Racconti Erotici > bdsm > Omonimo Veneziano 4 - Una giornata particolare
bdsm

Omonimo Veneziano 4 - Una giornata particolare


di erocoppia
02.08.2019    |    2.546    |    6 8.8
"Muove il bacino ritmicamente, su e giù, e spinge il cazzo sempre più dentro alla gola dell’amica, che adesso più che succhiare tiene sempre più aperta la..."
Al risveglio sono di nuovo baci, carezze e coccole.
Lei sa bene cosa desidera un uomo in quel momento, e le piace moltissimo, per cui appoggia la testa sul ventre di Ludovico e gli prende in bocca il sesso, mentre lui le accarezza i seni, il culo e la fica.
Le manette la costringono a tenere entrambe le mani in una posizione un po’ scomoda, ma non se ne dispiace, perché si è abituata a portarle. Succhia, e Ludovico ad un certo punto le fa scorrere una mano su una gamba, gliela flette e toglie dalla caviglia la catenella con la chiave. Poi, abbracciandola, con una mano le prende un polso e con l’altra glielo libera, ma solo per il tempo necessario a farle mettere entrambe le braccia dietro alla schiena, e a serrare di nuovo la chiusura.
Poi le prende la testa con entrambe le mani, mentre lei succhia ancora più avidamente di prima. Muove il bacino ritmicamente, su e giù, e spinge il cazzo sempre più dentro alla gola dell’amica, che adesso più che succhiare tiene sempre più aperta la bocca, e aspetta docilmente che lui goda.
“Questa la ingoi, tesoro… vero?”
Lei annuisce.
“Mmmmm…ì”
“Brava… bravissima… perché la vuoi… la vuoi… vero che la vuoi?”
“ì… mmm… fì”
“E allora… l’avrai… tutta… tutta per te… e senza mani, perché sei bravissima… si… bravissima, si… eccola… eccola… e… eccomi… ECCOLA….. ECC-O-LAAAOOOH… OOOOOH… OOOOOOOOOHHHH!!!!”
Mentre lui viene, sobbalzando, Isa serra appena le labbra e riprende dolcemente a succhiare. Gli lascia il tempo di riempirle la bocca e poi deglutisce, tra un fiotto e l’altro, e quando Ludovico si ferma il del suo sperma non c’è più traccia, né odore. Solo sapore… e solo per lei.
………………………………………..
Escono.
Lui va ad aprire la libreria, lei a zonzo per Venezia. Hanno un appuntamento al negozio di Ludovico, intorno alle 13:00, per pranzare assieme. Sul vaporino lui le dà una piccola busta, chiusa.
“Dentro c’è l’indirizzo di un mio amico, esperto tatuatore. Gli ho parlato di te, e abbiamo concordato già tutto.”
Isa è sorpresa, spiazzata, forse anche un po’ delusa dalla trovata dell’amico. Non ha mai voluto tatuaggi né piercings, gli uni perché li ha sempre considerati volgari, e gli altri perché le fanno impressione.
“Vedi, questa storia mi piace troppo, e vorrei che comunque ne restasse qualcosa. Anche per tuo marito. E siccome tu non hai nessun tatuaggio… capisco che non è facile decidere se farne uno oppure no, e poi così, dalla mattina alla sera, però vorrei proprio che tu ci pensassi – non troppo però!!, e che decidessi, ma di testa tua. Io propongo soltanto. Va bene un sì, ma anche un no. L’unica condizione è che se accetti lui ti tatuerà dove e come io ho convenuto con lui, senza che tu possa intervenire. Potrai solo fermarlo quando inizia, se il posto non ti piacesse.”
Mentre lui parla lei più che ascoltarlo lo guarda. Percepisce la sua sincerità, il suo desiderio di fare qualcosa di forte per loro, e pensa che anche a Ludovico sarebbe tanto piaciuto vederla tatuata. A lui però lo ha sempre negato… eppure nelle parole dell’amico c’è qualcosa che le fa pensare che forse è anche a sé stessa che lo ha negato. Chissà perché, poi!
“Se e quando vuoi, apri la busta e lo chiami. L’indirizzo è dentro. Ci vogliono circa due ore. Ma soprattutto ricordati che non sei obbligata, assolutamente!”
Isa sorride.
“Proposta proprio indecente… davvero! E vorrei dirti subito di no, però… non mi viene. E nemmeno di farlo. Ci penso su.”
………………………………………..
