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I Mac Walley - cap2


di Kainman
05.08.2022    |    2.993    |    3 9.3
"Non ebbe più incubi per qualche tempo, fino a quando una notte lo sentì agitarsi fortemente al suo fianco e gemere di paura nel sonno..."
Passarono il resto della giornata in tranquillità, senza più pescare perché il mare era ancora un po’ mosso.
La sera, dopo la doccia, Merle si ricordò del rimprovero del figlio e si rase il volto; come sempre lo ascoltava quando lo ammoniva di qualcosa. Lo raggiunse e lo trovò già addormentato accovacciato su un lato del letto.
Ripensando all’incidente del mattino gli si mise dietro e lo abbracciò delicatamente, dandogli qualche bacio sulla guancia.
Dato il sonno ancora leggero Elliot si svegliò e disse “Bravo, mi piacciono di più i baci senza barba”. Merle sorrise e gliene diede un altro sulla tempia, ma lui si voltò dicendo “No, non questi baci, gli altri” ed appoggiò le labbra alle sue.
Ricominciarono inizialmente con piccoli bacetti, poi aprirono un po’ di più le bocche per farlo. Ma ad un certo punto Elliot si spinse oltre, ed iniziò ad usare la lingua. Prima Merle si bloccò ma poi sorrise e fece lo stesso per qualche secondo. Questo gioco scaturì in entrambi una lieve eccitazione, ma che venne ignorata. Continuarono per diversi minuti, alternando a baci sulle labbra e in volto e carezze, poi Elliot si addormentò con le carezze in testa di Merle, sempre appoggiato al suo petto.

Il giorno seguente iniziarono ad organizzarsi per il rientro in Scozia con i dovuti rifornimenti e iniziarono il viaggio.
Non fecero molte tappe per ritornare nel Regno Unito, ma ci andarono comunque diversi giorni per arrivare al porto di Brissen. Una volta giunti a destinazione attraccarono la barca al porto e proseguirono per la nuova casa. Siccome Elliot aveva ceduto la gerenza del faro, sua di diritto ereditario, non avrebbero più vissuto lì ma in un’altra casa, una delle ville di proprietà di Norall che avevano tenuto, poco distante dal porto e dalle spiagge in cui lui era cresciuto.

Non era una villa molto grande, ma possedeva diverse camere da letto spaziose. Ci andò qualche giorno per ambientarsi ma ciò nonostante Elliot non riusciva proprio a dormire bene, era sempre agitato.
Quando Merle gli chiese il motivo disse che aveva sovente degli incubi in cui cadeva in mare, dal faro, dalle scogliere o dalla barca come aveva rischiato che succedesse davvero.
Quando la notte seguente lo sentì urlare da addormentato nella sua stanza, Merle gli propose se volesse dormire nel letto con lui.
Elliot accettò e la cosa divenne abitudine, la notte dormivano sempre nel letto del padre. Non ebbe più incubi per qualche tempo, fino a quando una notte lo sentì agitarsi fortemente al suo fianco e gemere di paura nel sonno. “Elliot, sono qua, va tutto bene” gli disse chiamandolo, stringendolo a sé. Dopo qualche richiamo Elliot, si svegliò in lacrime.
“Va tutto bene, sei con papà” gli disse una volta sveglio, e gli diede dei teneri baci sulla fronte e sulla bocca.
Elliot lo guardò con gli occhi lucidi e si strinse al suo petto, accarezzando i suoi peli mentre ascoltava il suo battito per rilassarsi.

Ora le temperature erano scese, era quasi fine settembre, quindi di giorno erano entrambi più vestiti, ma Merle da sempre dormiva con i soli slip indosso tutto l’anno, mentre Elliot aveva il suo pigiama.
Per Elliot era ripresa la vita scolastica normale per il suo ultimo anno a scuola, mentre Merle lavorava da casa per aziende di comunicazione.
Della cucina e della pulizia continuava a occuparsi per lo più Elliot, ma anche il padre si stava dando da fare per quel che poteva. Aveva anche migliorato di molto la sua igiene personale, oltre a quella della casa, e non si era mai più sentito dire “Papà puzzi” dal rientro a casa, nonostante ora dormissero di nuovo sempre nello stesso letto.

Le notti di Elliot migliorarono per un po’ ma dopo un paio di settimane gli incubi si ripeterono. Una notte Merle lo svegliò tranquillizzandolo nel suo abbraccio e si riaddormentò, per poi cadere nuovamente in un altro incubo.
Merle lo svegliò nuovamente e lo coccolò più a lungo, con molti baci e carezze. Ma questa volta Elliot non si riaddormentò, rimase viso a viso con il padre, ancora con le lacrime che gli scendevano sul volto. Le loro bocche si sfioravano senza muoversi, finché Merle non gli diete un altro bacio. E poi un altro. E di nuovo. Poco alla volta entrambi aprirono di più le rispettive bocche nel farlo. Si guardavano negli occhi quasi senza battere le ciglia e, dopo poco, automaticamente iniziarono ad utilizzare anche la lingua.
Ma questa volta, a differenza di quando era successo sulla barca, non durò solo una manciata di secondi. Padre e figlio iniziarono a limonare per diversi minuti. Ed insieme ai baci ci furono anche carezze, stretti uno all’altro.
Come la scorsa volta questa operazione scaturì prima in Elliot e poi in Merle un’eccitazione, che però cercarono nuovamente di ignorare, continuando con il solo gioco di lingue e strette corpo a corpo.
Con i membri ancora in erezione uno contro l’altro, relativamente nelle rispettive mutande, Merle strinse a sé il figlio prono su di lui, ed in questo modo, stretto al padre, Elliot si addormentò.

Rimasero così fino al mattino. Merle fu il primo a destarsi e guardò con tenerezza il suo bimbo che stava crescendo sempre di più. Si mise a ridere, così svegliandolo, quando sentì l’erezione mattutina di Elliot premere contro il suo basso ventre.
Quando aprì gli occhi gli diede un bacio e tastando l’esterno dei suoi boxer disse “Certo che hai un bell’arnese anche tu da duro eh!”
“Penso più o meno come il tuo da come ho sentito ieri sera” ribatté il figlio, ricambiando il bacio.
Si alzarono e dopo colazione proseguirono la giornata normalmente, e così la notte. Non ebbe più incubi dopo quella volta, ma rimase comunque a dormire col padre.
Il bacio della buona notte era sempre presente, e a volte si fermava lì, a volte sfociava in qualcuno più appassionato.

Nessuno dei due portava in argomento la cosa, se fosse giusta o sbagliata, semplicemente accadeva.
Una sera, dopo qualche minuto di lingua tra i due, avendo entrambi i piselli che fuoriuscivano dagli elastici, senza staccare le bocche con le mani Merle glieli sfilò, per poi fare lo stesso con i suoi slip.
Iniziarono a muoversi uno sull’altro sfregandoli tra loro, per poi fermarsi ed abbracciarsi stretti. Ansimando Merle gli chiese “Mi fai vedere come fai a succhiartelo adesso che è duro?Sono curioso”
Elliot si mise a ridere ma acconsentì. Si mise di lato e, piegandosi su se stesso a cozza, raggiunse immediatamente il pisello, riuscendo a raggiungere persino la base. Iniziò così un vero pompino a se stesso, con il padre che lo guardava affascinato ed eccitato.
“Ma sei fantastico! Quanto vorrei riuscirci!” gli disse. Al che Elliot si staccò e rispose “Posso provare ad aiutarti ma non so se riesci”
Merle prima provò nella stessa maniera del figlio, ma in quel modo gli mancava più di una spanna a raggiungere l’obiettivo. Allora Elliot gli disse di fare qualche addominale e un po’ di Stretching. Così fece e via via si avvicinò un po’ ma ancora non arrivava che a 10 cm dalla punta.
Lo fece girare al contrario, con le gambe sopra le spalle, aiutandolo a tenere la posizione e, dopo molti tentativi riuscì a sfiorare la punta con la lingua, ma solo per un secondo.
Dopo diverse prove e risate di entrambi, Merle tornò disteso e disse “Niente da fare, non ci posso riuscire. Ma tu continua pure, mi piace vedere come lo fai”
“Ma mi dispiace che tu… senti, vuoi che io…” iniziò Elliot
“No!” rispose Merle categorico, avendo già capito la frase “Un conto è se riesco da solo, ma non chiedo a mio figlio di succhiarmelo, dai!”
“E che sarà mai, succhio sempre il mio cosa cambia?”
“Cambia, mi sembra di sfruttarti. E poi il mio fa schifo, non come il tuo”
“Oh quante storie, te lo dico subito” rispose Elliot e senza troppi preamboli scese e glielo prese in bocca.
“Sì ammetto che ha un po’ più di sapore rispetto al mio” disse subito “Ma non mi fa schifo. Da quant’è che non te lo fanno?”
“Da...anni, ma non è questo il punto. Allora te lo faccio io prima.”
“Io non ne ho bisogno, faccio da solo. Rilassati e goditi il momento, su!”
“Ahuuuuuufff e va bene testone di un testone!” esclamò infine Merle.
Elliot si mise così al fondo del letto ed iniziò a fare movimenti su e giù leccando tutto intorno. Cercò di celare al massimo quello che provava, man mano che leccava sentiva un sapore molto forte nonostante avesse detto che non era così, ma non voleva darlo a vedere al padre quindi lo nascose.

