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la mia ex nipotina


di Membro VIP di Annunci69.it thedoctor
02.06.2007    |    76.884    |    7 8.9
"Ma lui ha le sue fissazioni, per lui era importante arrivare vergini al matrimonio..."
antefatto.
Quando, 5 anni fa, mi sono separato, sono tornato a fare il medico nella mia Sardegna. Ho rotto i ponti anche con i suoi parenti tranne con un suo fratello che era più un amico che un cognato.

Quando ho ricevuto l'invito per le nozze della mia ex nipotina, a malincuore, ho dovuto rifiutare, però ho invitato gli sposi a trascorrere il viaggio di nozze in Sardegna con base nella mia villetta al mare. Hanno accettato ed eccomi qui, in aeroporto, ad aspettarli. Ho lasciato Angela che aveva 16 anni, ed era già una bella figliola, ma quella che mi trovo davanti è proprio uno schianto. Vestitino corto e aderente che mette in risalto un seno a stento trattenuto in una scollatura vertiginosa. Scarpe con tacco alto che trasformano le sue lunghe gambe in due autostrade che terminano in un culo da mozzare il fiato. Ma è proprio la mia piccolina? E, mentre rimango inebetito come un idiota, lei mi abbraccia finendo di stordirmi con il suo profumo e facendomi sentire il dolce calore del suo seno. Mi presenta suo marito Marco (si chiama come me): un pezzo di marcantonio alto 1 metro e 90, fisico da culturista davanti al quale anche io, che pure sono alto 180 cm e peso 80 Kg, mi sento intimorito. Stiamo insieme giusto il tempo di un aperitivo durante il quale Angela non si stacca da me ed io mi preoccupo delle possibili reazioni dell’energumeno. Lascio loro le chiavi della macchina e della casa ed una cartina dettagliata della zona e mi congedo con una frase che si rivelerà stupida: ”In frigo, oltre a provviste e vini locali, troverete una bottiglia di champagne: la prima volta da sposati è comunque particolare”.
Li lascio pensando di non rivederli prima di una settimana, quando ricevo la telefonata di Marco che mi dice che deve tornare urgentemente a Roma per lavoro per due giorni ma vuole che Angela resti in Sardegna fino al suo ritorno. Mi chiede se posso ospitarla a Cagliari per una notte.
Accetto e mi faccio trovare all’aeroporto. Qui Angela mi chiede se è possibile tornare al mare e lo fa sgranando quegli occhioni verdi che io ho già il telefonino in mano, chiamo la segretaria e faccio annullare i miei appuntamenti per il pomeriggio e l’indomani.
Durante il viaggio è insolitamente taciturna e, nonostante il caldo, non vuole l’aria condizionata. Preferisce sentire i profumi che la natura sprigiona in una terra che sente un po’ sua.
Sarà ma tra il caldo, la gonna leggermente sollevata che fa intravedere le sue cosce, la camicetta che mi offre la visione del suo stupendo seno, quando arriviamo sono talmente accaldato che apro subito il frigo ripetendomi che è sempre la mia nipotina.
Però quando trovo la bottiglia di champagne e mi giro per rivolgerle una muta domanda, lei ha due grossi lacrimoni che rendono i suoi occhi ancora più grandi e luminosi.
“Zio Mà” mi dice. Cazzo, la parolina che, da piccola, le apriva tutte le porte. Quando cominciava così sapeva già che avrebbe ottenuto tutto ciò che voleva.
Zio Mà, possiamo parlare?. Verso due bicchieri di vermentino fresco, gliene offro uno e ci sediamo sul divano. Lei beve, poi mi abbraccia e appoggia la sua testa sul mio petto.
“Zio Mà, ricordi quando dicevo che eri il mio zio preferito? Lo dicevo perché ero innamorata di te.”
Forse l’avevo capito ma cerco di prendere tempo: Eri solo una bambina, ora sei una donna e per giunta sposata… “Lascia stare. Quando sei andato via, ho odiato la zia. Gia la odiavo perché lei ti aveva… sai quante volte vi ho spiato mentre facevate sesso… avevo voglia di dirtelo che volevo far l’amore con te, ma avevo paura che mi avresti respinto.”
Il vino non mi sembra più tanto fresco, il mio cazzo è compresso nei pantaloni e spero che lei non si accorga della mia eccitazione.
“Quando ho conosciuto Marco, ho riversato su di lui il mio amore per te. Ma lui ha le sue fissazioni, per lui era importante arrivare vergini al matrimonio. Non sai quel che mi è costato. Le amiche che raccontavano di ciò che facevano con i loro ragazzi ed io che inventavo ricordando delle tue scopate con la zia, dei pompini e delle inculate, delle posizioni strane. L’altra sua fissazione è il fisico. Oggi non è a Roma per lavoro ma per una gara di culturismo. Ecco perché non abbiamo bevuto il vino ed ecco perché abbiamo fatto sesso solo il giorno dell’arrivo e poi basta. E ti assicuro che non è stato un granché, non ho certamente urlato come faceva la zia.”
