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Trasferta di lavoro


di LastDwarf
29.01.2024    |    12.766    |    7 9.4
"Mi soffermo affascinato da quei movimenti, fino a quando il pene si ribalta giocosamente sulla mia faccia..."
Finalmente è arrivata la sera!
Appena entriamo in appartamento ci spogliamo subito, per liberarci dai pesanti vestiti da cantiere e rilassarci dopo una lunga giornata di lavoro.
Lo stile degli interni è davvero piacevole, mi ricorda una taverna tirolese: pareti in legno anticato, mobili semplici e grosse tende per coprire la luce.
Mi fermo davanti alla finestra per osservare le montagne arrossate dal tramonto; Marco si avvicina e mi abbraccia da dietro.
Mi mordicchia un orecchio e spinge il suo corpo contro la mia schiena: sento la sua intimità farsi strada tra le mie natiche, agevolata dai movimenti del suo bacino.
Ribalto la testa indietro dal piacere e gli accarezzo le mani.
"Sei un diavolo tentatore!", gli dico.
Mi giro e gli accenno un bacio fugace sulla bocca, "dai che mangiamo qualcosa".
Mi fissa negli occhi e il suo sguardo magnetico mi attrae come una calamita, non posso più allontanarmi da lui.
Si passa la lingua sulle labbra ed afferma "sono talmente affamato che ti mangerei da cima a fondo".
Con uno spintone lo sbilancio sul letto ridendo "stupido!", gli dico, "se mi mangi non potremo più vederci!".
Mi stendo accanto a lui e gli metto una mano sul petto.
Uno stormo in migrazione attraversa la finestra, stagliandosi sul tramonto; le foglie dell'autunno iniziano già a colorare buona parte del paesaggio.
Lo fisso negli occhi, "non voglio perderti", gli dico, e lo bacio sul collo riempiendo i polmoni col suo odore: mi piace da morire il suo deodorante mescolato al sudore della giornata.
Con la mano esploro ogni punto del suo corpo, regalandogli un mix di piacere e solletico.
Lentamente accoccolo la testa sul suo petto: mentre sono cullato dai movimenti del respiro, all'esterno il sole nasconde la sua faccia, accompagnato dalla brezza della sera.

Mi piace stare con lui e stiamo bene assieme.
Poco tempo fa mi raccontava che la vita con la sua ragazza è diventata piatta, ha perso quel brio iniziale.
Anche quelle rare volte in cui fanno l'amore, gli sembra qualcosa di meccanico, come se fosse un obbligo, non c'è più una partecipazione attiva da parte di nessuno dei due.
Durante questa trasferta, invece, è successo qualcosa di magico: ha ritrovato il sole dentro di sé.
Quando stiamo assieme, sente scorrere una brezza frizzante, sente la spinta delle onde del mare, sente una musica in grado di valicare qualsiasi montagna e raggiungere ogni angolo del pianeta.
Ci siamo conosciuti due anni fa e da allora i nostri contatti sono stati sempre più frequenti, rafforzando la nostra amicizia ogni giorno sempre di più.
Tutti e due, però, sentivamo che c'era ancora qualcosa che dovevamo dirci: purtroppo, essendo entrambi maschi, i tabù culturali ci hanno sempre impedito di andare oltre la profonda amicizia.
Gli impedimenti, tuttavia, sono finiti questa settimana, quando ci siamo trovati in trasferta io e lui, da soli, in confidenza e liberi da ogni vincolo sociale.

Con Marco c'è sempre stato un bellissimo rapporto ed abbiamo raggiunto un livello di fiducia molto profondo: siamo intimi, ci confidiamo tutto e ci diamo supporto in caso di bisogno.
Quando abbiamo saputo di dover trascorrere diversi mesi di trasferta lontano da casa, penso che chiunque sarebbe impazzito: noi abbiamo fatto i salti di gioia!
All'inizio ho accusato molto la mia timidezza, ma trovandomi a vivere con lui H24 ho preso sempre più confidenza, fino a quando non ho saputo resistere alla tentazione: dopo aver preso coraggio per due giorni (!) mi sono proposto per fargli un massaggio (se c'era l'occasione mi sarebbe piaciuto fare molto di più).
Ricevetti il due di picche, molto cortese ed educato e i miei progetti andarono in fumo.
Finché, la sera dopo, fu lui che, di sua iniziativa, incominciò a massaggiarmi le spalle :)
Prese confidenza e scese fino alle parti intime; proseguì baciandomi l'erezione e concluse gustando il mio orgasmo.
Con ancora un po' di timidezza chiesi di poter operare anche io allo stesso modo e così feci ;)
La mattina seguente, prima di andare al lavoro ci svegliammo entrambi con un desidero incontrollabile, oltre ad un'erezione spropositata e facemmo l'amore per la prima volta.
Fu un'esperienza nuova per entrambi, ma ci coinvolse appieno, nel fisico e nella mente.
Rischiammo di arrivare quasi in ritardo al cantiere!
Da quel giorno abbiamo messo da parte ogni inibizione, capendo che eravamo fatti uno per l'altro.
E così adesso sono qui, nudo come lui, che esploro il suo corpo donandogli dei fremiti di piacere.

Mentre gioco con la mano vedo che il suo pene inizia a muoversi e Marco mi mette subito in guardia: "guarda che se mi diventa duro, poi c'è un solo modo per dargli pace", mi dice accarezzandomi il sedere.
La fiamma della candela sul tavolo traballa leggermente, come se volesse chiederci di formare un trio.
L'odore della cera sciolta mi distende i muscoli, avvampandomi un pensiero piccante.
"Davvero?", rispondo, "stavo pensando di ripetere il trattamento di questa mattina", gli dico succhiandogli l'indice dell'altra mano.
Gli mordicchio giocosamente il dito e lui si ribella: "ahi! Sarà meglio che vada a cucinare qualcosa, sembri davvero troppo affamato adesso!"
Mi scompiglia i capelli e prende una mozzarella dal frigo.

Mentre prepara da mangiare non riesco a distogliere lo sguardo dal suo pene.
Bellissimo, ben proporzionato, con un prepuzio appuntito che sembra implorare di essere baciato.
Mentre cammina, lo guardo oscillare tra le sue gambe e mi stuzzica piacevoli pensieri.
Devo essere rimasto incantato per troppo tempo perché Marco si avvicina alla mia faccia, prende il pene in mano e lo fa oscillare su e giù al ritmo della voce, come se fosse un burattino a parlare: "Marte chiama terra! ci sei?".
Sorrido divertito per la scenetta improvvisata: "piacere signor marziano", gli dico stringendogli il pene e scuotendolo come se fosse una mano.
"Sono contento di conoscere il tuo padrone", aggiungo, baciando Marco con passione.
Il campanello del microonde interrompere la danza appena iniziata dalle nostre lingue.

Ceniamo a lume di candela, lentamente, rilassati, stringendoci la mano e scambiandoci effusioni.
Al termine della cena giochiamo a shanghai, accompagnati dal sottofondo della musica lounge: oltre la finestra, centinaia di timide lucine spuntano per sfidare la notte, trasformando il versante della montagna nella miniatura di un bellissimo presepe.
A metà partita non riesco più a stare concentrato, i miei pensieri sono tutti su di lui.
Quando tocca a me muovere decido che non resisto oltre: mi alzo e mi siedo sul suo bacino, faccia a faccia, guardandolo dritto negli occhi.
"Ehi, questa è una mossa non prevista!", mi dice sorridendo divertito.
Gli passo una mano sul viso, accarezzandolo, poi gli massaggio le spalle e scendo sul petto, stuzzicandogli i capezzoli già rigidi.
Un brivido mi percorre la schiena appena le sue le mani mi accarezzano i fianchi.
Il suo sguardo è carico di desiderio, il silenzio che ci circonda urla al mondo la voglia della nostra unione.
"Stenditi, ho voglia di accarezzarti", gli dico.
Marco si lascia andare e si stende sulla schiena con le mani dietro la testa: dalla cima della montagna scende un puntino di luce, seguendo lentamente il percorso impossibile disegnato dalla strada.
Maliziosamente muovo il bacino, in modo sinuoso, come la macchina sulla montagna, e sento la sua erezione crescere tra le mie natiche.
Questa è la sensazione più bella che abbia mai provato: donare piacere, avere qualcuno che si fida di me e che mi lascia agire dandomi carta bianca.
La mia erezione risponde alla sua, risvegliandosi per andare al lavoro.
Abbiamo tutto il tempo che vogliamo, non c'è fretta, possiamo gustarci per sempre questo momento: l'intero universo collassa sotto la forza della nostra luce.
Mi stendo col viso sulla sua pancia per guardare da vicino la crescita della sua erezione.
Mi soffermo affascinato da quei movimenti, fino a quando il pene si ribalta giocosamente sulla mia faccia.
Posso perdermi tutto il tempo che voglio per accarezzarlo, guardarlo, annusarlo, leccarlo, gustarlo, mentre Marco fa lo stesso con me.
La fiamma della candela protesta per essere esclusa da questo gioco, lasciandoci soli nella stanza in compagnia di un rivolo di fumo.
Durante la notte diventiamo una cosa sola, col corpo e con la mente: mentre facciamo l'amore non ci sono tabu, culture o regole che possano fermarci.
Non mi era mai successo di stare con un uomo, lui è stato il primo, ma l'intesa che c'è tra di noi mi fa apprezzare (e desiderare) le nostre idee e tutto quello che facciamo nell'intimità.
L'amore è così: è un dare e un ricevere, ma lo puoi gustare a tutto tondo solo se c'è una reciproca complicità.
Io l'intesa l'ho trovata con Marco, e lui con me: in questi giorni abbiamo potuto esprimere il nostro amore che va ben oltre il rapporto fisico.
Ci cerchiamo, ci completiamo a vicenda, siamo parte uno dell'altro, siamo uniti sentimentalmente e fisicamente, e tra di noi non ci sono più ostacoli.
Mentre sono perso in questi pensieri la luna si affaccia alla finestra: illumina il volto di Marco che, raggiunto l'orgasmo, mi bacia con passione, ricordandomi che adesso è il mio turno di provare piacere.

- Questa è una storia liberamente ispirata dalla fantasia -
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