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Gay & Bisex

I dolci della cena


di LastDwarf
06.11.2023    |    7.130    |    15 10.1
"L'ho sempre desiderato: poterlo tenere in bocca, sentire l’erezione che cresce dentro di me, giocare con la lingua, dare piacere e gustare il sapore del suo..."
- Questa è una storia liberamente ispirata dalla fantasia -

Era una calda sera d'estate e come spesso capita avevo invitato i miei amici a cena.
Una grigliata di carne fatta con la legna vera è qualcosa che non tutti possono permettersi spesso e anche per questo c’è sempre una grande partecipazione.
Verso la fine della cena stavo parlando con un gruppo di amici; ad un certo punto si avvicina Marco che interrompe i nostri discorsi e si offre per aiutarmi a portare i dolci in tavola.
Era ancora un po' presto, ma accetto volentieri l'aiuto: per come li ho abituati io, infatti, ci sono sempre almeno quattro tipi di dolci diversi e una sola persona non basta per portarli tutti in una volta.
Saliamo al primo piano per prendere tutto quello che avevo preparato durante il pomeriggio: salame di cioccolato, cheesecake al Philadelphia, creme caramel e torta di riso.
Apro il frigo e penso come organizzare il trasporto di tutto quello che va messo in tavola: l’aiuto di un vassoio dovrebbe darci la possibilità di portare tutto con un solo giro.
Faccio mente locale e ricordo che prenderlo è sempre difficile, perché si trova nello scaffale alto dei pensili: apro lo sportello e mi allungo un poco, ma per la mia altezza risulta difficile da raggiungere.
Sento che Marco si avvicina dicendo "ti aiuto io" e mentre ero ancora col braccio disteso verso l'alto si appoggia dietro di me allungandosi a sua volta per prendere il vassoio.
Non arrivandoci nemmeno lui, commenta: "è piuttosto in alto aspetta che provo ad allungarmi di più".
Con un braccio mi avvolge il petto, il suo corpo si schiaccia sulla mia schiena e il suo bacino aderisce ai miei glutei.
Sento che con il braccio mi stringe delicatamente mentre cerca l’equilibrio per alzarsi e guadagnare qualche centimetro.
Il mio corpo freme al contatto con il suo, la sua pressione è dolce come un massaggio, il suo calore mi scalda la pelle e il suo profumo entra dolcemente nel mio respiro, distraendomi dal mio compito originale.
Mi accorgo che ritmicamente prova ad allungarsi verso il vassoio per poi riposarsi abbassandosi, si alza e si riabbassa alcune volte.
Sembra quasi una danza, un corteggiamento, e il massaggio che ne deriva è qualcosa di piacevole ed inebriante: resto immobile per fissare nella mia mente queste sensazioni così intime ed appaganti.
"Aspetta che ci sono quasi", dice: appoggia un ginocchio al mobile e dalla nuova posizione del suo bacino sento la sua sporgenza che preme assestandosi con decisione nell'incavo del mio sedere.
Una nuova serie ritmata di movimenti accompagna la sua danza verso il vassoio, una danza che inizia ad accendere la passione dentro di me.
Se quello che sento non è sbagliato, penso che anche lui si stia eccitando, visto che nell'aderenza del suo bacino sento le sue forme crescere di volume.
Con una mano inizio ad accarezzargli il braccio che mi stringe il petto, guidato dalla voglia di provare qualcosa di più, quando all'improvviso il vassoio esce dal suo nascondiglio.
"ta-daaan! guarda un po'?" mi dice tenendo in mano il vassoio e sfoggiando un ampio sorriso che mostra la gioia per la vittoria appena conseguita.
Lo squadro dalla testa ai piedi: il suo viso radioso emana un'attrazione magnetica che invita a baciarlo in ogni punto.
Le sue spalle larghe e le sue braccia muscolose sagomano la maglietta, creando delle forme armoniose che chiunque vorrebbe accarezzare.
Più in basso, il leggero pantaloncino estivo non nasconde in nessun modo le forme di un'erezione ben definita.
