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LA MIA PRIMA TRANS


di Membro VIP di Annunci69.it Giuseppe0971
07.05.2024    |    34    |    0 8.0
"A Venezia si stava da Dio quella domenica limpidissima in cui la Luna si era presa la scena come fosse la regina della notte..."
A Venezia si stava da Dio quella domenica limpidissima in cui la Luna si era presa la scena come fosse la regina della notte. La festa riuscitissima, stava volgendo al termine. Mi stavo divertendo e, seduto a ridere e scherzare con i miei amici, stavo gustando l’ultimo Moscow Mule della serata. Mi guardavo intorno finché lo sguardo non si incrociò con quello di una bellissima donna. Era seduta da sola con un calice di vino bianco nella mano sinistra mentre con la destra stava giocherellando con le ciocche dei propri capelli biondi. Gambe sinuose molto lunghe uscivano da un abito nero, scollatura che palesava un seno più che generoso e sguardo da furbetta che continuava fiero a sfidare il mio. Un amico si accorse e mi disse: “Ti sta mangiando con gli occhi”. “Dici?” Risposi io. “Ma sei scemo? Continua a guardarti e lanciarti sorrisi. Cosa vuoi? Che venga qui e ti chieda di scoparla?” rispose prontamente. A quel punto mi alzai e andai da lei. “Buonasera, mi chiamo Giuseppe, posso sedermi con lei?” Con una voce tutt’altro che femminile mi rispose: “Certo, accomodati pure, ma solo se ci diamo del tu… mi chiamo Giada”. Sono rimasto di sasso perché quella bellissima creatura era una trans e mentre mi sedevo pensavo ai miei amici che mi stavano guardando e mi stavo chiedendo se se ne fossero accorti o meno. Stranamente me ne fregavo per me, perché mi stava piacendo tantissimo, ma mi preoccupavo del giudizio degli altri. Lei, probabilmente già preparata a questo genere di situazioni, subito mi chiese: “c’è qualche problema Giuseppe?”. Io, un po’ in imbarazzo: “ no, no, sei bellissima… è che sono qui con i miei amici…” ed indicandoli col capo volevo farle capire il mio disagio. Al che lei mi chiese: “fammi capire caro, ti preoccupi perché vedono che sei seduto con me che sono una trans?” Rispondendo sinceramente le dissi di si. Senza battere ciglio continuò: “non hai mai avuto a che fare con una donna trans prima d’ora?” Questa volta la mia risposta fu negativa. E lei ancora: “e la cosa ti crea problemi perché ci sono i tuoi amici o in generale?”. “Perché ci sono i miei amici” risposi io senza nemmeno riflettere. “Bene, quindi mi stai dicendo che se fossimo noi due soli non ci sarebbe alcun problema?” “Nessun problema, anzi…” mi venne spontaneo rispondere, stupendomi mentre lo dicevo. “Anzi?” ribattè lei guardandomi nuovamente con quello sguardo da furbetta che subito mi aveva attratto fortemente. “Si, anzi!” risposi io questa volta deciso per farle capire che mi intrigava moltissimo. Non mi ero ancora accorto, preso dalla sorpresa della situazione, che avevo il cazzo durissimo e certamente bagnato dai primi umori maschili. E glielo feci notare con un altro sguardo verso in basso. Lei sorrise ampiamente e mi disse: “qui non possiamo stare. Al piano superiore c’è un bagno alla fine del corridoio. Io adesso salgo e vado lì. Se entro dieci minuti vieni anche tu bene, altrimenti non cercarmi mai più!”. E senza dire altre parole si alzò e se ne andò. Mentre tornavo al tavolo dai miei amici guardai l’ora e la scadenza sarebbe stata alle 2.52. Non sapevo cosa fare. Il desiderio era fortissimo ma non volevo che i miei amici sapessero. Iniziarono a prendermi in giro perché mi aveva piantato in asso dopo due minuti ma sembrava non si fossero accorti della cosa principale. Intanto guardavo l’orologio. 