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I MacWalley - cap1


di Kainman
05.08.2022    |    10.166    |    1 8.8
"Merle, tuttavia, non potendo leccarsi da solo provava a passarsi le dita sulla cappella sovente e a leccarle o annusarle, per capire meglio cosa provasse il..."
Elliot McWalley viveva con la madre Norall nella contea di Brissen. Non aveva mai vissuto con nessun altro se non lei, perché si era separata dal marito quando Elliot era ancora quasi In fasce. Da sempre viveva nel solito tram tram scozzese quotidiano, scuola, spiaggia e casa. Che poi casa in realtà era un faro, che la madre gestiva fin da quando lui ne aveva memoria.

Stava per compiere 17 anni quando un tragico incidente in auto portò Norall in coma per diversi mesi, prima di passare a miglior vita.
Ancora minorenne Elliot non aveva nessun altro famigliare o tutore possibile, se non quel tanto lontano padre che Norall non aveva mai voluto facesse parte della vita di suo figlio.
Il giorno successivo all'incidente, Merle McWalley ricevette una telefonata dagli assistenti sociali della polizia di contea, comunicandogli quanto successo e che era stato ripristinato come tutore del figlio. Sarebbe stato inoltre gestore del faro fino al diciottesimo anno di età di Elliot.

Merle temeva l'inizio della convivenza forzata, ma nonostante l'evento traumatico Elliot non lo rifiutò, al contrario legò subito con suo padre biologico, nonostante negli anni precedenti l'avesse visto un numero molto esiguo di volte.
Il ragazzino aveva ereditato dalla madre un alloggio, diverse proprietà terriere e due ville di un certo valore ma, sebbene a lui non fossero mai interessate, per poterle mettere in vendita doveva aspettare la maggiore età.
Il desiderio più grande che possedeva era di poter fare un viaggio in barca nell'oceano e finalmente aveva trovato chi coltivava la sua stessa passione: suo padre. Il giorno stesso del diciottesimo di Elliot, Merle perse l'obbligo di gestione del faro ed Elliot poté mettere in vendita quasi tutti i suoi possedimenti. Entrambi avevano da parte dei risparmi non indifferenti, quindi appena ebbero sbrigato tutte le pratiche comprarono la barca tanto desiderata e, dopo aver ottenuto la patente nautica, salparono per l'agognato viaggio padre-figlio.
Programmarono a lungo il loro tragitto, tutte le isole, le terre e i mari da solcare. La loro avventura era iniziata.

La gestione di una barca non è affar da poco, e, dopo un mese di navigazione, anche la stanchezza iniziò a farsi sentire, quindi decisero di procedere con maggior tranquillità, rimanendo spesso al largo a godersi il mare ed a pescare.
In quel momento si stabilirono al largo del portogallo meridionale, rimanendo in mare aperto la maggior parte del tempo tranne per rifornimenti.
Merle si occupava della parte meccanica e di governo, mentre Elliot, abile in cucina e maniaco del pulito come sua madre, pensava per lo più a questo. Ma tolto ciò la maggior parte del tempo la passavano a pescare e a rilassarsi. Da buoni scozzesi quali erano, partirono dall’essere particolarmente chiari di carnagione ma ora entrambi si stavano scurendo molto.
Elliot aveva un corpo esile ma con il tempo si stava irrobustendo. Merle, al contrario, con i suoi 45 anni portava sempre un po’ di pancetta sotto il suo petto villoso, ed ora si stava tonificando.

Come già detto, Elliot era un maniaco del pulito. Merle, invece, spesso trascurava la propria igiene, tanto che Elliot stesso lo rimproverava con “Papà puzzi!” quando notava che il padre non si lavava o cambiava a sufficienza in quelle giornate così calde.
Con i suoi rimproveri si rimetteva in riga, cambiandosi e lavandosi a dovere. Era stato per molti anni da solo e aveva avuto in quel tempo un aspetto un po’ trasandato, insieme al suo modo di vivere. Ma ora che era con Elliot cercava di atteggiarsi diversamente, anche se non era facile cambiare abitudini.

