualcuno"- si ricompose un poco, aprì la tasca esterna dello zaino, vi frugò qualche secondo con la mano finché non trovò quello che cercava. - " Eccolo, spero vada bene! Fermo che ti infilo il palloncino e poi mi siedo sul tuo cazzo!"-
Tempo solo di annuire che mi aveva già gommato, tipo pit-stop della formula uno. Mi da le spalle, si infila gemendo il cazzo nella fighetta stretta e comincia a cavalcarmi con foga.
Era come impazzita faticai a trovare il suo ritmo così da armonizzare i nostri movimenti. Era come posseduta dal demone della lussuria, mi stava letteralmente usando come se fossi il suo dildo personale. Non che mi dispiacesse ma volevo essere parte integrante della cosa. Le infilai la mano sotto alla gonna, cercavo di arrivare davanti e raggiunto il clitoride con le dita della mano destra cominciai a sgrillettarla. Avevo la mano posata su di lei quindi seguiva esattamente il suo movimento e le dita erano libere di muoversi sulla sua vulva. Mentre la penetravo mi misi a muovere le dita con lo stesso ritmo.
Godette ancora tanto che mi lavò ero letteralmente bagnato dal suo sesso, e la cosa non faceva che aumentare la mia eccitazione. Dovevamo soffocare le nostre urla o ci avrebbero colti in fragrante, ma non potevamo smettere.
Continuammo a godere finché non capitolai, venni dentro di lei, o meglio dentro al gommino. Sentendosi calda si fermò, mi aiutò a togliere e a sistemarmi. Gettammo il corpo del reato nel cestino tra i sedili.
Lei si rese conto che avevo ancora il cazzo barzotto pronto per un altro round ma il treno annunciò la mia stazione.
- "Dio che viaggio! Grazie stupenda creatura! Sei stata un bel sogno!"- le dissi prima di lasciarla
- "Anche tu sei stato bravo! Mi hai fatto godere un sacco! Spero di rivederti e scoparti in altre occasioni! Straniero!"-
- "Se vuoi ci scambiamo i numeri, io mi chiamo ...." - non mi fece finire la frase mi dette un bacio appassionato.
- "Non voglio il tuo nome o il tuo numero, restiamo due perfetti estranei che hanno scopato. Se i nostri destini ci ricondurranno a ritrovarci ci riconosceremo e scoperemo di nuovo."-

Con quella frase che mi riecheggiava nella mente scesi dal treno, la salutai e le nostre strade si divisero.


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