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Gay & Bisex

Quell' incontro per caso con il collega....


di principeporcello
04.05.2022    |    521    |    2 9.4
"Lui chiuse di nuovo la bocca sul capezzolo, io scosso da un violento brivido, ero in fiamme tra le pieghe del sedere..."
Ci siamo conosciuti ad un meeting di lavoro una volta sola prima di quel giorno, il che bastò per darsi appuntamento una settimana dopo in un'esclusivo ristorante fuori città.
Per l'occasione, indossai un abito, leggero e attillato come una brezza estiva, il giusto, elegante con camicia chiara, sufficiente per apparire "incurante",l'aspettativa per questo incontro la lasciava a disagio,....ma la curiosità, vinse il primo round.
D'altro canto lui, ingegnere di 60 enne dei suoi principi, cosciente della propria virilità, vestito in modo opportuno e appropriato, non sapeva esattamente cosa aspettarsi da tale incontro,....ma la curiosità, vinse il primo round.
Arrivammo quasi contemporaneamente, in leggero anticipo lui, in perfetto orario io, il che non passò inosservato all'orologio svizzero che nel di lui polso batteva al compasso del suo cuore.
ci sorridiamo, ci stringiamo le mani, sorrisi a causa dell'esitazione dei primi gesti e ci avviamo verso il tavolo prenotato, accompagnati da un maitre alabardato come un cavallo siciliano.
La conversazione usci fluida e spensierata, raccontandosi brevi aneddoti sui rispettivi lavori.
Óttimo pasto, eccelente scelta vino, ambiente tranquillo con anesso un piccolo albergo, dove una piscina, illuminata con candele profumate, invitava a sorseggiare un bicchiere di digestivo e dar continuità all'amichevole chiachierata.
Usciamo e ci troviamo seduti uno di fronte all'altro osservandoci sopra il bordo del bicchiere...pensieri presenti, amabili tocchi, tante le intenzioni.
Ad'un tratto lui si alzo e mi porse la mano, accetto il muto invito e mi lascio trasportare dal primordiale instinto "femminile" che c è in me, lui che forte stringeva la mia mano, non disse una parola, ma era chiaro che mi desiderava.
Non badammo all'insegna del albergo quattro stelle e non facemmo caso alle candele consumate per meta, non importava che la notte stesse volando via lasciando il posto ad una alba dispotica, le macchine erano nel parcheggio, decisamente meno comode, ma meno ostacolanti che una reception alberghiera.
Entriamo in camera, appena chiusa la porta, le mani ovunque, il pensiero fisso, giù, la camicia sbottonata a mostrare il mio capezzolo raggrinzito, lui mi ricopre di baci la parte inferiore del mio petto, lo modellò con la mano, per dopo stuzzicare la parte bagnata con il pollice, io dimenandomi sotto di lui, presi la sua testa tra le mani, ci limoniamo con passione e avidamente.
Lui chiuse di nuovo la bocca sul capezzolo, io scosso da un violento brivido, ero in fiamme tra le pieghe del sedere. Per tormentarmi, lui mi slaccia la cintura dei pantaloni e inserisce la sua mano fra i miei slip avvicinando la mano al punto dove ardevo, scostò la mia minuscula mutandina indossata per l'occasione e infila dolcemente il dito nel buchetto, con dolce pressione e molto lentamente. Nel frattempo i pantaloni cadono a terra lui mi gira si china e con avidità mi lecca il culetto per lunghi attimi.... io impazzisco letteralmente urlo mi dimeno
le anche si muovevano spontaneamente al ritmo della lingua,....deliziose sensazioni mi scaturivano dentro...lui disse: "Tesoro ora ti voglio scopare".
Mi fece chinare sul letto a 90 gradi, inizio nuovamente a leccarmi il buchetto preparandomi per la penetrazione, io non mii ero mai sentito così esposto mentre le dita di lui continuavano a toccare le pieghe della mia fighetta anale, schiudendola, accarezzando il nocciolo già turgido e sensibile.
pensavo di urlare ma solo un gemito usci dalla mia bocca, quando sentii le dita che mi penetravano, per poi sentirne un'altro, smisi di pensare, ero un lago di umori caldi.
Le dita scivolavano dentro e fuori, una forza misteriosa mi trascinava, qualcosa di indomabile, l'orgasmo esplose portando con se mille scintille, spasmi travolgenti, che mi lasciarono senza respiro, anelante.
lui, duro come l'acciaio, ora mi sussura che sta per entrare in me.....sento la punta turgida del membro sfiorare la fessura del mio culetto, spinge piano, ed ad ogni spinta io sento rinascere il desiderio, fu allora, che lui diede l'affondo, lo sentii entrare, tutto dentro di me.
Era sudato, non del tutto spogliato e ansimava, fremeva nel mio ventre, la cappella entrava ed usciva portandomi al delirio, stoccate profonde alternate a brusche uscite, lasciandomi con quel senso di vuoto incolmabile.
Riprese a penetrarmi con forza e poco dopo sfilò il pene un'instante prima di godere, mi giro' e mi infilo' la sua verga in bocca, aveva il sapore del mio sedere, fiotti caldi intensi mi riempirono la bocca.... ora non sapevo se ingoialrla o sputarla.... ma ci penso lui....mi si avvicina e mi mette la lingua in bocca ingoiando la sua crema che trovo ancora nella mia bocca....in un gioco di lingue avvolte di sperma calda.
Ci guardammo negli occhi e capimmo subito che eravamo solo due estranei , colti all'improvviso dalla necessità di soddisfare i propri instinti puramente sessuali...sesso puro.
Ci lasciammo senza una promessa, un ricordo, un addio...brevi spasimi già dimenticati...perchè sesso è scelta, amore è fortuna.








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