Adesso Isa è sola, sul vaporino. Ludovico è appena sceso. A lei mancano due fermate. Apre la busta. Un vero biglietto da visita, non un cartoncino pubblicitario. È grigio, con un nome e un numero di telefono stampati in nero, a rilievo. Appena scende si ferma in un bar, si siede fuori, ordina un caffè e chiama.
“Buongiorno, sono la persona della quale le ha detto il suo amico Ludovico.”
“Buongiorno a lei.”
“Non so se verrò, e sinceramente non credo, ma… potrei sapere qualcosa di più?”
“Non posso rivelarle i dettagli che ho concordato con lui, signora. Però posso darle qualche altra informazione, se vuole.”
“Si, grazie, ho chiamato più che altro per questo.”
“Bene. So che sarebbe per lei il primo tatuaggio, e quindi per prima cosa devo dirle che è molto importante che lei, nel caso volesse, fosse molto ben certa di volerlo fare.”
“Si, certo.”
“Poi posso solo dirle che si tratta di una figura semplice, e anche veloce da fare. Nel caso, consideri che ci vorrebbero al massimo un paio d’ore.”
“Si… e nel caso dove, e in quali orari?”
“Lo studio è vicino all’Accademia. Oggi potrei eventualmente riceverla tra un’ora circa, oppure alle 15.30.”
“Va bene, molte grazie. Devo pensarci… la richiamo. Casomai per le 15.30.”
“Come desidera. Buona giornata.”
“Buona giornata a lei.”
………………………………………..
In giro per Venezia… per la prima volta da sola. Con un appuntamento per pranzo e un pensiero stupendo nella testa. Si diverte, compra qualcosa, gira… passa per caso davanti al museo Fortuny, e si concede il piacere di visitarlo con calma, e intanto pensa…
È quasi l’una quando esce dal museo. Ha deciso: andrà. Tanto se vorrà potrà sempre dire di no, fino all’ultimo momento. Richiama, e conferma l’appuntamento.
………………………………………..
Si emoziona nel rivedere quel negozio, dove tutto è cominciato. Entra… stavolta a parte Ludovico non c’è nessuno.
Si baciano.
“Arrabbiata con me per la proposta… indecente?”
“No…per niente”
“Allora ti è piaciuta?”
“No! quasi per niente…”
“E perché? Non mi pare di averti offesa, e nemmeno obbligata.”
“Forse… proprio per questo.”
“Davvero? Ah saperlo!! Vedi, a volte, a fare il gentiluomo…”
Sorridono.
“Chiudiamo, dàì, e andiamo a mangiare qualcosa. Vuoi farlo tu? Metti il cartello, chiudi la porta e giri la chiave. Usciamo dal retro.
Le piace e la diverte che Ludovico le faccia chiudere il suo negozio: le sembra una cosa molto confidenziale.
“Volentieri!”
Chiude, scrupolosamente, e raggiunge Ludovico nel suo piccolo ufficio, nel retro. Lui la sta aspettando, seduto sulla poltroncina che lei ben ricorda.
“Andiamo?“
“Si. Anzi.. no. Prima per piacere girati.”
“Così?”
“Si, brava.”
Ludovico si avvicina, e le sfila il soprabito.
“Ferma così…”
L’abbraccia, da dietro, e le accarezza seni e pube.
A lei piace… si muove ancheggiando appena per accarezzargli il cazzo col sedere.
“Mmmm…. Le mani, sulla scrivania.”
“Si”
Il libraio puntandole il sesso già duro tra i glutei la prende per i fianchi, le solleva la gonna e le abbassa insieme i collant e gli slip, chinandosi per godersi lo spettacolo e per prepararle il culo con la saliva.
“Mmmmm… sssnno, stai buono, dài… no… nnn-o… mmmmmm….”
Subito la punta del suo glande, larga e calda, esattamente nel punto in cui lei già la desidera… e quel premere leggero, ma continuo, e inesorabile…le dita di Ludovico che intanto le stringono deliziosamente i capezzoli… e il suo culetto, che si allarga irresistibilmente… e quella sottile deliziosa piccola fitta quando si richiude, intorno al glande di Ludovico.
“AH!!!”
Non le era mai sembrato così grosso.
“Mmmmm….. ssssiiii…. Si…. siii.”
Ludovico inizia a incularla appassionatamente, e lei gode… perché a volte, come in quel momento, le piace sentirsi presa e usata così, senza preliminari, e anche averlo dentro, e sentirsi allo stesso tempo violata e partecipe.
Lui mentre la scopa le indica una piccola scatola che sta sulla scrivania.
