Prime Esperienze
Il guardone

14.03.2025 |
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"Era il porticato di un ex scuola e ora c'è una residenza per anziani..."
È un racconto di fantasia e spero che piacerà. Siamo alla fine degli anni 70, io e la mia ragazza entrambi maggiorenni. Lavoravo presso un elettricista e lei ultimo anno di superiori, ci separavano solo 2 anni di differenza. Non avevo l'auto ancora e molte volte ci appartavamo, per avere i nostri rapporti, in luoghi fuori il paese, in campagne abbandonate e in uno di questi luoghi c'era un vecchio casolare abbandonato; oppure si andava in riva al mare, dove le scopate erano accompagnate dal rumore del mare che sembrava volesse cullarci in quelli amplessi che avevamo. Queste scopate all'aperto avvenivano in primavera e in estate, perché autunno e inverno non erano stagioni adatte e allora ci si arrangiava a casa mia, quando i genitori erano fuori e mai per molto tempo ( al massimo un paio d'ore), c'era e c'è ancora un porticato in paese, poco illuminato dove in inverno le coppiette andavano a cercare un po di piacere. Era il porticato di un ex scuola e ora c'è una residenza per anziani. Ho voluto premettere questo per far capire che dove io abitavo, un paese del nord barese ( non molto distante dal capoluogo pugliese ) la campagna era fuori città e il racconto che sto per narrare è collocato nella tarda primavera.
Era domenica mattina e mi incontrai con la mia ragazza e ci incamminammo verso la campagna, verso quel casolare abbandonato che ci regalava attimi di felicità, lontano da tutti. Dallo zainetto presi una vecchia coperta e la stesi a terra, ci sdraiammo e le nostre labbra si incontrarono, le lingue iniziarono una danza che era infinita, la passione stava aumentando. La mia ragazza non era una bellezza straordinaria e non molto alta, ma aveva una carica erotica forte, mi faceva drizzare il cazzo in un modo fantastico. Le sue mani presero a togliermi la camicia mentre io sbottonavo il suo vestito leggero. La bellezza del suo seno, tenuto ancora nel reggipetto mi attirava. Lo accarezzai e scesi giù a baciarlo mentre con la mano lo liberavo da quell'indumento che lo teneva chiuso in sé. I capezzoli erano già dritti, segno dell'eccitazione che cresceva; li mordicchiavo e li sfiorava con la lingua. Le sue mani non stavano ferme, avevano afferrato il cazzo da sopra I pantaloncini e si muovevano facendo una lenta sega. Mi guardava e sorrideva, la voglia di amarci stava aumentando. Mi guardò fisso e scese giù con la testa, le labbra sgiorarono la cappella e poi si aprirono per accoglierlo in bocca, cominciò un lento su e giù con testa, mentre la lingua roteava intorno. La fermai altrimenti le avrei riempito la bocca di sborra. Sorrise e si mise sopra di me per un 69. La figa grondava di umori che raccoglievo e mi dissetavo da quella fonte, il sapore era asprigno ma gradevole. Continuai a leccare la figa e a solleticare il grilletto che era uscito fuori, sembra a un piccolo cazzo, lo aveva sviluppato. Mi dilettai a slinguare la figa e a succhiare il clitoride.
" Amoreeeee.....vengo, ti vengo in bocca", mi disse.
E mentre veniva io succhiavo quel liquido che mi riempì la bocca.
Si girò, cambiando posizione e si portò la figa all'altezza del cazzo.
" Mettilo dentro, ho voglia di sentirlo dentro", non ci pensai due volte. Appuntai la cappella verso la vagina già ben lubrificata e aperta e lentamente entrai.
