Gay & Bisex

Giovanni


di DaddyRic
10.05.2019    |    10.621    |    13 9.6
"Sarà poco sopra il metro e settanta..."
Devo cambiare casa. Non mi piace affatto ma scade il contratto e la proprietaria lo rivuole indietro. L'idea di affrontare un trasloco mi angoscia; dovrò farmene una ragione.
È un continuo cercare annunci, fissare appuntamenti, visitare quelli che sembrano adatti.
È già un paio di mesi che va avanti questa storia e sono ancora in cerca. Stamattina ne vedo uno nuovo molto interessante perché è vicino e mi renderebbe meno oneroso il trasloco. Chiamo l'agenzia per la conferma dell'appuntamento. Al telefono una bella voce dice che ci aspetta davanti al numero18.
Sono con mia moglie. Ad accoglierci per la visita un giovane moro, sui 35, bel ragazzo con un bel sorriso. È certamente lo stesso che ha risposto al telefono.
Ci presentiamo: siamo Riccardo e Alessandra, piacere; sono Giovanni, piacere, con questa bella giornata apprezzerete l'appartamento. Ci introduce. L'appartamento, semiarredato, non è grande ma c'è l'essenziale per due pensionati come me e mia moglie. Lei sembra abbastanza attratta, l'ambiente è luminoso, ha due affacci e il giovane dell'agenzia si prodiga ad esaltare il bel balcone e la bella vista del mare che offre. Io sono meno esplicito negli apprezzamenti, più che altro perché il bel giovanotto ha un corpicino che, come dire?, mi fa sangue. É asciutto ma sinuoso. Indossa una camicia bianca aperta sul collo sotto una leggera gacchetta grigia come il calzone. È bello. Sarà poco sopra il metro e settanta. Capelli neri come i suoi occhi profondi.
Io sono già in subbuglio, l'appartamento è molto al di sotto del mio interesse, rispetto a quello che provo per Giovanni e i miei pensieri cominciano a risvegliare le parti basse.
Già, mentre mi mostra il bagno, un fugace casuale contatto ha portato il mio cazzo a percepire un sodo culetto sporgente.
Con mia moglie che girovaga negli ambienti io mi tengo un po' indietro. Il nostro accompagnatore è per me molto più interessante dei pur bei locali che ci mostra. Colgo occasione per fermarmi a parlare con lui per delucidazioni: si possono introdurre biciclette nel cortile? c'è un posto macchina assegnato? Il canone è trattabile? Lui mi accontenta con precisione e sicurezza su vai punti. Lo guardo intensamente negli occhi, lui non distoglie lo sguardo. Non gli sono indifferente, lo sento. A volte mi sembra anche che guardi il mio pacco non troppo discreto con sguardi molto indiscreti.
Alessandra è tutta presa dal prevedere come potrebbe essere la nostra futura casa e si disinteressa di me. Devo trovare modo di lasciare un segno esplicito di interesse a lui, non certo all'appartamento. Chiedergli di poterlo incontrare. Ma come? Troppo rischioso, con moglie presente e poco più che qualche segnale da parte sua, per non metterlo subito in difficoltà.
Sento un cellulare squillare. No, non è il mio, è quello di mia moglie. Risponde e si allontana verso il balcone, forse per migliorare la ricezione o per privacy. Io e lui siamo abbastanza vicini in soggiorno in attesa che finisca la conversazione. Mi guardo intorno ma sempre in modo di incrociare il suo sguardo e sorrido. Anche lui sorride.
"Riccardo, era Maria. Sta passando ora da casa. Devo andare! Continua tu, a me piace. Prendi accordi."
" Vai, cara. Resto ancora un po' con Giovanni e poi ti raggiungo. A dopo."
Siamo in bicicletta, quindi possiamo rientrare indipendentemente. Ora son solo con lui. Non potevo avere miglior colpo di fortuna. Ora o mai più.
"Chiudiamo la porta, Giovanni? Sento un po' di corrente."
Giovanni va all'ingresso per chiudere e io dietro di lui. Quando ha chiuso, si gira e gli sono davanti, questione di centimetri. L'ingresso è poco più largo della porta. I nostri occhi si incrociano.C'è silenzio ma è un silenzio denso di parole che corrono tra i nostri sguardi. Non fa cenno di muoversi, potrebbe elegantemente sgusciarmi di fianco con naturalezza ma sta fermo e mi guarda. Mi perdo in quegli occhi.. Io mi avvicino ancora, non so trattenermi: la mia mano sinistra si alza lentamente e va come a fare una carezza sulla guancia liscia. Gli sfioro la guancia ma le mie dita vanno a poggiare sulla nuca di Giovanni. Ha due belle labbra carnose che attraggono le mie. Lo bacio. Un bacio leggero a labbra appena socchiuse. Le sue labbra non si ritraggono. Spingo leggermente alla nuca e la mia lingua si introduce tra le sue labbra. La mia lingua incontra la sua ed entrambe, come le code di due cagnolini felici d'incontrarsi, si attorcigliano. Non solo le lingue. La mia destra conquista la sua natica soda. La esplora e vaga su quella deliziosa rotondità. E Giovanni non è da meno, la sua mano destra cerca il mio pacco.
Lo avevo capito subito dopo pochi minuti che ci siamo presentati. La sua stretta di mano dolce ma non molliccia. Il modo con cui incedeva davanti a noi a farci strada. La non reazione quando l'ho sfiorato. Il modo con cui ricambiava i miei sguardi, quasi languidamente. Il reclinare della sua testa.
Lascio che esplori senza staccarmi dalle sue labbra. Anzi, allontano il bacino in modo di lasciare alle sue dita modo per trovare quello che cercano. Indosso un calzone leggero di cotone, largo, come larghi i miei boxer. Non amo le costrizioni, non certo quelle degli abiti. È facile cogliere tutto anche da sopra il tessuto. Giovanni si impossessa subito del mio cazzo, già ben più che barzotto. Lo modella con le dita, facendo aderire il tessuto alla forma.
Lascia le mie labbra orfane e si china arretrando, cosi da portare la testa lì.
Spostiamoci, gli dico sollevandolo dall'inchino al mio membro.
Il vecchio divano finta pelle del soggiorno mi sembra un buon posto. Seggo sul divano aprendo le gambe. Giovanni non ha bisogno di istruzioni. Si inginocchia a terra e mi sbottona il pantalone. Gli facilito l'operazione sollevando un po il bacino e il pantalone scivola alle ginocchia insieme ai boxer.
L'asta, libera da contenitori, si mostra orgogliosa agli occhi di Giovanni. Che la fa sua, saziando la bocca in un sol colpo.
Poggio le mani sulla sua testa e la guido moderando il suo ritmo, aiutandolo ora a farne entrare di piu, ora a trattenersi sulla cappella, ora a leccare l'asta.
Lo accarezzo e gli mostro quanto stia gradendo il suo pompino con sordi mugolii. Spingo col bacino per spingerlo dentro, in gola, e la troietta ingorda se ne sazia. Faccio spostare Giovanni di fianco cosi posso palpare agevolmente le sue sode mele, mentre è intento a succhiare. Infilò la mano nel calzone e raggiungo il suo buchetto.È leggermente umido e ne stimolo il bordo col dito che ho già insalivato. Lo penetro leggermente col solo indice e lo sgrilletto e Giovanni accompagna queste mini penetrazioni con l'accelerazione del suo succhiare. Con la mano sinistra ficcata nelle brache di Giovanni, all'indice si aggiunge il medio ad aprire quel tenero bocciolo. La destra blocca la testa ben piantata sul mio cazzo. Sento che sto per sborrare e anche Giovanni se ne accorge. Mantengo la mano sulla sua nuca, non spingo, se vuole può lasciare libera la mia cappella ma non lo fa.
"Siiii, vengooo...bevi tesoro....siiii"
E i miei fiotti sgorgano dentro la sua bocca e le sue guance si contraggono per deglutire il mio nettare. Mi abbandono mentre Giovanni continua diligentemente e dolcemente a succhiare tutto quello che resta da succhiare. Solleva la testa mi guarda, sorride, si passa la punta della lingua sulle labbra. Mi avvicino e lo bacio.
"Ho altri appartamenti che le potrebbero interessare, giusto in settimana me ne entra uno molto interessante. Sarei lieto di mostrarlo."
" Grazie Giovanni, lo vedrò volentieri..credo che verrò senza mia moglie."

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