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Prime Esperienze

La splendida Sara 2


di vintage69
23.03.2010    |    22.876    |    0 8.3
"“Venere che esce dalle acque” “Direi più Sara che esce dalle mutandine” disse con l’usuale ironia..."
La splendida Sara 2

Rividi Sara dopo alcuni giorni. Era ancora più bella. Il sole e il riposo avevano conferito alla sua pelle una lumisosità così evidente da renderla ancora più desiderabile. Ci scambiammo un fugace e complice sguardo e iniziammo a parlare di libri e di storia. Eravamo con le rispettive famiglie che mai avrebbero dovuto nemmeno immaginare quello che c’era stato tra di noi.
Stavamo sorseggiando delle bibite quando la sorella di Sara annunciò che sarebbe dovuta rientrare in città per tre o quattro giorni. Doveva portare i figli a fare delle visite specialistiche prenotate da tempo.
Sara disse subito che aveva paura a rimanere sola in quella casa isolata. Fu una mossa astuta anche se comportava il rischio che venisse invitata ad unirsi alla sorella nel viaggio in città.
Invece la sorella propose che avrei potuto dormire io nel lettino del soggiorno e fare compagnia a Sara.
I miei non si opposero così due sere dopo mi presentai a casa di Sara.
Mi aprì la porta con un sorriso malizioso; ci abbracciammo spontaneamente regalandoci un lungo bacio.
“Sei stata furbissima ma se non avesse funzionato il tuo stratagemma?”
“Ne avrei escogitato un altro” disse ammiccando.
Aveva un vestito bianco con tenui fiori azzurri molto attillato, una scollatura a barchetta molto generosa, scarpe nere col tacco.
“Sei uno schianto” Dissi. Sorrise compiaciuta. Avevamo già cenato e mi offrì una bibita fresca con dei dolci fatti in casa.
Parlammo un po’ ma ognuno pensava a quello che sarebbe successo di lì a poco, però lei, maliziosa alquanto, disse: “Ecco, tu puoi dormire qui. E’ un bel letto comodo, non dovresti avere problemi”. Sentii la delusione montare dentro di me e dovetti assumere una espressione di tale sconcerto che provocò una grande risata in Sara. “Vedessi che faccia hai fatto, ma dai sciocchino sto scherzando. Vieni, il letto dove dormirai è nell’altra stanza".
Un grande letto troneggiava nella stanza di Sara. Un letto con spalliere d’ottone alto e ampio. Ci si gettò sopra allegramente e nel salto la gonna volteggio scoprendo le sue splendide gambe.
“Dai, vieni qui vicino a me”. Mi accostai, mi attirò sul letto e mi abbracciò felice come una ragazzina.
Nell’abbraccio sentii la pressione dei suoi seni, avvertii il calore delle sue cosce, il profumo della sua pelle. Che sensazione meravigliosa.
“Lo sai che sto molto meglio questi giorni. Ho riscoperto le belle cose che ci sono intorno a noi ed è tutto merito tuo, della splendida mattinata passata insieme su al boschetto.”
Se io sentii la pressione del suo corpo lei avvertì distintamente quella del mio anzi di una parte ben specifica . Anche attraverso i vestiti Sara avvertì la mia erezione e mi sussurrò
“Vuoi spogliarmi caro?”
“Sì certo non vedo l’ora di vederti nuda.”
Le slacciai il vestito abbottonato sulla schiena. Sfilò le braccia e slacciando la cintura il vestito si afflosciò ai suoi piedi. Rimase in reggiseno e mutandine, la stessa combinazione che aveva nel nostro primo incontro.
“Mamma come sei bella”. La vidi compiaciuta per il complimento. Si girò per farsi slacciare il reggiseno, cosa che feci immediatamente. Si girò di nuovo e l’ebbi difronte. Mi beai della vista di quelle deliziose mammelle, perfette, invitanti, lussuriose.
Infilò le lunghe e affusolate dita nell’elastico delle mutandine e le fece scivolare sui piedi uscendone fuori con eleganza.
“Venere che esce dalle acque”
“Direi più Sara che esce dalle mutandine” disse con l’usuale ironia.
Rimasi a guardarla a lungo tanto che fu lei ad avvicinarsi.
“Vuoi che ti spogli io?”.
Così dicendo mi tolse la camicia accarezzandomi il petto. Le piacevano i peli del mio torace. Sbottonò lentamente i jeans che feci calare sul pavimento.
Ero in slip, gonfiati da un cazzo che stava per esplodere d’eccitazione. Si chinò con grazia, mi abbassò gli slip e mi stampò un bacio proprio sulla cappella sguainata. Si alzò lentamente aderendo al mio corpo e mi fece sentire tutte le due forme.I seni strusciarono il cazzo eretto, poi il ventre e poi sentii i morbidi peli del suo pube.
Avrei voluto entrare in lei ma mi trattenne.
“Aspetta caro aspetta, godiamoci ogni momento”