Era luglio inoltrato ormai, a quelle latitudini la temperatura saliva nonostante la ventilazione dell’oceano, infatti ormai stavano tutto il tempo in mutande se non dovevano scendere a riva.
Il letto era uno solo in cuccetta pertanto i due dormivano nello stesso. Una sera, dopo essere stato raggiunto a letto dal padre, subito lo rimproverò con il solito “Papà, puzzi”
Ma Merle rispose “Ma come puzzo? Mi sono fatto la doccia mezzora fa!”
“Ti dico che puzzi tanto, fammi sentire” rispose, e andandogli vicino iniziò ad annusarlo vicino ai capelli, poi il petto e le ascelle e non sentì nulla, ma scendendo nel basso ventre fece una smorfia “Papààà! Devi cambiarti le mutande” esclamò indicando gli slip ingialliti del padre
“Ma non ne ho tante e sudo e non le ho da cambiarmi sempre”
“Allora stai senza così non sudi e non puzzano!” rispose quasi scocciato il figlio
“Ma così sono nudo” rispose Merle un po’ stupito
“Tanto ci siamo solo noi qui. Ecco, sto senza anche io almeno devo lavare meno roba” rispose Elliot sfilandosi i boxer. Infatti si occupava lui del lavaggio anche degli indumenti, compresi quelli di suo padre.

Da quel giorno iniziarono a passare le giornate in totale naturalezza. All’inizio con un po’ di imbarazzo ma poi si abituarono e fu normale.
Un giorno particolarmente caldo ad inizio agosto, attraccarono al porto di Setùbar per rifornimenti. La sera tornarono a bordo e si allontanarono dalla costa.
Esausti per la sfacchinata si buttarono sul letto prima di cena. Non era più successo di recente, ma Elliot tornò con un nuovo “Papà Puzzi” e lo mandò a lavarsi. Tornato dal bagno Elliot iniziò ad annusarlo da capo a piedi per verificare che fosse a posto.
Da quel momento iniziò la prassi di ogni sera, prima di lasciarlo coricare lo annusava completamente. Così facendo lo abituò alla pulizia come si deve, finché però una sera gli disse “Papà sei migliorato nella pulizia ma...ti puzza un po’ il pisello”
“Oh ma dai! E’ normale, anche se mi lavo, che un po’ puzzi di pisello suvvia”
“Non è vero, non è normale. Il mio non puzza mai”
“Non ci credo un po di odore ce l’avrai dai”
“Annusa” gli rispose Elliot, e così fece.
Prima lo annusò da una spanna di distanza, come faceva Elliot con lui, poi più vicino fino quasi a toccarlo con il naso, ma era vero ciò che sosteneva, non sentiva alcun odore
“Ok ammetto che hai ragione, adesso appena lavato, ma tipo dopo la notte vedrai che puzzerà anche il tuo”
“No, neanche allora, vedrai tu, che ho ragione”
Andò in bagno e si fece un bel bidet con molto sapone, e quando tornò Elliot fu soddisfatto del risultato.

Il mattino seguente si svegliarono insieme e, prima di alzarsi Merle disse “Adesso vediamo se non ho ragione” avvicinandosi nuovamente al pube del figlio, ma nulla, nessun odore sgradevole. Alla sua faccia stupita Elliot sorrise, ma fu quando il padre glielo scoprì per annusargli da vicino la cappella, normale fonte di odori, che si mise a ridere.
“Non ha mai nessun odore e neanche gusto, te l’assicuro”
“E come fai a saperlo? Chi ti ha detto che non ha nessun gusto cattivo?” disse Merle ancora stupito
“Lo dico io, quando me lo succhio non sento nessun gusto, è come se mi mettessi in bocca un dito”
Merle era esterrefatto “Te lo succhi? Riesci a succhiartelo da solo?”
“Sì Sì, io quando voglio sfogarmi invece di segarmi di solito mi faccio un pompino. Perché, tu non l’hai mai fatto da giovane?”
Non avevano mai parlato molto di sessualità i due, e comunque mai così apertamente, ma ora il rapporto era diventato molto stretto e più libero.
“Ma figurati, non ci ho mai neanche provato, ma non ci sarei riuscito comunque sono troppo rigido. Ma come fai a farlo? Ti pieghi?”
“Beh adesso non ho voglia e non è duro, ma ti faccio vedere come faccio” e di risposta si piegò a panino raggiungendo e mettendo in bocca senza alcuno sforzo il pisello moscio, che si avvicinava quasi alle dimensioni di quello di Merle
“Cavolo! Ne avevo sempre sentito parlare ma mai visto davvero! Ma non ci credo che neanche dopo tutta la notte non senti un saporaccio, dai è impossibile”
“Eh papà che vuoi che ti dica, prova tu?” rispose Elliot ridendo.
Anche Merle rise, ma poi lo guardò negli occhi serio, si abbassò e glielo prese anche lui in bocca leccando per qualche secondo.
Questa volta Elliot rimase sorpreso dall’azione del padre, che subito esclamò “Non so come sia possibile, il mio neanche dopo trucco e parrucco non sarebbe così”
“Vatti a fare il bidet poi te lo dico” disse di risposta
Andò in bagno e si lavò per bene, come detto dal figlio, poi tornò e perplesso andò da lui. Elliot si avvicinò nuovamente, lo scoprì e disse “Ben profumato” quindi lo leccò per due secondi, ma poi si tirò indietro ridendo “No! Hai ragione, ha un sapore forte anche dopo lavato!”
“Scusami! Non avrei dovuto lasciarti provare, scusa!” disse rattristato
“Ma va! volevo provare io, e poi se ti lavi tanto come faccio io secondo me poi rimane meglio, prova!”

