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Prime esperienze di un adolescente arrapato.


di FleurDamande
11.02.2024    |    27.470    |    10 9.7
"Per tutta risposta Clara si mosse e mi baciò la guancia, sussurrando: "E chi ti lascia più..."

Dopo le esperienze di Giulia, adesso é il mio turno di raccontarvi qualcosa.
Sono Carlo, il suo compagno, avete letto qualcosa di me nei primi racconti della mia compagna, ma ovviamente, prima di conoscerla, anch'io ho avuto delle esperienze molto interessanti.
Vorrei soffermarmi sulle prime, quelle che Giulia mi sentirebbe raccontare centinaia di volte e a buona ragione, perché se ci penso, ancora mi si drizza il cazzo.
Ma procediamo.
Ero un ragazzino normalissimo, giocavo a pallone, a scuola avevo un andamento regolare, e mi piaceva la figa. Mi piaceva da morire la figa.
Solo che ottenerla era difficilissimo: oggi con i social e con la libertà sessuale scopi quando vuoi, ma prima dovevi confrontarti con le ragazze, e già ottenere un bacio era una vittoria.
Io guardavo le il culo delle professoresse fasciato nelle gonne al ginocchio, i seni prosperosi della bidella che faceva l'uncinetto nel gabbiotto all'ingresso della scuola, e le forme acerbe delle mie compagne di classe, e rimanevo imbambolato per ore a pensare ai loro corpi nudi. Me le immaginavo, a scopare, indossando intimo, mi chiedevo come sarebbe stato vederle fare un pompino.
Tutto mi eccitava: per me le donne, qualsiasi forma avessero, erano tanto belle quanto inarrivabili.
Più volte mi ritrovavo con gli amici in qualche cameretta, e tutti ci calavamo i pantaloni cominciando a segarci a vicenda, descrivendo a voce alta quali parti del corpo e di chi ci eccitavano.
Una mano diversa dalla mia era già qualcosa di esotico, ma col tempo non mi bastava più: avevo cominciato ad accettare qualche pompino fugace da parte di un mio compagno di classe, che non vedeva l'ora di prenderlo in bocca. Io ero così arrapato che, nonostante fossi sicuro dei miei gusti sessuali, non vedevo l'ora di affondare il mio cazzo nella sua bocca umida e calda per poi sborrargli in bocca, mentre immaginavo di essere nella figa di una bella ragazza.
A casa avevo sempre voglia di segarmi guardando qualche catalogo di biancheria intima, ma era difficile avere uno spazio per me, e, cosa peggiore, condividevo la camera con mia sorella, che mi guardava come uno scarafaggio caduto della pentola del brodo. Mi trattava come un bambinetto idiota, ed effettivamente lei aveva già 18 anni mentre io quasi 15.
La mattina amava prepararsi per andare a scuola ascoltando la musica col walkman, ed essendo abituata alla mia presenza, non si faceva problemi a spogliarsi e rivestirsi mentre ero in camera con lei.
Immaginate il mio strazio nel vederla ancheggiare in reggiseno mentre sceglieva il maglione da indossare.
A me veniva duro MA
1. era mia sorella!
2. I fratelli si odiano tra loro per contratto, e io dovevo mantenere il mio distacco e manifestare assoluto disinteresse nei suoi confronti.
Dopo che usciva di casa, spesso e volentieri correvo a spararmi una sega nel bagno.
L'estate di quell'anno, compiuti i miei 15 anni, lei aveva cominciato ad uscire con delle amiche che la portavano in giro per feste e a ballare, facendola tornare spesso a casa molto tardi. Mia madre era scontenta, e in più ogni tanto la beccava ubriaca o sentiva puzza di fumo.
Mio padre, più permissivo, lasciava che facesse le sue esperienze, e io intanto la notte avevo qualche ora a disposizione per farmi le mie seghe in santa pace.