Si stese sul letto, aprì le cosce con un languido movimento e mi invitò a raggiungerla. Era una visione mozzafiato. Bellissima, nuda, a gambe aperte, disponibile a tutto. Salii sull’alto letto, le carezzai un piede, bello, con le unghie perfettamente laccate. L’avvicinai alla guancia e lo baciai sul dorso. Continuai poi baciando la caviglia e bacio dopo bacio arrivai alla coscia calda e vellutata. Vedevo nei suoi occhi una languida sorpresa per il mio attegggiamento e continuai a baciare fino a poggiare la guancia sui peli del pube. Mi riempii la bocca di quei peli morbidi e setosi poi scesi sulla fica. Profumava di mare e di chanel, un sapore delizioso, vagamente salato, vischioso. Titillai il clitoride con colpetti di lingua poi scesi ancora e la penetrai infilando la lingua in profondità fin dove potevo arrivare. Mi deliziavano i suoi gemiti, le sue parole sussurrate appena. “oooh sì, caro, così così, è bellissimo, oh che bravo sei”.
Tornai sul clitoride succhiandolo e leccandolo e quando in un impeto di libidine estrema lo morsi appena, Sara venne sulla mia bocca. Inarcò il bacino e strinse con forza la mia testa fra le sue cosce fremendo in tutto il corpo. Le strinsi i seni come per sorreggerla finchè non si distese, rilassandosi dopo l’orgasmo.
Passarono alcuni minuti; le accarezzavo fianchi e seni e lei , dolcemente, passave le sue lunghe , affusolate dita tra i miei capelli.
Si sollevò poggiandosi su un gomito, mi guardò negli occhi “ Vieni, stenditi, ora tocca a te”.
Feci quanto suggerito. Lei si avvicinò, mi baciò sulla bocca poi scese sul petto giocando un po’ con i peli. Mi succhiò e mordicchiò un capezzolo, poi scese sul ventre e infine impugnò il cazzo e cominciò a leccare la cappella.Leccò la punta poi scese lungo l’asta fino ai testicoli. Risalì e ingoiò il cazzo fino alla base.
Ero in trance. Lei continuava a far entrare e uscire il pene dalla bocca con una lentezza esasperante. Una sensazione meravigliosa, struggente. Non resistendo più spinsi il bacino verso la sua bocca; lei capì e iniziò la fase finale del pompino accelerando il ritmo fino a provocare non un semplice orgasmo ma un’eruzione di sperma. Quasi soffocò ma continuò fino alla fine ingoiando ogni stilla di eiaculato. Alzò infine il viso dal mio pube. Un rivolo di liquido bianco e gelatinoso le colava dall’angolo della bocca. Mi avvicinai, leccai quel residuo di pompino e la baciai assaporando la sua bocca impregnata di sperma.
Restammo abbracciati per qualche tempo poi ripresi le forze che Sara mi aveva succhiato, cominciai a baciarla dietro l’orecchio, poi sulla bocca, sul collo fino ad arrivare sul seno. Leccai, succhiai e mordicchiai un capezzolo; una mano risaliva sulla coscia fino a raggiungere i peli pubici e la fica umida più che mai.
Mi strinse forte e con voce resa gutturale dalla passione implorò “ Ora mettilo dentro, montami, infilami il cazzo non resisto più scopami, scopami” Entrai in lei con l’impeto di un toro da monta. Emise un grido di sorpresa e di sottile dolore e ci abbandonammo ad una scopata intensa, quasi delirante, impetuosa. Raggiungemmoo l’orgasmo all’unisono stringendoci in un convulso fremente abbraccio.
“Così mi uccidi tesoro” sussurrò. ”Sono schiantata, non ho più forze. Mi brucia la fica ma è stato meraviglioso".
Forse dormimmo un po’ ma mi svegliai che stavo rimontandola ancora. Il cazzo di nuovo durissimo cercava la via dlla fica. Lei aprì di nuovo le cosce piacevolmente sorpresa dal mio nuovo assalto.
“Ancora?” disse fiebilmente “Mi vuoi ancora”. “Sì cara si, ti voglio, ti voglio ancora, sono pazzo di te”.
Ritrovai la deliziosa umida via e la penetrai di nuovo. Stavolta fu una scopata lunga e tranquilla, Con colpi lunghi e profondi conficcavo il cazzo nella vagina. Si avvinghiò con le gambe alla mia schiena, eravamo diventati un unico corpo. Passai le mani sotto di lei per poi tenerla forte per le spalle. Quasi battè la testa alla spalliera sotto i miei colpi. Spingevo, la baciavo, la stringevo e stavolta, quando venne non potè trattenere un forte grido. Quasi rantolando mi invitava a colpirla piu forte “Si amore, più forte, aprimi, spingi più in fondo, sì più forte squassami la fica.”
La seguii con una sborrata memorabile. Sentivo il cazzo sobbalzare ad ogni schizzo fremere sempre di più ad ogni spinta fino ad accasciarmi stremato sulla meravigliosa splendida Sara.
“Beh mio dolce stallone, vedo che hai imparato in fretta. Sinceramente, uomini più esperti di te non mi hanno mai fatto sentrire così pienamente soddisfatta dopo un amplesso. Beata la donna che ti sposerà”



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