Da lì in poi Merle fece come diceva il figlio, ma non fecero più altre prove di “assaggio” per il momento. Merle, tuttavia, non potendo leccarsi da solo provava a passarsi le dita sulla cappella sovente e a leccarle o annusarle, per capire meglio cosa provasse il figlio. Comprese anche perché né Norall né altre donne con cui era stato avessero voluto praticare sovente sesso orale con lui. Dopo qualche giorno di pulizia più accurata non sentiva più odori strani e se ne compiacque.
Una sera Elliot lo vede annusarsi e leccarsi due dita sfregate sotto il prepuzio e si mise a ridere, gli andò vicino e disse “Aspetta, provo io”.
Merle rimase immobile, quasi trattenendo il fiato, quando Elliot si abbasso, lo annusò, quindi scoprendo se lo prese in bocca simulando qualche movimento di pompino. Si staccò e sorridendo disse “Bravissimo! Sentito quasi nessun odore o gusto molesto!”
Il loro viaggio in barca continuò ancora qualche tempo, con la previsione di terminarlo nei primi giorni di settembre quando Elliot avrebbe dovuto tornare a scuola.

Una mattina di fine agosto, quando si trovavano al largo del sud della Spagna, il mare improvvisamente prese vigore a causa del forte vento e la barca oscillò fortemente.
In quel momento Elliot si trovava vicino alla poppa che preparava l’attrezzatura per pescare, perse l’equilibrio e rischiò di cadere in mare, rimanendo aggrappato al bordo.
Merle, che si trovava a prua subito accorse alle grida di aiuto del figlio e lo aiutò riportandolo in salvo.

Si spaventarono molto entrambi ed Elliot si fece un po’ male a un braccio per tenersi, così Merle lo accompagnò nella cuccetta e rimase con lui.
“Mi hai spaventato da morire” gli disse e lo abbracciò da disteso accanto a lui sul letto.
Di risposta Elliot si mise con la testa sulle sue spalle distendendo il braccio destro dolorante sul suo petto villoso.
Rimasero in quella posizione per un po’ finché entrambi si tranquillizzarono ed Elliot si assopì sotto le continue carezze di Merle, sentendo il suo battito del cuore con l'orecchio appoggiato al petto.

Il figlio si risvegliò ad un certo punto sentendo qualcosa che lo solleticava in fronte. Era la barba incolta di Merle che non aveva smesso di accarezzarlo mentre ogni tanto gli dava qualche bacio affettuoso in fronte, si era davvero spaventato prima.
Al ché Elliot alzò la testa per dirgli “Papà devi farti la barba, mi fai il solletico” ma proprio nell’istante in cui lo fece il padre aveva deciso di dargli un altro bacio in fronte.
Il risultato fu un bacio diretto sulle labbra del figlio. Subito si staccarono e risero, ma poi Elliot riavvicinando la bocca alla sua gliene dà un altro. Risero di nuovo, ma ripeterono questo gioco diverse volte, aprendo via via la bocca si diedero baci simili, senza usare la lingua, “Fatti la barba, pungi” disse al padre dopo un po’ ma continuò ancora con i teneri baci in bocca.
Dopo un po’ il figlio si stacca per appoggiarsi nuovamente sotto la sua spalla e fece un lungo respiro.
“Papà non puzza oggi?” chiese Merle sorridendo
“No, profuma di papà” rispose lui ricambiando il sorriso, e stringendosi al petto.
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