Merle dal canto suo si abbandonò al momento come aveva detto Elliot, ma in realtà non stava provando molto piacere. Dopo mezzo minuto Elliot si alza e dice “No, in questa posizione non riesco, sono abituato a me stesso” e quindi si gira di posizione mostrando le natiche glabre al padre.
Da quel preciso momento Merle inizia a godere, sicuramente era vero ciò che diceva, così è come era abituato, e lavorava egregiamente.
Da quando si era girato, avendo già lavorato un po’ dall’altro lato, Elliot smise di sentire gusto acre e si godette anche lui di quello che stava facendo per dar piacere al padre.
Dall’altro lato Merle, appoggiato ai cuscini, si trovava a 20 cm dal culo di Elliot. Lo prese tra le mani e lo accarezzò, prima le natiche e poi il buchetto. Poi gli venne in mente quello che praticava con la figa nei tempi passati, e così iniziò prima a solleticare il buchetto con il naso, poi diede un piccolo bacio, poi un’altro a schiocco e poi iniziò a leccare e infilare la lingua dentro battendo sul buchetto, mentre continuava a massaggiare le natiche.

Sentì tra le sue mani il figlio avere una scossa di brivido, ma non disse nulla continuando con il suo lavoro e quindi proseguì anche lui.
Gli piaceva da morire quello che stava facendo ad Elliot e godeva all’impazzata per quello che stava ricevendo da lui. Erano da almeno 3 anni che non riceveva un pompino, ma non se lo ricordava fatto così bene da nessuna donna.
Tuttavia temeva di non dare sufficiente piacere ad Elliot solo così, quindi mentre continuava a baciargli buchetto e natiche, con le mani iniziò a segarlo e ad accarezzarlo ovunque.
Lo sentì tremare e contorcersi dal piacere, ansimando senza mollare la presa dal suo pisello, mentre lui si sentiva sempre più vicino al culmine del piacere.
Stava per dirgli di staccarsi perché stava venendo, quando Elliot si contorse un’ultima volta andando indietro col culo, a causa di un orgasmo incontrollato. In quel momento si staccò dal pisello del padre con la bocca, tenendolo tra me mani, urlò un “Ahhh” e venne di colpo.
Andando indietro come aveva fatto, il pisello di Elliot finì proprio a livello del viso di Merle. Il padre non esitò e, per ripagarlo del lavoro, lo accolse in bocca prendendo tutto il suo succo.
Elliot da canto suo cercò di tornare in posizione ma in quel momento anche Merle venne, schizzando copiosamente sul viso sul collo e nei capelli del figlio, che ridendo si voltò verso il padre e gli diede un caldo bacio.

Stava quasi per addormentarsi in quel modo quando Merle ridendo disse “Elliot, puzzi! E coli!” al ché andarono a farsi una nuova doccia insieme prima di tornare a dormire.
Non parlarono dell’accaduto né quella sera né i giorni seguenti.
Tuttavia, nonostante ciò non vi fu alcun imbarazzo tra i due, la notte seguente tornarono a dormire e a coccolarsi come sempre con baci tranquilli.

Ormai era ottobre e le notti scozzesi iniziavano a raffrescare molto, ma l’abbigliamento notturno di Merle non cambiava. Elliot, al contrario, subiva maggiormente il freddo e quindi ogni notte dormiva più attaccato al padre. “Sei il mio scaldasonno personale” gli disse una sera abbracciandolo sotto le coperte.
“Secondo me ti scalderesti di più se dormissi come me” rispose Merle “Pelle a pelle fa più contatto”
Elliot così fece, e dovette dare ragione al padre perché, nonostante la quasi nudità, sentiva maggior calore che con il pigiama indosso.
In realtà anche Merle era contento di quello, perché così lo sentiva ancora più vicino.

Abbracciato al padre e appoggiato al suo petto, come sempre, Elliot spostò la gamba e con essa sentì un indurimento negli slip di Merle.
“Ti è venuto duro Papà?” chiese tranquillamente
“Sì un po’, mi piace averti così”
Per un attimo nessuno disse niente, poi Elliot chiese “Avevi mai fatto queste cose con un maschio?”
“No mai. A parte qualche sega insieme e una toccata fugace quando avevo la tua età con un paio di amici, ma nulla di che. E tu invece?”
“No, mai nulla, ma neanche con ragazze. Però… non credo che mi piacciano le ragazze.”
“Che problema c’è se ti piacciono i ragazzi?” gli rispose Merle con un sorriso, e lui fece altrettanto.
“L’altra volta non ti ha fatto schifo farti venire in bocca? A te non piacciono i ragazzi, dovrebbe far schifo” disse Elliot all’improvviso
“Credo che non mi faccia schifo niente con te, sei il mio bimbo. E poi non era acido lo sperma, pensavo di sì invece no, era dolce. Tu quando te lo succhi cosa fai, lo sputi?”
“No no, mando già tutto e lecco bene intorno, così rimane bello pulito e non sporco niente”
“Sei semplicemente perfetto! E dimmi, ti piaceva quello che ti ho fatto io con la lingua al tuo buchetto, vero?”
“Sì ho goduto tanto, non mi era mai successo di sentire quella sensazione”
“Lo immaginavo, ti sentivo tremare e fremere. E a me è piaciuto fartelo”
“Me lo rifai papà? Io ti faccio quello che vuoi”
“No, tu stai comodo, oggi faccio tutto io” rispose Merle, mentre sfilava i boxer al figlio e metteva a nudo il suo pacco ancora in mezza erezione.

Lo fece sistemare a pecorina ed incominciò a baciare e leccare l punta del pisello che prese via via vigore. Continuò a pompare dolcemente per un po’, per poi scivolare dietro e fece lo stesso della volta precedente. Ma questa volta alternava il retro con il davanti, succhiando, baciando, leccando ed accarezzando.
Elliot, immobile il quella posizione, era tutto un fremito. Merle quindi lo prese e lo capovolse sul letto, andando su di lui iniziò a baciarlo, in bocca ed ovunque. Elliot nel frattempo gli sfilò gli slip liberando la sua forte erezione.
Merle tornò al pisello del figlio e ricominciò a pompare ma in modo più deciso di prima, tenendo Elliot con le mani sul petto. Alzandogli le gambe si spostò nuovamente al buchetto per poi tornare a baciarlo.
In questa posizione puntava il suo membro, duro come non mai, proprio nel punto dove un attimo prima aveva la lingua.

Mentre muoveva la lingua nella bocca del figlio dava dei piccoli colpi con la punta sul buchetto, senza spingere forte, che diedero ad Elliot ulteriori brividi di piacere.
Ripeté questa alternanza per alcune volte finché non capì di essere verso la fine, così si dedico con la bocca interamente al membro del figlio, succhiando senza sosta.
Elliot respirava a fatica gemendo e tremando, finché in un grido quasi simile a un ruggito venne copiosamente nella bocca di Merle. Questi, dopo aver ingoiato il possibile del seme del figlio, si posizionò su di lui, lo baciò profondamente per qualche minuto, quindi gli augurò buona notte.
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