2.45… 2.47… Ad un certo punto mi è parso tutto chiarissimo. Volevo salire da lei. 2.50… mi alzai e dissi loro che sarei andato in bagno e senza ascoltarli iniziai a camminare veloce con la paura di arrivare tardi e l’eccitazione di quello che sarebbe potuto succedere. Arrivai di fronte alla porta del bagno, l’ora segnava le 2.52 e, sperando non se ne fosse andata, bussai. La porta si apri giusto per lo spazio che le permise di far uscire la sua mano, prendere la mia e farmi entrare. “Sapevo che saresti venuto” mi disse sorridendo. E subito mi diede un bacio bellissimo in bocca. Ricambiai quel bacio sensuale, deciso, morbido, umido. “Cosa vuoi che ti faccia?” mi chiese. Risposi sinceramente e senza capire bene la novità: “per me è la prima volta, ma mi sta piacendo tutto”. Sorrise, si alzò la gonna, prese la mia mano e la portò sul suo pacco, che non era ancora durissimo, e mi disse sussurrando: “se è la tua prima volta, decidi tu cosa vuoi fare col mio cazzo”. Ero eccitatissimo. Solitamente, quando infilavo la mano sotto le mutandine di una persona, ci trovavo una figa calda, spesso depilata, spesso già umida. Questa volta avevo in mano un gran bel cazzo che dovevo far diventare più grande. Iniziai a segarla lentamente e le chiesi se le piacesse. “Tantissimo, continua!” Fu la sua risposta. Allora accelerai la velocità e lo strinsi ancora di più e sentivo l’ingrossarsi di quell’uccello fra le mie dita. Nel frattempo lei mi stava slacciando i pantaloni e prese il mio e disse “sei già pronto tu, ma allora sei un porco. Ti piace il mio cazzo eh?!?” “Tantissimo” le risposi. “Allora, se ti piace tantissimo, dimostramelo!”. Non serviva che specificasse le sue intenzioni, avevo capito benissimo cosa voleva. Mi inginocchiai e glielo presi in bocca. Avevo per la prima volta un cazzo dentro la mia testa, e lo stavo succhiando come fossi la puttana più esperta della Terra. E mi piaceva, mi piaceva tantissimo. Era grosso, duro, sapeva di qualcosa che comunque era familiare, come quando ti lecchi le dita umide dei tuoi umori. Ed era pulitissima, profumata. E mentre la spompinavo mi diceva: “ma sei bravissimo, mangiamelo, mangiamelo, così, continua così” e mi dava ritmo dando colpetti col ventre. Ero talmente eccitato che se mi avesse sborrato in bocca avrei goduto. Ma stranamente non lo fece… anzi, mi disse con un tono leggermente preoccupato: “forse se ne sono andati tutti, è meglio che andiamo”. Ma io le risposi: “nooo, io non riesco ad andarmene così, devo venire altrimenti impazzisco”. Si mise a ridere e questa volta si inginocchiò lei e prima di cominciare mi disse: “adesso ti faccio il pompino più bello della tua vita e voglio sentire la tua sborra calda schizzarmi giù in gola. Non mi stacco finché non la sento”. Inutile dire che tentare di resistere è stato quasi impossibile e nel giro di due/tre minuti il mio cazzo spruzzava fiotti di sborra dentro quella bocca caldissima. Sempre succhiando mi ripulì tutto e quando tolse la bocca sembravo appena uscito dal bidet. Si alzò in piedi, mi baciò e mi versò in bocca parte del mio seme. “Ti piace?” Mi chiese. “Si, molto, mi è piaciuto tutto”. La sua risposta fu: “Bene, perché domani mi vieni a trovare e ricambi il regalo”. Mi mise in mano un bigliettino rosa col suo numero di telefono scritto a penna. Mi diede un bacio sulla guancia, mi strizzò l’occhiolino e senza aggiungere altro uscì dal bagno e mi lasciò lì, solo, inebetito e felice, con un cenno di sorrisetto stampato sulla faccia mentre pensavo già voglioso all’indomani.
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