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Tra le braccia di Eros - Parte 1


di cpvulcanona
05.02.2024    |    99    |    5 9.5
"Piano piano si intromette e partecipa ai discorsi, senza mai sbilanciarsi..."
Arriva il week end, bimbi sistemati, tanti desideri, si può fare questo, si può fare quello. Andiamo di qua, andiamo di la. Singolo? Coppia? Le opzioni erano tante. Decidiamo di contattare i nostri amici. Amici nella vita, e soprattutto amici nel divertimento. Giovanna senza neanche pensarci accetta.
Ci vediamo verso le 17, con loro le serate sono fantastiche. Si varia in tanti discorsi e ci si diverte tanto sessualmente. Ma con loro i dubbi restano. Che si fa? Decidiamo di andare al centro commerciale giusto per svagarci un pochino dalla vita quotidiana, poi si vede sul proseguo della serata.
Arriviamo al Centro commerciale, Carlo e Gigi già si scocciavano e decidono di separarci. Gli uomini in un negozio sportivo, noi donne in quello di abbigliamento.
Nell’euforia degli acquisti, la grande amicizia con Giovanna, ma al momento non si pensava assolutamente a qualcosa di più hot. Ma quando meno te lo aspetti, la Dea bendata ti sorride. Un ragazzo, un bel ragazzo involontariamente (o volontariamente non so), parlando con degli amici, mi urta, si gira e chiede scusa, ma da quel momento non ci toglie più gli occhi di dosso e guarda con uno sguardo malizioso. Sia io che Giovanna notiamo le attenzioni, ma nulla più. Vediamo che i suoi amici si allontanano da lui, prende coraggio e cerca di attaccare bottone con noi. Viene con un vestitino da donna, aderente ed un pochino scollato, e ci domanda “Chiedo scusa, ma avrei bisogno di una mano. Vorrei regalare questo vestito ad una mia amica, mi potete aiutare a scegliere?”. La risposta mi uscì spontanea vedendo la scollatura “Se vuoi portartela a letto, è l’abito ideale”. La risposta inizialmente lo sorprese, poi si lesse nel suo sguardo un sorriso perverso che lo invadeva. Da li ci fu un susseguirsi di inutili domande e valutazioni su vestiti più o meno carini, ma i discorsi si soffermavano con qualche doppio senso o allusione, su qualche vestito più hot o più aderente.
Era palese che i suoi amici lo prendessero in giro da lontano, ma lui non demordeva e non si staccava.
Ormai era un giochetto che andava avanti da una mezz’ora. Giovanna ha il colpo di genio. Senti perché non scegli qualche capo e li proviamo, cosi vedi anche come vestono? Fu preso dall’euforia, e dalla domanda inaspettata. Scelse capi a caso per farceli misurare, ma lo bloccammo, scegliendo qualcosa di più provocante. Ci mettemmo in fila, tutti e tre per i camerini di Primark. Quando toccava a noi, ci domandò se dovesse aspettare fuori, ma lo invitammo ad accompagnarci, logicamente aspettando fuori ai box.
Provai per primo indumento quel vestitino (e mi stava anche bene), mettendo bene il risalto la scollatura.
Apro la tenda e lui resta di stucco, mi giro per farmi vedere completamente e gli dico “Guarda bene, questo vestito va messo senza reggiseno, infatti io l’ho tolto”. Mi guarda palesemente su di giri, ma prima che riuscisse a dire qualcosa, Giovanna apre il suo box, esce con un pantalone bianco attillatissimo. Si gira di culo e dice “Ma che bello, vedete come lo risalta bene, ma si deve mettere con un perizoma sotto”. Il giochetto va avanti per una decina di minuti. Lui è visibilmente entusiasta, ma allo stesso tempo, un pochino impacciato.