Anzi, ora che lo guardo per bene noto che deve essere senza mutande, come avevo fatto a non accorgermene prima?
Riguardo il suo volto, le sue spalle, la sua erezione.
Vorrei che mi abbracciasse, vorrei potermi sciogliere tra le sue braccia e poi scendere fino ad inginocchiarmi per assaporare le sue misteriose forme intime.
"Ehi, ci sei?" mi dice.
Stavo ancora cercando di capire se il "guarda un po'" di prima era riferito al vassoio o all'erezione lì vicina.
Lui appoggia il vassoio sul tavolo e mi mette le mani sulle spalle: "tutto bene?" mi chiede, iniziando a massaggiarmi delicatamente con le sue mani calde.
Quel tocco mi fa dimenticare ogni cosa, in seguito a quel contatto non esiste più nulla; l'universo scompare e restano solamente le sensazioni, il desiderio, il massaggio, il suo profumo, il mio cuore che batte solo per lui.
Cerco di tornare alla realtà, ma in un momento di confusione mi invento il compito sbagliato: "devo prendere la stagnola" dico, pensando di allontanare un poco quei tentacoli che mi stavano offuscando la mente.
Apro lo sportello del mobile che ho di fianco e cerco la stagnola che puntualmente cade nello spazio occupato dai mestoli.
Mi inginocchio cercando di indirizzare tutta la concentrazione che possiedo sulla scatola della stagnola, ma i pensieri ormai non sono più al mio comando.
Marco mi appoggia una mano sulla spalla e mentre mi giro verso di lui trovo i suoi pantaloncini a pochi centimetri dalla mia faccia; mi fermo ad ammirare la sagoma dell'eccitazione delle sue parti intime che svetta verso di me; nella mia immaginazione posso quasi vedere tutte le increspature della pelle attraverso la stoffa.
Marco fa un passo avanti e il mio viso affonda nella morbidezza del suo scroto.
Solo un velo di impercettibile cotone del pantaloncino mi separa dal contatto con la sua pelle, ma nulla può fermare l'odore di maschio sprigionato dalle sue parti intime: lo sento che entra nei miei polmoni, nel cervello, nelle mani, nel cuore, inebria i miei pensieri e sento che rappresenta quanto di più buono abbia mai desiderato in tutta la mia vita.
La sua mano mi accarezza delicatamente la nuca invitandola con una leggera pressione a non sfuggire ai movimenti appena accennati del suo bacino.
Non resisto oltre ed abbasso il pantaloncino, liberando quel talismano che ha stregato profondamente i miei pensieri.
Annuso nuovamente con infinita passione l'asta che scorre lenta sulla mia bocca.
Ammiro la sua forma armoniosa conscio del miracolo che lo trasforma da floscio a turgido e viceversa.
Mi soffermo sul prepuzio, assolutamente perfetto: chiuso in punta come uno scrigno diventa l'intrigante custode del segreto che racchiude al suo interno.
Col naso accarezzo delicatamente il prepuzio, ricordandomi quanto il suo scorrimento sia complice nell'amplificare il piacere della penetrazione mentre il pene si muove lentamente tra un affondo e il successivo.
Penso anche che lo stesso scorrimento può essere provocato dalla bocca, capace anch’essa di stimolare con sensazioni piccanti.
Tuttavia, mi sono accorto che non lo stavo solo pensando, perché in quel momento la mia bocca stringeva con decisione l'asta e stavo avanzando lentamente verso il fondo, liberando dolcemente la cappella dal cappuccio che la teneva rinchiusa.
Un gusto sublime mi riempie la bocca, un gusto di maschio, lo stesso che mi riempie i polmoni e di cui, in questo momento, non potrei fare a meno.
Con la lingua accarezzo delicatamente la cappella e poi proseguo fino a fine corsa, prendendolo tutto in bocca.
Faccio una pausa, posso sentire le pulsazioni del suo sangue sulla mia lingua, le sue mani che mi accarezzano la nuca, un respiro profondo con cui mi esprime tutta la sua gratitudine.