“A… aprila”
Dentro c’è il plug, e alcuni profilattici.
“P… prendilo, e... e… mettilo in bocca.”
“Si…”
Mentre lui continua a scoparle il culo lei estrae il plug dalla scatola e inizia a succhiarlo. È freddo, metallico e duro. Il libraio intanto continua a sbatterla, con colpi sempre più forti, e sempre più accelerati.
Lei aspetta… col plug tra le labbra, docilmente… e lui gemendo e sbuffando le riempie a sorpresa il culo di sperma. E dopo aver goduto resta dentro, le toglie il plug dalla bocca e glielo inserisce rapidamente nel culo, mentre si sfila, premendolo con un pollice.
“OH!!!”
“Non voglio che ti perdi nemmeno una goccia.”
“Mmmmmm…”
Si rivestono. Lei è rossa in viso, emozionatissima, persino un po’ accaldata. Comunque si muova sente il plug spostarsi appena, intorno alla sua asta sottile, e dondolare nello sperma di Ludovico… è come se lui fosse ancora dentro di lei, nella sua più privata intimità… e le piace. Moltissimo!!!
“Andiamo?”
“Si.”
………………………………………..
Pranzano seduti fuori, ai tavoli di un osteria, su una fondamenta larga e luminosa.
Il plug mantiene Isa in uno stato di perenne eccitazione, nel quale il contatto con le mani e con i piedi di Ludovico diventa al tempo stesso necessario, come un riparo in mezzo al nulla, e sconvolgente, come una continua scossa elettrica.
Lui fa finta di niente, ma sa che Isa è letteralmente sconvolta, e non infierisce.
Alle 14:30 ritornano al negozio. Isa si è rasserenata, ma comincia ad avvertire il plug come un piccolo fastidio perché lo sperma dell’amico si è asciugato.
Va in bagno, se lo sfila, lo lava bene, si aggiusta il trucco e va a rimetterlo nella sua scatola.
Ludovico è già con un cliente.
“Ci vediamo verso le sette.”
………………………………………..
“Buonasera signora.”
“Buonasera.”
Il tatuatore, Eric, è molto diverso da come se lo era immaginato. Asciutto, alto, sulla settantina. Naso aquilino, occhiali, lunghi capelli grigi annodati in un codino, lo si direbbe un ex figlio dei fiori di buona famiglia e di buone letture. Una vaga inflessione tedesca, maglione e pantaloni neri. Lo studio, ordinato e pulitissimo, sembra più il salotto di casa di un artista che non un posto dove si fanno i tatuaggi.
“La cosa più importante, signora, è che lei sia davvero convinta di volersi tatuare. Mi può confermare la sua intenzione?”
“Si.”
“Bene. Ludovico si è comunque molto raccomandato che lei possa rinunciare fino all’ultimo, e per questo sarò io a comunicarle da quando in poi non potrà più farlo. Inoltre… vuole che nei limiti del possibile sia per lei… una sorpresa, e quindi mi ha chiesto di bendarla, se lei è d’accordo, mentre lavoro. È d’accordo?”
Isa sorride. Ancora una volta quel libraio è riuscita a sorprenderla, anche a distanza.
“Certamente.”
“Molto bene. Allora segga qui, signora, e si rilassi. Al resto penserò io”.
Indossa un abito a trapezio, scuro, senza maniche.
“Mi devo svestire?”
“No, resti pure così.”
La poltrona è da barbiere, con braccioli, poggiatesta e poggiapiedi. Molto comoda.
Il tatuatore apre una busta, estrae la benda e gliela porge. È la stessa che quella sera Ludovico le aveva calato sugli occhi!
“Prego signora, la metta lei.”
………………………………………..
Si rende conto che adesso è bendata, seduta comoda nello studio di uno sconosciuto tatuatore per farsi fare un tatuaggio senza averlo neanche scelto, e dubita che stia facendo la cosa giusta.
La mente però va ai deliziosi intimi momenti che ha vissuto quel giorno con Ludovico, e a suo marito, che la sta aspettando e certamente si merita un bel regalo. Sente dolorosamente che le manca.
“Ecco signora, io sto per iniziare.”
Le tocca il braccio destro in alto, appena sopra il bicipite.
“Il punto è questo. Se vuole rinunciare me lo dica adesso, altrimenti procedo.”
“Si, vada avanti. Sono pronta.”
………………………………………..
“Ecco signora, ho finito. Direi che è venuto molto bene. Vuole vederlo?”
Cullata dal ronzio dell’ago e dalla leggerezza delle punture, che immaginava molto più fastidiose, si era quasi assopita.
