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incesto

Mai dire mai


di vintage69
23.03.2010    |    82.201    |    3 8.4
"“Spingi caro, spingi, non ti fermare, dai forza si sii”..."
La prima volta con zietta
Mai dire mai

Sì, mai avrei pensato di vivere un’esperienza come quella che sto per narrare.
Mi chiamo Giulia, trent’anni, insegno matematica e fisica in un liceo scientifico. Alta 1,70, capelli rosso tiziano, occhi verdi, terza di seno.
Da circa tre anni sono single, serenamente single, e a digiuno di sesso anche se a volte mi assalgono fantasie erotiche che riesco però a controllare... per ora.
Il mio adorato nipote Luca, quasi diciottenne, frequenta il quarto anno nello stesso liceo dove insegno, logicamente in altra sezione.
Luca viene spesso a casa mia a studiare. Si trova a suo agio lontano dall’essere disturbato dai fratelli più piccoli. Due veri monelli.
Nel mio studio può usare liberamente internet, ha molti libri a disposizione, ovviamente anche testi di matematica e fisica dove poter ripassare queste materie. Spesso gli faccio ripetizione quando stenta ad assimilare le nozioni impartite a scuola.
Un giorno rientrai in casa prima del previsto. Sapevo che Luca era in casa; il suo motorino era parcheggiato in giardino.
Volendogli fare una sorpresa mi avvicinai silenziosamente allo studio. La sorpresa l’ebbi io. Sul monitor del PC scene porno e Luca che si stava masturbando. In mano un pene enorme. Mai avrei immaginato che il mio nipotino alto e magro celasse un cazzo di quelle dimensioni. Sentii come un crampo all’inguine, mi allontanai in silenzio e uscii di casa assai scossa.
Per giorni non pensai ad altro. Quella scena mi aveva turbata ; vedevo in continuazione la mano di Luca menare quel l’enorme cazzo. Scene di amplessi affollavano la mia mente. Non era normale questo atteggiamento e ne parlai con la mia più cara amica, una psicologa.
Alla fine mi disse “Giulia, tre anni di astinenza sono tanti; ora, nipote o non nipote se vuoi uscire da questa situazione va dove ti porta la fica". E andai.
Un giorno rientrando in casa Luca mi venne incontro baciandomi sulle guance. “Ciao zietta! Sempre bella e elegante” ”Tutto bene caro?”
“Si zia tutto a posto, qualche difficoltà con un problema di mat”
“Bene, vado a fare una doccia veloce e poi ne parliamo”
Dopo la doccia indossai una vestaglietta corta e semitrasparente e entrai nello studio. Non era certo una mise appropriata ma ero ancora stordita dalla visione di Luca al PC. Il mio corredo ormonale era in subbuglio.
Vidi un lampo nello sguardo di Luca
“Zietta sei bellissima sei, sei…”
Forse voleva aggiungere sensuale ma lo interruppi.
“Dai vieni a sedere qui e vediamo il problema che non riesci a risolvere.
Sedendomi la vestaglietta salì ancora scoprendo quasi completamente le cosce. Sentivo gli occhi di Luca su di me.
Nel prendere un libro mi scomposi, la vestagia si spostò e un seno proruppe fuori. Luca non si trattenne più e “Zia mia che meraviglia”; cercai di darmi un tono che non volevo darmi e sentii una mano forte e calda posarsi sulla mia tetta. Vedevo la patta dei suoi jeans gonfiarsi a dismisura. Audacemente infilò l’altra mano nella scollatura e prese l’altra mammella. Avrei voluto ribellarmi ma volevo che accadesse quello che stava succedendo. Allora posai la mia mano sul gonfiore dei pantaloni e avvertii una durissima presenza. Mentre Luca mi slacciava la vestaglietta abbassai la lampo. Volevo quel cazzo, lo volevo con tutta me stessa, senza pensare a niente altro.
Riuscii a districare il pene di Luca e non senza fatica riuscii ad impugnarlo ed estrarlo dai calzoni. Mamma mia, mai immaginato di poter tenere in mano un simile mostro.Eravamo persi uno nell’altra. Lui arrivò dentro i miei slip e lo sentii frugare nella fica.
“Zia zia mia” sussurrava. Quasi senza accorgersene mi ritrovai nuda sul divano con Luca che annaspava sopra di me cercando di montarmi. Mi calmai e preso di nuovo in mano la situazione, cioe quel meraviglioso membro, lo guidai, non sensa timore, verso la vulva in fiamme. Sentii la cappella poggiarsi sull’ingresso della mia intimità. No, non poteva entrare, grosso com’era. “Piano, Luca piano”. Mi stava facendo male, mi stava aprendo , spaccando la fica. “Aspetta, entra piano, mi fai male”