"Ohhhhh, finalmente", furono le sue parole quando sentì tutto l'uccello dentro, si fermò per gustarsi la penetrazione, si chinò su di me e mi riempì di baci, baci appassionati. l baci ci davano carica erotica. Cominciai a muovermi dentro di lei e venne ancora una volta, fu una sbrodolata lunga e tanta. Era carica, era eccitata, continuava a dimenarsi presa dagli orgasmi che si susseguivano uno dietro l'altro. Tirò fuori il cazzo da quel caldo posto accogliente e volle che la penetrassi a pecora, mentre si girava alzò la testa e vide una persona che si stava segando e mi disse: " Amore, abbiamo un ospite che ci guarda e si sega".
" Si segasse, risposi", io godrò di questa magnifica scopata.
La pompato che era una meraviglia, la figa era fradicia di umori.
" Sì, amore, vengo e vieni anche tu dentro, fammi sentire la calda sborra", aumentai il ritmo per godere dentro di lei ed esplodemmo insieme in un orgasmo che ci fece sentire ancora più uniti.
Uscii da lei, da quel nido accogliente, ci mettemmo uno di fronte all'altro sdraiati, eravamo nudi, non c'era nessuno a parte quello spettatore che immagino abbia sborrato vedendoci scopare.
" Perché alla prossima scopata non lo facciamo avvicinare, così vede meglio e gode di più?", quest'idea la ebbe Irma, il nome della mia ragazza. Rimasi un po interdetto e poi risposi:" se a te fa piacere, perché no".
Mentre parlavamo continuava ad accarezzare l'uccello e poi lo riempiva di baci e leccate." Ecco, si sta risvegliando", disse queste parole con uno sguardo che diceva tutto, voleva ancora fare sesso, aveva fame di uccello e voleva ancora godere. Riprese in bocca la cappella e con la lingua ci girava intorno. " Fa piano, così mi fai sborrare subito", le dissi. Mi sorrise e prese a lavorarlo con le mani. La sua figa cominciava a bagnarsi di nuovo e stimolai il grilletto. Nel frattempo il guardone stava là e si masturbava, allora la mia ragazza si fece coraggio e con un gesto lo invitò ad avvicinarsi; un po timoroso si avvicinò e gli disse:" non è meglio da vicino? Vedi meglio come scopiamo". Non parlò e continuò nel suo lavoro di mani. Si mise di nuovo a smorzacandela sopra di me e si impalo' da sola. " ahhhhh, che bello. Vieni vicino, disse al guardone, tocca le tette, fammi sentire le tue mani su di me, al tuo uccello ci penso io".
Non ci credeva alle sue orecchie, si mise di fronte a lei e prese ad accarezzarla. Era uno uomo verso la cinquantina e aveva un uccello nella normalità, sui 17 cm.; glielo prese in mano e con le dita ci giocava col frenulo e sopra la cappella. Intanto la scopavo, i colpi dentro di lei, in quel caldo posto erano forti, raggiunse un altro orgasmo e non si fermò, continuò la cavalcata. Voleva ancora il cazzo sborrare dentro e intanto segava il guardone. Questi non resistette più e le disse: " sto per venire".
"Avvicinati e schizza tra le tette", così fu, una potente sborrata la colpì tra il seno e se la spalmo' tutta. A vedere questo accelerai i colpi e inondai di nuovo la figa.
Si abbassò e mi abbracciò dandomi baci e dicendomi:" grazie perché mi hai permesso di fare una una esperienza. Riposiamoci un po e poi torniamo a casa, è quasi mezzogiorno". Poi rivolgendosi al guardone disse: " grazie. Se vuoi, noi ritorneremo oggi pomeriggio, se ci starai ti farò partecipare".
Ci vestimmo e rimessa la coperta nello zaino ci incamminammo verso casa e le dissi:" Sei sicura di quello che vuoi fare con quel tipo?"
"È un bell'uomo, mi rispose, e non mi dispiacerebbe assaggiare il suo uccello".
P.S. il racconto della scopata è vera, è frutto di fantasia il coinvolgimento del guardone, anche se quando facevamo sesso ce ne stavano che ci guardavano.
I luoghi, non ho detto il paese ma chi è del posto, potrebbe conoscerli, sono reali. Ora purtroppo quei posti non ci sono più, hanno costruito condomini.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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