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Prime Esperienze

Non servono parole - I nostri corpi sanno già cosa fare.


di LadyFlame
30.10.2017    |    5.986    |    19 9.6
"Oggi però è diverso, ti vedo incamminarti verso di me, i tuoi occhi sui miei, ed il mio corpo inizia a reagire, il cuore inizia a battere forte, i miei..."
Mi sorprendo a scrivere di ciò che è successo, seduta sul letto di questa stanza d'albergo tanto impersonale quanto la divisa del cameriere che mi ha appena portato la cena in camera, vestita solamente di questa camicia bianca troppo grande per me.
La mia mente è distratta, il mio corpo ancora freme al ricordo del tuo odore, del tuo calore e del tuo tocco.
Chiudo gli occhi e siamo nuovamente assieme, tu alto, fisico asciutto e occhi penetranti che sanno trasmettere, come una scarica elettrica, la tua voglia di me, di farmi sentire quanto ti sono mancata.
E' un sabato mattina e, come spesso accade, sono uscita per farmi un giro al mercato del paese. L'aria è frizzante e solletica le mie gambe nude sotto alla gonna a fiori rossi che arriva appena sopra al ginocchio, i lunghi capelli biondi incorniciano il mio volto, giovane, i miei occhi verdi sembrano ancora più chiari con questo sole.
All'improvviso tra la gente che passeggia incrocio il tuo sguardo, fiero, deciso e lussurioso. Lo facciamo sempre, ci fissiamo per lunghi istanti per poi riprendere il nostro cammino, è il nostro appuntamento fisso. Ma non abbiamo mai parlato, io non so chi sei, né quale sia la tua voce.
Oggi però è diverso, ti vedo incamminarti verso di me, i tuoi occhi sui miei, ed il mio corpo inizia a reagire, il cuore inizia a battere forte, i miei umori iniziano a bagnare l'intimo in pizzo ed i miei capezzoli si protendono verso di te, come per darti il benvenuto. Il mio corpo è già pronto a riceverti.

Siamo ora a meno di un metro di distanza, e finalmente sento la tua voce "Sono settimane che ti vedo ma questo non mi basta più. Incontriamoci oggi pomeriggio nel bar all'angolo, per scambiare due parole, sono quasi sempre un bravo ragazzo". Il tuo sorriso malizioso e la luce dei tuoi occhi mi fanno immediatamente arrossire, annuisco timidamente e riprendo il mio cammino dirigendomi verso casa.
Il mio corpo è in fiamme, il desiderio è forte in me e non appena entro in casa mi sdraio sul divano ed inizio a toccarmi prima lentamente, il pizzo delle mie mutandine è pregno dei miei umori, lo scosto con la mano sinistra mentre la destra inizia a la danza della masturbazione prima muovendosi circolarmente sul clitoride poi entrando dapprima lentamente poi sempre più velocemente finché il mio corpo non esplode in un turbinio di piacere, luci e calore.

Mancano 3 ore al nostro incontro e decido di rendermi ancora più sensuale per te, la doccia non che un'altro pretesto per toccarmi ancora, ed ancora..il mio corpo è come impazzito.
Decido di indossare un'altro paio di mutandine in pizzo, mi piace la sensazione sulle mie labbra, un reggiseno in abbinato che possa valorizzare la mia quarta di seno ed un vestitino a fiori azzurri lungo fino appena sopra al ginocchio con una generosa scollatura a V.

Arriva così l'ora dell'incontro ed io mi presento con 5 minuti di anticipo ma ti trovi già li seduto ad un tavolino in disparte dando le spalle alla piazza, bello come un Dio nordico, il mio corpo ancora in fiamme risponde alla tua vista.
Mi sposto davanti a te, osservando lo stupore dipinto sul tuo volto, e mi siedo accavallando lentamente le gambe e lasciandoti appena intravvedere il pizzo tra le gambe. "Eccomi qui, tutta per te." Dico con un sorrisino malizioso "Ho voglia di conoscerti meglio, non mi è mai capitata una sensazione simile con nessuno. So che ti sembrerò sfacciata, probabilmente non sono nemmeno cose che una ragazza dovrebbe dire ma...io ti voglio."
La sua espressione incredula presto si è trasformata in decisa, mi porge la mano alzandosi e con tono sicuro mi invita a seguirlo.
Come ipnotizzata mi alzo e ci incamminiamo senza dire una parole nei vicoli del paesino fino a quando non ci troviamo davanti ad un piccolo portone in ferro battuto, all'interno si può notare una corte ben curata, apre il portone e ci addentriamo nella corte, apre un'altra porta e mi ritrovo così a casa sua, direttamente nel suo salone. La casa profuma di incenso, il pavimento in legno rende l'atmosfera più calda, sto ancora analizzando il posto quando avverto il calore del suo corpo, mi giro, i nostri occhi si incrociano e tutte le inibizioni si frantumano in un solo istante.

Ci baciamo con passione, mordendoci le labbra e la lingua, sento la sua mano che mi accarezza le gambe e sale, sempre più in su, cosce, natiche, ed infine le mie labbra bagnate. Nel mentre sento che la pressione nei pantaloni aumentare, lo accarezzo anche io ed inizio a sbottonargli i jeans, finché le mie mani non sentono il cotone dei suoi boxer.
Mi prende in braccio e mi porta sul divano continuando a baciarmi, io sono totalmente sua.
Iniziamo a spogliarci ad assaporarci finché entrambi non siamo nudi, entrambi vogliamo assaporare il piacere intimo dell'altro così decido di mettermi sopra di lui e di farmi leccare mentre io potevo dedicarmi ad assaporarlo lentamente.
Non passa molto tempo che la sua lingua inizia ad accarezzarmi nei punti giusti, con l'intensità perfetta ed io vengo accasciandomi leggermente sopra di lui.
Con estrema facilità mi solleva,mi adagia sul divano allargandomi le gambe, appoggiando il suo membro davanti all'entrata della mia vagina bagnata ed inizia ad entrare lasciandomi senza parole, senza volontà e con brividi di piacere che, ancora adesso, mi attraversano il corpo.
Non so per quanto tempo sia durato, non abbiamo mai parlato, abbiamo lasciato che i nostri corpi parlassero per noi e finché non ci fu altro che spossatezza.
Mi sono svegliata a tarda serata nuda nel suo letto, con i muscoli doloranti ricordando a me stessa che l'indomani sarei dovuta partire presto per un viaggio di lavoro all'estero, decido di ricompormi ed uscire silenziosamente lasciandolo li.
Prima di uscire prendo carta e penna e gli scrivo un biglietto "Con la promessa di rivederci presto" gli lascio anche le mie mutandine di pizzo ed in cambio mi prendo la sua camicia, con l'intenzione di ridargliela non appena ci fossimo rivisti.

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