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Gay & Bisex

Neanche una goccia !


di newslave69
04.07.2013    |    6.044    |    1 7.8
"Quando trovò l'apertura giusta ci infilo' un dito..."
Le chiamate di Luca giungevano sempre inaspettate. Il telefono squillava nei momenti meno opportuni, quasi a volermi mettere a disagio fin da subito. Ma quelle erano le regole e non c'era modo di sottrarvisi se non abbandonando per sempre la relazione che ormai andava avanti da due anni con reciproca soddisfazione. Alla lunga, trovare le scuse adatte per giustificare quelle chiamate era diventato veramente difficile ma altamente eccitante. Rispondere alle 2 di notte fingendo una reperibilità sul lavoro era ormai routine. "Ciao, vieni. Non farmi aspettare. Sai che poi a rimetterci sei tu ! Hai solo 15 minuti e ... ti voglio già nudo quando entri in casa...lascio la porta aperta. Non accendere la luce.". Luca sapeva essere dolcissimo e allo stesso tempo crudele. Mi vestii rapidamente e scesi in strada. Con la macchina impiegai poco a quell'ora di notte ma rimasi in auto ad aspettare che trascorresse tutto il tempo che avevo a disposizione. Trovai il portone già aperto (Luca era bravissimo in questo). Salii rapidamente le scale e giunto davanti alla porta del 3°piano, socchiusa, cominciai a spogliarmi. Quando fui totalmente nudo scostai l'uscio ed entrai e mi richiusi la porta alle spalle. Silenzio. Buio. Buio e silenzio avvolgente. Feci qualche passo in avanti a tentoni. Chiamai ma non ebbi risposta. Sussultai quando qualcosa sfioro' la mia schiena...il palmo di una mano...una carezza leggera... Mi fermai come impietrito e mi voltai ritrovandomi a tu per tu con le labbra di Luca. Mi afferro' per le spalle e con molta dolcezza, troppa devo dire, avvicino' le sue labbra alle mie sfiorandole con la lingua. Un forte senso di eccitazione mi pervase. Ci baciammo appassionatamente. Poi si ritrasse lentamente. Sempre tenendomi per le spalle, nel buio della stanza, ci muovemmo a tentoni finchè non urtai una parte del mobilio. Era evidente che fosse un tavolo. Eravamo arrivati dove voleva lui. "Appoggiati con la pancia e lascia il sederino in bella vista. Bravo cosi'. Ti ricordi questa scena ? L'abbiamo già vissuta tanto tempo fa e ti era piaciuta molto. Trova una posizione comoda e lascia le braccia penzoloni fuori dal tavolo. Bravo, perfetto.". Ubbidii. Prese a legarmi i polsi e le gambe al tavolo. Quando ebbe finito, lentamente mi accarezzò la schiena, partendo dall'alto, sempre più giu. Quando trovò l'apertura giusta ci infilo' un dito. Manovro' per qualche minuto fino a che non si ritenne soddisfatto. Poi mi passo' dalla parte della testa, avvicinò le labbra alla mia bocca e sussurrò: "Preparati !". Mi aprì la bocca e ci inserì qualcosa. Non riuscivo più a chiuderla. Era bloccata aperta. La prima sculacciata sul sedere fu delicata e mi fece quasi sorridere. Poi aumento' il ritmo e la forza e il sorriso si trasformo' presto in una smorfia di dolore fin quando la parte non divenne totalmente insensibile per quanto fosse rossa. Prese un grosso cetriolo, almeno quello era il sapore, e me lo passo' ripetutamente dentro e fuori la bocca che spalancata cominciò in breve a salivare. La saliva usciva copiosa e lui la raccoglieva con il cetriolo e me la passava sul viso e sul sedere. Quando fui bello unto infilò il cetriolo nel sedere e il suo pene già duro nella mia bocca. Arrivo' fino in fondo, fino a toccare le pareti della gola. Non riuscivo a respirare e quel che è peggio mi veniva da vomitare. Non ci pensava proprio a ritrarsi ma anzi provava piacere a vedermi sforzare cosi' tanto con quei conati. Si ritraeva solo quando capiva di essere arrivato al limite. Mi dava il tempo di riprendermi e poi ricominciava senza tregua. Alla fine rise e si fermo'. Non capivo cosa voleva fare. Mi sciolse e mi fece inginocchiare davanti a lui. "Ascolta. Sono stanco di giocare. Adesso voglio che senza toccarlo con le mani, te lo prendi in bocca, mi spompini bene, ti fai venire in gola e non ne perdi neanche una goccia". Come un robot ubbidii. Impiego' 10 minuti a venire ma quando lo fece mi inondo' letteralmente di sperma. Mi trattenne forte per la testa e mi spinse il pene fino in fondo perchè ingoiassi. Lo sentivo scendere in gola come un fiume in piena. Una parte usci' dai lati delle labbra e cadde a terra. Mi chiese allora di pulire anche quella e anche stavolta ubbidii.Quando fu completamente soddisfatto mi infilo' nuovamente il pene ormai floscio in bocca e stette fermo. Non capivo cosa volesse. Poi dopo due o tre minuti in quella posizione mi sentii inondare la gola di un liquido acre e caldo. Mi stava pisciando in bocca. Quando ebbe finito mi accompagno' alla doccia e mi fece pulire. Poi senza asciugarmi mi accompagno' sul letto, mi fece mettere a pancia in su, mi allargo' le gambe e mi infilo' il suo membro nel culo. Mentre spingeva prese a schiaffeggiarmi e a pizzicarmi i capezzoli. Solo verso le 5 del mattino mi libero' per tornare a casa. Ero distrutto. Mi aveva fatto sentire totalmente alla sua mercè.
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