Una notte Clara tornó più tardi del solito, incespicando malamente dentro il corridoio buio di casa. Cercava di fare silenzio, ma non ci stava riuscendo, così sgusciai fuori da camera e la afferrai poco prima che cadesse col culo sopra un enorme vaso di ceramica.
Nell'afferrarla la presi saldamente sotto le ascelle, e lei lanciò un gridolino spaventato, ma poi con una risata soffocata mi riconobbe, e mi stampò in bocca un bacio a stampo che aveva un disgustoso sentore di gin. Mezzo seccato mi sbrigai a condurla in camera, e la buttai sul letto intimandole dormire e di non vomitare sul cuscino.
Lei sembrò appisolarsi, ma poco dopo cominciò a contorcersi, infastidita dalle scarpe e dai jeans che indossava ancora.
Le sfilai i Dr Martens e i pantaloni, scoprendo che indossava delle mutandine rosa, con del pizzo.
Il cazzo mi fece un balzo nelle mutande, allora distolsi lo sguardo, vergognandomi della mia erezione.
Clara si liberò anche della maglietta che indossava, rimanendo in reggiseno. Un innocente reggiseno di cotone bianco, che oggi mi farebbe schifo, ma quella notte mi fece venire voglia di ululare come un lupo.
Clara, finalmente libera dai vestiti, improvvisamente cambiò umore, diventando lagnosa e irritabile. Blaterava frasi senza senso, ma ogni tanto,dalle sue frasi impastate sbucava fuori il nome di un certo Marco, resosi colpevole di non averla guardata, o qualcosa del genere.
La sua frenesia si faceva man mano più ingestibile, tanto che aveva cominciato a buttare schiaffi al muro e a parlare con un tono di voce sempre più alto.
Mi buttai sul letto affianco a lei, e con un braccio bloccai le braccia, mentre con l'altra mano le tappai la bocca.
Questo sembrò calmarla, e pian piano smise di muoversi e di blaterare, assopendosi.
Avevo levato la mano dalla sua bocca, ma mi era rimasto il braccio sotto la sua testa.
Tenevo l'altro braccio poggiato sul suo ventre, il naso a un centimetro dal suo viso, rilassato in un sonno pacifico.
Pacifico però non ero io, che mantenevo l'erezione, e vedevo i suoi seni alzarsi e abbassarsi col respiro. Sfregavo impercettibilmente il cazzo sul suo fianco, controllando che non si svegliasse.
Toccare un corpo femminile mi mandava in visibilio, l'eccitazione era così forte e bella che avrei potuto continuare così per tutta la notte. D'un tratto, sentendo che il suo respiro si faceva un po' più profondo, mi sentii più ardito, e molto lentamente alzai la mano dal suo ventre per toccarle un seno.
Mi sembrava che passasse una vita mente compievo questo movimento nel modo più cauto possibile, e poi finalmente la mia mano atterrò sul cotone del suo reggiseno.
Prima la toccai piano, sfiorandola con la punta delle dita, quasi non percependo altro che la stoffa. Pian piano la mia mano si fece più insistente, e cominciai a percepire il calore della sua pelle: il piccolo capezzolo si inturgidì ed ebbi voglia di mettermelo tra le labbra. Senza che me ne accorgessi il mio bacino cominciò a muoversi lentamente ma con movimenti più ampi: volevo toccarla dappertutto. La paura di essere scoperto fu sostituita dalla voglia di toccare ogni centimetro del suo corpo. Non potevo fermarmi, se si fosse svegliata e mi avesse scoperto...beh, ci avrei pensato poi.
Pian piano infilai la mano sotto alla coppa del reggiseno, e mi ritrovai sotto la mano il suo seno caldo e morbido, bello da impazzire. Cominciai a massaggiarlo, ero in estati, già questa sensazione mai conosciuta mi mandava in paradiso. Il suo collo era vicinissimo al mio viso, mi venne voglia di baciarlo.