Usciamo dai camerini e vediamo in lontananza Carlo e Gigi. Manco un messaggio a Carlo: “Amore, non vi avvicinate ancora, forse abbiamo trovato come divertirci stasera”. Vedo che Carlo legge il messaggio, si fermano, ci guardano, sorridono e ritornano sui loro passi e ci seguono a debita distanza. Era arrivato il momento di farci pretendere dal cacciatore. Ci accingiamo a salutarlo, cerca di trattenerci, ed alla fine, ci “convince”, che per ringraziare per l’aiuto, ci vuole offrire un caffè. Il fatto che era più interessato a quello che era sotto al vestito, e non ai vestiti, è che li ha lasciati tutti all’ingresso dei camerini.
Usciamo dal negozio ed andiamo ad un bar, tre caffè, due chiacchiere e cercava di attaccare bottone. Fine caffè, andiamo fuori per una sigaretta, e li decidiamo di vedere se nascono i presupposti. Mando un messaggio a Gigi, dicendo di raggiungerci. Appena arrivano io bacio Gigi sulle labbra, ed Giovanna fa la stessa cosa con mio marito. La faccia dell’amico resta gelata. Guardava e non si aspettava che ci fossero anche i mariti. Poi vado da Carlo ed Giovanna da Gigi, e ci baciamo calorosamente. Continua a guardarci pieno di interrogativi. Si presenta, impacciatissimo, e domanda ad Giovanna, “Scusatemi, non sapevo….”; Giovanna lo rincuora che non c’è nulla di male. Poi ci domanda “Ma non ho capito chi è la moglie di chi” con un sorriso imbranato.
E qui risponde Carlo “Io sono il marito di Gio, ma non siamo mica gelosi”. Una risposta poco importante, ma che significava tanto.
Carlo e Gigi cercano di riportarlo sulla terra, dato che il suo imbarazzo era enorme. Per ritornare al discorso galeotto, spieghiamo a Gigi e Carlo dei vestiti provati, aggiungendo qualche particolare hot “Mi risaltava il culo”, “Mi faceva belle tette” e “Quella camicia quasi trasparente che si vedeva tutto”.
Carlo e Gigi stanno al gioco e ci danno corda. Gigi lo guarda e gli dice “Che fai, offri il caffè solo alle signore ed a noi no?”. Accetta e manda subito un messaggio agli amici che non si sarebbe riuniti a loro.
Ma non è che avesse già capito?
Invece di entrare, Carlo dice che conosce un bel bar a Caserta che fa ottimi aperitivi e spritz. Ci guarda come un cagnolino bastonato e quasi mortificato ci dice che essendo con gli amici è a piedi. Ma quale problema, si va con una sola auto, cosi si trova prima parcheggio.
Arriviamo all’auto, Carlo guida, Gigi accanto, io, Giovanna e l’amico dietro. Si siede in mezzo a noi, Si sentiva palesemente imbarazzato, ma non demordeva. L’auto di Carlo è un Suv, spazio c’era, ma non ci tiravamo indietro a qualche contatto innocuo, anche per provocarlo. Non sapeva assolutamente come muoversi, era chiaramente la prima volta per lui, ma già allora avevamo apprezzato il coraggio di non tirarsi indietro.
Arriviamo al bar, troviamo parcheggio, scendiamo e Carlo guarda il culo di Giovanna e le dice “Il tuo culo si fa sempre ogni volta più bello”, Giovanna si gira e lo bacia. E lui guarda sempre più incuriosito, turbato ed eccitato. Avrà capito ora? Bho!
Seduti al bar, iniziamo a scherzare e ridere, ovviamente con doppi sensi, allusioni, qualche bacio promiscuo.
Piano piano si intromette e partecipa ai discorsi, senza mai sbilanciarsi.
Restiamo li fino alle 20 circa. Ormai credevamo che avesse capito. Decidiamo di chiedere il conto, paga Carlo e Gigi essendo lui nostro ospite.