Lentamente inizio a sfilarlo dalla bocca, il mio movimento invita il prepuzio a fare il suo lavoro, richiudendosi di nuovo come uno scrigno.
Uscito del tutto giocherello delicatamente col prepuzio, prima di fermarmi ad ammirare nuovamente le sue forme perfette e baciarlo dolcemente sulla punta.
Tre volte, ripeto tutta la sequenza per tre volte, il numero perfetto.
Il gusto leggermente salato che arriva alla fine mi conferma la sua grande eccitazione.
Lo tengo davanti al mio viso e lo guardo con attenzione, mentre con le mani gli massaggio dolcemente i testicoli.
Tondi, leggeri e delicati, sussultano leggermente ai primi stimoli, per poi sciogliersi al caldo delle mie mani.
Gli umori dell'eccitazione compaiono nella fessura invisibile lasciata dal prepuzio, proprio davanti ai miei occhi.
Con un bacio appiccicoso assaporo il tono leggermente salato dei suoi umori, leccando poi ogni centimetro che si presenta alla mia vista.
Con una mano scappello lentamente il suo scrigno e lecco le tracce degli umori che si sono nascoste sulla sua pelle.
Con la lingua solletico delicatamente il frenulo, faccio un giro attorno alla cappella e poi affondo tutta l'asta in bocca.
Inizio a muovermi con un ritmo leggero, seguendo i movimenti del suo bacino accompagnati dai respiri ora più pesanti.
L'ho sempre desiderato: poterlo tenere in bocca, sentire l’erezione che cresce dentro di me, giocare con la lingua, dare piacere e gustare il sapore del suo orgasmo.
E’ sempre stato il mio sogno mai realizzato.
Soprattutto non credevo di poter gustare un pene così bello, dalle forme perfette che fino ad ora esistevano solo nella mia immaginazione.
Ho fatto una pausa per non farlo venire subito, lo sto osservando meticolosamente mentre lo scappello, mentre gioco con la sua asta, mente mi riempio i polmoni con l’odore di maschio mescolato a quello dell’orgasmo in arrivo.
All’improvviso sento il pene contrarsi, accompagnato da un mugolio di piacere: probabilmente mentre seguivo i miei pensieri devo averlo scappellato qualche volta di troppo fino a fargli raggiungere l’orgasmo.
Infatti, proprio in quel momento Marco segue il suo istinto e affonda nella mia bocca.
Non fa in tempo ad assestare nemmeno due colpi che mi sento subito inondato dal calore dello sperma che mi arriva sulla lingua.
I successivi colpi sono degli affondi lenti, ma decisi, che me lo spingono fino in fondo alla gola.
Tre volte viene dentro la mia bocca, tre schizzi profondi e caldi che mi riempiono con un gusto paradisiaco, accompagnati dai gemiti dell'orgasmo intenso.
Tre, il numero perfetto, seguito dagli ultimi movimenti che rilasciano lo sperma residuo e che accompagnano il rilassamento del pene.
Quasi lo preferisco quando non è completamente duro e resta malleabile al gioco: lo puoi piegare ed arrotolare a piacimento e diventa un compagno di giochi insostituibile.
Mentre gioco ancora un po’, ne approfitto per ingoiare anche l’ultimo fiotto di sperma che sento arrivare in bocca, regalandomi una sensazione divina.
Marco è rimasto a bocca aperta con le mani dietro la mia nuca, il cuore che batte forte ancora in preda alla gioia del godimento.
Il sudore sulla sua pelle accentua l’odore di maschio diffuso dal pene ormai completamente floscio.
Sono contento di tenere tra le mani un pene dalla così rara bellezza: come tributo alle sue forme assolutamente perfette lo bacio e lo copro con i pantaloncini.
Mi alzo in piedi e guardo Marco dritto negli occhi: "mi sono sbagliato, la stagnola non mi serviva" gli dico.
"Non ti preoccupare", mi risponde e poi mi mette le mani sui fianchi aggiungendo "possiamo tirare giù un altro basso vassoio?", mentre un sorriso complice appare sul suo volto.

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