“S..si.”
“Allora si tolga la benda.”
“S..si.”
Il tatuatore è davanti a lei, con uno specchio in mano. Bello, antico, con una magnifica cornice. Le porge anche uno specchio più piccolo, da toeletta, col manico e la cornice d’argento, e sorride.
Sul braccio destro, in alto, come un sottile bracciale da schiava, in piccoli eleganti caratteri bodoniani: “LudovIco”. Scritto due volte, con alcune lettere a specchio e altre ad altezza doppia, in rosso veneziano.
………………………………………..
È di nuovo in strada, eccitata e riposata allo stesso tempo. Cammina veloce verso il negozio dell’amico, il braccio destro appena indolenzito.
Arriva al negozio, entra, scambia un saluto veloce col libraio, che sta parlando con una cliente, e va a sedersi sulla poltroncina, nel retro. Non si è neanche tolta il soprabito, e aspetta. Ma l’adrenalina di quella giornata comincia a calare, e all’improvviso si sente un po’ stanca… e chiude gli occhi… dorme.
………………………………………..
Apre gli occhi, quasi sobbalzando. Dov’è? E perché? Di fronte a lei Ludovico, seduto dietro alla scrivania, la sta guardando con interesse.
“Sei bella, anche quando dormi.”
Lei sorride.
“Allora lo sarò spesso!”
Ridono.
“Mi sono un po’ stancata, oggi… ma non mi dispiace. Che ore sono?”
“Quasi le sette. Se vuoi chiudo, e andiamo a cena.”
L’idea del ristorante e soprattutto del ritorno di notte col vaporino in quel momento non le piace più di tanto.
“E se invece andassimo a casa?”
“Se vuoi… ma allora dovremmo fare un po’ di spesa, e ormai è un po’ tardi. A casa non ho niente!”
L’idea di correre al supermercato le piace poco, quasi quanto quell’altra.
Un leggerissimo fastidio sul braccio le ricorda del tatuaggio. Allora sorride, si alza e si sfla il soprabito.
Gli occhi di Ludovico si illuminano.
“Isa!! Allora l’hai fatto!!”
“Si. E l’ho fatto per… Ludovico!
“Che bello!! Bravissima!!! Ti sta un incanto… sei unica.”
Si è alzato, le ha preso il braccio per guardare il tatuaggio da vicino e glielo bacia.
“Ti piace?”
“Si, molto. Hai scelto bene.”
“È stato facile: pensando a te, e a noi, e a Ludovico, l’idea mi è venuta subito, e poi.. a tutto il resto ha pensato Eric.”
“Che simpatico! Poi ringrazialo da parte mia, perché mi ha messo molto a mio agio. È stato bravissimo.”
Si baciano.
“Sei stanca… facciamo così: chiudiamo adesso, e ce ne andiamo a casa a stare un po’ tranquilli. Poi faccio io un salto al super, oppure se vuoi c’è anche un posto sotto casa dove possiamo prendere qualcosa, anche a portar via. Ti va?”
“Si…! Perfetto.”
………………………………………..
Al portone Ludovico dà a Isa le chiavi della sua casa.
“Sali tu, dài, e mettiti comoda. Io prendo qualcosa al volo e ti raggiungo.”
Il gesto emoziona Isa, che sale quasi con la stessa trepidazione di quel pomeriggio d’estate, ormai lontano.
Entra, e per la prima volta avverte tra quelle mura la sensazione di non essere ospite. Siede in soggiorno, accende la televisione e… pensa a Ludovico, che è lontano e l’aspetta.
Fino a quel momento non si è fatto vivo, e neanche lei, e improvvisamente non le sembra una trascuratezza, ma un tenero gesto d’amore, e lo vede in una luce diversa, con le sue luci e le sue ombre, e lo sente più vicino, le manca, e vede con tenerezza il momento in cui, domani, si riabbracceranno.
Nel frattempo Ludovico è tornato, ha bussato prima al citofono e poi alla porta, e lei gli ha aperto.
Entra, la bacia, lascia le sporte in ingresso e la porta per mano in camera da letto.
………………………………………..
Vestita solo del nuovo tatuaggio, tra le braccia di Ludovico che la scopa appassionatamente, con tenerezza e con vigore e con la più ferma e assoluta determinazione di farla godere e di riempirla ancora una volta del suo seme, è libera, felice e appagata.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Omonimo Veneziano 4 - Una giornata particolare:

Altri Racconti Erotici in bdsm:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni