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Gay & Bisex

ALFREDO NON L'HO MAI SCORDATO


di danny73
11.09.2009    |    9.460    |    0 7.7
"Ero seduto sulla mia sedia e lui inpiedi davanti a me..."
Le storie di a 69 mi hanno ispirato e voglio raccontarvi qualcosa che mi accadde quando avevo 19 anni. Io sono sposato e non credo di essere gay, ritengo più sul bisex ma non spinto, non spasmodico, gli uomini belli li invidio più che desiderali. Comunque…
Come dicevo avevo 19 anni lavoravo in ufficio e insieme a me lavorava un ragazzo molto bello della mia stessa età si chiamava Alfredo. Io ero impiegato mi occupavo del marketing lui era un tuttofare: la posta, i caffè, le commissioni, ecc…
Non so perché ma questo ragazzo mi intrigava molto. Lui mi prendeva in giro però affettuosamente. Si perché sono sempre stato cicciotello. Un giorno, dopo che avevamo preso confidenza, mentre in ufficio lui stava sistemando una spina di corrente sotto la mia scrivania, era abbassato i pantaloni si abbassarono a sua volta e si vide chiaramente l’inizio della fessura del suo culo. Istintivamente gli infilai un dito e ridendo gli dissi: “ti piace”?. Lui si alzò di scatto e mi disse perché non tocchi davanti che ti diverti di più? No preferisco dietro. Lui allora prese la mia mano con forza e se la porta sulla patta dei pantaloni farcendo tastare cosa c’era sotto. Io mi ritrassi all’istante ma ciò che avevo appena toccato mi eccitò molto. Sentii chiramente un pezzo di carne, moscio, ma molto abbondante.
Lui si allontanò e la cosa finì lì. Dopo un paio di giorni passati quasi a non parlarci, passando davanti al mio ufficio lo fermai chiedergli di andare all’ufficio postale per spedire alcune raccomandate. Lui si avvicinò a me mettendosi alla mia destra aspettando di completare la compilazione dei moduli per e raccomandate.
Quel giorno era venuto in tuta da ginnastica perché sapeva che il titolare non c’era e non ci formalizzavamo se non aveva l’abbigliamento appropriato. D’un tratto vidi con la cosa dell’occhio che si stirò le braccia in altro come per distendersi facendomi vedere un ventre piattissimo con poca peluria che partiva dall’ombelico fino ad andare giù e sparire sotto i pantaloni della tua. Fece oltre: come per sistemarsi i pantaloni li abbassò di un pò tanto da permettermi una volta giratosi, di vedere l’inizio della fessura tra le sue natiche. Un po’ del suo corpo che mi fece impazzire. La cosa che mi fece un immesso piacere fu sentirmi dire: “ se vuoi puoi infilare una mano e toccarlo per bene questo culo”. Io arrossì, la mia salivazione stava a zero. Come in trance infilai la mano a massaggiargli il sedere lui si abbassò un po’ in avanti per agevolare il mio massaggio. Fu così che osai e cominciai a grattargli un po’ il buco del culo. Lui gradì molto. Girò la tesa verso di me dicendomi: “ mi sto arrapando”. Io tolsi la mano e lo feci girare. Ero seduto sulla mia sedia e lui inpiedi davanti a me. Dalla tuta emergeva una protuberanza molto promettente. Con il dorso di due dita cominciai a sfiorare quella “collinetta” che si formava sul davanti di quei pantaolini. Leggermente, in maniera quasi impercettibile. Ad un certo punto mi disse: lo sai che mi piaci?”. Anche tu risposi. Ma qualcuno bussa alla porta. Lui si abbassa di scatto come se stava sistemando qualcosa. Era un collega che mi ricordava che tra qualche minuto sarebbe cominciata la riunione con il capodivisione. L’incanto per quel momento si era rotto. Gli dissi: “ ti va se stasera mangiamo un boccone da me?”. “Non dirmi che vorresti scoparmi?” Mi rispose. No voglio solo approfondire la conoscenza con te – ribattei – voglio che diventiamo amici prima ci conosciamo bene poi se è il caso facciamo altro”.
Lui mi guarda e con il suo sorriso beffardo mi dice: “ io non voglio fare nulla. Comunque l’idea di diventare tuo amico mi piace”.
La sera all’ora di cena il campanello del mio appartamento suonò, di fronte mi si presentò Alfredo vestito sempre in tuta felpata grigia. La giacca di sopra aperta a metà che lasciava intravedere pettorali ben scolpiti e senza peli. Era anche abbronzato perché faceva molte lampade.
Ci sedemmo a tavola, aprii il vino che aveva portato, un nero d’avola di un paio di anni di invecchiamento. Cenammo parlando moto del lavoro. Alfredo mi parlò degli impiegati che trovava stronzi e quelli che invece gli stavano simpatici. Gli chiesi: Io… a me in quale categoria mi metti”. Mi guardò con occhi teneri e romantici e mi disse: “ tu stai fra i super”. La cosa mi fece molto piacere quasi mi commosse. “Anch’io – risposo – ti trovo molto interessante”. La cena continuò e le bottiglie aperte erano diventate due.
Prendemmo il dolce in soggiorno sul divano portammo con noi due bicchieri e la bottiglia aperta. Ad un certo punto mi chiese: “ ma tu sei gay?”. “ Non lo so – risposi – fino ad ora non avevo mai provato un interesse così forte per un ragazzo”. “ ha, quindi ti interesso – disse ridendo – ti sei tradito.
Poi diventò subito serio: poggiò la testa sulle mie gambe e mi disse: “ mi sento tanto solo, incompreso. Ho proprio bisogno di essere amato”. La cosa mi inteneriva e mi eccitava allo stesso tempo. “ Mi fai vedere i tuoi pettorali? – gli chiesi – lui mi guardò sorrise e si tirò giù la cerniera della giacca della tuta. Aveva pettorali bellissimi. Scolpiti, perfetti, i capezzoli erano belli grandi e di un color ambra fantastico. Stavo li fermo ad ammirarli, quando lui mi prende la mano con la sua e comincia a passarla su quel corpo perfetto. Sentivo attraversale dite il battito del suo cuore che accelerava sempre di più. Scese con la mano fino all’ombelico e con le dita accarezzai i pochi peli pubici che fuoriuscivano dall’elastico della tuta. Ritrassi la mano e appoggiai la testa sulle sue cosce. Lui mi accarezzava i capelli io girai la testa verso il suo inguine. Avvertivo un profumo intenso di biancheria pulita. Vidi chiaramente la forma del suo cazzo che era in tiro. Lo guardai lui mi disse: “ sono eccitato che vogliamo fare? Io non parlai. Mi alzai mi sistemai in ginocchio davanti a lui e piano abbassai prima i pantaloni, lasciandolo in slip. Aveva mutandine semplici di quelle da 1 euro al paio al mercato. Erano grigie. Il cazzo sembrava che stesse per esplodere dalle mutande da un momento all’altro. Comincia a passare le mie guance sul suo pene da sopra le mutandine. Piano piano, come se mi stessi rigirando su un cuscino. Lui aveva le gote rosse come ciliegie. Aveva un espressione angelica. Allargai l’elastico degli slip e gli tirai fuori l’uccello. Era lungo almeno 22 cm ma non molto largo. Lo scappelli, cominciando a sentire i sospiri di Alfredo. Io ero accitatissimo. Gli baciai il glande, massaggiai per bene i testicoli e quasi prendendo fiato mi infilai quel pezzo di carne in bocca. Non lo avevo mai fatto. Ma cominciai a succhiare avidamente. Facevo su e giù con la mano mentre succhiavo, lui cominciava a contorcersi mi appoggiò una mano in testa ma non per forzare il pompino che gli stavo facendo, ma per accarezzarmi e questa cosa mi mandò in estasi. A un certo punto mi fermò ed estrasse il suo uccello dalla mia bocca. Mi guarda, mentre con tutte e due le mani la mia faccia e mi dice. “ non resisto!”. Mi bacia appassionatamente infilandomi la lingua. Io rispondo il bacio più intenso che avessi dato nella mia vita. Un bacio che durò quasi un minuto. Poi mi fece sedere sul divano e piano piano cominciò a spogliarmi. Tolse via tutto. Prese in mano il mio cazzo già durissimo e cominciò a succhiare avidamente. Lo leccava come fosse un gelato. Lungo l’asta, i testicoli. Alza gli occhi e mi dice: “ stimolami il buco del culo come stamattina”. Lui si mette in posizione e mentre mi succhia il cazzo io gli gratto il buchino. Infilo un dito, lui si muove e mentre succhia le dita diventano due e quando vedo che con due dita si avviluppa ancora di più al mio uccello non resisto e gli dico: “ vengo, vengoooo”. Lui si toglie il mio cazzo dalla bocca se lo punta con le mani alla faccia e si fa sborrare su tutto il viso.
Mi guarda e sorride io sono sconvolto dal piacere. Il suo cazzo è ancora duro. Non mi dice niente e comincia a menarselo. Io allora non parlo, mi giro e a 4 zampe gli offro il mio culo: “ non l’ho mai fatto – dico – fammi ricordare questo momento per sempre”. Lui prende un po’ del mio sperma dalla sua faccia e lo passa sul suo cazzo e il mio buco. Punta il cazzo e comincio a entrare. Provo un dolore e mi ritraggo, lui si ferma e mi dice: “ se vuoi smettiamo, per me è uguale non preoccuparti”. “ No ti prego – gli dico – continua”. Allora ci riprova io sono più rilassato lui entra a poco poco quando è tutto dentro comincia un andirivieni che trasforma il dolore iniziale in un godimento fantastico. Non ci vuole moto sento che stende il suo corpo sulla mia schiena e con voce roca mi dice vengono. Sento un calore pazzesco nelle mie viscere. Lui resta un po’ dentro di me baciandomi il collo.
Il cazzo scivola moscio da dentro il mio culo mi giro e ci ridiamo un bacio ancora più appassionato. Ci siamo stesi sul divano e ci siamo stretti, perché passata l’eccitazione cominciamo a sentire freddo. Stiamo in quella posizione, avvinghiati per almeno mezz’ora.
Poi mi dice: ho di nuovo fame ho voglia di bistecca. Mi alzo e preparo due belle fette carne ai ferri mangiamo e continuiamo a bere vino.
Finito di mangiare mi dice ho sonno sono stanco. Io gli propongo di restare a dormire, se voleva poteva restare sul divano. Ma con i suoi occhi da gattino mi chiede altro…O se vuoi – gli dico – puoi dormire con me in camera da letto. Mi sorride e mi stringe la mano senza dire nulla.
Ci facciamo una doccia, giocando schizzandoci l’acqua ma senza fare sesso, anche se eravamo in tiro tutti e due.
Ci asciughiamo e ci mettiamo a letto, nudi. Io dormo sempre a faccia all’aria. Lui appoggia la sua testa sul mio petto e si avviluppa con le gambe sulle mie. Ci addormentiamo. Così come due teneri amanti che in quel momento sono solo felici non pensando ad altro, solo a vivere quel momento il più possibile.

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