Clara dormiva ancora, intravvedevo i tratti del suo viso grazie all'illuminazione proveniente dalla tv, rimasta accesa ma silenziata.
La baciai sul collo, respirando il profumo da quattro soldi che si era spruzzata prima di uscire. Avvicinai il cazzo e lo premetti un po' di più sul suo fianco, muovendo il pube su e giu. Ormai potevo respirare solo con la bocca, e pensai che di lì a poco si sarebbe svegliata e mi avrebbe cacciato via stizzita quindi mi conveniva procedere più spedito, se volevo godermela più possibile.
Le spostai il seno fuori dalla coppa, per godere della sua vista mentre mi apprestavo a toccare altro.
Mi sbrigai a scendere con la mano per entrare nelle sue mutande.
Infilai la mano delicatamente, ma senza i tempi biblici di prima, e arrivai a toccare le grandi labbra con i polpastrelli.
Scavai delicatamente col dito medio per aprirmi un varco nella leggera peluria, e finalmente sentii il suo clitoride caldo e morbidissimo, cominciando a massaggiarlo lentamente.
Tolsi la mano portandomi le dita al naso per sentire il suo odore, e mi sembrò il più inebriante di tutti i profumi esistenti sulla terra.
Lei fece un piccolo scatto, sbuffando.
Io mi immobilizzai, terrorizzato, ma vidi che continuava a dormire, così rimisi la mano dove stava prima, e continuai a toccarla.
Mi sentivo una specie di maniaco, ma ormai non riuscivo più a fermarmi.
La sua vagina mi sembrava più umida, e questo mi aiutò a scivolare meglio col dito: era bellissimo, e la baciai ancora sul collo.
Ero preso da una frenesia incredibile, man mano che la toccavo, volevo di più.
Le diedi un bacio sulla guancia, mentre cominciavo a massaggiarla più marcatamente. Lei continuava a star ferma, e io fantasticai sul fatto che se si fosse svegliata avrebbe voluto continuare a giocare con me.
Una parte della mia mente sapeva che ero solo un coglione, ma mentre lei dormiva, io potevo divertirmi ancora a godere nel toccarla.
D'un tratto mi sembrò che lei muovesse leggermente il bacino, ma poi capii che era solo una mia impressione.
Sbuffando nel sonno, Clara spostò la testa a sinistra, ritrovandosi faccia a faccia con me.
Avevo la gola secca e il cuore a tremila quando le diedi un bacio a stampo sulle labbra morbide e socchiuse.
Non sapevo se fosse cosciente o no, ma la sua figa era un lago, evidentemente in qualche modo apprezzava la cosa: poi d'un tratto, quando la baciai di nuovo, rispose sospirando e allargando le gambe, senza aprire gli occhi.
Ci stava?! Ero incredulo arrapatissimo. Continuai a toccarla, e lei prese a muovere i fianchi ansimando, continuando a baciarmi.
La sua mano scivolò nelle mie mutande a toccarmi il membro, e impugnandolo saldamente, comincio a far scorrere la pelle dell'asta su e giù, mugugnando mentre si girava completamente verso di me.
L'eccitazione era al massimo, ma mi rendevo conto che ciò che stava accadendo era pericoloso, e soprattutto non sapevo se mia sorella di stesse rendendo conto di ciò che stava accadendo, per cui la chiamai per nome, per farle aprire gli occhi.
Lei non mi rispose, e anzi mi infilo la lingua in bocca.
Non avevo mai baciato con la lingua, ma mi sembrò naturale e bellissimo.
Lei d'un tratto montò sopra di me, e continuando a baciarmi strusciava la sua figa sul mio cazzo.
Le sue mutandine, ormai fradice, erano il solo ostacolo che ci faceva mantenere entro i limiti della decenza, ma lei le scostò velocemente, e prendendo il mio cazzo in mano ci si sedette sopra.
Fu così bello e inaspettato che feci un verso di gran sollievo, e Clara, aprendo gli occhi allarmata mi intimò di stare zitto.