Arriviamo all’auto, cercando l’appoggio per andare allo step successivo. Giovanna chiede al nostro amico se ha programmi per la serata, e lui risponde, eccitato, emozionato, impacciato “Nulla, se vogliamo andare a mangiare una pizza, vado a casa ed in un’oretta sono pronto. Ditemi dove e vi raggiungo”.
Non volevamo far raffreddare il discorso, l’intesa. La mente perversa di Giovanna è sempre in movimento.
“Senti, non amiamo tanto la confusione, e se andassimo in un albergo, cosi stiamo tranquilli e possiamo chiacchierare e ridere in tranquillità?”
Carlo la segue a ruota “Potremmo comprare del sushi, un po di vino e stiamo tranquilli”
Per rafforzare il tutto, rispondo “Si, magari, lo sapete che amiamo il pesce fresco”
Sul volto del nostro amico eccitazione, timore, sorpresa, incredulità. Ma accetta. Ma non eravamo certi che avesse capito.
Rientriamo in auto, Gigi cerca un albergo in zona tranquillo, Carlo si mette in moto, ed Giovanna, giusto per ricordare il tema della serata, mette una mano all’interno coscia del nostro amico, mi guarda e mi dice “Amore, ma che bel seno che hai”. Guarda sorridente, senza riuscire a dire una parola. Possibile che ancora non abbia capito? Come mai non si esponeva in qualche battuta piccante?
Carlo si parcheggia davanti ad risto pub, compra panini, patatine, affettati vari e due bottiglie di vino. Ritorna in auto, ci dice cosa ha comprato, aggiungendo che abbiamo solo 30 preservativi. Il sorriso sul volto del nostro amico era palese, stavolta aveva capito.
Arriviamo all’albergo. Scendono Gigi e Carlo per prendere le camere. Il nostro amico voleva andare con loro, ma lo abbiamo fermato, essendo nostro ospite. Era eccitato dall’idea. Scendiamo dall’auto, aveva bisogno di fumare. Ci guarda e con un volto quasi di vergogna ci dice “E’ bello tutto questo, la vostra compagnia, il vostro modo di fare, ma per me è la prima volta”. Giovanna lo guarda, gli mette una mano sul petto e dice “E’ la prima volta che ti diverti il sabato sera? C’è chi si diverte a ballare, chi a casa, chi nei locali, e chi, come noi, con amici”.
Escono Carlo e Gigi, si avvicinano, prendono le buste dall’auto e ci dicono che hanno preso due camere, anche se siamo in 5. Propongo che io ed Giovanna andiamo in una per preparare la “cena” e loro nell’altra, inizialmente, per farsi una rinfrescata.
Arriviamo al piano e ci separiamo. Gigi e Carlo ci dissero che entrato in camera, non riusciva a muoversi. Andò prima Gigi a farsi una doccia, poi Carlo, e si avvicendarono a metterlo a proprio agio.
Quando furono pronti, ci mandarono un messaggio, ed al nostro ok, ci raggiunsero.
Bussarono, Giovanna aprì la porta con un body nero trasparente, vedo non vedo, che metteva in risalto tutte le sue forme. Entrò prima Gigi che baciò Giovanna calorosamente, poi Carlo, che replicò con aggiunta di una grande palpata di culo. Poi entrò lui, che salutò calorosamente, ma senza contatto fisico. Io ero seduta sul divano, un intimo viola di pizzo, perizoma con spacco frontale, Venne prima Carlo da me e mi baciò, poi venne Gigi, mi baciò e si sedette dietro di me, mettendomi il braccio sulla spalla, con la mano che terminava sul mio seno. Stessa posizione la fece Carlo con Giovanna. Ma con la mano che si insinuava nel suo intimo.
Sul tavolino c’erano panini, patatine, vino, ed una montagna di preservativi. La cena era servita.
Sedemmo l’amico in mezzo a noi, per dar il via alla serata divertente.
Se vi interessa, scriviamo la seconda parte.
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