“Oh zietta, zietta mia, mi dispiace lo tolgo”
“Non ti azzardare, solo spingi dolcemente e aspetta che la mia fica si adatti al tuo cazzone”. Lentamente, guidato dalla mia mano cominciò a penetrarmi, centimetro dopo centimetro. Mi sentivo veramente spaccare in due. Dopo tanta astinenza la passera si era come ristretta ma lentamente il dolore si stava tramutando in un piacere intenso. E lui entrava sempre più profondamente. Mi sfugìi un gemito di piacere e lui affondò con un ultimo forte colpo e… venni come una pazza. Non finivo di godere. Piacere misto a fitte dolcemente dolorose e lui sempre enorme e durissimo in vagina.
“Ora muoviti Luca, pompami, spingi, scopami forte”. Cominciò a martellarmi la fica con colpi decisi. Il cazzo, nel muoversi su e giù produceva suoni come di risucchio che mi deliziavano.
“Spingi caro, spingi, non ti fermare, dai forza si sii”. Non si trattenne più e sentii i suoi schizzi bollenti inondarmi la fica e mi abbandonai ad un orgasmo mai provato.
Per un po’ si sentirono solo i nostri respire che tentavano di ritrovare un ritmo normale.
Quando mi alzai vidi su una coscia alcune gocce di sangue che pulii con la mano.
“Zia, Zia mia è da sempre che sogno questo momento. Anche quando mi masturbavo al PC , mentre venivo pensavo solo a farlo dentro di te. Mi sono svegliato anche la notte e dovevo masturbarmi per calmarmi. E vedevo sempre te.”
“Caro, non credo diaver fatto una cosa giusta, mi sono lasciata trasportare dalla lussuria”
“No zia, no. E’ stato bellissimo per me e credo anche per te e sarà il nostro segreto per sempre”. “Sì tesoro, meravigliosamente bello”
“Allora niente remore solo che... posso guardarti la passerotta. I tuoi peli rossicci mi fanno impazzire solo ad immaginarli e sono stati oggetto di decine di seghe”
“Ma sì, vieni caro“. Aprii le cosce e gli feci esplorare la mia intimità. Mi carezzò il pube dolcemente, con un dito esplorò tutta la mia apertura provocando brividi di piacere. Inumidito dal mio umidore esplorò il buchino penetrandolo dolcemente. Ansimavo. Pazza pazza mi dissi mentre decisi che lo volevo nel culo, nel mio culetto vergine, però esitavo. Se mi aveva fatto male in fica nel culo mi avrebbe dilaniata.
Però il solo pensiero di essere inculata dal mostro mi fece inzuppare la fica. Sentivo gli umori colare dalla vagina. Mi decisi, mi girai, sollevai le natiche e sussurrai “Ora inculami”.
Con foga mi strinse i fianchi, poggiò la cappella ancora umida dei miei umori e spinse con forza. Era troppo eccitato e spinse con violenza. Sentii tutto il peso della sua spinta. La cappella, la sua enorme cappella, forzava l’entrata; spingeva, spingeva e alla fine sprofondò nel culo. Aveva mezzo cazzo dentro di me e mi sentivo scoppiare. Che male, che dolore ma era tutto troppo eccitante perché potessi sottrarmi a quel supplizio.
Mi abbracciava stretta ,una mano a torturarmi i capezzoli, l’altra ad accarezzarmi la pancia ,il pube. Mi dava rapidi colpetti con un dito sul clitoride e penetrava la fica fradicia.
Ripreso fiato dette ancora un colpo e con un forte gemito realizzai di avere il culo riempito completamente dal mio Luchino. Cominciò a muoversi, e mentre venivo inculata con decisione sentii il dolore tramutarsi in un piacere intenso, sconvolgente, neppure mai lontanamente immaginato.
E venne l’orgasmo. Credo di essere venuta per qualche minuto, senza esagerazione. Venivo, venivo senza fermarmi, il cazzo che mi schiantava e io che continuavo a venire. Non so se gridai gemetti, sentii però chiaramente Luca emettere un gemito lungo, come un lamento sofferto e inondarmi giù, nel profondo del culo.
Uscì dal culetto con un suono simile al flop di un tappo di bottiglia. Ero ancora prona sul divano che Luca gridò “Oh mamma mia zia cosa t’ho fatto! Zietta mia” Che succede Luca?”
"Hai …Hai un buco enorme lì nel… insomma nel culetto” “Tranquillo caro, lentamente i muscoli riporteranno il tunnel che mi hai fatto alle dimensioni normali; va tutto bene, anzi a meraviglia”.
Mai avrei pensato di provare quello che avevo vissuto ma... mai dire mai.
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