Io sto zitto, non so cosa dire, penso che Marco sia un coglione e la mia mano che prima le carezzava i capelli, scende sulle spalle poi sul braccio e sulla schiena. Tento un “sei la mia nipotina” ma lei si sposta, stizzita, e mi dice: Non più. Si avvicina di nuovo e poggia due labbra inesperte sulle mie. Due dolcissime labbra. Ed io mi perdo. Bacio le sue labbra e la mia lingua va a cercare la sua.
Le mie mani sono sulle sue gambe e risalgono fino a sentire la stoffa dei suoi slip. Sorrido, non tanga o perizoma o chissà quale intimo sexi. È proprio una bambolina da plasmare. La prendo e la porto sul letto, comincio a spogliarla. Dapprima la camicetta e la gonna e ammiro il suo corpo stupendo. Comincio a baciarla, a leccarla dappertutto. Le tolgo il reggiseno e mi trovo davanti due capezzoli turgidi che succhio con avidità fino a farla gemere. Le chiedo di spogliarmi e quando sfila i miei boxer, rimane a bocca aperta. “prima di quello di Marco avevo toccato solo un altro cazzo. Quello di un mio compagno di classe al quale ho fatto una sega al cinema. Ma nessuno dei due l’aveva così grosso e così lungo come il tuo. Me lo ricordavo bene. E ricordo che ti piaceva quando la zia te lo succhiava.” Comincia a leccarlo, ancora inesperta ma questo mi eccita di più. Era da tanto che non vedevo il mio arnese così in forma. Vedo le sue vene diventare gonfie e le mani di Angela non riescono a stringerlo completamente. Spingo la sua nuca e capisce che deve farlo entrare in bocca. È una buona allieva. Alternativamente succhia e lecca poi bacia le palle muovendo la mano su e giù sulla mia asta. Nel frattempo le ho infilato un dito nella sua vagina. È stretta. Non è necessario essere un ginecologo per capire che praticamente non è usata. A questo pensiero non resisto più e le vengo in bocca. Si capisce chiaramente che non sa cosa fare. Un po’ lo ingoia ma la maggior parte le finisce addosso, sul viso, sui seni e a me viene da ridere. Lei s’incazza, crede che la voglia prendere in giro e tenta di colpirmi. La blocco e comincio a imbrattarla di sperma accarezzandole il corpo. Poi la faccio stendere e le bacio l’ombelico (non so perché ma mi ha sempre eccitato). Poi scendo a cercare la sua figa. Ha un profumo dolce ed un sapore altrettanto gradevole. È bagnata, ma sento che si scioglie ancora quando le sposto le grandi labbra e stuzzico con la lingua il suo clitoride. La sento prima irrigidirsi, poi muovere il bacino in movimenti rotatori, poi mugugnare ed infine urlare di piacere. Penso che sia stato il suo primo vero orgasmo. La attraggo a me, la bacio sul viso e sulla bocca. Voglio essere dolce. So che potrei farle male. Ma per fortuna, tra i miei medicinali, ho anche della vaselina (ho anche un lubrificante con anestetico ma lo riserverò per un altro buchino, quando sarà il momento). Le spalmo un po’ di crema tra le grandi labbra per facilitare l’ingresso mentre le chiedo di insalivare a dovere il mio membro. Poi resto supino e la faccio scendere su di me in modo che capisca lei se e quando sente dolore. Mi dice che le fa male ma piano piano scende e la penetro quasi completamente. Sta un po’ ferma poi riprende a muoversi. “lo sento, mi stai riempiendo tutta.” Assecondo i suoi movimenti. Prima lentamente poi con un ritmo crescente mentre le stringo i seni, le pizzico i capezzoli e guardo la sua faccia sconvolta. Adesso è ben lubrificata, la sento salire e scendere sul mio cazzo e capisco che non tarderà a venire. Allora la faccio ruotare e mi metto a pompare su di lei. Sento che non tarderò a venire ma voglio aspettarla. La bacio sulla bocca e le palpo il culo. Le infilo un dito nel suo buchino e sento che viene. Le dico di non trattenersi e comincia a urlare, a dire frasi senza senso e allora mi rilasso e vengo con lei. Dentro di lei. Lentamente.
Stiamo abbracciati per un po’ poi esco da lei e vedo il mio cazzo sporco di sangue.
Le lenzuola macchiate di sangue.
Ho praticamente sverginato la mia nipotina.
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