Treno di emozioni

È una calda giornata di luglio, un nuovo match su Feeld, sembra l'ennesimo profilo fake, ma poi un messaggio, poi due, poi la chat diventa interessante e passiamo a telegram. La chat diventa rovente e scopro qualcosa in più da questa ragazza misteriosa. Ha 35 anni, vive da sola, a volte lavora da casa e altre in giro per la città, ha un ruolo di potere nella sua routine di vita e quando può ama perdere il controllo. Non cercavo di meglio. Un fisico stupendo, alta 1 e 75, capelli lisci mori, un seno sodo e un culo da favola, il tutto contornato da splendidi piedini su due gambe da urlo, sembra quasi un sogno.
Nei giorni successivi ci scopriamo meglio, mettiamo a nudo non solo i nostri corpi, ma anche i nostri desideri, le paure e le fantasie, specialmente quelle sessuali, ma purtroppo tutto dietro al display di uno smartphone, a causa dei vari impegni di entrambi.
Galeotto lo smartphone e quel suo messaggio:
"Oggi ho il pomeriggio libero e avrei voglia di sentire le tue mani su di me".
Il mio cuore va a mille, sembra essere arrivato quel momento che desideri da tanto, quella pazzia di un pomeriggio di luglio.
Così, col cuore in gola, c'è solo una risposta da dare:
"Alle 15 sono in stazione, ti aspetto"
Il primo passo è quello di preparare il borsone dei giochi, quei giochi di cui abbiamo tanto parlato in questi giorni.
Una volta pronto, lavato e profumato mi dirigo in stazione con la testa che pensa solamente a quello che verrà e con la musica che scorre dalle cuffie come un fiume in piena che sbatte contro un ponte.
Ultima fermata, scendo, è caldo, è luglio, sono le 15, la stazione è deserta, se non per qualche turista, poi vedo arrivare una macchina bianca verso di me, da cui scende un angioletto con un abito chiaro, estivo, semitrasparente, quasi un velo.
Saliti in macchina si nota subito un certo feeling, ridiamo, scherziamo, come se ci conoscessimo da una vita, finché non arriviamo sotto casa sua.
Parcheggiata l'auto, saliamo nel suo appartamento e dopo due rampe di scale e il caldo afoso che opprime siamo entrambi assettati.
E nel mentre che lei si china per prendere il ghiaccio dal freezer, sale dentro me la voglia di alzare quel velo che copre il suo lato b.
Mi alzo, vado verso lei, mi avvicino, mi chino, la cingo da dietro e la bacio sul collo, si scalda, si gira mi guarda e si rigira alzandosi il vestitino e mettendo in mostra il suo splendido culetto con un perizoma bianco che va in netto contrasto col rosa del plug anale che indossa.
La visione è di quelle da togliere il fiato, altroché le scale fatte per arrivare sú. Questa è la prima sorpresa.
Mi si tappa la vena, la sto desiderando, sto fremendo dalla voglia di giocare con lei, di prendermi cura del suo corpo, di amare ogni cm di lei per quel pomeriggio.
La prendo in braccio, finiamo sul divano, la mia testa tra le sue gambe per donarle piacere e per scaldare i giochi, ma entrambi sappiano che non siamo li per quello e il borsone dei giochi ce lo ricorda. Così mi alzo e prendo dal borsone le cose che ho preparato per lei e per questo pomeriggio.
La faccio alzare da divano per poi passare in ginocchio davanti a me, nel frattempo dal borsone estraggo un collare che le stringo intorno alla gola mentre i suoi occhi mi guardano famelici.
Il secondo passo sono delle mollettine di legno che vanno ai suoi capezzoli, seguite dalle manette in acciaio che le cingono i polsi e le bloccano le mani dietro la schiena. È così che l'ho sognata, è così che ce l'ho davanti. Indomita, indifesa, mia, pronta ad essere usata per il mio e per il suo piacere.
Finalmente è il momento di gustarsi come si deve il suo culo. Messa a pecora sul divano, con le mani bloccate, la faccia appoggiata allo schienale e con quel rosa che spicca in mezzo al suo culo è una delle scene più simili al Paradiso, o almeno a quello che sogno io.
È arrivata l'ora del paddle, nuovo, in pelle, preso proprio per lei.
Sono curioso di vedere come reagirà ai primi colpi, a quelli che fanno diventare la pelle rossa.
La sua reazione mi piace, si vede che ama lasciarsi andare, farsi guidare, ama il dolore. Siamo molto simili in questo, nonostante i ruoli opposti.
Allora è arrivato il momento dei buoni vecchi schiaffi, una sessione di spanking duratura, il suo culo è in fiamme, la sua vagina gocciola, trema ad ogni mio colpo, la sua pelle è sempre più rossa.
Il suo culo in fiamme mi stuzzica la malsana idea di accendere due belle candele, perché un fisico come il suo non merita che diventare un'opera d'arte. Così tra uno schiaffo sul culo e l'altro, nel frattempo che la fiamma scioglie la cera , torno a torturare questa volta con le dita il suo clitoride, fermandomi sempre prima del suo orgasmo.
Le candele sono pronte, le ho tolto le manette, lei è distesa a terra, abbiamo messo dei teli per non sporcare.
La prima goccia, diretta sul capezzolo da una distanza ravvicinata, è bella calda, la colata è abbondante, solo un gridolino, le piace, ama il dolore, mi chiede di continuare e in pochi minuti il suo corpo è ricoperto di cera e la mia eccitazione è alle stesse.
Tolta la cera e rinfrescati con dell'acqua è arrivato il momento di togliere quel plug dal suo culo e sostituirlo con il mio cazzo.

Fine della prima parte, gradirei molto ricevere dei commenti, se vi piace proseguirò con la seconda parte.