Ormai sapevo che mia sorella era pienamente cosciente del fatto che stavamo scopando tra fratelli, e forse lo era stata dal primo momento che l'avevo toccata. La sua figura troneggiava su di me, e il suo seno sinistro, ancora fuori dalla coppa, saltellava deliziosamente, donandomi un panorama eccitante.
Saltellava sul mio cazzo godendo col viso tutto concentrato, le labbra socchiuse, il volto leggermente arrossato.
Le tirai fuori anche l'altro seno, e la scena fu finalmente perfetta; le presi i seni tra le mani e lei godette molto; chiedendomi di stimolarle i capezzoli. Iniziai piano, ma sembrava che non ci fosse mai un limite, mi chiedeva sempre di pizzicarglieli più forte.
Quando stava per superare la soglia del dolore, si chinò su di me per baciarmi, e nel mentre aumentò il ritmo della sua cavalcata.
Mentre con la bocca aperta muoveva la lingua sulla mia, e quasi gemendo per il dolore che infliggevo ai suoi seni, mi disse sbavando "Vengo!"
Le sue contrazioni orgasmiche fecero esplodere anche me, che venni ancora a gran voce: lei intuendo mi aveva preceduto incollando la sua bocca sulla mia, quindi venni urlando dentro la sua bocca, e questo mi parve ancora più erotico.
Dopo l'orgasmo mi sembrò tutto strano. Clara giaceva stesa su di me, col mio pene rilassato ma ancora dentro la sua vagina. Io la tenevo abbracciata, ma mi assalivano mille dubbi, avevo paura che il nostro rapporto potesse essere compromesso per sempre.
Per tutta risposta Clara si mosse e mi baciò la guancia, sussurrando: "E chi ti lascia più..."
Sollevato e felice che non fosse arrabbiata la abbracciai, e lei mi diede un altro bacio sulla guancia. Poi un altro. E il seguente vicino l'angolo della bocca.
Io, immobile, ansimando, visibilmente eccitato ma immobile, attendevo con ansia che facesse qualcosa, il mio pene si induriva di nuovo....
Clara mi sussurrò all'orecchio: "Ancora?", e io, totalmente in balía della sua iniziativa, senza proferire parola cominciai a muovermi dentro di lei, socchiudendo gli occhi e godendomi questo piacere inaspettato.
Clara mi mordicchiava il mento, mi baciava, e mi sussurrava porcate all'orecchio; io la ascoltavo rapito, e con le mani la tenevo per i glutei, per scoparmela più a fondo possibile.
Lei si alzò e offrí i suoi seni alla mia lingua.
Baciarglieli e leccarglieli fu divino, ma purtroppo l'immagine di me che me la scopavo di gusto succhiandole i capezzoli mi face venire di nuovo.
Non potei riposarmi, perché Clara non era ancora venuta, e guidando la mia mano verso la sua vagina mi chiese di toccarla.
Lo sperma gocciolava fuori dalle sue labbra, e si univa agli umori della sua eccitazione.
Clara mi insegnò a toccarla come le piaceva, così in pochi minuti venne, ansimandomi nell'orecchio e chiamandomi porco.
Quella notte la passammo a scopare, sembrava che la nostra eccitazione non avesse fine. Per i giorni seguenti, fu un continuo cercarci. Appena me la ritrovavo davanti, se la situazione lo permetteva, le abbassavo le mutandine e me la ingroppavo anche per una sveltina.
Lei era sempre disponibile, non aspettava altro che i miei assalti. Che fosse impegnata a studiare o intenta a mettersi lo smalto, era sempre pronta ad accogliere il mio cazzo in bocca, ma poi pretendeva di essere chiavata.
Basta per oggi, nella prossima puntata vi racconterò ancora delle mie meravigliose scopate fatte insieme a mia sorella.
Un abbraccio a tutti voi.
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